venerdì 23 agosto 2013

DON CARRON UN PRETE CHE NON AMA IL POTERE, IL SUCCESSO E IL DENARO


Don Julian Carron, 63 anni, prete spagnolo, teologo e biblista, leader di Comunione e Liberazione, lo scorso anno,  ha preso carta e penna e ha scritto al quotidiano La Repubblica una lettera pubblica per esprimere il suo indicibile dolore nel vedere esponenti di CL che nelle loro vite mettono in primo piano valori edonistici e materialistici quali denaro, potere e successo; valori che danneggiano il movimento e la memoria di don Giussani. Tutto ciò anche se CL - afferma don Carron - non ha mai dato vita a veri e propri sistemi di potere ed è un movimento storicamente estraneo a qualunque tipo di malversazione
Don Julian chiede sinceramente perdono se qualche esponente del movimento ha recato danno alla memoria di don Giussani con la sua superficialità, ma dice anche che ciascuno potrà giudicare se, tra tanti sbagli, il movimento è riuscito a dare un qualche contributo al bene comune. Don Julian trova comunque parole di conforto e di misericordia per chi è in carcere o chi è sovraesposto in politica: “Soffriamo con coloro che sono alla ribalta dei media, memori della nostra debolezza per non essere stati abbastanza testimoni nei loro confronti”. Infine, conclude don Carron, “spetterà ai giudici determinare se alcuni errori commessi da taluni costituiscano anche reati”.


E’ la prima volta che un leader di Cl scrive una lettera cosi forte agli esponenti del loro movimento ecclesiale. E noi condividiamo le toccanti parole di don Carron, con le quali siamo in sintonia per tante ragioni. La prima: si tratta di un movimento ecclesiale ed è impensabile che al suo interno ci siano persone che aderiscono a valori materialisti ed edonistici. Don Carron ha menzionato lo stile di vita: è vero. La povertà, per esempio, è diventata un optional. Molti hanno dimenticato gli insegnamenti di Gesù Cristo e di san Francesco d’Assisi o altri Santi. Oggi prevale il lusso, lo sfarzo, il denaro e i beni di consumo, mentre milioni di persone muoiono di fame e di sete. In politica non si ricerca il bene comune, ma solo il successo e il potere. Altri invece si macchiano addirittura di reati gravi: concussione, corruzione, associazione per delinquere, riciclaggio, ecc. La gestione della cosa pubblica non è trasparente e finalizzata al bene di tutti e di ciascuno.                                 
Invece molti fanno politica solo per accantonare denaro pubblico, per entrare negli Enti, nelle Asl, nelle Banche e negli assessorati. E’ chiaro che gli insegnamenti di don Giussani non hanno nulla a che vedere con i reati penali che qualche esponente del movimento avrebbe commesso. La quinta: CL ha bisogno di riflettere sulla stagione degli scandali e su un rinnovamento degli uomini che da 30 anni la guidano a Milano e in Lombardia. “C’è bisogno di purificazione”, dice Formigoni. Speriamo che non siano solo belle parole.

Il teologo don Julian Carron, con questa lettera, passerà alla storia del movimento. Ha ripreso tutti, ha serrato le fila, ha dettato la linea e ha chiesto scusa a tutti. Egli fa sul serio e non più disposto a tollerare nel movimento forme di malversazione. Vuole esponenti che siano un esempio per tutti. Vuole persone al di sopra di ogni sospetto. Vuole uomini e donne che non siano sulla bocca di tutti. Che siano alla sequela di don Giussani, ma soprattutto del Vangelo. “Basta con gli scandali - dice don Julian - il nostro movimento si ispira a un santo che non avrebbe mai tollerato questo andazzo!”. Ci vuole una necessaria, opportuna e doverosa rotazione negli incarichi pubblici: ci vuole una classe dirigente nuova e con le mani pulite. Non le stesse facce che hanno deluso il mondo cattolico e i cittadini. Don Carron deve continuare a vigilare e dopo questa lettera deve dare un segnale forte di cambiamento: dalle parole bisogna passare ai fatti.

Lo scorso anno criticai aspramente don Julian. Ora ho rivisto le mie posizioni e devo concludere che aveva visto bene. Tettamanzi Scola e i martiniani si stracciarono le vesti e si indignarono. Don Carron aveva chiesto una classe politica nuova e competente. Ma tutti aggredirono il povero don Julian compreso Scola che quantomeno poteva sospendere il giudizio come gli antichi scettici dell' Antica Grecia.

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