giovedì 22 agosto 2013

UNA STRATEGIA PER RILANCIARE L'ORA DI RELIGIONE A MILANO










 Fra 15 giorni terminerà l'anno scolastico 2012-13  e la Chiesa di Milano dovrà fare un bilancio sull'ora di religione cattolica ( che è grave e preoccupante) con i suoi  2.200 docenti che insegnano religione cattolica nelle Scuole nell'Arcidiocesi di Milano (diretta da Sua Eminenza il cardinale Angelo Scola) con il Vicario Episcopale per l'Educazione don Pierantonio Tremolada e il direttore del Servizio Insegnamento della Religione don Michele Di Tolve. Ci auguriamo vivamente che se ne occupi anche il delfino di Tettamanzi,  il Vicario Generale mons. Mario Delpini, che deve la porpora viola al vescovo Dionigi.   Prima delle vacanze Depini  incontri i docenti, parli con loro, ascolti le loro ragioni, e dialoghi proficuamente con tutti i presenti. Non stia sempre chiuso dentro il Palazzo dell'Arcivescovado: si apra al confronto, al dibattito con i docenti, e sicuramente sarà rinfrancato, e questo incontro gli gioverà nelle sue riflessioni personali. Ricordiamo alcuni numeri perché si discuta anche sulla situazione degli avvalentisi. In Italia -afferma la Conferenza Episcopale Italiana- il 90%  fa religione a scuola. Su 9 milioni di studenti un milione non si avvale. E' un dato quindi confortante e rassicurante. Tuttavia, nella Diocesi di Milano, coloro che non fanno religione a scuola sono quasi 100 mila studenti e studentesse anche se Di Tolve qui mente sui dati dicendo che ha recuperato 3-4000 studenti. Sia onesto intellettualmente, titi fuori i dati, i numeri, scuola per scuola solo cosi potremo credergli.  Inoltre abbiamo centinaia di classi di religione accorpate (anche se la legge lo vieta. Perché don Di Tolve non si attiva con il Dirigente scolastico regionale della Lombardia e con il dirigente provinciale dell'Ufficio scolastico e non chiede che i Dirigenti scolastici rispettino le norme vigenti?), e centinaia di classi che in blocco non fanno religione, cioè su 28 studenti iscritti nessuno si avvale dell'insegnamento religioso a scuola. Poi ci sono le cosiddette classi articolate di cui non sappiamo con certezza il numero. Nelle scuole serali nessun studente si avvale. Fino a qualche anno fa, quando insegnavo al serale, moltissimi studenti si avvalevano. Ora, negli Istituti serali della diocesi, nessuno fa religione. Andiamo avanti: gli Istituti Professionali della città sono decimati, gli Istituti tecnici hanno classi con pochissimi studenti, a volte uno, a volte due, a volte tre. Le cause: la secolarizzazione, la scristianizzazione e il neopaganesimo. Tantissimi giovani sono edonisti, molti sono consumisti e altri ancora materialisti. E tali valori sono antitetici ai valori spirituali e religiosi. Alcuni giovani sono opportunisti e preferiscono fare un'ora di meno a scuola. Poi abbiamo alcuni docenti di altre discipline che in maniera scorretta fanno pubblicità negativa all'ora di religione cattolica: sono i soliti laicisti, anticlericali, scientisti, neopositivisti e nichilisti. Che approfittano anche dell'ora di biologia, di filosofia, di letteratura, e di storia per parlare male della Chiesa e del Cristianesimo. Assieme a questi docenti purtroppo dobbiamo annoverare alcuni Dirigenti scolastici politicizzati e sindacalizzati che sono ostili all'ora di religione cattolica e ai loro docenti. Inoltre abbiamo i docenti di religione cattolica. Moltissimi sono preparati culturalmente, professionisti della cultura religiosa, che possiedono abilità didattico-pedagogiche e sono la maggioranza. A questi docenti guardiamo con fiducia e speranza perché sono il futuro della Chiesa ambrosiana. C'è, infine, una minoranza esigua di docenti che nelle classi non svolge il proprio lavoro con rigore e dignità professionale. Mi riferisco a pochi casi, ma ci sono e vanno evidenziati. Ci sono quelli che tutto l'anno scolastico portano gli studenti a vedere film di ogni genere pur di non fare lezione in classe. Ci sono docenti che intrattengono gli alunni su tutto (musica, droga, sport ecc.). Ci sono docenti che fanno svolgere ai ragazzi i compiti dell'ora successiva, altri che leggono il quotidiano, altri che sono stanchi e demotivati. Altri ancora che fanno studiare gli studenti i testi del loro movimento ecclesiale e del loro fondatore per un intero anno scolastico. Infine segnalo un caso da psichiatria molto grave. Tutti gli anni nelle mie classi prime liceali al Vittorio Veneto su 25 studenti iscritti 10 non facevano religione. E poiché la scuola media inferiore era la stessa e la docente pure mi sono incuriosito. Ho chiesto ai ragazzi perché non si fossero iscritti all'ora di religione. Risposta: "La professoressa alle medie non faceva lezione. Accendeva un registratore e noi per 50 minuti dovevamo stare zitti e ascoltare le sue lezioni registrate. Questo per tutto l'anno. (sic!) Da allora non vogliamo più sapere nulla dell'ora di religione". Poveri ragazzi chi li ripagherà mai da questo comportamento abnorme? Altri che non preparano la programmazione, o se la preparano, non la attuano. Vorrei ricordare pacatamente, a questo riguardo, che nella scuola sono in vigore i programmi ministeriali del 1987 e sono legge dello Stato! In questo modo tali docenti non trasmettono cultura religiosa e non formano moralmente le nuove generazioni. Essi infatti erogano un insegnamento di basso profilo, e non già di qualità. Educare deriva dal verbo latino ex-educere (condurre, guidare) cioè sviluppare le facoltà intellettuali dei giovani e allevare. Ora, come fanno costoro a ritenersi educatori, se fanno tutt'altro in classe? Va anche detto, per amore della verità, ( don Di Tolve, don Tremolada e mons. Delpini non lo sanno ma noi glielo ricordiamo) che in talune scuole alcuni docenti sono vittime del mobbing orizzontale e verticale. Ci sono docenti vittime di soprusi, angherie e prepotenze varie. Cioè, subiscono tutta una serie di violenze psicologiche il cui obiettivo è il trasferimento ad altra scuola. Fino a quando non arriva un docente gradito e allineato. Per questo fine, in certe scuole, alcuni docenti scrivono lettere, raccolgono firme, le inviano in Curia, ricorrono sistematicamente alla denigrazione e alla calunnia, controllano il docente nei ritardi e nelle assenze, gli rendono la vita difficile, gli svuotano le classi. L'importante è delegittimare il docente fino a quando la sua immagine è distrutta. Poi il docente cede, e spesso si ammala. Questo è il mobbing orizzontale. Poi c'è quello verticale attuato dai dirigenti scolastici. Qui ha (anzi avrebbe) ragione don Di Tolve a scrivere che bisogna avere buone relazioni col proprio Dirigente. Ma ci domandiamo non senza stupore e non senza meraviglia: quando il Dirigente scolastico (nonostante 4.000 euro di stipendio mensile) ti ignora, ti scansa, ti prende di mira, ti applica sanzioni disciplinari, ammonizioni scritte perché è prevenuto o pieno di pregiudizi, tu cosa devi fare? Suggerisco a don Di Tolve di invitare un'equipe medica della Clinica del Lavoro per parlare del mobbing a scuola affinchè tutti la possano conoscere. Forse, anche questa realtà che ora viene ignorata (ma in Italia le vittime del mobbing sono 1 milione e 500 mila) dal Direttore del servizio Insegnamento della Religione, verrebbe presa in considerazione anche dalla Curia milanese. Non si può credere ciecamente in quello che dicono i Dirigenti scolastici. Bisognerebbe fare il confronto fra loro e i docenti oppure sentire tutte e due le campane e fare sempre un attento discernimento. Ma dall'epoca di Mons. Giovanni Giavini (predecessore di don Di Tolve ndr) quello che dice il Dirigente scolastico è sempre oro colato. Sempre. Cosi i nostri docenti vengono umiliati e offesi doppiamente. Perchè vittime di denigrazioni e di calunnie prima, e perché subiscono l'allontanamento poi. Che il mobbing esista nella scuola lo scrivono nei loro siti web anche i sindacati nazionali della CGIL scuola, UIL scuola, CISL scuola, UGL scuola, GILDA. Tutti dedicano intere pagine sul mobbing a scuola. Perché la Curia di Milano non dedica una riga su questo fenomeno? Misteri della fede. Speriamo che il Cardinale spieghi a costoro cosa sia il mobbing! Concludo. A Milano se il trand negativo dell'ora di religione cattolica, non dovesse cambiare ( come fa don Di Tolve a dire pubblicamente che ha recuperato 3 mila non avvalentisi?) quella che sarà la classe dirigente del futuro resterà deprivata culturalmente. Ignorerà i contenuti della Bibbia, di Gesù Cristo, della Chiesa, delle Chiese, di Dio, il confronto con le altre confessioni religiose, di fede- scienza, fede -cultura, e fede filosofia, della morale cattolica, della Dottrina sociale della Chiesa. E il fallimento educativo sarà incontrovertibile. Perciò è necessaria la formazione. Ed è impensabile che su 2200 docenti di religione cattolica al Convegno di Triuggio ne vadano solo 40. E le settimane estive vengano annullate per mancanza di adesioni. Ci sono docenti che sono giustificati perchè hanno gravi e comprovati motivi di famiglia, ma altri, per esempio se ne vanno a Varazze a riposarsi e a godersi la seconda casa salvo poi chiedere due ore eccedenti alla Curia per pagarsi il fine settimana come in un liceo acacnto alla stazione ferroviaria. L'aggiornamento didattico nella nostra società multietnica, multiculturale e multireligiosa, nell'era della globalizzazione, si impone ed è necessario. Nessuno può chiamarsi fuori. Nè va della cultura religiosa che i nostri giovani devono acquisire per avere un'adeguata formazione culturale.
All'Arcivescovo Scola  dico: non trascurare i giovani, essi sono il futuro della Chiesa. Tu parli sempre di società plurale e postindustriale ma occupiamoci adesso dei giovani. L'azione cattolica è semi vuota e solo i movimenti ecclesiali hanno tante adesioni.

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