giovedì 29 agosto 2013

IL DEGRADO MORALE DI VOGHERA


Sul giornale  cittadino La Provincia Pavese  leggiamo che, a Voghera, in una settimana,  si sono verificati: 1) furti nei supermercati; 2) una rapina e una rissa di due stranieri ubriachi  in un bar di Via Emilia, 3) bivacchi alla stazione, 4) prostituzione in viale Montebello da parte di nigeriane 5) una clonazione di una carta di credito alla Stazione. Manca solo il solito furto di rame in qualche cimitero della zona.
Per quanto riguarda la prostituzione  le donne italiane o i trans latino americani mettono gli annunci su La Provincia Pavese  o come massaggiatrici o come accompagnatrici. Ma l'attività è quella della prostituzione.
Voghera in  un grosso centro dell'Oltrepo' Pavese con 40 mila abitanti  è normale   cosi è normale  che si verifichino reati, ma qui oggi ci mancava solo lo spaccio di droga che viene effettuato nell' 80% dei casi da stranieri i quali non lavorano, però  hanno una casa e pagano l'affitto, hanno l'automobile, un buon abbigliamento,  e poi stazionano tutto il giorno in diversi bar cinesi. E poi abbiamo parecchi rom che arrivano da Tortona e si mettono accanto ai supermercati o fanno accattonaggio. Le porte aperte dei vari palazzi che gli amministratori non aggiustano fanno il resto. Ci sono emarginati ma solo italiani e rumeni vanno alla Charitas, i musulmani non ci vanno. La carità la fanno tra di loro.
Parlare male di Voghera è sbagliato: ci sono i volontari  della Croce Rossa, della Protezione civile, dell'Auser e di tante associazioni che non citiamo solo perchè sono numerose. Ci sono anche anziani che hanno bisogno di solidarietà perchè malati e sofferenti ed abbiamo medici qualificati. Ma il singolo episodio di malasanità non intacca minimamente la loro professionalità.
I preti sono presenti in tutti i quartieri della città, sono guidati da un Vescovo genovese vecchio, stanco e malato, mons. Martino Canessa che, avendo compiuto i 75 anni a luglio,  verrà sostituito perchè lo prevede il Codice di Diritto canonico e perchè ci vuole un ecclesiastico efficiente ma non presenzialista che rivoluzioni la Curia e le parrocchie con una nuova pastorale valorizzando anche i laici cristiani e le donne.  Anche l'Arciprete del Duomo mons. Captini è anziano, schivo e riservato: quando gli parli fa tre passi indietro ha paura che tu gli chieda qualcosa!  E' evidente che ha dei deficit  comunicativi, è  che un uomo chiuso e poco socievole.   Papa Francesco ieri ha disegnato un altro modello di prete, caro don Captini. Un prete efficiente, aperto e disponibile al dialogo con i giovani non con le zitelle.  Siamo infatti nel 2013 nel terzo millennio!
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Infine la classe dirigente della città. Ci vogliono persone nuove, competenti, che conoscano le tematiche della politica. Basta con l'affarismo e i politici di professione. Occorre attingere nella società civile. I cittadini vogliono che la questione morale venga rimessa al primo posto.
Da ultimo c'è la Voghera bene che ha la seconda casa al mare o nell'Oltrepo' e da venerdi sera diserta la città per recarsi nelle loro case fino alla domenica sera.  Sono tutti professionisti o geometri o ragionieri commercialisti e i loro  figli sono consumisti e materialisti. Amano  il notebook, il tablet, la Tv LCD e plasma, lettori dvd e blubay, sistemi hi-fi e car entertainment, smartphone, iphone, motorino e automobile al compimento dei 18 anni. E, naturalmente,  gli abiti firmati.   Ragazzi sazi ma disperati che ciondolano in Via Emilia alle 17-18. Poi abbiamo la comunità marocchina, quella senegalese, quella cinese, quella latino americana, quella romena, quella ucraina,  e quella albanese.
Ci sono poi coloro che evadono le tasse (e sono tanti) che causano notevoli problemi alle casse comunali o a quelli statali. Ben venga quindi il lavoro della Finanza, e per l'ordine pubblico e la sicurezza, quello  dei Carabinieri guidati dal Capitano Francesco  Zio e della Polizia guidata dal Dirigente locale.



mercoledì 28 agosto 2013

SALUZZO, UN DOCENTE PER 3 ANNI HA FATTO SESSO CON DUE SUE ALLIEVE

Il professore d'Italiano e Storia dell'I.I.S. Soleri  e Bertoni  di Saluzzo (un piccolo centro di 17 mila abitanti del cuneense),  Valter Giordano, 57 anni, è agli arresti domiciliari dopo essere stato incarcerato per 10 giorni.  E' accusato di istigazione al suicidio, detenzione di materiale pedopornografico, plagio nei confronti di due studentesse in stato di sudditanza psichica  con attività manipolatoria mantenuta nel tempo.   Infatti nel 2004 è morta in circostanze misteriose una sua studentessa di nome Paola. Pare che altre tre ragazze si sarebbero suicidate per motivi analoghi. Paola era una ragazza con problemi famigliari ed è caduta nella rete di una setta satanica. A casa del docente i carabinieri che lo pedinavano da due anni avrebbero ritrovato diverse lettere della ragazza firmate di suo pugno. In una perquisizione a casa sua i carabinieri hanno sequestrato un'agendina del 2004. Il giorno del suicidio di Paola c'è scritto: «Paola è morta suicida, il corpo è all'acquedotto di Savigliano». La frase dopo dice: «È probabile che i rapporti con Paola siano stati simili a quelli con le due liceali» vittime degli abusi. Il professore di italiano arrestato con l'accusa di aver avuto rapporti sessuali con due sue studentesse quando erano ancora minorenni ha dichiarato:"Ho commesso degli errori, lo riconosco. Non so quanto saranno rilevanti dal punto di vista penale, sicuramente hanno un peso dal punto di vista umano". colleghi del liceo sociopedagogico Soleri. "Non ci mescoliamo agli inquirenti e ai giudici che sapranno svolgere il loro compito con correttezza  -  scrivono i professori in una lettera  -  La comprensibile attesa di giustizia non solleva però nessuno dalla responsabilità che si assume nel formulare facili giudizi e parole cattive, nell'infangare all'improvviso la vita di un uomo stimato. Sappiamo quanto sia difficile accertare la verità e distinguere il limite sottile che separa il bene dal male. Dal rischio comune della bieca insinuazione e della maldicenza vogliamo però liberarci almeno noi, colleghi e amici di Valter". L'accusa più infamante è quella di aver abusato della sua autorità come docente, regalando in cambio bei voti. "Non ci diamo pace e abbiamo controllato tutte le pagelle  -  spiega la preside dell'istituto Alessandra Tugnoli  -  Non abbiamo notato nulla di strano, nessuna differenza che avrebbe dovuto far suonare un campanello d'allarme. E poi se ci fossero state disparità di trattamento i primi ad accorgersene sarebbero stati i compagni di classe". 

Stiamo ai fatti, alle prove e ai testimoni. Per tre anni il docente ha abusato di due  minorenni. A casa sua hanno rinvenuto  materiale pedopornografico, nel suo cellulare  migliaia di messaggini  e una morte misteriosa. Non mi pare che sia il caso di tessere l'elogio di questo signore ammalato e che giustamente ammette l'esigenza di andare in una struttura  sanitaria. I docenti che lo difendono non sono degli educatori perchè il compito di un professore non è quello di andare a letto con due minorenni ma quello di trasmettere cultura e di formare le nuove generazioni.
Poi questi signori si stracciano le vesti e si indignano se Berlusconi a casa sua suona il pianoforte con Apicella, invita ragazze per delle feste vestite da crocerossine o da suore,  o .chiama la Minetti per ravvivare la serata. Questa sarebbe prostituzione?  ma per favore, dite piuttosto che lo volete distruggere politicamente. E poi il pedofilo,  dopo questa turpe vicenda che si commenta da sola, sarei io? Sospendiamo il giudizio come gli scettici greci e, quindi,   facciamo epochè.

martedì 27 agosto 2013

LA MINISTRA PIU' INSULTATA SOLO PERCHE' E' NERA








              

Il ministro dell'Integrazione e delle politiche giovanili  è una donna africana, anzi  nera,  come ama definirsi. Si tratta di Cécile Kyenge, deputato del PD dal. febbraio 2013. Ha 49 asnni, è sposata e ha 2 figli . Cecile è medico oculista e la laurea l'ha conseguita in Italia a Roma presso l'Università Cattolica grazie all'aiuto di un Vescovo cattolico  e all'ospitalità di alcune suore. E' originaria del Congo e il padre era un funzionario statale sposato con 4 donne dalle quali ha avuto 39 figli. Da quando è ministro ha raccolto una sequenza di insulti, di volgarità, di oltraggi e di insolenzee il suo caso è conosciuto in tutto il mondo. Il primo a insultrla è addirittura uno dei  Vice Presidenti del Senato Calderoldi che l'ha definita "un orango". Non poteva mancare l'europarlamentare Borghezio che usa l'espressione "ministro bonga bonga". Questo clima iniziato dalla Lega Nord ha  portato a una serie di episodi spiacevoli: il lancio di banane  ad una festa di partito, e a una catena di diffamazioni gravi da parte di politici  sconosciuti che vogliono 5 minuti di celebrità attaccando la ministra. Questi ignoranti non capiscono che ormai la nostra è una società multiculturale, multireligiosa e multietnica e non hanno i consensi nel Paese e nel Parlamento per cacciare gli extracomunitari che comunque al di là di qualche episodio sono una risorsa nel Paese (vedi nel Veneto profondo Nord). Comunque è grave che uno dei Vice Presidenti del Senato sia razzista e xenofobo. A questo punti lasci l'incarico perchè la poltrona che ricopre rappresenta tutti gli italiani non solo una parte. Se Calderoli è fazioso, è intollerante è settario lasci ma non si arroghi la licenza di insultare un ministro. Chiunque esso sia. A Cécile Kyenge la mia solidarietà e vicinanza.


"Non dobbiamo lasciare che questi insulti e queste provocazioni rimangano impuniti e passino come routine". Lo ha detto il ministro dell'Integrazione, Cecile Kyenge, tornando sugli attacchi ricevuti da alcuni esponenti della Lega Nord: "in questi ultimi giorni mi hanno fatto sentire colpevole".
Inaugurando la Festa del Pd di Modena, Kyenge ha ricordato di non essersi sentita sola nella battaglia per il riconoscimento della cittadinanza agli stranieri. "Non sono da sola perché non è la mia battaglia - ha spiegato -. La battaglia sulla cittadinanza  che porto avanti con tutti i rischi che ho avuto in questi tempi è una battaglia del nostro partito. Non far passare questa riforma non è la sconfitta di Cecile, ma è la sconfitta nostra. Noi dovremo lavorare insieme".Per questo "ho bisogno di ciascuno di voi", perché "in questi ultimi giorni mi hanno fatto sentire colpevole, perché sono nera, perché sono donna, perché sono nata all'estero e colpevole perché ho studiato, perché ho rotto il tabù di non rispettare gli stereotipi e colpevole di tante altre cose".
Il ministro ha ringraziato i militanti del Pd e tutta la cittadinanza che l'ha sostenuta in queste settimane di attacchi: "Siccome la pensiamo tutti uguale - ha detto Kyenge - allora devo dire che siamo tutti colpevoli. Abbiamo la possibilità di scegliere se rimanere colpevoli o essere protagonisti e artefici di un cambiamento culturale.Possiamo scegliere e non lo devo fare da sola, lo dobbiamo fare insieme. Sento dietro di me una comunità presente, che mi ha sostenuta in tutti questi mesi. Chi ha voluto non far riconoscere la mia persona come ministra della repubblica, da qui noi gli  diamo questa risposta: io sono ministra della repubblica.

lunedì 26 agosto 2013

GLI AGENTI DEL CARCERE DI MARASSI



Gli agenti a Marassi sono oltre 550 guidati dal Comandante dott. Massimo Di Bisceglie. Marassi è il carcere più grande della Liguria, con una capienza di 450 posti, affetto da un endemico sovraffollamento (attorno agli  880 detenuti, nella maggior parte stranieri e il 44% in attesa di giudizio) e una carenza di personale pari al 20% dell’effettivo in organico. Il principale nodo problematico è rappresentato dalla coesistenza di diverse tipologie di detenuti e di diversi circuiti detentivi: in attesa di giudizio, a custodia attenuata, protetti, ad alta sicurezza, condannati a lunghe pene detentive. In particolare per questi ultimi la struttura di Marassi è inadatta, mancando gli spazi fisici per intraprendere attività lavorative e trattamentali. Nel carcere di Marassi confluiscono detenuti problematici da tutta la Liguria, in particolare quelli con qualche patologia che il ben attrezzato Centro Clinico Regionale può ospitare. 
Le celle sono di varie dimensioni e contengono da un minimo di due ad un massimo di 8 detenuti. La 1ª Sezione, con circa 300 detenuti, è stata provvista di docce interne alle celle, portando coì a circa 600 i detenuti provvisti di questo servizio. I funzionari hanno puntualizzato che nessun detenuto ha meno di 3  m² a disposizione ma nella VI  sezione non mi risulta.
 Il carcere è diviso in 6 Sezioni:
1ª Sezione - detenuti in attesa di giudizio
2ª Sezione - detenuti con condanna definitiva
3ª Sezione - regime di custodia attenuata
4ª Sezione: consiste nel Centro Clinico Regionale, aperto nel 2010, tre piani in buone condizioni, che ospita attualmente 50 detenuti.  
5ª Sezione - alta sicurezza dove sono presenti dei mafiosi, con un regime più duro (hanno due ore d’aria invece di 4, stanno sempre separati dagli altri e possono fare solo due telefonate al mese) ma non propriamente ex art. 41.
6ª Sezione – alta sorveglianza, con detenuti collaboratori di giustizia e condannati per crimini infamanti o ancora che abbiano manifestato tendenza al suicidio. Questi ultimi sono stati appena trasferiti al Centro Clinico, dove ricevono un sostegno integrato.
Esiste un’unica cucina ben attrezzata, ma di dimensioni estremamente ridotte rispetto al numero dei detenuti che serve l’intero carcere, tranne la Sezione a custodia attenuata che possiede una cucina separata.
L’anno scorso è stato istituito un reparto “Nuovi Giunti”, con visita al’ingresso sia di una psicologa che di un medico.
I morti per cause naturali: 4 nel 2012 e 1 sino a maggio 2013 








 Personale medico:
- 4 dirigenti medici, due dei quali al Centro Clinico Regionale (CCR)
- 6 medici, uno per ciascuna sezione
- 4 psichiatri
- 5 psicologi
- assistenza infermieristica h24 in tutte le sezioni, incluso il CCR
La Sezione dedicata al Centro Clinico Regionale (CCR) è quella in migliori condizioni, ristrutturata nel 2010. Accoglie i malati provenienti da altre carceri della Liguria. Ospita 50 posti letto, di cui 18 per pazienti HIV/AIDS e 14 con tendenza suicidaria.  Sta per entrare in funzionamento un piccolo reparto di Osservazione Psichiatrica con 5 posti letto per detenuti che, dopo un massimo di 30 giorni, potranno essere trasferiti in una struttura competente. Questa non esiste ancora in Liguria, ma è già stata identificata l’area in cui sarà costruita, in provincia di La Spezia. Il Poliambulatorio del CCR si trova al primo piano e ha varie specialità: radiologia, cardiologia, odontoiatria, neurologia, ortopedia, oculistica, centro prelievi. Esiste poi un ambulatorio per i nuovi giunti che ricevono subito una visita di un medico e uno psicologo. 
 Ogni detenuto ha diritto ad un colloquio settimanale, e la direzione dell’istituto ha stabilito che ogni sezione può effettuare i colloqui solo in determinati giorni della settimana (ogni giorno una diversa sezione è di “turno” per i colloqui).
Le telefonate sono 4 al mese, salvo casi di emergenza.
  I rapporti avvengono tramite le “domandine”. Il Direttore riceve ogni tanto da parte dei detenuti delle lettere per richiedere un colloquio o per denunciare una situazione particolare (spesso connessa con il processo). Secondo la gravità della situazione e della sua disponibilità, il Direttore può concedere il colloquio. Vengono avviati almeno 40 procedimenti disciplinari al mese, dei quali una ventina comportano un periodo di isolamento. 
Ma una struttura di 900 persone chi la manda avanti  con sacrifici e rinunce? Solo i medici, gli psichiatri, il cuoco, Il Direttore, Il Comandante, il prete. No, la mandano avanti soprattutto gli agenti che dobbiamo ringraziare per la loro umanità , bontà, disponibilità e generosità. Il tutto senza alcun interesse. A loro va un grazie per un compito non facile.

IL DEGRADO SESSUALE LEGALIZZATO










La prostituzione è il mestiere più antico del mondo e in Svizzera hanno deciso di eliminarlo dalle strade e di creare appositi box dotati di servizi igienici, allarme, e sarà aperto dalle 17 alle  5 di mattina. I clienti delle prostitute potranno entrare nei box con la loro auto. Fuori dai box ci sono le telecamere per ragioni di sicurezza. Il modello dei box è già in uso ad Utrecht, Essen e Colonia. Mentre in Svizzera la sperimentazione la fanno a Zurigo nel quartiere di Altstetten. Le prostitute hanno manifestato il loro disappunto perchè i box del sesso, a loro dire, fanno perdere clienti. E cosi molti clienti vanno nei box e portano le donne nelle loro abitazioni o negli hotel a pagamento.
La mia posizione su questa tema è molto chiara: la donna ha una dignità umana che va rispettata e gli uomini che comprano il loro corpo per pochi euro sono depravati e il loro degrado morale è pari solo a quello animale. Certo,  ci sono donne che fanno questo mestiere per fare soldi presto e subito, ma devono avere rispetto per se stesse perchè create a immagine e somiglianza di Dio.

DON GIORGIO DE CAPITANI , SE QUESTO E' UN PRETE ...




Il prete don Giorgio De Capitani, 75 anni,  parroco di Sant’Ambrogio in Monte a Rovagnate in provincia di Lecco, dal 1 settembre 2013  sarà  rimosso dal suo incarico di parroco.  Questa è la decisione adottata dalla Congregazione per il Clero diretta dal cardinale  genovese Mauro Piacenza. Il prete rimosso  ha preannunciato  che la Curia gli ha offerto di dire la Messa domenicale  a Dolzago alle 18   con i suoi fedelessimi  lontano da Monte. Ma se egli  accetta gli resta sempre il suo blog e le sue comparsate in TV a parlare male dell'odiato Berlusconi.   Don De Capitani è un consacrato, un homo Dei, un ministro di Dio ma ha il pallino della politica e, in particolare,   il suo obiettivo è Silvio Berlusconi. Ma le divergenze col Cavaliere non le esprime in modo pacato, sereno e civile, tutt'altro! Fa ricorso a un linguaggio da trivio, scurrile, volgare che neanche nei porti e nei vicoli non trovi. Il che per un prete che dovrebbe amare il suo prossimo come se stesso è anormale. Ha aperto un blog e contiene insulti, parolacce e sconcezze. Il degrado morale di queste prete lo lascio giudicare a voi con le sue parole che pubblichiamo e ci domandiamo come mai il vescovo generale della Diocesi di Milano mons. Mario Delpini non l'ha mai rimosso. Ma vediamo il lessico parrocchiale di don De Capitani: "Dio, spedisci quel porco di Berlusconi all'inferno", "Signore, fai venire un ictus al Cavaliere". E ancora  contro il Cavaliere  il prete di Rovagnate non esercita la carità  e dice: " è un porco, corrotto e corruttore, pederasta, criminale, stragista!”.  Invoca anche l'intervento del Padre Eterno, ricordando però che "tocca a noi, popolo, a noi italiani dire basta, siamo stanchi di un immondo, di un porco". E invita Enrico Letta "a togliere l'Italia da un baratro", di cui è responsabile "l'immondo, il coso, l'horrendum" "il più perverso femminicida degli ultimi tempi". Don Giorgio ha -  come si evince dai suoi scritti - una autentica ossessione per Silvio Berlusconi. Sul suo blog, l’educato sacerdote difficilmente lo chiama per nome, ma preferisce l’appellativo “Demente“. E così Don Giorgio ci racconta del “culo sporco” di Berlusconi.  Dulcis in fundo la morte di sei militari italiani in Afganistan a Kabul. Su questi eroi dice l'indegno prete: “Perché la morte di sei mercenari vale più di migliaia di disoccupati in un Paese rincoglionito? Perché onorare la morte di mercenari, quando ben pochi si ricordano dei veri testimoni della carità e della giustizia?”.  Vorrei andare oltre ma credo che bastino queste parole per rendere l'idea che questo prete anziano è inadatto (la grazia non può supplire la natura), ed essendo una persona che agisce in persona di Cristo Capo dovrebbe esercitare l'amore verso i nemici. Le Scritture evidentemente non le conosce oppure si arroga la licenza di interpretarle a modo suo (il libero esame). E' un prete che non mi piace: duro, aggressivo, violento, spietato, prepotente e prevaricatore. In lui non c'è mitezza, dolcezza, amabilità, umanità, carità..Questo prete  è indegno, indecente, immorale, spudorato e vergognoso. Ma non perchè abbia attaccato Berlusconi, semplicemente perchè non sa cosa siano  l'amore e la carità cristiana.

domenica 25 agosto 2013

UN PADRE PADRONE VIOLENTO E SPREGEVOLE E UNA POVERA VITTIMA DI ANAFABETISMO




Una donna analfabeta del Nord Argentina, di anni 35,   per 20 anni consecutivi,  ha subito violenze sessuali dal patrigno che l'ha costretta ad avere ben 10 figli. Egli  è stato arrestato e adesso  rischia una pena fino a 15 anni di reclusione. L'uomo era  sposato e qualche volta metteva incinta pure la moglie. I tre vivevano in una fattoria distanti dal Paese e quando la figliastra tentava di scappare la riempiva di botte e la massacrava. La donna ha raccontato che il patrigno ha iniziato ad abusare di lei da quando aveva 11 anni.
"Questo e' un caso particolare: abbiamo avuto molti casi di abusi, ma e' la prima volta di uno in cui una donna sia stata violentata per cosi' tanti anni e abbia avuto 10 figli del patrigno, ha detto il giudice Rosa Falco al canale Todo Noticias. Le violenze sono andate avanti per un tempo così lungo, senza che nessuno sospettasse mai nulla, anche grazie alla facilità con cui l’uomo riusciva a nascondere gli abusi. I tre vivevano insieme come una famiglia normale nella provincia settentrionale argentina di Santiago del Estero.    E nella fattoria  avvenivano anche i parti, per evitare sospetti. All’anagrafe i nuovi nati venivano registrati solo con il nome del padre. Ma di normale in quella famiglia non c’era niente. Il mostro non si è mai fermato.
«Due dei miei figli sono morti e li ho sepolti vicino alla fattoria. Quattro sono con me e gli altri se ne sono andati a lavorare, credo lontano», ha detto la vittima delle violenze, che ha anche raccontato al magistrato di essere stata picchiata e minacciata dal patrigno affinché non lo denunciasse. Orribile e devastante  la confessione al magistrato’: «La mia vita è stata solo abusi, grida e sottomissione. Non credevo di avere dei diritti», ha raccontato la donna, che non ha mai frequentato una scuola.
 L’orribile storia è venuta alla luce quando un giorno la donna si è confidata con una famiglia di conoscenti, che l’hanno convinta a denunciare il patrigno. La giovane ha anche rivelato al magistrato di aver confidato alla madre le violenze subite ma quest’ultima non sarebbe mai intervenuta «per indifferenza o per paura».  "Questa è una situazione particolare, abbiamo avuto molti casi di abusi ma questa è la prima volta che abbiamo una figlia violentata per tanti anni che ha anche avuto 10 figli del padre",  ha dichiarato il giudice Rosa Falco che si occupa la causa penale. L'intero Paese, appresa la notizia è rimasto sotto shock.

BENEDETTO XVI HA LASCIATO IL PAPATO, MA L'ESPERIENZA MISTICA NON C' ENTRA

                      



 Il portale cattolico  Zenit.org   ha rivelato che Papa Benedetto XVI ha lasciato il Pontificato perchè da alcuni mesi era in preda  a crisi mistiche. In una di queste crisi Dio  avrebbe consigliato al Papa di lasciare il Papato. E cosi Benedetto XVI  avrebbe fatto. Ma fra i collaboratori del Papa ci sono state ampie smentite. La decisione - dice il segretario mons. Georg - l'ha presa lui. E' queste voci sono false dall'alfa all'omega. Poi il Segretario ha aggiunto che il Papa emerito sta bene. Ogni giorno recita il Rosario e fa passeggiate all'interno del monastero vaticano dove vive con quattro suore laiche e il segretario.
Le dimissioni vanno ricercate tra i corvi che giravano in Vaticano, fra i dossier, fra la potente lobbies gay e lo Ior. Infine le guerre e le lotte fratricide che alcuni porporati  hanno dichiarato al Segretario di Stato Bertone che non era gradito alla vecchia Curia romana. Benedetto XVI a  85 anni compiuti non era più in grado di tenere a bada complotti  e il suo modello di Chiesa era un altro: "santa e immacolata, senza macchia nè ruga" (San Paolo). Ma  ha sperimentato che nella Chiesa di Cristo ci sono anche amarezze e degrado morale. Per dare un segnale forte a tutti si è dimesso e  per protestare contro le logiche  del  potere,  del  successo dell'arrivismo e del denaro.Benedetto XVi era un uomo di studi, un intellettuale colto  e raffinato, non era era abituato a mercanteggiare posti e poltrone. Molti lo cercavano per avere un posto da vescovo o una poltrona da cardinale o un Ufficio nella Curia romana. Alla fine ha lasciato per dare uno schiaffo a queste persone che ora dovranno vedersela con papa Francesco che sulla legalità non transige. E nella Curia Romana dovranno vedersela con il cardinale milanese Francesco Coccopalmerio nominato recentemente Moderator Curiae. Il cardinale Coccopalmerio è un canonista di chiara fama, stuioso della Bibbia ed è stato collaboratore del cardinale Martini.



                                 






                  

sabato 24 agosto 2013

BERLUSCONI NON LASCERA' SUBITO LA POLITICA. IN 18 ANNI HA GUADAGNATO 3 MILIARDI DI EURO





Silvio Berlusconi, nel vertice di Arcore a Villa San Martino con lo stato maggiore del PDL,  ha ribadito - se mai ce ne fosse bisogno - che lui non intende farsi da parte, che vuole continuare ad essere il leader del centro destra  e che vuole continuare a governare questo Paese sgangherato. Qualcuno si stupirà e si meraviglierà avendo il Nostro ben 77 anni, una condanna a 4 annni di reclusione e altri processi. E dicono: ma chi glielo fa fare? Goditi le case alle Bermuda, i Resort ad Antigua,  Villa Certosa in Sardegna,  Palazzo Grazioli a Roma, Via Rovani a Milano,  e nel resto del mondo. Oppure occupati della Banca Mediolanum, della distribuzione dell' Essselunga, del Milan, delle Assicurazioni Fininvest e Mediolanum, della raccolta pubblicitaria, dell'informazione (Sorrisi e canzoni TV, Donna moderna, Cosmopolitan, Grazia, il Giornale) e poi televisioni private, Mediaset, Fininvest, distribuzione cinematografica, immobiliari, editoria, sport, Mondadori, cinema e spettacolo.
                                                     








I maligni dicono che il Cavaliere fa politica per fare business. Infatti, dal 1994 ad oggi,  ha guadagnato legalmente 3 miliardi di euro (si 3 miliardi di euro!). Beh se fosse vero non starebbe a Palazzo Chigi a perdere tempo. Non fa sacrifi o rinuce. Oppure fa entrambe le cose: la politica e il business legale. Berlusconi ha quasi 80 anni (portati bene) e se in 18 anni ha incamerato 3 miliardi di euro significa che è un vero imprenditore. Insomma conosce il suo mestiere. E questo potrebbe essere uno dei motivi per i quali il Cavaliere  non vuole lasciare la politica. Del resto nel Pdl non vedo delle aquile e se Berlusconi cade, tutto il partito se ne va a casa. Alle prossime politiche senza Berlusconi il PDL o Forza Italia 2 non esisterebbero più. Vedi La Russa che ha solo 2 parlamentari: la Meloni e Grosseto e un partito da prefisso telefonico. Invece Storace, Sgarbi, Tremonti, i Pensionati non sono neanche passati dal buco della serratura per entrare a Montecitorio. Quindi, Silvio per questi eterni trombati,  conta molto ed essi  fanno leva  sulla sua competenza, conoscenza e abilità.
Il problema è che Berlusconi ha un soggetto politico che è in grado di competere con il PD e Grillo e poi ha i soldi. E scusate se è poco. Non si puo' far politica senza soldi. Ci sono da pagare i manifesti, gli attacchini, la colla, un ufficio almeno  in 20 regioni, la segreteria, i telefoni,  i computers, le stampanti, l'inchiostro, lo staff dei collaboratori e le auto e la benzina e gli autisti per girare i collegi. E, infine,  l'affitto delle sedi. Berlusconi puo' permetterselo, il PD e la Lega pure. I grillini si autotasseranno. Ma gli altri che fanno? Vanno fuori delle Chiese la domenica?

In conclusione: Berlusconi non molla. E' tenace, è determinato ed è un leader anche se fa il bunga bunga e canta con lApicella e le olgettine. Cantare non è un reato. E la pena della Cassazione  è stata  elevatissima. E' abnorme e sproporzionata.
Berlusconi per chi non l'avesse capito e' un capo e lascerà solo quando le forze fisiche non gli consentiranno di fare poltica e quando troverà un uomo di cui avrà piena e totale fiducia e avrà formato  una  vera classe dirigente. Gli altri suoi amici  - come ho già detto - non sono delle aquile e, quindi,  tacciano. Se no, se non baciano la pantofola all'imperatore,  fanno la fine di Fini che è sparito dall'orizzonte politico per la sua mancanza di umiltà.

OSPEDALE DI VOGHERA: DUE MORTI MISTERIOSE





 Dopo due anni, all'Ospedale civile di Voghera,  si verifica un decesso strano.  Un altro paziente,  Primo Bonfoco, 76 anni,  già Sindaco di Verrua Po', malato di diabete e di Alzheimer, alle cinque del mattino, ha legato le sue lenzuola con dei nodi  e ha cercato di calarsi dal  secondo piano  per allontanarsi dalla struttura ospedaliera.  In questa operazione  è caduto riportando fratture mortali.   Bonfoco lascia due figli,  Fabrizio e Lorella, la moglie invece  era deceduta da tempo. Nel reparto di medicina nessuno si sarebbe accorto delle manovre  dell'ex Sindaco. Solo una infermiera, tardivamente.Le persone affette da demenza necessitano di aiuto e assistenza da parte di chi si prende cura di loro in modo progressivamente più intenso, a causa dell'evoluzione della malattia. I famigliari di queste persone  pianificano le modalità assistenziali più adeguate secondo le diverse fasi della malattia, senza dimenticare che c'è sempre la possibilità e il dovere di permettere, anche al malato più grave, il mantenimento di una vita dignitosa. Un sentimento diffuso nei famigliari è spesso un forte senso di impotenza e una difficoltà a riorganizzare i propri impegni in base alle necessità spesso gravose del proprio assistito. È necessario quindi mantenere un rapporto continuativo con il medico di fiducia o la struttura clinica d'appoggio, in modo da potersi confrontare con personale esperto e qualificato sulle decisioni da prendersi rispetto alla gestione dei problemi essistenziali. Non solo, questo collegamento è importante anche per ottenere appoggio e un conforto nei momenti di frustrazione cosi da mantenere una prospettiva costruttiva nell'affrontare le difficoltà quotidiane, che si può ottenere solo vincendo il senso di impotenza, il disfattismo e la tentazione di rifugiarsi in false speranze e facendo appello alle proprie energie umane e morali. E' possibile che la persona affetta da demenza, a fianco della progressiva perdita di autonomia e delle proprie facoltà mentali superiori, mostri dei disturbi comportamentali quali ansia, agitazione, aggressività, disinibizione o manifestazioni di tipo psicotico come deliri, allucinazioni o comportamenti auto od eterolesionisti. Le persone che si prendono cura dei pazienti dementi devono quindi fare i conti anche con la possibile gestione di queste manifestazioni, spesso molto difficili da affrontare. E' importante innanzitutto sottolineare che ogni iniziativa farmacologica deve essere sempre presa sotto stretto controllo del proprio specialista di fiducia, che sarà in grado di consigliare la miglior terapia per i disturbi specifici del paziente e dare gli opportuni suggerimenti per affrontare i problemi di gestione. Infatti, anche se oggi esistono validi preparati farmacologici che possono controllare i disturbi più gravi, ad essi vanno sempre affiancati i comportamenti adeguati da parte dei famigliari. Esistono alcune regole comportamentali che è bene conoscere e che possono aiutare nell'affrontare i disturbi comportamentali.
Non sono uno specialista ma non occorre una laurea in medicina per capire  che questi pazienti non vanno lasciati soli. A proposito quella notte il sindaco era vigilato? la capo sala che disposizioni aveva dato? il medico perchè l'ha ricoverato in medicina? come ha potuto il sindaco avere almeno due ore per fare uno o più nodi alle lenzuola e poi gettarsi nel vuoto? E se qualcuno avesse vigilato o l'avesse messo in una camera singola il sindaco sarebbe ancora vivo?  Perchè, infine,  non è stato disposto il ricovero in una struttura adeguata?  Il direttore sanitario, Luigina Zambianchi,   non è in sede e si tiene in collegamento telefonicamente. Forse è opportuno che la signora, di fronte a un morto,  rientri immediatamente dal suo resort. Le ferie le puo' spostare tranquillamente visto che poi 3 italiani su 4 sono rimasti a casa e tre milioni e mezzo sono disoccupati. Intanto, il Procuratore capo Francesco De Socio,  si  sta occupando del caso che è molto serio vista la malattia e la vigilanza che non ho capito se c'è stata e per quanti minuti. Gli inquirenti si  stanno occupando  della normale amministrazione come nei casi analoghi  di   morti violente.
Un altro episodio, sempre all'Ospedale di Voghera,  risale al mese di luglio del 2011, cioè due anni fa. Un uomo di 67 anni  Giovanni Asmini soffriva di una grave  patologia al punto che i medici avrebbero dovuto ricoverarlo in psichiatria, ma il caso ha voluto che fosse ricoverato in medicina. Secondo la ricostruzione dei sanitari l'uomo ha avuto un'agitazione attacco violento e a seguito di questo attacco , forse epilettico, è caduto a terra. Diagnosi: “emorragia subaracnoidea”, cioè una perdita di sangue nei tessuti cerebrali. Non si è ancora capito se l'emorragia è subentrata prima o dopo la caduta. In quella circostanza i medici di Voghera fecero trasportare l'Asmini al San Martino di Genova perchè al Policlinico San Matteo non ci sarebbe stato un posto. Durante il tragitto l'Asmini però è morto. Le solite cose all'italiana e il solito esempio di malasanità.

venerdì 23 agosto 2013

DON CARRON UN PRETE CHE NON AMA IL POTERE, IL SUCCESSO E IL DENARO


Don Julian Carron, 63 anni, prete spagnolo, teologo e biblista, leader di Comunione e Liberazione, lo scorso anno,  ha preso carta e penna e ha scritto al quotidiano La Repubblica una lettera pubblica per esprimere il suo indicibile dolore nel vedere esponenti di CL che nelle loro vite mettono in primo piano valori edonistici e materialistici quali denaro, potere e successo; valori che danneggiano il movimento e la memoria di don Giussani. Tutto ciò anche se CL - afferma don Carron - non ha mai dato vita a veri e propri sistemi di potere ed è un movimento storicamente estraneo a qualunque tipo di malversazione
Don Julian chiede sinceramente perdono se qualche esponente del movimento ha recato danno alla memoria di don Giussani con la sua superficialità, ma dice anche che ciascuno potrà giudicare se, tra tanti sbagli, il movimento è riuscito a dare un qualche contributo al bene comune. Don Julian trova comunque parole di conforto e di misericordia per chi è in carcere o chi è sovraesposto in politica: “Soffriamo con coloro che sono alla ribalta dei media, memori della nostra debolezza per non essere stati abbastanza testimoni nei loro confronti”. Infine, conclude don Carron, “spetterà ai giudici determinare se alcuni errori commessi da taluni costituiscano anche reati”.


E’ la prima volta che un leader di Cl scrive una lettera cosi forte agli esponenti del loro movimento ecclesiale. E noi condividiamo le toccanti parole di don Carron, con le quali siamo in sintonia per tante ragioni. La prima: si tratta di un movimento ecclesiale ed è impensabile che al suo interno ci siano persone che aderiscono a valori materialisti ed edonistici. Don Carron ha menzionato lo stile di vita: è vero. La povertà, per esempio, è diventata un optional. Molti hanno dimenticato gli insegnamenti di Gesù Cristo e di san Francesco d’Assisi o altri Santi. Oggi prevale il lusso, lo sfarzo, il denaro e i beni di consumo, mentre milioni di persone muoiono di fame e di sete. In politica non si ricerca il bene comune, ma solo il successo e il potere. Altri invece si macchiano addirittura di reati gravi: concussione, corruzione, associazione per delinquere, riciclaggio, ecc. La gestione della cosa pubblica non è trasparente e finalizzata al bene di tutti e di ciascuno.                                 
Invece molti fanno politica solo per accantonare denaro pubblico, per entrare negli Enti, nelle Asl, nelle Banche e negli assessorati. E’ chiaro che gli insegnamenti di don Giussani non hanno nulla a che vedere con i reati penali che qualche esponente del movimento avrebbe commesso. La quinta: CL ha bisogno di riflettere sulla stagione degli scandali e su un rinnovamento degli uomini che da 30 anni la guidano a Milano e in Lombardia. “C’è bisogno di purificazione”, dice Formigoni. Speriamo che non siano solo belle parole.

Il teologo don Julian Carron, con questa lettera, passerà alla storia del movimento. Ha ripreso tutti, ha serrato le fila, ha dettato la linea e ha chiesto scusa a tutti. Egli fa sul serio e non più disposto a tollerare nel movimento forme di malversazione. Vuole esponenti che siano un esempio per tutti. Vuole persone al di sopra di ogni sospetto. Vuole uomini e donne che non siano sulla bocca di tutti. Che siano alla sequela di don Giussani, ma soprattutto del Vangelo. “Basta con gli scandali - dice don Julian - il nostro movimento si ispira a un santo che non avrebbe mai tollerato questo andazzo!”. Ci vuole una necessaria, opportuna e doverosa rotazione negli incarichi pubblici: ci vuole una classe dirigente nuova e con le mani pulite. Non le stesse facce che hanno deluso il mondo cattolico e i cittadini. Don Carron deve continuare a vigilare e dopo questa lettera deve dare un segnale forte di cambiamento: dalle parole bisogna passare ai fatti.

Lo scorso anno criticai aspramente don Julian. Ora ho rivisto le mie posizioni e devo concludere che aveva visto bene. Tettamanzi Scola e i martiniani si stracciarono le vesti e si indignarono. Don Carron aveva chiesto una classe politica nuova e competente. Ma tutti aggredirono il povero don Julian compreso Scola che quantomeno poteva sospendere il giudizio come gli antichi scettici dell' Antica Grecia.

SERVIZI SOCIALI DI MILANO: 40 MILIONI A DITTE BERGAMASCHE



 La parte del leone l'ha fatta la Borgunitour di Dario Zambelli vincendo ben tre appalti milionari 
La Guardia di Finanza di Milano, coordinata dal PM Tiziana Siciliano e dal procuratore aggiunto  Alfredo Robledo, sta ancora  ( dopo quasi due anni)  indagando su un truffa colossale di 40 milioni di euro che riguarda cinque appalti delle Case Vacanze per bambini e anziani stanziati dall'assessorato alle politiche sociali del Comune di Milano a ditte di Bergamo senza avere alcun requisito previsto dalla legge nonostante regolari gare d'appalto tra il 2009 e il 2011. L'assessorato all'epoca era diretto dalla signora Mariolina Moioli che non risulta al momento  indagata.
 Dalle indagini risulta che il bergamasco Dario Zambelli “legale rappresentante di imprese a lui riferibili e facenti parte del Gruppo Borgunitour della Cisl di Bergamo, in concorso con Ezio Prandi e Giuseppe Baccalà, dipendenti di società che appartengono sempre allo stesso gruppo, abbia ottenuto l’aggiudicazione di alcune gare d’appalto” del comune milanese nel marzo 2011 per un importo di “2,7 milioni di euro, per l’affidamento dei servizi integrativi relativi alla gestione delle case vacanza extra urbane, presentando false attestazioni circa la sussistenza dei requisiti richiesti, a pena di esclusione”. I tre risultano indagati, insieme ad un funzionario del Comune di Milano. Non ci sono, al momento, esponenti politici indagati. La Gdf ha acquisito anche la documentazione di gare d’appalto del 22 giugno 2009 (da 600 mila euro) per il servizio di soggiorno di anziani che si è aggiudicato la ditta “Gruppo Viaggi”; la gara del 5 maggio 2010 da oltre 2 milioni di euro per servizi nelle case vacanze fuori dal comune di Milano; la gara del 17 febbraio del 2011, da 30 milioni di euro, per il servizio “ludico alberghieri e complementari” delle casa vacanze per minori di Pietra ligure, che si è aggiudicata la Borgunitour di Bergamo; la gara del 21 aprile 2011, per 600 mila euro, relativa al soggiorno per anziani “in località climatiche”. In ballo ci sono cifre importanti, quelle che Palazzo Marino negli ultimi sei mesi ha destinato alla gestione di sei «case vacanze» in località sparse per la Liguria, il Piemonte e il Veneto. Servizio gestito fino al maggio 2011 dall’assessorato ai Servizi sociali guidato, nella precedente giunta Moratti, da Mariolina Moioli. Un’opportunità che il Comune offre, a pagamento, a tutti i bambini milanesi d’età compresa tra i 4 e i 12 anni, per un soggiorno massimo di 12 giorni.«Le famiglie — si legge nella promozione dell’iniziativa attualmente in corso — potranno contare sui tradizionali servizi del Comune che propone loro quale aiuto concreto nella gestione quotidiana dei figli». “Peccato, però, che secondo quanto hanno accertato le fiamme gialle, la Burgonitour di Bergamo che ha come rappresentante legale Dario Zambelli, avrebbe ottenuto imponenti appalti dall’assessorato della Moioli senza averne alcun requisito” come rileva La Repubblica nella cronaca di Milano. Scorrendo il filo dell’accusa, ad attestare che la Burgonitour aveva le carte in regola ci sono tre «dichiarazioni presentate dalle società Orovacanze srl, Orovillaggi srl e dall’Ente turismo sociale Cisl Bergamo», che «invece dalla documentazione acquisita, dall’esame dei bilanci, risultano incrongruenti con la documentazione al bando di gara».Zambelli non è esattamente uno sconosciuto. Oltre a essere concittadino dell’ex assessore Moioli, il numero uno della compagnia di viaggi che si è aggiudicata i tre importanti appalti è anche il presidente dell’Ente turismo della Cisl bergamasca, la stessa che ha certificato la validità della Burgonitour a partecipare alla gara. Zambelli si ritrova indagato di corruzione.Nei sei mesi precedenti, inoltre, sempre la Borgunitour aveva vinto gare per 28 milioni di euro, ma il sospetto degli inquirenti è che la spa non avesse i requisiti per ottenere quegli appalti.
Così la Gdf ha perquisito gli uffici della Etsi Cisl di Bergamo, della Gruppo Viaggi srl di Bergamo, della Dlf (Cremona Associazione Dopolavoro ferroviario), della Cooperativa Aeper sempre di Bergamo, della Etsi Cisl di Milano, della Destinazione Sole di Serio Travel, della Cisl Lovere Bergamo, della Mania Viaggi di Trescore Balneario, della Grigna Express di Lecco. I militari, poi, si sono presentati al Patronato San Vincenzo di Bergamo, al Centro Anziani Spirano, all’Associazione Artigiani, all’Anap di Bergamo (Associazione nazionale anziani e pensionati), e al centro sociale anziani invalidi pensionati Bagnatic. Un’enorme mole di documenti che viene analizzata dai finanzieri. Per capire se qualcuno ha truccato le carte. E se il grande affare delle case-vacanza - una torta da 40 milioni di euro in tre anni - sia stato fatto alle spalle del Comune. Per concludere usiamo le parole dell'ex assessore Mariolina  Moioli: “Io in comune con gli imprenditori indagati ho solo l'origine bergamasca”. Come dire: si tratta solo di una casualità se questi 40 milioni sono andati tutti a personaggi della mia città di origine. NOI VOGLIAMO ANCORA AVERE IL BENEFICIO
DEL DUBBIO.

I GIOVANI E LA SOCIETA' LIQUIDA



I giovani  sono cambiati. Vivono   in una  "societa'  liquida "  nella quale  dominano i valori dell'edonismo, del  benessere, del  materialismo e del consumismo. Molti  giovani  mettono al primo posto  il piacere, il denaro e il successo. Tutti valori materialisti che si oppongono a quelli spirituali. Cosi, oggi, pochi vanno in Chiesa la domenica, pochi si accostano ai Sacramenti, pochi non pregano più, pochi hanno una cultura religiosa adeguata. Sono spesso  giovani che negano  Dio (ateismo)  o, anche se non negano la sua esistenza,  lo ignorano (agnosticismo). Vivono in pratica come se Dio non esistesse. Da qui l'eclissi di Dio di cui  ne costatiamo l'evidenza ogni giorno..  Forse per avere l'alibi di  non dover seguire una morale cattolica, a loro dire,  piena di divieti e di tabu'. Eliminato Dio dal loro orizzonte, anche la sua Legge non esiste, anche i suoi insegnamenti considerati troppo rigorosi.  E cosi tutto diventa lecito, anche le violenze sessuali, anche gli atti di bullismo a scuola, anche gettare i sassi dal cavalcavia, anche uccidere i propri genitori.
Sono giovani annoiati, privi di emozioni, deprivati culturalmente, profondamente soli, che stanno davanti al computers per ore, o alla TV. Si riuniscono al bar o al centro commerciale del quartiere che e' il ritrovo del branco dove il "capo" decide  per tutti  il taglio che avra' la serata.  I genitori lavorano e li lasciano soli tutto il giorno, quando rientrano la sera a casa non comunicano con loro  se non le cose essenziali. Non c'e' un dialogo vero. Per farsi perdonare dai figli li riempiono di soldi e di regali. Non sono autoritari, ma permissivi.
E cosi' questi  minori ascoltano moltissima musica, fanno sport in palestra, comprano abiti rigorosamente firmati, moto e cellulari di lusso, play station, mp4,  navigatore satellitare, smartphone e cellulare da 500 euro.  Studiano pochissimo e recepiscono moltissimo i messaggi che arrivano dalla TV spazzatura e da internet dove sono a contatto con chiunque.
La famiglia  dovrebbe pensare di piu' alla loro formazione morale che oggi lascia molto a desiderare senza delegare sempre ad altre agenzie educative, come la scuola o comunita' ecclesiale.  Per quanto riguarda la scuola l' insegnante oggi rimane a scuola solo se e' pagato, non un minuto di piu'. Si occupa molto di progetti retribuiti ma la trasmissione dei valori rimane un po' in secondo piano cosi come la trasmissione della cultura tranne poche lodevoli eccezioni. La Chiesa soffre per la carenza di sacerdoti e gli oratori che un tempo erano dei luoghi bellissimi per la socializzazione, per i viaggi fuori citta', per le partite a  pallone, ora sono semivuoti. Non c' e' neanche il cineforum della domenica. Tanto ci sono i film pornografici  su internet che suppliscono a questa carenza... E poi ci meravigliamo del sesso, delle violenze degli stupri e delle violenze del branco contro altri coetanei. Ma qualcuno di voi, per caso,  ha visionato  questi siti web da dove i nostri minori  attingono ispirazione per le loro imprese audaci  e folli spesso eseguite dal branco,  riprese con video cellulare,  e poi diffuse con msm ad amici e conoscenti?

giovedì 22 agosto 2013

PERCHE' DIO ESISTE E PERMETTE IL MALE, IL DOLORE E LA SOFFERENZA?



Leggiamo  il testo della prima Lettera di san Pietro,  “Sia benedetto
Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo; nella sua grande
misericordia egli ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù
Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si
corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli
per voi” (1 Pt 3-4).
Poco oltre lo stesso apostolo ha un’affermazione illuminante e
consolante insieme: “Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora
dovete essere un po’ di tempo afflitti da varie prove, perché il
valore della vostra fede, molto più preziosa dell’oro, che, pur
destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco . . .” (1 Pt 1, 6-7).
Già dalla lettura di questo testo si arguisce che la verità rivelata
circa la “predestinazione” del mondo creato e soprattutto dell’uomo in
Cristo (praedestinatio in Christo), costituisce il fondamento
principale e indispensabile delle riflessioni che intendiamo proporre
sul tema del rapporto tra la Provvidenza divina e la realtà del male e
della sofferenza presenti sotto tante forme nella vita umana.
 Ciò costituisce per molti la principale difficoltà ad accettare la
verità sulla divina Provvidenza. In alcuni casi questa difficoltà
assume forma radicale, quando addirittura si accusa Dio a causa del
male e della sofferenza presenti nel mondo, giungendo fino a rifiutare
la verità stessa su Dio e sulla sua esistenza (cioè all’ateismo). In
una forma meno radicale, e tuttavia inquietante, questa difficoltà si
esprime nei tanti interrogativi critici, che l’uomo pone a Dio. Il
dubbio, la domanda o addirittura la contestazione nascono dalla
difficoltà di conciliare tra loro la verità della Provvidenza divina,
della sollecitudine paterna di Dio per il mondo creato, e la realtà
del male e della sofferenza sperimentata in diversi modi dagli uomini.
Possiamo dire che la visione della realtà del male e della sofferenza
è presente con tutta la sua pienezza nelle pagine della Sacra
Scrittura. Si può affermare che la Bibbia è, oltre tutto, un grande
libro sulla sofferenza: questa entra in pieno nell’ambito delle cose
che Dio volle dire all’umanità “molte volte . . . per mezzo dei
profeti, e ultimamente per mezzo del Figlio” (cf. Eb 1, 1): entra nel
contesto dell’autorivelazione di Dio e nel contesto del Vangelo; ossia
della buona novella della salvezza. Per questo l’unico metodo adeguato
per trovare una risposta all’interrogativo sul male e sulla sofferenza
nel mondo è di cercarla nel contesto della rivelazione offerta dalla
parola di Dio.
Dobbiamo però prima di tutto intenderci sul male e sulla sofferenza.
Essa è in se stessa multiforme. Comunemente si distingue il male in
senso fisico da quello in senso morale. Il male morale si distingue da
quello fisico prima di tutto per il fatto che comporta una
colpevolezza, perché dipende dalla libera volontà dell’uomo, ed è
sempre un male di natura spirituale. Esso si distingue dal male
fisico, perché quest’ultimo non include necessariamente e direttamente
la volontà dell’uomo, anche se ciò non significa che esso non possa
essere causato dall’uomo o essere effetto della sua colpa. Il male
fisico causato dall’uomo, a volte solo per ignoranza o mancanza di
cautela, a volte per trascuratezza di precauzioni opportune o
addirittura per azioni inopportune e dannose, si presenta in molte
forme. Ma si deve aggiungere che esistono nel mondo molti casi di male
fisico, che avvengono indipendentemente dall’uomo. Basti ricordare per
esempio i disastri o le calamità naturali, come anche tutte le forme
di minorazione fisica oppure di malattie somatiche o psichiche, di cui
l’uomo non è colpevole,
La sofferenza nasce nell’uomo dall’esperienza di queste molteplici
forme di male. In qualche modo essa può trovarsi anche negli animali,
in quanto sono esseri dotati di sensi e della relativa sensibilità, ma
nell’uomo la sofferenza raggiunge la dimensione propria delle facoltà
spirituali che egli possiede. Si può dire che nell’uomo la sofferenza
è interiorizzata, coscientizzata, sperimentata in tutta la dimensione
del suo essere e delle sue capacità di azione e di reazione, di
ricettività e di rigetto; è un’esperienza terribile, dinanzi alla
quale, specialmente quando è senza colpa, l’uomo pone quei difficili,
tormentosi, a volte drammatici interrogativi, che costituiscono ora
una denuncia, ora una sfida, ora un grido di rifiuto di Dio e della
sua Provvidenza. Sono interrogativi e problemi che si possono
riassumere così: come conciliare il male e la sofferenza con quella
sollecitudine paterna, piena d’amore, che Gesù Cristo attribuisce a
Dio nel Vangelo? Come conciliarli con la trascendente sapienza e
onnipotenza del Creatore? E in forma anche più dialettica: possiamo
noi, di fronte a tutta l’esperienza del male che è nel mondo,
specialmente di fronte alla sofferenza degli innocenti, dire che Dio
non vuole il male? E se lo vuole, come possiamo credere che “Dio è
amore”? Tanto più che questo amore non può non essere onnipotente?
 Di fronte a questi interrogativi anche noi, come Giobbe, sentiamo
quanto sia difficile dare una risposta. La ricerchiamo non in noi, ma
con umiltà e fiducia nella parola di Dio. Già nell’Antico Testamento
troviamo l’affermazione vibrante e significativa: “contro la Sapienza
la malvagità non può prevalere. Essa si estende da un confine
all’altro con forza, governa con bontà eccellente ogni cosa” (Sap 7,
30-8, 1). Di fronte alla multiforme esperienza del male e della
sofferenza nel mondo già l’Antico Testamento rende testimonianza al
primato della Sapienza e della bontà di Dio, alla sua divina
Provvidenza. Questo atteggiamento si delinea e sviluppa nel Libro di
Giobbe, che è dedicato completamente alla tematica del male e del
dolore visti come prova a volte tremenda per il giusto, ma superata
dalla certezza, faticosamente conquistata, che Dio è buono. In questo
testo cogliamo la consapevolezza del limite e della caducità delle
cose create, per cui alcune forme di “male” fisico (dovute a mancanza
o a limitazione del bene) appartengono alla struttura stessa degli
esseri creati, che per propria natura sono contingenti e passeggeri,
dunque corruttibili.
 Sappiamo inoltre che gli esseri materiali sono in stretto rapporto di
interdipendenza come esprime l’antico adagio: “la morte dell’uno è la
vita dell’altro” (“corruptio unius est generatio alterius”). Così
dunque, in una certa misura anche la morte serve alla vita. Questa
legge riguarda anche l’uomo in quanto è un essere animale e insieme
spirituale, mortale e immortale. A questo proposito tuttavia le parole
di san Paolo dischiudono orizzonti ben più ampi: “se anche il nostro
uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno
in giorno” (2 Cor 4, 16). E ancora: “Infatti il momentaneo, leggero
peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed
eterna di gloria” (2 Cor 4, 17).
 L’assicurazione della Sacra Scrittura: “contro la sapienza la
malvagità non può prevalere” (Sap 7, 30), rafforza la nostra
convinzione che, nel piano provvidenziale del Creatore riguardo al
mondo, il male è in definitiva subordinato al bene. Inoltre nel
contesto della verità integrale sulla divina Provvidenza, si è aiutati
a comprendere meglio le due affermazioni: “Dio non vuole il male come
tale” e “Dio permette il male”. A proposito della prima è opportuno
richiamare le parole del Libro della Sapienza: “. . . Dio non ha
creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. Egli infatti ha
creato tutto per l’esistenza” (Sap 1, 13-14). Quanto alla permissione
del male nell’ordine fisico, ad esempio di fronte al fatto che gli
esseri materiali (tra essi anche il corpo umano) sono corruttibili e
subiscono la morte, bisogna dire che esso appartiene alla stessa
struttura dell’essere di queste creature. D’altra parte sarebbe
difficilmente pensabile, allo stato odierno del mondo materiale,
l’illimitato sussistere di ogni essere corporeo individuale. Possiamo
dunque capire che, se “Dio non ha creato la morte”, come afferma il
Libro della Sapienza, tuttavia egli la permette, in vista del bene
globale del cosmo materiale.
 Ma se si tratta del male morale, cioè del peccato e della colpa nelle
loro diverse forme e conseguenze anche nell’ordine fisico, questo male
Dio decisamente e assolutamente non lo vuole. Il male morale è
radicalmente contrario alla volontà di Dio. Se nella storia dell’uomo
e del mondo questo male è presente e a volte addirittura opprimente,
se in un certo senso ha una propria storia, esso viene solo permesso
dalla divina Provvidenza per il fatto che Dio vuole che nel mondo
creato vi sia libertà. L’esistenza della libertà creata (e dunque
l’esistenza dell’uomo, l’esistenza anche di spiriti puri come sono gli
angeli, dei quali parleremo più avanti), è indispensabile per quella
pienezza della creazione, che risponde all’eterno piano di Dio (come
abbiamo già detto in una delle precedenti catechesi). A motivo di
quella pienezza di bene che Dio vuole realizzare nella creazione,
l’esistenza degli esseri liberi è per lui un valore più importante e
fondamentale del fatto che quegli esseri abusino della propria libertà
contro il Creatore, e che perciò la libertà possa portare al male
morale.
Indubbiamente è grande la luce che riceviamo dalla ragione e dalla
rivelazione a riguardo del mistero della divina Provvidenza, che pur
volendo il male lo tollera in vista di un bene più grande. La luce
definitiva, tuttavia, ci può venire soltanto dalla croce vittoriosa di
Cristo.

PERCHE' IL CARDINALE SCOLA HA PERSO IL PAPATO?













Intendiamoci bene. Io stimo Angelo Scola anche se non gli devo chiedere nulla o gli devo nulla.E non l'avrei mai umiliato  come è successo a Roma nel mese di marzo. Mai.  Anzi apprezzo moltissimo il suo rigore intellettuale, la sua cultura teologica solida e robusta  e lo capisco per il mobbing sgradevole che negli anni giovanili ha subito da parte di Mons. Citterio e mons. Brizzolari entrambi vice rettori delSeminario di Venegono.  E dai settori dell'Azione Cattolica guidati da Erminio De Scalzi e Giovani Giudici.(guarda caso entrambi vescovi!). Beh,  De Scalzi, che non ha una laurea,  ha "procurato" però  un'eredità da  110 miliardi delle vecchie lire al cardinale   Martini da parte del proprietario della catena  d'empori  Disco rosso, Lino Abriani deceduto nel 1997 residente in Viale Piceno n. 6 a Milano,  e, nel 1999,   De Scalzi viene promosso al rango di vescovo ausiliare  dallo stesso Martini  nonostante nella Arcidiocesi ci siano decine di  preti di livello culturale  superiore.   Il mobbing  che subì Scola è che fu costretto ad andare in una Diocesi diversa da quella ambrosiana per essere ordinato prete da monsignor Conigli (Diocesi di Teramo) per i problemi che gli creavano le persone sopra citate.  Quindi Scola ha sofferto come ho sofferto io con denigrazioni, maldicenze, soprusi, angherie e isolamento. Anche se lo negherà, ma è la pura verità.

Scola,  in un incontro con Benedetto XVI,  gli chiede di sostituire il cardinale Bertone Segretario di Stato per mettere ordine nella Curia Romana  e Bertone non lo perdona. Non solo ci sono anche contrasti fortissimi a Milano sul San Raffaele e sulla Università Cattolica. Bertone  vuole fare due poli:  quello sanitario (San Raffaele, Ospedale Gemelli di Roma, Casa del Sorriso a Foggia): Poi vuole fare un polo culturale: Università Cattolica di Milano e Università San Raffaele di Milano e la Facoltà di Medicina a Roma della Cattolica.  Bertone vuole creare questi due poli e farli entrare nell'orbita cattolica prima che cadano in altre mani. Scola che è Arcivescovo di Milano si oppone decisamente e l'operazione salta non senza lasciare strascichi.   I due insomma non vanno d'accordo su nulla. Ma Bertone non dimentica nè l'auspicio di Scola per destituirlo nè l'opposizione di Scola ai due poli.
Intanto i  dossier in Curia girano e i corvi pure. L'obiettivo è Bertone: vogliono destituirlo. Viene arrestato il maggiordomo del Papa ma i contenuti dei dossier sono gravissimi: lobby gay, i soldi dello Ior il controllo  dello Ior, e la massoneria alla quale aderisce qualche cardinale. Benedetto non ce la fa a contrastare tutti questi dossier, non ha  le energie nè le forze fisiche e Bertone è inviso a tutti. Allora  il Papa decide di dimettersi. Chiama il suo Segretario don Georg, Bertone e Sodano.
Poi annuncia in in Concistoro le sue dimissioni irrevocabili. Dopo lo sconcerto dei primi giorni, il 9 marzo 2013 viene indetto il Conclave.
Scola è il grande  favorito, ha 40 cardinali che lo voterebbero subito. Ma  al primo scrutinio prende solo 27 voti (che sono i voti italiani ndr)  I cardinali elettori allora pensano di prendere seriamente in considerazione l'elezione di Bergoglio italo americano che già otto anni prima fece il gran rifiuto a favore di Joseph Ratzinger. I curiali di Bertone e di Sodano (fra cui molti italiani)  si alleano e votano per Bergoglio e Scola non ha più i consensi necessari per essere eletto, cioè 77 voti. A questo punto al quarto scrutinio Bergoglio supera i 77 voti ed è il nuovo Papa e scatta un lungo applauso.  Il cardinale Comastri in serata lo convince ad accettare  e Scola perde la partita. I cardinali italiani sono i veri sconfitti: Nicora, Poletto, Caffarra, Romeo, Ruini, Re, Betori, Bagnasco, Tettamanzi, Sepe, ecc.   Scola ormai ha 73 anni e con un bellissimo collegio cardinalizio composito e variegato  e con facce giovanili potremmo vedere dopo Francesco  ( a cui auguriamo un pontificato luminoso)  un cinese, un africano o un americano al soglio di Pietro.
Comunque Scola  ha la seconda diocesi più grande del mondo dopo San Paolo del Brasile da guidare e il lavoro non gli mancherà e non si annoierà. E poi potrà dedicarsi ai suoi amati studi dimenticando le amarezze di Bertone.

UNA STRATEGIA PER RILANCIARE L'ORA DI RELIGIONE A MILANO










 Fra 15 giorni terminerà l'anno scolastico 2012-13  e la Chiesa di Milano dovrà fare un bilancio sull'ora di religione cattolica ( che è grave e preoccupante) con i suoi  2.200 docenti che insegnano religione cattolica nelle Scuole nell'Arcidiocesi di Milano (diretta da Sua Eminenza il cardinale Angelo Scola) con il Vicario Episcopale per l'Educazione don Pierantonio Tremolada e il direttore del Servizio Insegnamento della Religione don Michele Di Tolve. Ci auguriamo vivamente che se ne occupi anche il delfino di Tettamanzi,  il Vicario Generale mons. Mario Delpini, che deve la porpora viola al vescovo Dionigi.   Prima delle vacanze Depini  incontri i docenti, parli con loro, ascolti le loro ragioni, e dialoghi proficuamente con tutti i presenti. Non stia sempre chiuso dentro il Palazzo dell'Arcivescovado: si apra al confronto, al dibattito con i docenti, e sicuramente sarà rinfrancato, e questo incontro gli gioverà nelle sue riflessioni personali. Ricordiamo alcuni numeri perché si discuta anche sulla situazione degli avvalentisi. In Italia -afferma la Conferenza Episcopale Italiana- il 90%  fa religione a scuola. Su 9 milioni di studenti un milione non si avvale. E' un dato quindi confortante e rassicurante. Tuttavia, nella Diocesi di Milano, coloro che non fanno religione a scuola sono quasi 100 mila studenti e studentesse anche se Di Tolve qui mente sui dati dicendo che ha recuperato 3-4000 studenti. Sia onesto intellettualmente, titi fuori i dati, i numeri, scuola per scuola solo cosi potremo credergli.  Inoltre abbiamo centinaia di classi di religione accorpate (anche se la legge lo vieta. Perché don Di Tolve non si attiva con il Dirigente scolastico regionale della Lombardia e con il dirigente provinciale dell'Ufficio scolastico e non chiede che i Dirigenti scolastici rispettino le norme vigenti?), e centinaia di classi che in blocco non fanno religione, cioè su 28 studenti iscritti nessuno si avvale dell'insegnamento religioso a scuola. Poi ci sono le cosiddette classi articolate di cui non sappiamo con certezza il numero. Nelle scuole serali nessun studente si avvale. Fino a qualche anno fa, quando insegnavo al serale, moltissimi studenti si avvalevano. Ora, negli Istituti serali della diocesi, nessuno fa religione. Andiamo avanti: gli Istituti Professionali della città sono decimati, gli Istituti tecnici hanno classi con pochissimi studenti, a volte uno, a volte due, a volte tre. Le cause: la secolarizzazione, la scristianizzazione e il neopaganesimo. Tantissimi giovani sono edonisti, molti sono consumisti e altri ancora materialisti. E tali valori sono antitetici ai valori spirituali e religiosi. Alcuni giovani sono opportunisti e preferiscono fare un'ora di meno a scuola. Poi abbiamo alcuni docenti di altre discipline che in maniera scorretta fanno pubblicità negativa all'ora di religione cattolica: sono i soliti laicisti, anticlericali, scientisti, neopositivisti e nichilisti. Che approfittano anche dell'ora di biologia, di filosofia, di letteratura, e di storia per parlare male della Chiesa e del Cristianesimo. Assieme a questi docenti purtroppo dobbiamo annoverare alcuni Dirigenti scolastici politicizzati e sindacalizzati che sono ostili all'ora di religione cattolica e ai loro docenti. Inoltre abbiamo i docenti di religione cattolica. Moltissimi sono preparati culturalmente, professionisti della cultura religiosa, che possiedono abilità didattico-pedagogiche e sono la maggioranza. A questi docenti guardiamo con fiducia e speranza perché sono il futuro della Chiesa ambrosiana. C'è, infine, una minoranza esigua di docenti che nelle classi non svolge il proprio lavoro con rigore e dignità professionale. Mi riferisco a pochi casi, ma ci sono e vanno evidenziati. Ci sono quelli che tutto l'anno scolastico portano gli studenti a vedere film di ogni genere pur di non fare lezione in classe. Ci sono docenti che intrattengono gli alunni su tutto (musica, droga, sport ecc.). Ci sono docenti che fanno svolgere ai ragazzi i compiti dell'ora successiva, altri che leggono il quotidiano, altri che sono stanchi e demotivati. Altri ancora che fanno studiare gli studenti i testi del loro movimento ecclesiale e del loro fondatore per un intero anno scolastico. Infine segnalo un caso da psichiatria molto grave. Tutti gli anni nelle mie classi prime liceali al Vittorio Veneto su 25 studenti iscritti 10 non facevano religione. E poiché la scuola media inferiore era la stessa e la docente pure mi sono incuriosito. Ho chiesto ai ragazzi perché non si fossero iscritti all'ora di religione. Risposta: "La professoressa alle medie non faceva lezione. Accendeva un registratore e noi per 50 minuti dovevamo stare zitti e ascoltare le sue lezioni registrate. Questo per tutto l'anno. (sic!) Da allora non vogliamo più sapere nulla dell'ora di religione". Poveri ragazzi chi li ripagherà mai da questo comportamento abnorme? Altri che non preparano la programmazione, o se la preparano, non la attuano. Vorrei ricordare pacatamente, a questo riguardo, che nella scuola sono in vigore i programmi ministeriali del 1987 e sono legge dello Stato! In questo modo tali docenti non trasmettono cultura religiosa e non formano moralmente le nuove generazioni. Essi infatti erogano un insegnamento di basso profilo, e non già di qualità. Educare deriva dal verbo latino ex-educere (condurre, guidare) cioè sviluppare le facoltà intellettuali dei giovani e allevare. Ora, come fanno costoro a ritenersi educatori, se fanno tutt'altro in classe? Va anche detto, per amore della verità, ( don Di Tolve, don Tremolada e mons. Delpini non lo sanno ma noi glielo ricordiamo) che in talune scuole alcuni docenti sono vittime del mobbing orizzontale e verticale. Ci sono docenti vittime di soprusi, angherie e prepotenze varie. Cioè, subiscono tutta una serie di violenze psicologiche il cui obiettivo è il trasferimento ad altra scuola. Fino a quando non arriva un docente gradito e allineato. Per questo fine, in certe scuole, alcuni docenti scrivono lettere, raccolgono firme, le inviano in Curia, ricorrono sistematicamente alla denigrazione e alla calunnia, controllano il docente nei ritardi e nelle assenze, gli rendono la vita difficile, gli svuotano le classi. L'importante è delegittimare il docente fino a quando la sua immagine è distrutta. Poi il docente cede, e spesso si ammala. Questo è il mobbing orizzontale. Poi c'è quello verticale attuato dai dirigenti scolastici. Qui ha (anzi avrebbe) ragione don Di Tolve a scrivere che bisogna avere buone relazioni col proprio Dirigente. Ma ci domandiamo non senza stupore e non senza meraviglia: quando il Dirigente scolastico (nonostante 4.000 euro di stipendio mensile) ti ignora, ti scansa, ti prende di mira, ti applica sanzioni disciplinari, ammonizioni scritte perché è prevenuto o pieno di pregiudizi, tu cosa devi fare? Suggerisco a don Di Tolve di invitare un'equipe medica della Clinica del Lavoro per parlare del mobbing a scuola affinchè tutti la possano conoscere. Forse, anche questa realtà che ora viene ignorata (ma in Italia le vittime del mobbing sono 1 milione e 500 mila) dal Direttore del servizio Insegnamento della Religione, verrebbe presa in considerazione anche dalla Curia milanese. Non si può credere ciecamente in quello che dicono i Dirigenti scolastici. Bisognerebbe fare il confronto fra loro e i docenti oppure sentire tutte e due le campane e fare sempre un attento discernimento. Ma dall'epoca di Mons. Giovanni Giavini (predecessore di don Di Tolve ndr) quello che dice il Dirigente scolastico è sempre oro colato. Sempre. Cosi i nostri docenti vengono umiliati e offesi doppiamente. Perchè vittime di denigrazioni e di calunnie prima, e perché subiscono l'allontanamento poi. Che il mobbing esista nella scuola lo scrivono nei loro siti web anche i sindacati nazionali della CGIL scuola, UIL scuola, CISL scuola, UGL scuola, GILDA. Tutti dedicano intere pagine sul mobbing a scuola. Perché la Curia di Milano non dedica una riga su questo fenomeno? Misteri della fede. Speriamo che il Cardinale spieghi a costoro cosa sia il mobbing! Concludo. A Milano se il trand negativo dell'ora di religione cattolica, non dovesse cambiare ( come fa don Di Tolve a dire pubblicamente che ha recuperato 3 mila non avvalentisi?) quella che sarà la classe dirigente del futuro resterà deprivata culturalmente. Ignorerà i contenuti della Bibbia, di Gesù Cristo, della Chiesa, delle Chiese, di Dio, il confronto con le altre confessioni religiose, di fede- scienza, fede -cultura, e fede filosofia, della morale cattolica, della Dottrina sociale della Chiesa. E il fallimento educativo sarà incontrovertibile. Perciò è necessaria la formazione. Ed è impensabile che su 2200 docenti di religione cattolica al Convegno di Triuggio ne vadano solo 40. E le settimane estive vengano annullate per mancanza di adesioni. Ci sono docenti che sono giustificati perchè hanno gravi e comprovati motivi di famiglia, ma altri, per esempio se ne vanno a Varazze a riposarsi e a godersi la seconda casa salvo poi chiedere due ore eccedenti alla Curia per pagarsi il fine settimana come in un liceo acacnto alla stazione ferroviaria. L'aggiornamento didattico nella nostra società multietnica, multiculturale e multireligiosa, nell'era della globalizzazione, si impone ed è necessario. Nessuno può chiamarsi fuori. Nè va della cultura religiosa che i nostri giovani devono acquisire per avere un'adeguata formazione culturale.
All'Arcivescovo Scola  dico: non trascurare i giovani, essi sono il futuro della Chiesa. Tu parli sempre di società plurale e postindustriale ma occupiamoci adesso dei giovani. L'azione cattolica è semi vuota e solo i movimenti ecclesiali hanno tante adesioni.

SESSO IN CAMBIO DI VOTI ALTI IN PAGELLA. PROF. IN CARCERE.








I Carabinieri della Compagnia di Savigliano, in provincia di Cuneo,  nell’ambito dell’operazione denominata – Giano bifronte -  a seguito di complesse e reiterate indagini hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un insegnante di un istituto d’istruzione di secondo grado di Saluzzo. All’uomo sono stati contestati più reati. In particolare è emerso che nel corso degli anni l’insegnante, approfittando di uno stato di debolezza psicologica di alcune allieve, ha intrattenuto rapporti sessuali con le stesse anche quando erano minori dell’età di 18 anni. Le indagini condotte dai militari hanno confermato che, in effetti, l’insegnante intratteneva rapporti sentimentali con più donne contemporaneamente e nel palmares vi erano due studentesse dell’istituto dove insegnava, anzi erano sue allieve.
I pedinamenti e i controlli svolti e le successive perquisizioni, eseguite nei giorni scorsi, hanno confermato tutte le ipotesi investigative. Il professore conservava copiosa documentazione attinente le proprie prede: lettere, messaggi, regali oltre ad alcune foto erotiche fatte mentre si intratteneva, nella propria abitazione, con una studentessa minorenne e per questo gli è stato contestato il reato di detenzione di materiale pedopornografico. Per l'altro  materiale rinvenuto in casa (foto, lettere, scritti  vari ecc.) si procede d’ufficio anche in mancanza della querele delle vittime.«Le indagini - spiega il capitano dei carabinieri - non sono ancora terminate, sono al vaglio le posizioni di altre ragazze, che pur trovandosi in situazione analoga, non avrebbero denunciato la vicenda, stante anche la personalità dell'insegnante, di un certo spessore professionale e culturale che godeva di grande stima e considerazione da parte dei colleghi. Potrebbero non aver a denunciato i fatti temendo di non essere credute proprio a causa della stima di cui il professore godeva». Intanto è stato inoltrato anche un rapporto al reggente dell'Ufficio scolastico provinciale di Cuneo che ha avviato la pratica per la sua sospensione dall'insegnamento. L'operazione è stata condotta dai carabinieri della compagnia di Savigliano, comandata dal capitano Tommaso Gioffreda, che, nell'ambito di un'altra indagine, avevano raccolto le testimonianze di alcune studentesse, fra cui una delle due che aveva avuto rapporti sessuali con il docente. La ragazza raccontò di aver più volte incontrato l'insegnante, nella sua abitazione, avuto con lui rapporti sessuali e consentito di farsi fotografare in pose osé. L'uomo, separato dalla moglie, poco più che cinquantenne, sino alla scoperta della sua doppia vita è stato un insegnante stimato, considerato al di sopra di ogni sospetto. Durante le indagini - portate a termine con pedinamenti e intercettazioni, oltre che con la perquisizione domiciliare - i carabinieri hanno sequestrato una grande quantità di materiale compromettente, fra cui lettere e fotografie. Approcci e appuntamenti, oltre che con le due studentesse, sono stati provati anche con almeno altre quattro o cinque donne del saluzzese, sedotte dall' eloquenza e dalle buone maniere del professore, ma in questo caso non sarebbero state riscontrate responsabilità penali. «Al momento - spiega però il capitano Tommaso Gioffreda - stiamo valutando la posizione di altre studentesse, perchè il numero delle giovani coinvolte potrebbe ancora aumentare».