lunedì 23 settembre 2013

L' 8% DEGLI ITALIANI VIVE IN CONDIZIONI DI POVERTA'


Perché per la prima volta dopo 15 anni esponenti di un Governo - il Ministro e il ViceMinistro al Welfare, Giovannini e Guerra - hanno deciso di presentare una proposta per l'introduzione di una misura nazionale contro la povertà? L'ultima a tentare, senza esito, fu l'allora Ministro della Solidarietà Sociale, Livia Turco, nel 1998. A spingere Giovannini e Guerra è stata una lucida diagnosi su come cambia l'Italia reale.
L'8% delle persone residenti nel nostro paese, infatti, vive in povertà assoluta (dato 2012). Attenzione, non si sta parlando di quell'impoverimento che tocca una parte ben più ampia della popolazione, costringendola a rinunciare ad alcuni consumi che desidererebbe potersi permettere (come qualche apparecchio tecnologico o la possibilità di andare fuori città in estate) senza però impedire la fruizione dei beni e dei servizi essenziali. Si parla, piuttosto, di chi non raggiunge "uno standard di vita minimamente accettabile" calcolato dall'Istat e legato a un'alimentazione adeguata, a una situazione abitativa decente e ad altre spese basilari come quelle per vestiti e trasporti. Nel 2005 costoro erano il 4,1% della popolazione: sono raddoppiati in sette anni. La ripresa potrà ridurre la percentuale attuale ma non di molto dato che la maggiore presenza della povertà è un fenomeno strutturale, così come il suo nuovo profilo. Non si concentra più, infatti, esclusivamente nel meridione e tra le famiglie numerose (con almeno tre figli) anche se queste rimangono le realtà dove risulta maggiormente presente. Gli ultimi anni, infatti, ne hanno visto l'incremento galoppante in segmenti della popolazione prima ritenuti immuni: il Nord - dove le persone in povertà assoluta sono aumentate dal 2,5% (2005) al 6,4% (2012) - e le famiglie con due figli (dal 4.7% al 10%).
In questa situazione, continuare ad essere - insieme alla Grecia - l'unico paese dell'Europa a 15 senza una misura nazionale contro la povertà, dedicandovi una quota di spesa pubblica ben al di sotto della media continentale, è sempre meno sostenibile. Giovannini e Guerra, pertanto, hanno costituto un gruppo di lavoro - di cui chi scrive ha fatto parte - che ha disegnato una propria versione della misura, denominata SIA (Sostegno per l'Inclusione Attiva), illustrata mercoledì ai media e scaricabile da www.lavoro.gov.it. Si tratta di un contributo economico destinato a tutte le persone in povertà assoluta, la cui erogazione è condizionata ad un patto di inserimento che il beneficiario stipula con i servizi del welfare locale. Gli interessati riceveranno i servizi - sociali, educativi, per l'impiego - utili a costruire nuove competenze e/o ad organizzare diversamente la propria esistenza; ciò dovrebbe permettere a un certo numero tra loro di uscire dall'indigenza. Il fondamento è il matrimonio tra i diritti di cittadinanza e i doveri verso la collettività. Chi è caduto in povertà ha diritto ad una tutela pubblica e, contemporaneamente, deve compiere ogni sforzo per perseguire il proprio inserimento sociale e lavorativo. Le prime reazioni di esperti e addetti ai lavori sul disegno dell'intervento sono state in grandissima parte positive poiché il SIA riprende un insieme d'indicazioni condivise dai più. Perché contro la povertà in Italia tutti sanno cosa bisognerebbe fare, si tratta di cominciare.
Il nodo cruciale è - manco a dirlo - il finanziamento: non a caso in proposito si sono registrate divergenze tra i componenti del gruppo, così come reazioni articolate di osservatori e parti sociali. Nel quadro economico attuale i 7 miliardi necessari per il SIA a regime non rappresentano un obiettivo realistico mentre la partita vera riguarda la possibilità di reperire quei 1,5 miliardi indicati come la soglia minima per costruire una versione iniziale della misura che risulti di effettiva utilità. Il fatto è che le risorse del bilancio pubblico sono poche e le richieste tante, bisogna decidere come distribuirle: questo è l'esercizio della politica nel senso più alto del termine, cioè la scelta degli interventi ritenuti prioritari per la collettività. Nel compierla ognuno porta con sé le proprie peculiarità:
"l'utopismo": il Movimento Cinque Stelle è stato sinora l'unico soggetto a fare della lotta alla povertà una priorità, ma l'ha tradotta in proposte enormemente ambiziose negli obiettivi quanto assolutamente vaghe sul piano operativo. Proposte, quindi, non spendibili nella realtà;
"l'iper-destrismo": da anni il Centro-Destra promuove l'ulteriore riduzione della spesa pubblica contro la povertà così da consolidare il welfare privatistico, fondato sulle famiglie che si prendono cura dei propri cari e sulla beneficenza privata. Un'avversione tanto radicata verso gli interventi pubblici per i più deboli è assente negli schieramenti analoghi degli altri paesi europei;
"la miopia": da tempo le proposte più solide di adeguate politiche pubbliche contro la povertà provengono dal Centro-Sinistra. I suoi leader, però, non ne hanno mai fatto un obiettivo primario della propria battaglia politica. Essi, infatti, hanno in mente l'Italia di qualche decennio fa e, dunque, non colgono i bisogni di più recente diffusione (lo stesso accade con l'altro bisogno sociale esploso numericamente negli ultimi anni, quello degli anziani non autosufficienti).
Chi saprà andare oltre questi approcci offrirà un contributo decisivo alla lotta contro la povertà.

domenica 22 settembre 2013

DONNE PROSTITUTE PER LA GUERRA SANTA IN SIRIA




Centinaia di ragazze tunisine vengono inviate in Siria per la 'jihad del sesso', offrire cioe' conforto sessuali ai ribelli islamici al fronte, e spesso tornano in patria incinte. Lo ha denunciato il ministro dell'Interno tunisino, Lofti ben Jeddou. "Hanno rapporti sessuali anche con 20, 30, 100 militanti", ha riferito parlando all'Assemblea costituente nazionale. La 'jihad del sesso' e' considerata una forma di guerra santa legittima da alcune frange salafite che incoraggiano le donne ad avere rapporti con i militanti islamici. Ben Jeddou ha ricordato che da marzo il governo ha vietato a 6.000 giovani tunisini l'ingresso in Siria e ha arrestato 86 persone sospettate di aver organizzato "reti" per la 'jihad del sesso'.
  Secondo i media locali sono migliaia i tunisini che negli ultimi 15 anni sono partiti per la jihad verso l'Afghanistan, l'Iraq e la Siria, spesso passando per la Turchia o la Libia.
 Il ministero tunisino della Donna e della Famiglia corre ai ripari contro il fenomeno delle giovani che raggiungono la Siria per soddisfare le esigenze sessuali dei combattenti contro Assad. È stata decisa la costituzione di una unità di crisi chiamata ad analizzare il fenomeno e ad intervenire a tutela delle donne e dei bambini che sono conseguenza di questa situazione.




Il «jihad al nikah» secondo l’integralismo islamico di matrice salafita, autorizza le ragazze ad avere rapporti sessuali, all’interno di matrimoni temporanei. Alcuni giorni fa il ministro dell’Interno, Lotfi Ben Jeddou, ne aveva confermato l’esistenza, definendo tale fenomeno di ampia portata, ma non fornendo numeri attendibili su quante siano le ragazze che siano effettivamente andate in Siria per intrattenersi sessualmente con gli jihaisti, spesso tornando in Tunisia incinte.
Il Ministero della Donna definisce tale pratica come «estranea alla società tunisina», «con un impatto pericoloso sulla famiglia e la società», ma soprattutto «contraria ai principi religiosi, ma anche a quelli morali dettati dalle leggi in vigore, così come alle convenzioni internazionali ratificate dallo Stato tunisino». "Il ministero si adopererà per attuare un piano di informazione, sensibilizzazione ed educazione rivolto a donne e famiglie di tutte le regioni per informarle della gravità di queste pratiche", si legge in un comunicato diffuso oggi dal ministero, in cui si sottolinea come sia già stata creata una "unità di crisi".
 La "jihad del sesso", che permette relazioni sessuali fuori dal matrimonio con più partner, è ritenuta da alcuni esponenti salafiti come una forma legittima di guerra santa. Nella nota, il ministero ha anche espresso "l'intenzione di rafforzare la cooperazione con strutture governative e non governative che si occupano di questa questione per individuare soluzioni appropriate per contrastare i piani di quanti incoraggiano queste pratiche".                                





venerdì 20 settembre 2013

LA CHIESA COME UN OSPEDALE DA CAMPO


Sei ore di dialogo, spalmate in tre appuntamenti nella seconda metà di agosto. Sempre dalla piccola scrivania nella stanza 201 della residenza Santa Marta, dove Papa Francesco dorme ma soprattutto governa la Chiesa Universale.
Un dialogo a tutto campo con il direttore della storica rivista dei gesuiti Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, un'intervista di 29 pagine dense del pensiero profondo del Papa, dei valori che il Pontefice argentino ritiene non negoziabili.
Una Chiesa di prossimità, di soccorso, che guardi con misericordia e comprensione tutti, senza giudizi definitivi. Senza quindi l'ossessione per le coppie gay e per tutti i temi legati alla vita e alla famiglia, compresi aborto e contraccezione. Ma è l'immagine più forte che offre al popolo dei fedeli - ma anche a chi non crede - e alle sue gerarchie, quelle che sprona ogni giorno a non cercare di fare carriera.
«Io vedo con chiarezza che la cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità. Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia. È inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti! Si devono curare le sue ferite. Poi potremo parlare di tutto il resto. Curare le ferite, curare le ferite... E bisogna cominciare dal basso». Un messaggio che sembra riscrivere l'alfabeto della pastorale, che descrive di fatto una nuova grammatica dei valori non negoziabili, specie se letta alla luce di un passaggio fondamentale dell'intervista, pubblicata in contemporanea su 16 riviste della Compagnia di Gesù in tutto il mondo.

Il punto di fuga è il valore del perdono, capitolo su cui Bergoglio ha insistito nella parte che ha scritto dell'enciclica Lumen Fidei. «Il confessionale non è una sala di tortura, ma il luogo della misericordia nel quale il Signore ci stimola a fare meglio che possiamo. Penso anche alla situazione di una donna che ha avuto alle spalle un matrimonio fallito nel quale ha pure abortito. Poi questa donna si è risposata e adesso è serena con cinque figli. L'aborto le pesa enormemente ed è sinceramente pentita. Vorrebbe andare avanti nella vita cristiana. Che cosa fa il confessore?». Parole che lasceranno un segno profondo. «Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi. Questo non è possibile. Io non ho parlato molto di queste cose, e questo mi è stato rimproverato. Ma quando se ne parla, bisogna parlarne in un contesto. Il parere della Chiesa, del resto, lo si conosce, e io sono figlio della Chiesa, ma non è necessario parlarne in continuazione». Un messaggio chiaro alle chiese del mondo, tra cui la Cei italiana, che la prossima settimana riunirà il Consiglio Permanente trimestrale. «Gli insegnamenti, tanto dogmatici quanto morali, non sono tutti equivalenti. Una pastorale missionaria non è ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine da imporre con insistenza. L'annuncio di tipo missionario si concentra sull'essenziale, sul necessario, che è anche ciò che appassiona e attira di più, ciò che fa ardere il cuore.

L'intervistatore gesuita stimola il Papa gesuita sui temi ignaziani - Bergoglio parla diffusamente di «discernimento» - e arriva anche allo stile di governo della Compagnia, che implica una decisione del superiore dopo il confronto con i consultori. «Quando affido una cosa a una persona, mi fido totalmente di quella persona. Deve fare un errore davvero grande perché io la riprenda. Ma, nonostante questo, alla fine la gente si stanca dell'autoritarismo. Il mio modo autoritario e rapido di prendere decisioni mi ha portato ad avere seri problemi e ad essere accusato di essere ultraconservatore. Ho vissuto un tempo di grande crisi interiore quando ero a Cordova. Non sono stato certo come la Beata Imelda (paragone che fece durante il volo dal Brasile parlando di monsignor Scarano, ndr) ma non sono mai stato di destra. È stato il mio modo autoritario di prendere le decisioni a creare problemi», dice a proposto delle accuse di autoritarismo che ricevette quando guidò i gesuiti in Argentina. «Col tempo ho imparato molte cose», aprendosi a una condivisione più collegiale delle decisioni. «E adesso sento alcune persone che mi dicono: "non si consulti troppo, e decida". Credo invece che la consultazione sia molto importante. I concistori, i sinodi sono, ad esempio, luoghi importanti per rendere vera e attiva questa consultazione. Bisogna renderli però meno rigidi nella forma. Voglio consultazioni reali, non formali. La Consulta degli otto cardinali, questo gruppo consultivo outsider (che si riunirà a inizio ottobre per la prima volta, ndr), non è una decisione solamente mia, ma è frutto della volontà dei cardinali.
E voglio che sia una Consulta reale, non formale». E poi la riforma della Curia, su cui parla ma senza entrare nel merito, evitando di parlare di finanze vaticane e Ior: «I dicasteri romani sono al servizio del Papa e dei vescovi: devono aiutare sia le chiese particolari sia le conferenze episcopali. Sono meccanismi di aiuto. In alcuni casi, quando non sono bene intesi, invece, corrono il rischio di diventare organismi di censura. È impressionante vedere le denunce di mancanza di ortodossia che arrivano a Roma. I dicasteri romani sono mediatori, non intermediari o gestori». E un compito assegnato agli ecclesiastici: «I ministri della Chiesa devono essere misericordiosi, farsi carico delle persone, accompagnandole come il buon samaritano che lava, pulisce, solleva il suo prossimo. Le riforme organizzative e strutturali sono secondarie, cioè vengono dopo. La prima riforma deve essere quella dell'atteggiamento». E sulle donne nella Chiesa: «È necessario ampliare gli spazi di una presenza femminile più incisiva nella Chiesa. Temo la soluzione del "machismo in gonnella", perché in realtà la donna ha una struttura differente dall'uomo. La sfida è questa: riflettere sul posto specifico della donna anche proprio lì dove si esercita l'autorità nei vari ambiti della Chiesa».

PAPA BERGOGLIO: NO ALLA CULTURA DELLO SCARTO


No ad aborto ed eutanasia“. È la dura condanna che Papa Francesco ha pronunciato nell’udienza ai ginecologi cattolici. “Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente a essere abortito – ha affermato Bergoglio – ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere, e poi appena nato ha sperimentato il rifiuto del mondo. E ogni anziano, anche se infermo o alla fine dei suoi giorni, porta in sé il volto di Cristo. Non si possono scartare!”. Parole chiarissime quelle del Papa argentino che in più punti del suo intervento ha citato Benedetto XVI e quanto scritto dal suo predecessore sul tema dell’apertura alla vita. Un modo eloquente per indicare che con l’avvento di Francesco sul trono di Pietro non è avvenuta nessuna rottura nel magistero ecclesiale.
Il Papa ha sottolineato, inoltre, che “la vita umana è sempre, in tutte le sue fasi e a ogni età, sacra ed è sempre di qualità. E non per un discorso di fede, ma di ragione e di scienza! Non esiste una vita umana più sacra di un’altra, come non esiste una vita umana qualitativamente più significativa di un’altra. La credibilità di un sistema sanitario – ha aggiunto Francesco – non si misura solo per l’efficienza, ma soprattutto per l’attenzione e l’amore verso le persone, la cui vita è sempre sacra e inviolabile”.
Per il Papa oggi “una diffusa mentalità dell’utile”, che lui ha definito più volte “cultura dello scarto“, “schiavizza i cuori e le intelligenze di tanti, ha un altissimo costo: richiede di eliminare esseri umani, soprattutto se fisicamente o socialmente più deboli. La nostra risposta a questa mentalità è un sì deciso e senza tentennamenti alla vita”. E qui Francesco ha citato la Dichiarazione sull’aborto procurato emanata nel 1974 dalla Congregazione per la dottrina della fede: “Il primo diritto di una persona umana è la sua vita. Essa ha altri beni e alcuni di essi sono più preziosi; ma è quello il bene fondamentale, condizione per tutti gli altri”. Per il Papa “le cose hanno un prezzo e sono vendibili, ma le persone hanno una dignità, valgono più delle cose e non hanno prezzo. Per questo l’attenzione alla vita umana nella sua totalità è diventata negli ultimi tempi una vera e propria priorità del magistero della Chiesa, particolarmente quella maggiormente indifesa, cioè al disabile, all’ammalato, al nascituro, al bambino, all’anziano“.

Bergoglio ha evidenziato anche quella che definisce una “situazione paradossale” e che riguarda la professione medica. “Riscontriamo – ha spiegato il Papa – il pericolo che il medico smarrisca la propria identità di servitore della vita. Il disorientamento culturale ha intaccato anche quello che sembrava un ambito inattaccabile: il vostro, la medicina! Pur essendo per loro natura al servizio della vita, le professioni sanitarie sono indotte a volte a non rispettare la vita stessa. Invece, come ci ricorda l’enciclica Caritas in veritate, “l’apertura alla vita è al centro del vero sviluppo. Se si perde la sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita, anche altre forme di accoglienza utili alla vita sociale si inaridiscono. L’accoglienza della vita tempra le energie morali e rende capaci di aiuto reciproco”. “La situazione paradossale – ha aggiunto il Papa – si vede nel fatto che, mentre si attribuiscono alla persona nuovi diritti, a volte anche presunti, non sempre si tutela la vita come valore primario e diritto primordiale di ogni uomo. Il fine ultimo dell’agire medico rimane sempre la difesa e la promozione della vita“.
In mattinata, nell’omelia dell’ormai consueta Messa a Santa Marta, Francesco aveva condannato nuovamente la dittatura del denaro. “Non puoi servire Dio e il denaro. Non si può: o l’uno o l’altro! Questo non è comunismo! Questo è Vangelo puro!”. “È dai soldi – ha affermato Bergoglio – che nascono le invidie, i litigi, le maldicenze, i sospetti cattivi, i conflitti di uomini corrotti nella mente e privi della verità, che considerano la religione come fonte di guadagno”. E per adeguarsi all’inedito stile comunicativo del Papa argentino, la Libreria Editrice Vaticana ha raccolto e pubblicato in un volume tutti i tweet di Francesco. Un account, quello di Bergoglio, che oggi ha 9 milioni e 300mila followers.



giovedì 19 settembre 2013

L'ORA DI RELIGIONE CATTOLICA A MILANO


Leggendo i programmi ministeriali sull'ora di Religone cattolica  pubblicati nel 1987 ma tuttora in vigore si invita il docente della materia ad affrontare alcuni nuclei tematici sviluppando una precisa programmazione con unità didattiche tenuto conto che le lezioni sono in un anno scolastico 33, cioè una alla settimana.

 a) Il problema religioso

  • I grandi interrogativi dell'uomo che suscitano la domanda religiosa: il senso della vita e della morte, dell'amore, della sofferenza, della fatica, del futuro
  • Il fatto religioso, le sue dimensioni, il linguaggio, le fonti, le sue maggiori espressioni storiche, culturali, artistiche.
  • Le motivazioni della fede cristiana in rapporto alle esigenze della ragione umana, ai risultati della ricerca scientifica e ai sistemi di significato più rilevanti.

b) Dio nella tradizione ebraico-cristiana
  • I tratti fondamentali del mistero di Dio nella rivelazione dell'Antico e del Nuovo Testamento: Creatore e Salvatore.
  • Il messianismo biblico e le attese e ricerche dell'umanità.
  • La testimonianza di Gesù Cristo: il suo rapporto singolare e unico con Dio Padre.
                                                                          
c) La figura e l'opera di Gesù Cristo
  • L'identità storica di Gesù nel contesto culturale e religioso del suo tempo.
  • La missione messianica: l'annuncio del Regno di Dio, il senso dei miracoli, l'accoglienza e l'amore verso il prossimo ed in particolare verso i piccoli, i poveri, i peccatori.
  • La Pasqua di morte e risurrezione nel suo fondamento storico e nel significato di liberazione dal male e dalla morte.
  • Il mistero di Gesù Cristo uomo-Dio e la rivelazione piena di Dio come Trinità.

d) Il fatto cristiano nella storia
  • Le origini della Chiesa da Cristo e le principali tappe della sua complessa storia.
  • I segni della vita della Chiesa (Parola-Sacramenti-Carità) e la sua presenza e ruolo nel mondo (missione).
  • La Chiesa come popolo di Dio, istituzione e mistero, animata dallo Spirito Santo.

e) Il problema etico                                   
I tratti peculiari della morale cristiana in relazione alle problematiche emergenti:
  • una nuova e più profonda comprensione della coscienza, della libertà, della legge, dell'autorità;
  • l'affermazione dell'inalienabile dignità della persona umana, del valore della vita, dei diritti umani fondamentali, del primato della carità;
  • il significato dell'amore umano, del lavoro, del bene comune, dell'impegno per una promozione dell'uomo nella giustizia e nella verità;
  • il futuro dell'uomo e della storia verso i «cieli nuovi e la terra nuova».
                                                            
                                                     Mons. Tremolada



                                                     f) Fonti e linguaggio
  • La Bibbia come documento fondamentale della tradizione ebraico-cristiana: le sue coordinate geografiche, storiche e culturali; l'identità letteraria; il messaggio religioso.
  • Lo specifico linguaggio con cui la religione cattolica si esprime: segni e simboli, preghiera e professione di fede, feste e arte, religiosità popolare.
In cinque anni il docente dovrebbe trattare tutti questi argomenti privilegiando la Bibbia, l'Ebraismo, la figura di Gesù di Nazaret, il tema di Dio. la storia della Chiesa, le Chiese Cristiane, spiegare  i dogmi cattolici, la Risurrezione, la Verginità della Madonna, la natura umana e divina di Cristo e la Chiesa gerarchica. Ci sono  poi il problema della bioetica e dei valori non negoziabili (vita, famiglia e bene comune).
Speriamo che don Michele Di Tolve auspichi che tale Decreto ministeriale sia applicato dai docenti perchè ha valore di legge (non è facoltativo: è legge dello Stato!)  e chi dovesse parlare di sport, sesso, musica e argomenti di attualità ( o usare un linguaggio troppo confidenziale o, peggio, scendere al livello degli studenti con l'idea di accattivarsi le loro simpatie)  durante l'ora di religione  venga richiamato perchè fa un danno agli studenti che cresceranno deprivati culturalmente. Ci sono nella Bibbia bellissime pagine che si possono leggere e commentare con gli studenti ma che purtroppo alcuni docenti non leggono e fanno altro. E qual'è il risultato? Che i musulmani conoscono il Corano, gli Ebrei conoscono   i 39 libri della Bibbia ebraica,
 Induismo - Bhagavad-Gita, Upanishads,Rig Veda
Buddismo - Tripitaka, Sutra
Sikhismo - Guru Granth, Sahib
Fede Bahai - Alkitab Alaqdas
Confucianesimo - Lun Yu
Giainismo - Siddhanta, Pakrit
Zoroastrismo - Avesta
Scintoismo - Kojiki, Nohon Shoki
Taoismo - Tao-Te-Ching
Religioni tribali, Sciamanesimo e Animismo - tradizione orale
Wicca (come anche la Religione popolare cinese) - nessun testo.
e i nostri studenti conoscono Il grande fratello, L'isola dei famosi,  Striscia la notizia,  Le jene, Amici, Uomini e donne e la De Filippi, Quelli che il calcio, e ignorano il libro che ha permeato e permea la civiltà occidentale come ci ha lasciato nella sua  eredità  spirituale  il  cardinale Carlo Maria Martini. Su questo punto eravamo in perfetta sintonia checché ne dica l'ambizioso, poco umile arrivista  che ha un'altissima  considerazione di se stesso don Michele Di Tolve (che dirige l'Ufficio Docenti di Religione ndr) che aspira a incarichi più gratificanti e prestigiosi. La porpora viola? A Milano ci sono preti laureati e con dottorato alla Facoltà che sono preparatissimi rispetto a te. Forse ti conviene a chiede a Tortona la Diocesi:  è libera, se trovi uno sponsor.. ma fai presto se no te la scippano. E ricordati che devi usare la misericordia e il perdono con tutti, sempre,  come ci esorta Papa Francesco;  diversamente non potrai mai essere un dispensatore dei misteri di Dio, un Homo Dei, un Alter Christus.
                                                            

SE BERLUSCONI FOSSE STATO GAY...




Il leader russo Putin, funzionario  del KGB negli anni 70-80-90, ex Presidente del Governo e attuale Presidente della Russia, ha dichiarato pubblicamente che "Se Berlusconi fosse stato  gay nessuno non lo avrebbe  toccato con un dito". Ma Vladimir Putin sbaglia nella sua valutazione perchè non si tratta di un problema etico morale l'attacco violento e proditorio a Berlusconi, ma è un problema solo politico. I suoi avversari non gli perdonano la sua discesa in campo nel 1994 quando il Pentapartito fu spazzato via  e i cocci li raccolse Berlusconi perchè l'Italia da sempre è un Paese di moderati. Solo nella Scuola, nella Magistratura, nel Cinema, nella Cultura trovi persone di sinistra e nel sindacato della CGIL della Gilda e dei Cobas.
Il problema di Berlusconi è che per 20 anni ha governato questo Paese, ma ha ereditato un debito pubblico enorme con un'evasione fiscale di 180 milioni di euro l'anno e  non era facile governare in questa situazione. Se poi pensiamo  ai 3,5 milioni di disoccupati, ai cassaintegrati, agli esodatie ai 10 milioni di poveri  non possiamo  non pensare alle difficoltà oggettive di governare questo Paese che è allo sbando.  Berlusconi ieri sera ha mandato un videomessaggio agli italiani in cui comunica la sua innocenza. Io gli credo per il semplice fatto che solo di tasse lui ha pagato negli ultimi 20 anni ben 20 miliardi di euro e le accuse di frode fiscale  sono ridicole per un contribuente cosi importante per le casse del Paese. Nessuno parla degli evasori parziali o totali che se venissero scoperti vivremmo tutti meglio.
Berlusconi ha deciso di ridare vita a Forza Italia: è possibile che ci saranno  elezioni politiche all'orizzonte. I soggetti politici saranno sempre tre: Forza Italia, PD, M5Stelle. Questa volta gli italiani non dovranno sbagliare a dare il voto a partiti che non servono a nulla. Ci auguriamo che la stagione dell'odio che abbiamo visto in questi anni cessi per sempre. Deve prevalere la tolleranza come ci hanno insegnato Locke e Voltaire.  Infine serve  un progetto per questa Italia e un  premier di spessore culturale, politico ed economico.

mercoledì 18 settembre 2013

L'ANNUS HORRIBILIS DEL CAVALIERE E L'ATTACCO AI GIUDICI



L'annus horribilis di Berlusconi è stato il 2013 (anche se non è ancora terminato).Prima le elezioni politiche: le perderà per pochi voti conquistando solo il 21% mentre il PD il 25% e Grillo il 25%  e il Cavaliere sarà costretto a fare un governo di larghe intese  e non diventerà primo ministro. Poi lo scandalo delle olgettine ad Arcore e a Villa Certosa, l'amicizia con Ruby Rubacuori, le feste con la Minetti, Emilio Fede e Lele Mora e  la condanna per i reati di concussione per costrizione e prostituzione minorile è durissima:   sette anni di reclusione e  la condanna anche alle pene accessorie dell’interdizione per sempre dai pubblici uffici e all’interdizione legale per una durata pari a quella della pena principale. 
Inoltre la stangata della Cassazione civile  che lo obbliga a pagare all'odiato De Benedetti  494  milioni di euro per il lodo  Mondadori. Soddisfazione, invece, da pare dell'ingegner Carlo de Benedetti, presidente di Cir: "Dopo piu' di vent'anni viene definitivamente acclarata la gravita' dello scippo che la Cir, attraverso la mia persona, subi' a seguito della accertata corruzione di un giudice da parte della Fininvest di Berlusconi".La sentenza odierna conferma  che la Cir è stata pesantemente danneggiata nella vicenda del Lodo. E, insieme, ribadisce le sentenze che in via definitiva hanno stabilito che nel 1991 l'annullamento del lodo arbitrale sulla Mondadori, favorevole a De Benedetti, da parte della Corte d'Appello di Roma fu frutto di una corruzione in atti giudiziari per la quale sono stati condannati il giudice Vittorio Metta e gli avvocati Cesare Previti, Attilio Pacifico e Giovanni Acampora. Nel dispositivo della Cassazione si spiega infatti che la corruzione di Metta ha privato Cir "non tanto della chance di una sentenza favorevole, ma, senz'altro, della sentenza favorevole, nel senso che, con Metta non corrotto, l'impugnazione del Lodo sarebbe stata respinta".
                                                    L'odio  politico contro  Silvio Berlusconi

Altro processo che vede condannato Berlusconi in Cassazione  in via definitiva a quattro anni di reclusione è quello  per frode fiscale nel processo sui diritti Mediaset. Annullata la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, che dovrà essere rideterminata dalla Corte d’appello di Milano. “Non farò l’esule, come fu costretto a fare Craxi. Nè accetterò di essere affidato ai servizi sociali, come un criminale che deve essere rieducato”. Così si leggeva qualche giorno fa in un’intervista di Silvio Berlusconi a Libero, che però fu subito smentita da una nota di Palazzo Grazioli.
Dulcis in fundo: la decdenza da parte della Giunta del Parlamento  stasera alle 23. Anche se la Giunta lo dichiarasse decaduto sarà il Senato  a decidere fra 2 settimane la sorte del Cavaliere perchè la Giunta esprime solo un orientamento che si presume negativo.
Berlusconi,  però, è un uomo di potere, è orgoglioso, è fiero e dignitoso ed  eviterà che sia  il Senato a farlo decadere da Senatore. Si dimetterà lui con un lettera  e non lascerà agli odiati comunisti questa scelta gaudente  che aspettano da 18 anni.
A Berlusconi solo una critica: hai avuto 18 anni di potere, hai avuto consulenti pagati a peso d'oro e non sei riusciuto a normalizzare la giustizia nel senso  giusto che dice Pannella. Delle due l'una: o hai fatto un patto scellerato con i comunisti che poi non hanno mantenuto, o hai dei consiglieri incapaci, inetti e incompenti.Dopo la decdenza personale le Procure si scateneranno, ma gli otto milioni che hanno votato Berlusconi staranno alla finestra a guardare?
                                                     

Questa sera Berlusconi ha fatto un messaggio alla Nazione in cui ha comunicato due cose: 1) La sua totale inncenza dovuta anche  al fatto che in 20 anni ha pagato al fisco 20 miliardi di euro. Berlusconi ha parlato di una sentenza mostruosa e politicizzata  per toglierlo di mezzo dalla politica dopo 41 processi a suo carico che si sono conclusi bene."Siamo diventati una democrazia dimezzata alla mercè di una magistratura politicizzata che, unica fra Paesi civili, gode di una totale irresponsabilità e immunità". «La magistratura si è trasformata in un contropotere dello Stato in grado di condizionare il potere legislativo e ed esecutivo con la missione di realizzate per via giudiziaria il socialismo».
«Si illudono di essere riusciti a estromettermi dalla vita politica con una sentenza politica, mostruosa che potrebbe non essere definitiva perché mi batterò per ottenere la revisione in Italia ed Europa»,
2) Ha annunciato , decaduto o no, di ritornare a rifare Forza Italia. Non si farà da parte perchè - ha detto - non occorre un seggio in Parlamento per fare politica. Ha promesso meno tasse, lavoro e una politica liberista. E ha aperto al mondo cattolico sui valori non negoziabili vita, famiglia, bene comune). «Si illudono di essere riusciti a estromettermi dalla vita politica con una sentenza politica, mostruosa che potrebbe non essere definitiva perché mi batterò per ottenere la revisione in Italia ed Europa», prosegue l'ex premier. «Vogliono togliermi di mezzo con un'aggressione scientifica, pianificata e violenta del loro braccio giudiziario visto che non sono stati capaci di farlo con strumenti della democrazia».                     

martedì 17 settembre 2013

ROMENA FA SESSO CON PRETE E LO RICATTA: ARRESTATA.



Fa sesso con un sacerdote e lo ricatta. Così è stata arrestata dai carabinieri della compagnia San Carlo di Torino Romena Dragan, trentaduenne di origine rom. L’accusa è di aver estorto, dall’ottobre 2011 a oggi, 350 mila euro, tra assegni, bonifici e denaro contante, a un sacerdote. La donna minacciava il prete di diffondere foto e filmati compromettenti che li ritraevano mentre facevano sesso. La donna, su richiesta della procura torinese, è stata fermata al rientro in Italia, dopo un soggiorno in Romania.

"Non ce la faccio più. Quella donna mi ha portato via tutto...". E' iniziato così il racconto ai carabinieri dell'anziano parroco costretto dalla donna con cui aveva avuto rapporti sessuali a pagamento a versarle 350 mila euro in due anni per non essere smascherato.
L'inchiesta dei carabinieri della Compagnia di San Carlo, coordinati dal pm Andrea Padalino, è scattata in seguito alla denuncia del prete. "Dovete aiutarmi, voglio uscire da questa situazione", ha detto ai militari dell'Arma il sacerdote.   I rapporti sessuali a pagamento con la donna, una romena senza fissa dimora, erano iniziati nel 2009. Ad ogni incontro l'anziano parroco, all'epoca già in pensione, le consegnava del denaro. I ricatti sono scattati nell'ottobre 2011, quando il prete ha deciso che non l'avrebbe più rivista. "Se non mi dai dei soldi, faccio vedere le foto e i filmati dei nostri incontri", era la minaccia della donna, che in realtà non era in possesso di alcun materiale compromettente. Il prete si era totalmente invaghito di Ramona. E in due anni, su sua richiesta, le ha dato tutto quello che aveva: oltre 350mila euro. Non solo quanto percepiva mensilmente per il suo sacerdozio, ma anche una cospicua eredità che aveva ricevuto da un parente e che aveva conservato in banca per anni.

Ramona aveva costantemente bisogno di soldi. Li chiedeva all'amante dopo i rapporti sessuali, o in altri momenti. Di persona o per telefono. Li voleva per sé, o per i suoi parenti, da spedire in Romania. Così il prete le consegnava contanti, versava bonifici, staccava assegni. Secondo l'accusa, tutte le somme di denaro sono state estorte, ovvero chieste sotto minaccia. Ramona, che è difesa dall'avvocato Luca Schera del Foro di Torino, fingeva di possedere materiale compromettente, foto e filmini hard. Che non esistevano. «Dammi i soldi, o metto su internet i filmini che ho girato mentre stavi con me» avrebbe ripetuto al prete insieme alle richieste di soldi.
  Per paura che la verità venisse a galla, per oltre due anni il sacerdote le ha spedito il denaro, anche quando lei era tornata in Romania, dal 2011. La donna, sentita ieri in procura dal pm Padalino, in realtà ha ammesso di averlo minacciato solo nell'agosto del 2013, durante l'ultima richiesta che ammontava a 50mila euro. È stato proprio durante la scorsa estate, dopo l'estorsione, che il prete - che attualmente è in servizio presso la chiesa di S. Rita, nel capoluogo sabaudo - ha deciso di andare dai carabinieri della compagnia San Carlo di Torino. Esasperato, e senza più un euro in banca, ha confidato ai militari le minacce subite, ma non se l'è sentita di fare mettere a verbalizzare le sue dichiarazioni. Quando è stato interrogato, poco tempo dopo, dal pm Padalino, invece ha risposto a tutte le domande dando la svolta all'inchiesta.
  Gli inquirenti gli hanno consigliato di non dare i soldi alla ex amante, che continuava a telefonargli dalla Romania, ma di continuare a risponderle e di non troncare i rapporti. Così, quando è tornata in Italia, gli inquirenti si sono messi sulle sue tracce. Seguendo il fratello hanno scoperto dove viveva. E hanno fatto irruzione in un appartamento di corso Giulio Cesare. Interrogata ieri, la donna ha raccontato al magistrato la sua relazione clandestina, e ha ammesso l'ultimo episodio di estorsione. Il giudice deve ancora esprimersi sulla convalida del fermo.

DONNA DETURPATA AL VISO DA UN CHIRURGO ESTETICO

La dottoressa Clara Belluomo, docente di anestesia e rianimazione alla Seconda Università di Napoli, ora ha un volto che non è più il suo, sfigurato dalle ustioni provocate da un mix micidiale di laser e acido.
La Belluomo si era presentata nello studio del collega con l’obiettivo di eliminare qualche ruga. Il medico ha dapprima eseguito un “trattamento laser ablativo Co2 frazionato”, ma i risultati non soddisfavano le attese.
Si è passati dunque, nel corso della stessa seduta, a un peeling chimico a base di acido tricloroacetico a concentrazione al 50%: una scelta che gli esperti del Centro grandi ustionati di Roma bollano come “disastrosa“.
Il chirurgo estetico è stato denunciato alla Procura della Repubblica e deferito all’Ordine dei Medici per violazione della deontologia professionale. L’azione degli agenti esfolianti su una pelle già irritata dal laser ha avuto conseguenze devastanti sui lineamenti della Belluomo, tali da costringerla a indossare una maschera in silicone che la protegga dal pericolo di infezioni. E dallo sguardo indiscreto della gente.
Ed ecco di cosa parlano i referti: «Cicatrici ipertrofiche e ipercromiche, esito di ustioni chimiche di secondo e terzo grado estese alla guancia sinistra, al mento, alla fronte, alla radice del naso e particolarmente evidenti nella zona periorale, tali da irrigidire il muscolo orbicolare delle labbra così da limitare gravemente l’apertura della bocca».
La vittima di questo errore sanitario ha difficoltà anche a bere, mangiare, parlare. E non è tutto.
La professoressa Belluomo non può espletare nemmeno le sue funzioni professionali (insegnamento e attività di anestesista).
Foto: Il Mattino.it

lunedì 16 settembre 2013

BEPPE GRILLO E L' ITALIA VERSO LA DITTATURA DEMOCRATICA



Beppe Grillo nasce a Genova 65 anni fa è sposato e ha 4 figli.  Compie gli studi di Ragioneria ma, essendo un grande comunicatore, decide di fare il comico anzichè occuparsi  di attività,  passività, utili  e delle dichiarazioni dei redditi.  Con i media ha un rapporto di amore e odio. Ma, poichè li sa usare bene, finge  di non volerli, ma in realtà ne ha bisogno per sponsorizzare il suo movimento politico. E, più li allontana, più lo cercano.
Negli anni 80  viene assunto in Rai e, in un monologo, attacca i socialisti che sono al Governo. Viene cacciato da Craxi e, per un periodo, assapora l'esilio. Ma non si scoraggia: va nei teatri italiani e fa il pieno con la sua ironia beffarda e mordace e con  il suo istrionismo innato.  Gli argomenti forti sono la satira politica, la corruzione, l'ambiente e le multinazionali. Nel 1981 la sua vita cambia.  Nella sua automobile  ci sono tre suoi amici e in un terribile  incidente  muoiono tutti e tre. Verrà condannato per omicidio plurimo colposo. Grillo, intanto, si appassiona all'ambiente, studia, si documenta al punto che potrebbe fare il ministro dell'Ambiente vista la sua preparazione e competenza. 
Ma c'è un'altra cosa che gli sta a cuore: la questione morale. E' schifato della classe dirigente corrotta, dei ladri di Stato, dei corrotti e dei concussi e da quelli che praticano il peculato sistematicamente.  Grillo non perde l'occasione di attaccare i pregiudicati scagliandosi contro Berlusconi. Non ama Napolitano che considera uomo di parte ed è cordialmente ricambiato. In questi giorni attacca Renzi per l'inciucio con Berlusconi sulla riforma elettorale Italicum che lo taglia fuori e fa di tutto per rompere l'asse Berlusconi Renzi.  Grillo poi  studia come fare ad eliminare questa classe dirigente nella societa dell'immagine e dell'apparire in cui troviamo tra i ministri anche camorristi, mafiosi e banchieri, Presidenti di Enti pubblici, che continuano a rubare da anni. Il progetto ce l'ha in mente ma ha bisogno di un esperto e imprenditore  informatico per realizzare il suo disegno politico e lo trova in Gianroberto Casaleggio originario di Milano. Decidono di fare un blog a cui tutti possono accedere commentando i vari post di Grillo  e raggiungono due-tre milioni di italiani. L'informatica per Grillo diventerà il secondo pallino dopo l'ambiente.  E, infatti, nell'era digitale,  la rete, che raggiunge tutti,  creerà con le sue consultazioni   la classe dirigente del Movimento 5 stelle, che nel maggio 2013 ha mandato  in Parlamento una bella truppa di parlamentari giovani:  104 deputati e  54 senatori. Una minoranza esigua pare che abbia   lasciato  il loro ex  capo ma tutti gli altri peones restano fedelissimi  a Beppe Grillo. Il quale  ha doti di leader trascinatore di folle e un carisma innegabile. Certo, continuerà ad usare un linguaggio forte, duro e, qualche volta volgare, ma l'uomo è cosi e non lo puoi cambiare a 65 anni.   

Grillo è destinato ad essere un protagonista di questa Italia in piena depressione economica  in cui ogni anno si evadono 180 miliardi di euro di imposte, in cui c'è un debito pubblico di oltre  2.104 miliardi di euro, dove ci sono 10 milioni di italiani alla fame, e 3,5 milioni di disoccupati, esodati e cassaintegrati. Senza contare le spese folli nella Pubblica Amministrazione che sono incontrollabili. Il problema, caro Grillo,  sono i tagli alla spesa pubblica, gli stipendi annuali d'oro di  almeno  250 mila euro e i privilegi della casta quando un povero pensionato prende 500 euro al mese! I parlamentari mi dicono che prendono 14 mila euro al mese: vogliamo ridurre sia lo lo stipendi sia i 1000 parlamentari. Il loro numero è una vergogna e solo l'Italia ha queste cifre impressionanti.
Grillo per cambiare l'Italia sceglierà la via democratica o farà come Masaniello, Mazzini, Carlo Pisacane, Anita Garibaldi, Monti  Tognetti, Gabriele D'Annunzio e Mussolini ? Per ora non è dato sapere. Ma se andiamo avanti cosi mi dicono che ci sarebbe  pronto un governo presieduto da un militare che siederebbe al ministero dell'Interno: gli altri 25 ministeri sarebbero  aboliti.  I 60 milioni di italiani accetterebbero anche una "dittatura democratica" che risolverebbe non pochi problemi in un Paese  da "aggiustare" perchè "rotto".






sabato 14 settembre 2013

IL PAPA CHE CAMBIERA' LA CHIESA





 Papa Bergoglio e Papa Ratzinger hanno due linee teologiche diverse, hanno due personalità diverse, hanno studi diversi ma sono uniti nella fede in Gesù Cristo. Uno è gesuita, l'altro è un teologo internazionale di chiara fama. Dopo la morte di Giovanni Paolo II, nel 2005,   il Collegio dei Cardinali elettori,  scelse come Papa Ratzinger a maggioranza, ma lui supplicò i colleghi cardinali di non votarlo e di far convergere i suoi voti su Joseph Ratzinger. Se fosse stato un cardinale arrivista, un cardinale di potere, un uomo legato ai successo  avrebbe brigato per cercare i voti necessari per essere eletto,  ma invece riuscì a convincere i cardinali che tifavano per lui ad eleggere Ratzinger.  Martini aspirava al soglio di Pietro ma nel frattempo si era ammalato di parkinsonismo e rinuncio'. Tettamanzi che ambiva a fare il Papa invece non lo voto' nessuno: solo due voti. Martini 7 voti. Ratzinger 55  voti e 30 voti Bergoglio. I cardinali elettori votarono tutti per Ratzinger oltre 90 voti e Bergoglio fece ritorno nella sua amata Argentina. Ma i due protagonisti del Conclave si tennero in stretto contatto perchè si stimavano reciprocamente.
Dopo otto anni di Pontificato Papa Benedetto XVI improvvisamente si dimette lasciando esterefatti giornalisti, uomini di Chiesa e tutto il Popolo di Dio. Lui motivò le dimissioni adducendo la mancanza delle forze fisiche e del vigore necessario per governare la Chiesa e 200 mila persone, alla fine di febbraio 2013,  lo salutarono con grande affetto.  In realtà Benedetto XVI si dimise perchè non intendeva farsi ricattare  dai dossier che giravano in Vaticano, dalla lobby gay e da presunti scandali IOR. Benedetto XVI  ha preferito un colpo di scena e li ha lasciati tutti a bocca aperta con i loro dossier. Lui toglieva il disturbo e si ritirava in convento a pregare. Non ci stava a farsi logorare da  massoni e da lobbies gay.

Il 13 marzo l'argentino Bergoglio sceglie il  nome di Papa Francesco e tutti capirono che intendeva seguire lo stile di vita austero di san Francesco d'Assisi: preghiere,  niente lusso, niente sfarzo, e l'abitazione nella Residenza Santa Marta insieme agli altri cardinali, preti e vescovi. Lui era come tutti gli altri senza eccezione alcuna. Il popolo apprezzo' molto questa sua scelta e ricambia con la presenza massiccia all'Angelus domenicale e alle Udienze del mercoledi. Ha già scritto una Enciclica sulla fede (Lumen Fidei) e quando parla c'è sempre il riferimento alla Madonna di cui è molto devoto. Restano le divergenze teologiche, ma lui è un uomo pragmatico e concreto. Vuole cercare a tutti i costi l'unità nella Chiesa, Non vuol saperne di polemiche e di divisioni. Lui sa che la forza della Chiesa risiede nell'unità. Per queste ragioni dal mattino alla sera incontra tutti: vescovi, cardinali, preti, religiosi, movimenti ecclesiali, associazioni, cattolici impegnati nel sociale e nel volontariato.
Papa Francesco è un uomo attivo dinamico e controcorrente e sta lavorando alla riforma della Curia Romana e a quella dello IOR. E' preoccupato per l'India e la Cina dove il Cristianesimo non puo' svilupparsi a causa di culture e tradizioni diverse. In Africa ci soni il 50% di  cristiani  e il 50% di musulmani: la linea di demarcazione è quella dell'equatore.  Le vocazioni sacerdotali arrivano soprattutto dai movimenti ecclesiali, dall'America Latina, mentre nell'Occidente "Dio è anonimo" (A. Scola) ed è un motivo di forte preoccupazione per Papa Francesco. Perchè il materialismo, il consumismo si chiudono ai valori religiosi e spirituali, mentre la fede si apre al Mistero, alla trascendenza, al divino. Perciò dobbiamo cercare Dio anche se è mistero e nascosto. Dobbiamo cercarlo perchè quando lo vedremo faccia a faccia cosi come Egli è avremo la gioia di goderlo per l'eternità.  Concludo: questo Papa cambierà radicalmente la Chiesa
ed è la prova che lo Spirito Santo esiste davvero perchè ce l'ha donato e preghiamo perchè Dio ce lo conservi a lungo.

ANGELINA JOLIE A 45 ANNI RISCHIA LA MORTE PER UN TUMORE AL SENO


 "Mi sono sottoposta ad un intervento chirurgico di doppia  mastectomia per scongiurare il rischio di cancro al seno". Con questo annuncio sul New York Times Angelina Jolie aveva voluto condividere con i suoi numerosi fan il dramma di dover convivere con un gene "difettoso" che l'avrebbe condannata a morte. Ma il doppio intervento sarebbe stato del tutto inutile e alla diva resterebbero solo tre anni di vita perché il tumore che nel 2007 ha ucciso sua madre (l'attrice e produttore Marcheline Bertrand) potrebbe colpire anche l'utero.
L'esperto: "Il cuore potrebbe essere già danneggiato" - E' quanto sostiene il National Enquirer che scrive: "Sta facendo tutto il possibile per prolungare la sua vita, ma è convinta di non riuscire a raggiungere i suoi quarantacinque anni". Il magazine per rafforzare la sua teoria, interpella anche un esperto. E il dottore Raskin del Pacific Palisades Medical Center dichiara: "La perdita di peso, insieme a un passato fatto di abuso di droghe. Può creare non poche complicazioni in questi casi. Il suo cuore potrebbe essere già danneggiato e portare a soffrire di disturbi alimentari e aritmie". Conclusione? Angie avrebbe dai 3 ai 5 anni di vita.
Gli ultimi desideri della diva - Ma il National Enquirer si spinge oltre e pubblica anche la lista degli ultimi desideri della diva di Hollywood. In cima alle richieste ci sono le nozze con il suo Brad, spesso annunciate e mai realizzate. Poi la certezza che il suo compagno o marito e tutti i loro figli vivranno sempre al sicuro, anche in caso di attacchi atomici. Per questo avrebbe chiesto di costruire sia in Francia che a Los Angeles rifugi atomici. Meno bizzarro il terzo desiderio: vincere un Oscar come regista, dopo aver conquistato in passato quello da Migliore attrice non protagonista grazie al film Ragazze Interrotte.
I falsi scoop contro la Jolie - Ma le teorie della rivista non convincono i media. Angelina Jolie si sta trasferendo in Australia, dove dirigerà il nuovo film Unbroken, dedicato all'eroe della Seconda guerra mondiale e campione olimpionico Louie Zamperini, e non ha replicato. Altri siti di gossip specializzati hanno invece attaccato il National Enquirer. In passato la rivista ha pubblicato false notizie sullo stato di salute dell'attrice. Nel 2011 rivelò che la diva aveva una dipendenza da pillole dietetiche e l'anno dopo arrivò a sostenere che aveva bisogno di un trapianto di fegato. Anche durante il 2013 non sono mancati i falsi scoop: dal presunto svenimento in Africa alla dichiarazione di Brad Pitt "sta morendo". 

SARDEGNA, UOMO SODOMIZZATO CON UNA BOTTIGLIA DI VETRO




In un  piccolo comune della Sardegna, Lanusei, di 5.500 abitanti  che si trova  a 26 Km da Arbatax, un uomo di 62 anni. è stato torturato e sodomizzato con una bottiglia di vetro che è finita in frantumi. L'uomo viveva da solo in campagna. Si pensa ad un'azione punitiva per presunte violenze a minori ma  tutte da dimostrare. L'uomo lotta per per la vita nel reparto di Rianimazione dell'Ospedale di Lanusei.

I carabinieri di Lanusei intanto stanno indagando per accertare i responsabili di questa azione terribile abietta e malvagia. Per i carabinieri il compito sarà duro perchè a Lanusei vige la legge dell'omertà:siamo nel cuore della Sardegna nella provincia dell'Ogliastra e, se qualcuno parla, muore.

venerdì 13 settembre 2013

BERLUSCONI AL CAPOLINEA : POSSIBILE L'ARRESTO


Silvio Berlusconi, milanese, 77 anni, una laurea in Giurisprudenza, due matrimoni e 5 figli, politico e imprenditore di successo, ora trema davvero. Perchè,  se perde l'immunità parlamentare, la Procura di Napoli,  potrebbe arrestarlo per l'inchiesta sul voto di scambio nella scorsa legislatura che è tuttora aperta anche se il Procuratore capo lo nega categoricamente. Non avendo egli alcuno scudo o protezione,  la sua posizione è debolissima.  Anche se ritirasse  la sua delegazione al Governo sarebbe sempre agli arresti. E questa volta è nei guai. Possono dichiararlo decaduto sia la Giunta alla Camera o la Corte d'Appello di Milano quando  dichiarerà la sua interdizione dai pubblici uffici per almeno 3 - 5 anni  Quindi,  sia nell'ipotesi della decadenza che in quella della interdizione dai pubblici uffici tra pochi giorni, Berlusconi non potrebbe fare il primo ministro, il ministro, oppure occupare un incarico pubblico. La sua carriera politica si chiuderebbe a 77 anni in modo inglorioso, con 4 anni di reclusione e con altre Procure italiane che lo vogliono interrogare e, forse, arrestare o mettere ai domiciliari, cioè isolandolo da tutti e da tutto ( agli aresti domiciliari non puoi telefonare e incontare nessuno e uscire da casa perchè incorri nel reato di evsione). La trappola per Silvio l'hanno preparata bene questa volta e lui non ha vie di scampo. Purtroppo è arrivato al capolinea.  Berlusconi, però,  ha i soldi e, quindi, può creare un nuovo soggetto politico, fare comizi e magari vincere le elezioni. (arresti domiciliari permettendo)  Ma in questo caso dovrebbe accontentarsi di designare il Primo ministro e i ministri a lui fedeli e il segretario del partito (ma nell'ipotesi dei domiciliari dovrebbe stare chiuso nella sua Villa di Arcore ndr) . Intanto il suo staff sta studiando l'ipotesi della grazia che dovrebbe concedere Napolitano su richiesta dei figli di Berlusconi, e forse  sarebbe la soluzione migliore. Quanti corrotti, ladri, farabutti, delinquenti  e concussi ci sono in Parlamento e non vengono mai dichiarati decaduti? Ma Berlusconi ha un peccato originale: nel 1994 è sceso in campo contro la sinistra e ha vinto le elezioni. Da allora nei  suoi confronti c'è stato un accanimento giudiziario senza precedenti in tutto il mondo  con 110 processi,  2600 Udienze, circa 600 perquisizioni nelle sue aziende  e svariati milioni di euro per gli avvocati.Mi domando, non senza sconcerto e stupore: perchè gli imprenditori della sinistra non hanno subito lo stesso trattamento riservato a Berlusconi? Evidentemente ci sono settori della magistratura politicizzati e corrotti  che con odio politico esercitano la loro funzione. Speriamo, quindi,  che i 6 referendum di Pannella sulla giustizia  passino in modo tale da ristabilire una volta per tutte  la legalità. in questo Paese corrotto fino alle midolla. 
Berlusconi tiene molto alla sua immagine, al suo prestigio e al suo potere. Se fosse dichiarato decaduto credo potrebbe ammalarsi  di depressione oppure, al contrario,  reagire con forza  entusiasmo e rabbia  per battere ancora una volta l'odiata sinistra. I mezzi ci sono: le corazzate TG5,  TG4,  Studio Aperto, Matrix con Luca Telese, Panorama, il Giornale, il Foglio, e Libero che devono tenere testa agli attacchi di  Servizio pubblico di Santoro, a Mezz'ora, a Crozza, alla volgare  Littizzetto, a La gabbia, a Ballarò, a Omnibus, a  Otto e mezzo, a  Piazza pulita, a Report, a L'aria che tira (a proposito perchè gli italiani che non sono di sinistra devono pagare conduttori e trasmissioni a loro sgradevoli in quanto faziosi e di parte?)   La discesa in cambio la  farebbe come ritorsione verso coloro che gli toglierebbero l'immunità. Ad Arcore trascorre il tempo a studiare le carte processuali con il suo team di avvocati, con Del Debbio per disegnare il nuovo partito,  con la fidanzata Francesca Pascale e con il suo amato cane  Dudù che, in questi giorni di sconforto, gli fa compagnia. Ma attenzione: dobbiamo fare i conti con il debito pubblico(2.073 miliardi di euro)  con i 3,5 milioni di disoccupati, con esodati, cassaintegrati, 4,2 milioni di poveri totali  e i 10 milioni di berlusconiani. Cè  il rischio di una guerra civile perchè, come ci ha insegnato la storia,  la gente scende in piazza e scorre il sangue quando non c'è il pane.

mercoledì 11 settembre 2013

SCOLA: NELLE NOSTRE METROPOLI DIO E' ANONIMO E VIVIAMO COME SE EGLI NON ESISTESSE


 Dobbiamo cercare Dio nelle nostre metropoli perchè è anonimo: questo il messaggio dell'Arcivescovo di Milano, card. Angelo Scola, nella sua Lettera Pastorale 2013-2014.  Cercarlo, perché? Come sarebbe lungo rispondere bene a questa domanda! Dovremmo innanzi tutto riflettere sul fatto fondamentale che la vita è una ricerca: tutti gli uomini sono dei ricercatori di qualche cosa. L’amore, che qualifica e riempie la vita dell’uomo, è una ricerca. La vita è qualificata, definita e misurata da ciò che ricerca. Oggi l’uomo più che mai è alla ricerca di cose nuove, di pienezza nuova. L’ansia, che caratterizza l’attività del nostro tempo, non è che una ricerca diventata assorbente, febbrile, sempre più interessante, più feconda, e insieme più problematica, più faticosa e spesso più sconfortata e delusa. Cercare, cercare, è il programma della cultura, della scienza, del lavoro, della politica. Più si trova, e più si cerca. Più si è trovato, più si desidera e si spera trovare. È segno che manca sempre qualche cosa all’uomo, se sempre vuole e deve cercare. Nulla gli basta. Avesse tutto, cercherebbe ancora, perché l’uomo è così: deve crescere, deve conquistare, deve dilatarsi continuamente. Anche se la saggezza lo persuade a «del poco esser contento» (Manzoni) nel possesso di alcuni beni, ciò insegna per disporlo a desiderare e possedere beni superiori, quelli dello spirito, ad esempio.

Ma ora l'Arcivescovo Scola dice: dobbiamo cercare Dio nelle metropoli perchè egli è anonimo e perchè molte persone vivono come se Dio non esistesse. ! Inoltre perché Egli è nascosto. San Paolo, nel suo celebre discorso all’areopago di Atene, deriva la sua argomentazione dal «Dio ignoto» (At 17, 23). Non potremmo, discepoli di Cristo e alunni della Chiesa maestra, pretendere di conoscere già, e quanto!, il nome, il mistero, la realtà del Dio vivente? Sì e no: questo è importante. Dobbiamo essere felici della scienza immensa, luminosa, beatificante che la nostra dottrina religiosa ci offre sull’ineffabile nome di Dio; ma dobbiamo sempre ricordare che è assai più ciò che noi ignoriamo di Dio di ciò che noi di Lui conosciamo. Con la sola nostra mente solo ci possiamo unire a Dio come ad Essere ignoto, e «mentre arriviamo a sapere ciò che Dio non è - c’insegna San Tommaso -, ciò che Egli sia nella sua intima essenza ci resta del tutto sconosciuto» (Contra Gentes, III, 49); e per di più un Concilio Ecumenico (il Lateranense quarto - cfr. Denz.-Sch., 806 - ohm 432) ci ricorda «che fra il Creatore e la creatura non si può stabilire una somiglianza senza avvertire che maggiore è la dissomiglianza». Dio è sempre da cercare; Dio è sempre da scoprire: senza fine è da cercare, perché senza fine è da amare:  "crescendo l’amore, cresca anche la ricerca di Colui che s’è trovato, dice sempre fiammante Sant’Agostino" (Enarr. in Ps. 104, 3; P.L. 37, 1392).

Ma noi, uomini, del Terzo millennio  facciamo opposizione: a che giova cercare Dio? un Dio così nascosto? non basta quel poco che se ne sa, o se ne crede di sapere? non è meglio impegnare il nostro pensiero allo studio di cose più proporzionate alle nostre facoltà conoscitive? la scienza, la psicologia? cioè il mondo e l’uomo? È questa la grande obiezione della mentalità contemporanea, ch’è tutta protesa verso conoscenze razionali e sperimentali, e crede che queste bastino alla ricerca affamata dello spirito umano; anzi crede che occorra decisamente fissare questo limite al pensiero e alla esperienza dell’uomo moderno; e questo si può anche ammettere come criterio metodico applicato ad un determinato impiego della mente umana purché esso non rinchiuda l’orizzonte a più vasta, più profonda e doverosa ricerca; ce lo insegna più volte il Concilio (cfr. Gaudium et spes, nn. 36, 59, 19; Apostolicam actuositatem, n. 7; etc.). Ma questo criterio, che stabilisce l’ambito proprio della ragione naturale, si afferma nella nostra cultura, teorica e pratica, con pretese eccessive, perché erige in dogmi negativi le sue prerogative legittime; e facilmente sbarra il progresso della ricerca, e fa della così detta secolarizzazione un secolarismo, dell’attività laica un laicismo, della scienza critica e positiva una demitizzazione sistematica e un neo-positivismo con tendenze puramente fenomenologiche (cfr. lo strutturalismo), dello studio profano un’aggressiva desacralizzazione; cioè tende a ridurre l’area della cultura entro i confini delle possibilità utili e pratiche, a togliere da ogni campo del sapere e dell’azione dell’uomo il pensiero di Dio, a chiudere gli occhi sul mistero della sua incombente e insopprimibile Realtà, a fiaccare lo sforzo «religioso», a impedire il processo ascensionale dello spirito e a placare le native e profonde aspirazioni dell’uomo con inadeguate risposte, limitandogli l’orizzonte alle cose esterne e sensibili, al livello pur degno, ma chiuso e insufficiente dei beni temporali, illudendolo così con precarie e insufficienti felicità.

Ci si dimentica che l’uomo in tutto il suo essere spirituale, cioè nelle sue supreme facoltà di conoscere e di amare, è correlativo a Dio; è fatto per Lui; e ogni conquista dello spirito umano accresce in lui l’inquietudine, e accende il desiderio di andare oltre, di arrivare all’oceano dell’essere e della vita, alla piena verità, che sola dà la beatitudine. Togliere Dio come termine della ricerca, a cui l’uomo è per natura sua rivolto, significa mortificare l’uomo stesso. La così detta «morte di Dio» si risolve nella morte dell’uomo.
Non è solo Scola  ad affermare una così triste verità. Ecco una testimonianza che è stata lasciata da un coltissimo scrittore d’avanguardia e infelicissimo tipo della cultura moderna (Klaus Mann, figlio di Thomas). Egli scriveva: «Non vi è speranza. Noi intellettuali, traditori o vittime, faremmo bene a riconoscere la nostra situazione come assolutamente disperata. Perché dovremmo farci delle illusioni? Siamo perduti! siamo vinti! La voce che pronunciò queste parole - prosegue la testimonianza -, una voce un tantino velata, ma pura, armoniosa e stranamente suggestiva, era quella di uno studente di filosofia e di letteratura, con cui mi incontrai per caso nella antica città universitaria di Upsala. Ciò che aveva da dire era interessante, ed era comunque caratteristico: ho sentito analoghe dichiarazioni di intellettuali in ogni punto d’Europa . . . E disse con una voce non più del tutto sicura: Dovremmo abbandonarci alla disperazione assoluta . . .» (Il Ponte, 1949, 1463-1464).Per noi no, non è così. La ricerca non è né arrestata dalle concezioni materialistiche, o agnostiche della mentalità contemporanea, né delusa dalla sua sempre incompleta soddisfazione. Per noi è sempre doverosa e fruttuosa. La ragione, sorretta dalla fede, e la fede dalla grazia, camminano senza posa verso il Dio invisibile (cfr. S. Agostino, De videndo Deo, Ep. 147; P.L. 33, 596 ss.); e questo cammino è polarizzato, in tante diverse maniere, verso la meta centrale della nostra vocazione umana e cristiana (cfr. S. Benedetto: si vere Deum quaerit . . . Reg. 58); ed anche in questo continuo e faticoso nostro itinerario verso la Verità, ch’è la Vita, la ricerca ha un suo dinamismo, che la ristora e la rinfranca, per la felicità della incipiente scoperta: «Si cerca Dio - dice ancora S. Agostino - per trovarlo più dolcemente, e lo si trova per cercarlo ancora più avidamente (De Trin. 15, 2; P.L. 42, 1058). Ma come si fa?,  Il discorso si fa ancora più difficile e più lungo! Ci si potrà forse ritornare; ma non adesso.  Pensiamo  a Dio che nelle metropoli è anonimo.  Strano questo richiamo calato nel movimento .affaccendato e profano della vita moderna; ma sapiente. Pensiamo a Dio! Egli è sempre vicino. Noi ne abbiamo sempre bisogno. L’incontro, conturbante e felice, è sempre possibile: sì, pensiamo a Dio.

martedì 10 settembre 2013

I GIORNALISTI AGUZZINI: PREZZOLATI, PROSTITUTI E VENDUTI


Spesso avrete sentito parlare dei "giornalisti prezzolati". Si tratta di giornalisti che hanno un prezzo, che amano il denaro, il potere e il successo e che non hanno scrupoli. Pennivendoli li chiamava il grande Montanelli pronti a colpire senza pietà  l'avversario indicato dalla Giunta e dal Sindaco, dalla ASL, dall'Ospedale e  soprattutto dalla Polizia. Con questa hanno rapporti eccellenti  anche se la polizia è di destra e il pennivendolo è di sinistra. Insomma il pennivendolo ha il cuore a sinistra ma il portafogli a destra. E' con le varie istituzioni c'è  una sorta di do ut des. La police  gli passa le notize di prima mano (arresti, furti, omicidi, violenze sessuali, prostituzione dilagante e spaccio di cocaina) ma in cambio la Polizia del posto chiede al prostituto venduto di colpire il nemico o l'avversario in maniera implacabile con l'inchiostro in prima pagina. Questi loschi figuri sono abominevoli, abietti schifosi perchè non rispettano la deontologia professionale. Pur di far le scarpe ai loro colleghi sono disposti a tutto: quindi fate attenzione a questi soggetti pericolosi.

 Sono carogne e avvoltoi  in cerca di carcasse umane. Non hanno nè dignità umana  nè rispettabilità. Sono esseri ripugnanti, disgustosi, che fanno solo ribrezzo. Sono abituati a gettare addosso schizzi di fango perchè sono degli sciacalli che non esitano a rovinare l'esistenza  delle persone. La loro malvagità arriva a forme di crudeltà e di ferocia che auguriamo a loro e alla loro generazione una maledizione eterna, una sciagura e un castigo di Dio come recitano e prevedono  alcuni Salmi dell'Antico Testamento(cfr. Il male non è ciò che entra nella bocca di un uomo, il male è ciò che ne esce per gente spregiudicata, spregevole e infame come loro.