lunedì 21 ottobre 2013

DON SALVATORE, VINCENZO E FAUSTO: TRE AMICI PATERNO'


                                                                Salvatore Ligresti

Si estende anche ai revisori il fronte degli indagati sul “buco” di oltre 600 milioni di euro occultato nel bilancio 2010 di Fondiaria SAI, all’epoca sotto il controllo della famiglia Ligresti.
Le indagini proseguono seguendo gli anelli della catena di controllo e si estendono, così, anche ai certificatori del bilancio: si tratta del responsabile della revisione, Ambrogio Virgilio, socio della «Reconta Ernst & Young S.p.A.», nonché di Riccardo Ottaviani, attuario revisore. L’accusa per entrambi è di concorso in falso in bilancio aggravato; pertanto, diventano 20 i soggetti (persone fisiche ed enti) coinvolti nel caso.
L’ipotesi investigativa è quella di aver concorso alla falsificazione del bilancio del 2010, certificandone rispettivamente, sia la correttezza delle poste sia la congruità delle riserve, con l’aggravante di aver recato, a non meno di 12.000 risparmiatori, un danno pari a 251 milioni di euro. 
In ogni caso, i revisori non avrebbero impedito l’evento, esprimendo un giudizio di conformità del bilancio alle norme che ne disciplinano i criteri di redazione ed evidenziando, in particolare, che lo stesso rappresentava in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria, nonché il risultato economico di Fondiaria SAI. Al riguardo, avrebbero anche certificato la congruità delle riserve tecniche.
Salgono così a venti, tra persone fisiche ed enti, i soggetti coinvolti nell'inchiesta che lo scorso luglio ha portato, tra gli altri, all'arresto di Salvatore Ligresti )originario di Paternò e ad indagare, fra gli altri, l'avvocato paternese Vincenzo La Russa (ex CCD) residente a Milano il quale nonostante fosse consigliere d'amministrazione della FONSAI ha percepito dalla stessa la ragguardevole e significativa somma di  561  mila euro solo nel 2011. Mentre  i servizi ricevuti da “altre parti correlate” ammontano a 5,6 milioni di euro: il bilancio di Fonsai ricorda gli 1,42 milioni riservati a Fausto Rapisarda (anch'egli originario di Paterno')  gli 0,6 milioni allo studio d’Urso Gatti e Bianchi (studio dell’avvocato Carlo d’Urso), gli 0,35 milioni a Geronimo La Russa, consigliere di Premafin. Ammontano a quasi 31 milioni di euro i compensi corrisposti nel 2011 al consiglio d’amministrazione e ai dirigenti strategici da Fondiaria Sai (Fonsai), la compagnia assicurativa della famiglia Ligresti che ha chiuso l’esercizio con una perdita di 1,03 miliardi di euro (2,4 miliardi il rosso accumulato nell’ultimo triennio) e che si appresta a varare la seconda ricapitalizzazione in meno di un anno.
I tre figli del presidente onorario Salvatore Ligresti hanno ricevuto complessivamente quasi 5,5 milioni: 2,51 alla presidente Jonella, 2,14 al vicepresidente Paolo e 837 mila all’ex vicepresidente Giulia che riceverà un compenso, al momento non ancora noto, come presidente Premafin (lo scorso anno pari a 2,12 milioni).
SUPER LIQUIDAZIONE PER MARCHIONNI. La parte del leone, secondo la relazione sulla remunerazione della compagnia, l’ha fatta però l’ex amministratore delegato Fausto Marchionni, uomo di fiducia della famiglia Ligresti dimessosi all’inizio del 2011: a lui sono andati 11,4 milioni di euro di cui 10,5 milioni come buonuscita. Marchionni per un mese da direttore generale (gennaio 2011) ha percepito 626 mila euro, cifra vicina a quanto ricevuto per sette mesi di lavoro dal neo direttore generale Piergiorgio Peluso (661 mila euro), arrivato nel gruppo a giugno 2011.
Sopra i due milioni di euro si attestano anche gli stipendi del vicepresidente Antonio Talarico (2,2 milioni) e dell’amministratore delegato e direttore generale Emanuele Erbetta (2,26 milioni).
L’AVVOCATO D’URSO, IL CONSULENTE PIÙ PAGATO. Grazie a 1,85 milioni di consulenze professionali porta a casa 1,907 milioni il consigliere e avvocato Carlo d’Urso (che ora ha deciso di rinunciare al borad della compagnia per quello di Banca Leonardo). Il vicepresidente Massimo Pini, a cui i Ligresti hanno da sempre delegato i rapporti con le istituzioni e la politica, incassa 1,15 milioni.
Complessivamente il consiglio d’amministrazione è costato 25,7 milioni di euro a cui si aggiungono 5,2 milioni di euro riservati ai dirigenti strategici, per un costo complessivo di 30,9 milioni.Gli inquirenti
                                             Vincenzo La Russa (fratello del più noto Ignazio)

ipotizzano che i revisori abbiano concorso alla falsificazione del bilancio del 2010, certificandone rispettivamente sia la correttezza delle poste sia la congruità delle riserve. Con l'aggravante di aver recato, a non meno di 12 mila risparmiatori, un danno pari a 251 milioni di euro.
Oggi sono stati notificati anche i provvedimenti di chiusura delle indagini nei confronti dei membri del collegio sindacale della compagnia assicurativa - il presidente Benito Giovanni Marino e i sindaci titolari Marco Spadacini e Antonino D'Ambrosio - colpiti da avviso di garanzia lo scorso 24 luglio per avere concorso al falso in bilancio aggravato e alla manipolazione del mercato.
"Si tratta - si legge nel comunicato - del responsabile della revisione, Ambrogio Virgilio, socio della 'Reconta Ernst & Young S.p.A.', nonché di Riccardo Ottaviani, attuario revisore. Pertanto, diventano 20 i soggetti (persone fisiche ed enti) coinvolti nel caso".

"L'ipotesi investigativa - scrive la Gdf di Torino - è quella di aver concorso, unitamente agli altri soggetti penalmente responsabili nella vicenda, alla falsificazione del bilancio del 2010, certificandone rispettivamente, sia la correttezza delle poste sia la congruità delle riserve, con l'aggravante di aver recato, a non meno di 12.000 risparmiatori, un danno pari a 251 milioni di euro".
"In ogni caso, i revisori non avrebbero impedito l"evento, esprimendo un giudizio di conformità del bilancio".
La nota si conclude aggiungendo che, sempre oggi, "sono stati notificati anche i provvedimenti di chiusura delle indagini nei confronti dei membri del collegio sindacale della compagnia assicurativa (Benito Giovanni Marino, quale presidente, Marco Spadacini e Antonino D'Ambrosio, sindaci titolari)".
Nell'ambito di questa inchiesta il 15 ottobre scorso il gip di Torino aveva accolto la richiesta di processo immediato per Salvatore Ligresti, la figlia Jonella e tre ex manager di Fonsai. La prima udienza è fissata il prossimo 4 dicembre.
Lo scorso 17 luglio, i Ligresti - compresa l'altra figlia Giulia, che ha già patteggiato una pena a 2 anni e otto mesi di reclusione - e gli ex manager sono stati arrestati con le ipotesi di reato di falso in bilancio aggravato e aggiotaggio.
                                           


                                                                 Fausto Rapisarda

Un mandato d'arresto è stato spiccato anche per il terzo figlio di Ligresti, Paolo, che però è ancora libero perché cittadino svizzero e che resta fuori dal rito immediato. Fonti gudiziarie riferiscono che la procura sta valutando per lui la notifica dell'avviso di chiusura indagini.Si riducono a 0,25 milioni le consulenze tecnico-immobiliari pagate a Salvatore Ligresti, presidente onorario del gruppo, dopo che all’inizio dell’anno la compagnia assicurativa ha deciso di interrompere il rapporto con il consulente “d’oro” (40 milioni nel periodo 2003-2010). Il presidente onorario di Fonsai arrotonda con i 120 mila euro della So.ge.pi, società appartenente alla galassia della famiglia siciliana. Fonsai ha pagato 200 mila euro all’avvocato Barbara De Marchi, moglie di Paolo Ligresti, mentre ammontano a 320 mila euro le spese corrisposte a Gilli per servizi di marketing e acquisto omaggistica.

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