domenica 13 ottobre 2013

MENTRE A ROMA RUBANO I NOSTRI 2 MARO' SONO PRIGIONIERI DA 18 MESI







A Nuova Delhi  i tre Ministri indiani degli Esteri,della Giustizia e degli Interni, si stanno adoperando, in collaborazione con la Polizia Investigativa Nia, affinché si trovi una soluzione al caso dei militari italiani Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.
I due Marò, come ricordiamo, sono stati arrestati in India il 18 febbraio 2012 con l'accusa di aver ucciso, durante l'operazione di sicurezza della nave Enrica Lexie, due pescatori della zona. Da quel momento hanno fatto rientro in Italia solo per un breve periodo, nel febbraio 2013, per poi essere ritrasferiti a Nuova Delhi a marzo.
Staffan De Mistura, inviato del governo italiano, affermando di voler rimandare la sua partenza dal paese affinché venga fatta pressione e si giunga ad una svolta, ha dichiarato : "Al momento, grazie anche alla nostra azione, vedo degli spiragli positivi."
Essenziali però, per la risoluzione del caso, sarebbero le dichiarazioni degli altri quattro componenti del team di Girone e Latorre. Ma, come lo stesso De Mistura tiene a precisare,pur essendo pienamente a disposizione,le testimonianze di Alessandro Conte,Massimo Andronico,Renato Voglino e Antonio Fontana, saranno rilasciate esclusivamente in Italia e, quindi, le autorità indiane dovranno  procedere in altra maniera.                                         

Le prove a disposizione della Nia, secondo l'inviato italiano, non sarebbero sufficienti per presentare capi di imputazione contro i due fucilieri di marina e questo fa pensare, inevitabilmente, ad un passo avanti nelle indagini.I due marò detenuti in india non si meritano questa italia. E’ di poche ore fa, infatti, la notizia riportata dal “The times of India” ed ignorata dalla stampa Italiana, dove di evidenzia che il caso dei due fucilieri di marina si ncomplica ulteriormente. L’Italia – riporta il giornale – ha rifiutato di mandare quattro marines come testimoni a discarico India, la loro versione dei fatti, potrebbe alleggerire se non scagionare del tutto i nostri militari accusati di un omicidio non commesso. Le autorità indiane a loro volta si sono rifiutate venire in Italia in Italia per interrogare i marines testimoni, oppure di esperire l’interrogatorio tramite video-conferenza. Nel frattempo, l’India non ha nemmeno chiesto un tribunale speciale per processare i marines.
Mercoledì scorso, – riporta sempre il quotidiano indiano – il delegato del ministero italiano, Steffan de Mistura, ha incontrato il ministro degli Esteri Salman Khurshid per esprimere preoccupazione per il ritardo nel processo. De Mistura ha dichiarato ai giornalisti: “E ‘una questione emotiva. C’erano un sacco di tensioni psicologiche e politiche, anche quando i due marines sono stati spediti in India. Sarà difficile spiegare che, non solo i due marines sono qui, ma gli altri quattro dovranno essere inviati. Queste sono le forze speciali che svolgono funzioni delicate… sono sulle navi al momento per combattere la pirateria”. Sarà, ma quattro unità si sostituiscono, molto velocemente, basta un ordine di servizio.
“Abbiamo dato all’India tre opzioni. Vogliamo cooperare con l’India, ma non invieremo gli altri quattro marines in India. Abbiamo proposto che una delegazione possa venire in Italia, o possano parlare con loro tramite video-conferenza, o un questionario può essere inviato. “I militari italiani sono chiamati a sostenere un processo per l’uccisione di due pescatori indiani al largo della costa del Kerala, nel febbraio 2012.
De Mistura ha detto: “Siamo stati in attesa per due mesi per l’annuncio di un processo. La velocità è importante per noi.” Due dei marines accusati alloggiano all’Ambasciata italiana qui. India aveva promesso di annunciare un tribunale speciale per provarli, ma ha trascinato i suoi piedi sulla questione.

                                       

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