Il consigliere comunale di Torino, Alberto Musy, candidato sindaco alle
ultime elezioni amministrative, è stato raggiunto dopo le 8 del mattino
del 21 marzo 2012 da tre proiettili davanti al portone di casa da un uomo che indossava un
casco bianco. Oggi dopo un coma durato diversi mesi è morto. Il capogruppo dell’Udc è stato ferito da due proiettili
al braccio destro e un terzo ha colpito la spalla sinistra. Musy aveva
da poco accompagnato i quattro figli a scuola quando è rientrato a casa
perché aveva dimenticato l’iPad. Secondo la testimonianza della moglie,
Angelica D’Auvare, le sue parole prima di svenire sono state: “Ange, mi
hanno seguito…”. Musy è stato trasportato d’urgenza all’ospedale
Molinette per un ematoma cerebrale successivamente i medici hanno fatto
sapere che l’uomo si trova in prognosi riservata ma è fuori pericolo.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti una persona avrebbe citofonato alle 8.30 a un vicino di Musy in via Barbaroux per farsi aprire con la scusa di dover consegnare un pacco. L’aggressore una volta dentro il cortile dello stabile ha atteso l’arrivo di Musy e ha scaricato cinque colpi di un P38 in direzione dello stesso. La moglie del consigliere comunale si trovava nella sua abitazione al quarto piano sentendo le urla del marito è corsa prontamente a prestargli i primi soccorsi poi è arrivato un vicino che agli inquirenti ha fornito un identikit sull’aggressore: “un uomo tra i 40 e i 45 anni”. Per le forze dell’ordine l’agguato rimane un mistero visto che Musy non ha mai ricevuto minacce.
Alberto Musy era molto stimato per la pacatezza dei toni che sono il suo stile anche in politica. Un'esperienza nella quale si era tuffato nella primavera scorsa, accettando l'invito a candidarsi sindaco, pur sapendo di avere la strada sbarrata da Piero Fassino, cavallo vincente del centrosinistra, e Michele Coppola, schierato dall'asse Pdl-Lega Nord.
Avvocato, docente di diritto privato comparato, aveva 46 anni, era sposato e lascia quattro figlie di cui la piu' piccola ha tre anni.
Nella sua attivita' professionale si occupava, tra l'altro, di cause di lavoro. Aveva conosciuto la moglie, Angelica Corporandi D'Auvare, durante la campagna elettorale del Partito Liberale. Musy insegnava all'Universita' del Piemonte Orientale, ma e' stato docente anche a Montreal, New York e Tel Aviv. L'anno scorso, dopo la rinuncia a candidarsi per i centrosinistra di Francesco Profumo, Udc, Fli e Api avevano puntato proprio su Musy, un candidato della societa' civile con l'obiettivo di inserirsi nella lotta tra centrodestra e centrosinistra, cercare di convincere gli indecisi e riportare al voto i tante astenuti (34%) nella precedente consultazione.
A Musy, che nei quattro anni precedenti il voto del 2011 aveva studiato il rilancio di Torino per il centro Einaudi, tuttavia, aveva pensato anche una parte del Pdl, prima di optare, al termina di una lunga discussione interna, sulla candidatura di Coppola, assessore regionale alla Cultura. Alle Amministrative Musy ha poi raccolto il 4,9% delle preferenze, con 21.896 voti.
L'autore del delitto ripreso dalle telecamere di videosorveglianza nel centro storico di Torino lo ripresero, ma ci volle molto tempo prima che la polizia individuasse un presunto responsabile, arrestato un anno dopo: si tratta di Francesco Furchì (in carcere) che era stato candidato alle ultime elezioni comunali di Torino nelle quali sosteneva Musy e che avrebbe agito per rancori causati dai mancati aiuti di Musy in alcune vicende, come il tentativo di acquisizione della fallita società ferroviariaArenaways.
Un lungo silenzio: è stata questa la reazione di Furchì quando in mattinata gli è stata portata la notizia della morte di Alberto Musy. Furchì è stato descritto da chi ha avuto occasione di parlargli come «sconcertato». Ai suoi interlocutori si è limitato a dire, dopo un lungo silenzio, le parole «e ora?».
Secondo una prima ricostruzione dei fatti una persona avrebbe citofonato alle 8.30 a un vicino di Musy in via Barbaroux per farsi aprire con la scusa di dover consegnare un pacco. L’aggressore una volta dentro il cortile dello stabile ha atteso l’arrivo di Musy e ha scaricato cinque colpi di un P38 in direzione dello stesso. La moglie del consigliere comunale si trovava nella sua abitazione al quarto piano sentendo le urla del marito è corsa prontamente a prestargli i primi soccorsi poi è arrivato un vicino che agli inquirenti ha fornito un identikit sull’aggressore: “un uomo tra i 40 e i 45 anni”. Per le forze dell’ordine l’agguato rimane un mistero visto che Musy non ha mai ricevuto minacce.
Alberto Musy era molto stimato per la pacatezza dei toni che sono il suo stile anche in politica. Un'esperienza nella quale si era tuffato nella primavera scorsa, accettando l'invito a candidarsi sindaco, pur sapendo di avere la strada sbarrata da Piero Fassino, cavallo vincente del centrosinistra, e Michele Coppola, schierato dall'asse Pdl-Lega Nord.
Avvocato, docente di diritto privato comparato, aveva 46 anni, era sposato e lascia quattro figlie di cui la piu' piccola ha tre anni.
Nella sua attivita' professionale si occupava, tra l'altro, di cause di lavoro. Aveva conosciuto la moglie, Angelica Corporandi D'Auvare, durante la campagna elettorale del Partito Liberale. Musy insegnava all'Universita' del Piemonte Orientale, ma e' stato docente anche a Montreal, New York e Tel Aviv. L'anno scorso, dopo la rinuncia a candidarsi per i centrosinistra di Francesco Profumo, Udc, Fli e Api avevano puntato proprio su Musy, un candidato della societa' civile con l'obiettivo di inserirsi nella lotta tra centrodestra e centrosinistra, cercare di convincere gli indecisi e riportare al voto i tante astenuti (34%) nella precedente consultazione.
A Musy, che nei quattro anni precedenti il voto del 2011 aveva studiato il rilancio di Torino per il centro Einaudi, tuttavia, aveva pensato anche una parte del Pdl, prima di optare, al termina di una lunga discussione interna, sulla candidatura di Coppola, assessore regionale alla Cultura. Alle Amministrative Musy ha poi raccolto il 4,9% delle preferenze, con 21.896 voti.
L'autore del delitto ripreso dalle telecamere di videosorveglianza nel centro storico di Torino lo ripresero, ma ci volle molto tempo prima che la polizia individuasse un presunto responsabile, arrestato un anno dopo: si tratta di Francesco Furchì (in carcere) che era stato candidato alle ultime elezioni comunali di Torino nelle quali sosteneva Musy e che avrebbe agito per rancori causati dai mancati aiuti di Musy in alcune vicende, come il tentativo di acquisizione della fallita società ferroviariaArenaways.
Un lungo silenzio: è stata questa la reazione di Furchì quando in mattinata gli è stata portata la notizia della morte di Alberto Musy. Furchì è stato descritto da chi ha avuto occasione di parlargli come «sconcertato». Ai suoi interlocutori si è limitato a dire, dopo un lungo silenzio, le parole «e ora?».
«PERIZIA SUPER PARTES» - Proprio
martedì Furchì aveva chiesto «una perizia superpartes», magari
affidata a specialisti di «fuori Piemonte» per evitare che possano
essere influenzati. Furchì intende rebbe rilasciare dichiarazioni
spontanee. In una lettera inviata a tutti i giornali ha
scritto che nel corso delle udienze sono emerse «eclatanti discordanze»
fra i pareri degli esperti che, per conto di accusa e difesa, hanno
cercato di stabilire se lui sia davvero «l’uomo con il casco» filmato
dalle telecamere sparse per il centro cittadino mentre, a piedi, si
aggira nella zona in cui fu teso l’agguato a Musy. Da qui la sua
richiesta di una perizia.
COSA CAMBIA AL PROCESSO -
“Dal punto vista processuale - spiega l’avvocato Gian Paolo Zancan
che segue la famiglia Musy - cambia l’imputazione, che diventa omicidio
volontario premeditato punito con l’ergastolo. Cambia il giudice, che
diventa la corte d’Assise, quindi prevedo che ora si faccia
l’accertamento autoptico del nesso causale, che è evidente che resterà
quella che lo ha condotto in stato vegetativo. E il tribunale rimetterà
gli atti al pm dichiarandosi incompetente. Si svolgerà quindi un
processo in corte d’Assise. Col consenso delle parti comunque tutti gli
atti di quanto fatto finora sono utilizzabili”. Sull’unico imputato,
Francesco Furchi’, che si è sempre dichiarato innocente, il legale ha
detto: “non credo che cambierà atteggiamento. Finora ha ragionato con
una pervicacia ostinata e negativa, non prevedo cambiamenti che sono
sempre possibili ma non ritengo che lui cambi”.
LA FAMIGLIA - Musy
è morto intorno alle 22 in una clinica in Piemonte dove sono
ricoverati pazienti in coma irreversibile. La moglie Angelica ha
ricevuto la telefonata poco dopo e intorno alle 23 ha sentito Zancan.
“Adesso vorrei che si mantenesse il silenzio che si addice al lutto.
Sottolineo il calvario di questa famiglia - prosegue l’avvocato -
moglie sorella e quattro figlie che dopo così tanto tempo in stato
vegetativo ora vedono le loro speranze al milionesimo azzerarsi”.
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