domenica 22 settembre 2013

DONNE PROSTITUTE PER LA GUERRA SANTA IN SIRIA




Centinaia di ragazze tunisine vengono inviate in Siria per la 'jihad del sesso', offrire cioe' conforto sessuali ai ribelli islamici al fronte, e spesso tornano in patria incinte. Lo ha denunciato il ministro dell'Interno tunisino, Lofti ben Jeddou. "Hanno rapporti sessuali anche con 20, 30, 100 militanti", ha riferito parlando all'Assemblea costituente nazionale. La 'jihad del sesso' e' considerata una forma di guerra santa legittima da alcune frange salafite che incoraggiano le donne ad avere rapporti con i militanti islamici. Ben Jeddou ha ricordato che da marzo il governo ha vietato a 6.000 giovani tunisini l'ingresso in Siria e ha arrestato 86 persone sospettate di aver organizzato "reti" per la 'jihad del sesso'.
  Secondo i media locali sono migliaia i tunisini che negli ultimi 15 anni sono partiti per la jihad verso l'Afghanistan, l'Iraq e la Siria, spesso passando per la Turchia o la Libia.
 Il ministero tunisino della Donna e della Famiglia corre ai ripari contro il fenomeno delle giovani che raggiungono la Siria per soddisfare le esigenze sessuali dei combattenti contro Assad. È stata decisa la costituzione di una unità di crisi chiamata ad analizzare il fenomeno e ad intervenire a tutela delle donne e dei bambini che sono conseguenza di questa situazione.




Il «jihad al nikah» secondo l’integralismo islamico di matrice salafita, autorizza le ragazze ad avere rapporti sessuali, all’interno di matrimoni temporanei. Alcuni giorni fa il ministro dell’Interno, Lotfi Ben Jeddou, ne aveva confermato l’esistenza, definendo tale fenomeno di ampia portata, ma non fornendo numeri attendibili su quante siano le ragazze che siano effettivamente andate in Siria per intrattenersi sessualmente con gli jihaisti, spesso tornando in Tunisia incinte.
Il Ministero della Donna definisce tale pratica come «estranea alla società tunisina», «con un impatto pericoloso sulla famiglia e la società», ma soprattutto «contraria ai principi religiosi, ma anche a quelli morali dettati dalle leggi in vigore, così come alle convenzioni internazionali ratificate dallo Stato tunisino». "Il ministero si adopererà per attuare un piano di informazione, sensibilizzazione ed educazione rivolto a donne e famiglie di tutte le regioni per informarle della gravità di queste pratiche", si legge in un comunicato diffuso oggi dal ministero, in cui si sottolinea come sia già stata creata una "unità di crisi".
 La "jihad del sesso", che permette relazioni sessuali fuori dal matrimonio con più partner, è ritenuta da alcuni esponenti salafiti come una forma legittima di guerra santa. Nella nota, il ministero ha anche espresso "l'intenzione di rafforzare la cooperazione con strutture governative e non governative che si occupano di questa questione per individuare soluzioni appropriate per contrastare i piani di quanti incoraggiano queste pratiche".                                





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