venerdì 18 ottobre 2013

CHOC IN CASA AGNELLI. LAPO ELKANN VIOLENTATO IN COLLEGIO A 13 ANNI


Alla fine Lapo Elkann, il rampollo "turbolento" di casa Agnelli che frequentava travestiti e consumava cocaina si libera di un peso. "È il momento di dire la verità: dai 13 anni, in collegio, ho vissuto cose brutte. Parlo di abusi fisici. Sessuali. Non ne ho mai parlato perché voglio che questa storia serva a qualcuno. Sto pensando a una fondazione". Quella affidata alle pagine del Fatto Quotidiano è un a rivelazione dura e coraggiosa. Elkann si racconta a 360 gradi, si apre e delinea le brutte esperienze che gli hanno condizionato la vita.
"Il mio migliore amico si è tolto la vita" - "Da quando ho compiuto 13 anni ho vissuto cose dolorose che poi mi hanno creato grosse difficoltà nella vita", spiega Lapo. "Cose capitate a me e ad altri ragazzi. Parlo di abusi fisici, sessuali. Mi è accaduto, li ho subiti. Altre persone che hanno subito cose simili non sono riuscite ad affrontarle. Il mio migliore amico, che era in collegio con me per quasi 10 anni e ha vissuto quello che ho vissuto io, si è ammazzato un anno e mezzo fa". Ora, aggiunge Elkann, "voglio aiutare chi ha passato quello che ho passato io. Parlare è giusto, ma facendo qualcosa di utile, di positivo". Per questo Lapo sta pensando di aprire una "fondazione", "fare qualcosa di utile".
"Fatto un enorme lavoro su me stesso" - Per affrontare un trauma simile - spiega - "ho dovuto fare un enorme lavoro su me stesso, anche vedere cose che non avevo voglia di vedere. Non nasconderle più. Non nascondermi. Ho dovuto essere sincero con me stesso e con gli altri. Anche perché - aggiunge - quando si ammazza il tuo miglior amico ti metti in discussione. Ti fai delle domande. Avrei potuto fare qualcosa? Stargli più vicino? Me lo sono chiesto anche quando è morto mio zio Edoardo".
"Mi manca Edoardo" - Un dolore ancora vivo. "A mio zio penso molto spesso. Mi manca. Mi mancano anche tutti gli altri: mio nonno, Giovannino, Umberto, mio cugino Filippo, che se ne è appena andato. Tutti. Però Edoardo era una persona speciale. Atipica. Che ha vissuto una vita estremamente travagliata. Certe cose dure che ha vissuto, oggi le capisco ancora meglio di ieri. E ho sempre un gran dolore nel pensare che si sarebbe potuto fare di più". Oggi Lapo si sente un uomo più risolto, libero di sentirsi diverso. Il mito del nonno, Gianni Agnelli, l'Avvocato, non lo ha abbandonato, ma non lo assilla più. A un certo punto - racconta - "ho capito che il nonno era il nonno e io sono io. Oggi non ho più nessuna voglia di essere come lui, il che non vuol dire che non lo rispetti. Però io sono diverso".
"Francesco è fantastico, modeerno, umano" - Nell'intervista c'è spazio anche per una riflessione sull'Italia, un Paese in cui "i problemi ci sono, ma anche i segnali positivi". Per esempio il Papa, il cui "schema" - suggerisce Elkann - dovrebbe essere "replicato in politica". Francesco, secondo l'imprenditore, "è fantastico, moderno, umano". "E anche se il Vaticano non è l'Italia - aggiunge - la sua influenza si sente parecchio. L'Italia soffre, ma non è sconfitta. Solo che dovremmo evitare di prenderci a schiaffi da soli. C'è un enorme potenziale inespresso".
"Berlusconi? L'ho votato, non lo voto più" - Quanto alla politica, Elkann non nasconde di aver votato, nel lontano 1994, il nuovo che avanzava, Silvio Berlusconi. Poi però - spiega - "molto di quel che era stato promesso non è stato fatto, e io non l'ho votato più. Come imprenditore e italiano il mio scopo non è dimenticarmi delle tasse. Guadagno e sono contento di pagarle". Detto questo, "Berlusconi non mi sta affatto sulle palle", pur non essendo "un mio amico [...]. Non partecipo al tiro al bersaglio. Qui da sempre prima si fa un applauso, poi si prepara il plotone di esecuzione. Troppo comodo".
"Il futuro? Renzi" - Al contrario, per Elkann se non Grillo il futuro potrebbe essere quello proposto da Renzi. "Non ho mai parlato male di Renzi", dice. "Mi pare uno che si comporta nello stesso modo che abbia davanti un cameriere o il presidente della Repubblica. Un atteggiamento che mi piace. Troppo facile giocare a fare il duro con chi lavora per te, meno semplice farlo con chi ha più capacità, intelligenza o palle di te".

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