lunedì 14 ottobre 2013

SI ALL'INDULTO E ALL'AMNISTIA PER BERLUSCONI









Se amnistia e indulto saranno legge dovranno essere "applicate a tutti i cittadini", Silvio Berlusconi compreso. Con queste parole il ministro per le riforme Gaetano Quagliariello, intervistato a Radio 24, ha risposto al Guardasigilli Annamaria Cancellieri secondo la quale i provvedimenti di clemenza, verosimilmente, non saranno applicati al Cavaliere. "Credo che la Cancellieri sia stata fraintesa. Nessuno può ritenere che una legge possa non essere applicata solo a un cittadino - ha spiegato -. Sono convinto che una legge debba essere applicata a tutti i cittadini". Quanto alla posizione del Quirinale Quagliariello ha precisato che "Napolitano ha detto che amnistia e indulto è una parte della più generale riforma della giustizia che deve essere messa subito all'ordine del giorno dell'azione di governo".
"Alfano leader o meglio divisi".  "Un grande centrodestra che riesca a vincere nel 2015", in ogni caso, a proposito del Pdl, "meglio due partiti che un litigio permanente, ma speriamo di evitare anche il litigio nello stesso partito". Il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello, rilancia Alfano come leader del centrodestra e lo fa al microfono di Giovanni Minoli a Radio 24. "L'unico leader del centrodestra che può convivere con Berlusconi può essere Alfano se se lo conquista all'esterno. Ce lo ha insegnato Berlusconi, le battaglie non le ha mai fatte dentro il partito, il centrodestra è diventato maggioritario fuori". Quanto alla situazione interna al partito, "ci sono ottimi rapporti personali, ma è tanto tempo che non si parla di politica perchè c'è incomunicabilità, è questa è venuta fuori nell'ultimo periodo. Francamente una linea basata sulle dimissioni in massa dei parlamentari, dimissioni dei ministri, non mi è parsa una linea politica".
"Mai tradito Berlusconi"                   

Io, non mi sono mai sentito traditore di Berlusconi" ha sottolineato Quagliariello. Quanto all'attacco del Cavaliere che ha rivelato di non aver potuto scegliere lui i ministri del governo delle larghe intese, ad eccezione di Alfano, il ministro delle Riforme ha puntualizzato che lo stesso Berlusconi "ha smentito questa frase" e del resto "io ho saputo di diventare ministro non da Napolitano ma da Berlusconi".
Il giorno della fiduciaTornando al giorno della fiducia al governo Letta, durante il quale, "ci sono stati degli elementi di dramma effettivi", Quagliariello ha spiegato di "essersi dimesso dal governo e basta, non ho mai detto che ci sarebbe stato un nuovo gruppo parlamentare, ma se si fosse votato in modo diverso i gruppi sarebbero stati obbligatori". Berlusconi, ha concluso, "deve continuare la sua battaglia per stato diritto e per la giustizia da qualunque posizione si trovi. E' finito un ventennio? È un giudizio che devono dare gli storici".

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