sabato 7 settembre 2013

A SAN PIETRO 70 MILA FEDELI PER LA PACE IN SIRIA E IL DIGIUNO


Raccoglimento e preghiera - Le persone presenti hanno seguito in raccoglimento la funzione. Tra i presenti numerose famiglie con passeggini e bambini piccoli. Tanti anche gli stranieri fra i quali diversi turisti che hanno preso posto tra le sedie disposte nella piazza. Alla veglia hanno partecipato anche alcuni cittadini siriani, che avevano portato una bandiera della Siria, due dei quali sono stati identificati per dei regolari controlli. Rigide le misure di sicurezza che non hanno consentito l'entrata nella piazza con bandiere dalle aste troppo grandi. Un gruppo di una decina di musulmani ha recitato il Corano ai margini della piazza, all'esterno delle transenne, unendosi così alla preghiera.
Papa: Francesco: fraternità reale non solo a parole - La pace richiede che la ''fraternità'', l'essere degli uomini una ''unica famiglia'' si manifesti in ''relazioni'' di ''bontà'', ''segnate da una fraternità reale non solo proclamata a parole'', ha detto il Papa nella meditazione della veglia, invitandovi tutti i cattolici, i cristiani, i credenti di altre religioni e gli uomini di buona volontà. ''In ogni guerra facciamo rinascere Caino, noi tutti, e anche oggi continuiamo questa storia di scontro tra fratelli, alziamo la mano contro chi è nostro fratello'', ha detto ancora il Pontefice aggiungendo che gli idoli del potere portano ''violenza, indifferenza, conflitto''. ''Abbiamo perfezionato le nostre armi, la nostra coscienza si è addormentata, abbiamo reso più sottili le ragioni per giustificarci e come se fosse una cosa normale continuiamo a seminare distruzione, dolore, morte''. ''Finisca il rumore delle armi''. ''No lo scontro, ma l'incontro''. E con Paolo VI diciamo ''pace si afferma solo con la pace, non disgiunta dai doveri della giustizia. Perdono, dialogo, riconciliazione, sono le parole della pace: nell'amata Nazione siriana, nel Medio oriente, in tutto il mondo'', ha continuato il Papa incitando: ''Lavoriamo per la pace, diventiamo tutti, in ogni ambiente, uomini e donne di riconciliazione e di pace''.
Presenti politici e ambasciatori - Ministri, ambasciatori, parlamentari e leader di movimenti cattolici hanno voluto essere presenti in piazza San Pietro. Tra gli altri, il ministro della Difesa Mario Mauro, la presidente della Camera Laura Boldrini, il sindaco di Roma Ignazio Marino, diversi parlamentari (Casini, Schirò, Gitti, Marazziti, Amerio), diversi leader di movimenti e associazioni cattoliche (Miano di Azione cattolica, Riccardi di sant'Egidio, Martinez di Rinnovamento nello spirito). Presenti, ancora, ambasciatori di diversi paesi accreditati presso la Santa Sede (Slovacchia, Portogallo, Colombia, Messico, El Salvdor, Bosnia ed Erzegovina, Perù, Argentina, Principato di Monaco, Iraq, Unione europea, Polonia, Benin, Cile, Brasile, Libano, Austria, Nicaragua, Paraguary e Croazia).
 
 

Il tweet del Papa - "La pace è un bene che supera ogni barriera, perché è un bene di tutta l'umanità". Con questo tweet diffuso attraverso l'account @Pontifex, e con un altro che contiene l'invito ai giovani a unirsi a lui nella preghiera, Papa Francesco era tornato a sollecitare l'impegno per la pace in Siria. Jorge Mario Bergoglio, domenica scorsa all'Angelus, ha invitato - "nel modo che riterranno più opportuno" - anche "i fratelli cristiani non cattolici, gli appartenenti alle altre Religioni e gli uomini di buona volontà".
Aderiscono anche i laici - Numerose le adesioni: diocesi italiane, a partire quella romana del cardinale Agostino Vallini, associazioni e movimenti cattolici (Azione cattolica, comunità di Sant'Egidio, Comunione e liberazione, focolarini), ordini religiosi (a partire da gesuiti, francescani e salesiani). Hanno aderito, a distanza, episcopati, missionari e fedeli di Europa, Africa, Asia, Stati Uniti, Australia. Un evento dal sapore ecumenico e interreligioso che indispone, sintomaticamente, gli ultratradizionalisti: "Ciò che lascia molto sorpresi è che Papa Francesco sembri escludere l'adorazione eucaristica, per pregare insieme ai rappresentanti di altre religioni, così da non 'disturbare' i membri di altri culti.

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