don Maurizio Patriciello
Don Maurizio Patriciello, parroco a Caivano nella Diocesi di Aversa (terra di camorra), è uno dei 213 sacerdoti. Ci sono poi 36 religiosi e 18 diaconi permanenti. Il Vescovo è Sua Eccellenza mons. Angelo Spinillo nato a S. Arsenio (SA). Mons. Spinillo ha frequentato la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, sezione “san Tommaso d’Aquino”, per tutto il corso istituzionale, conseguendo il “Baccalaureato in Teologia”, e successivamente, dopo il corso di specializzazione, la “Licenza in Teologia Pastorale Profetica”.
Ma noi oggi vogliamo parlare di don Maurizio Patriciello che è uno dei 94 parroci della Diocesi di Aversa. che si batte per l'ambiente e parla dell' olocausto della Terra dei Fuochi. In una radio locale ha affermato: " nell' area della cosiddetta Terra dei Fuochi è in atto uno sterminio di massa come fecero i nazisti con gli ebrei". Un prete coraggioso che rischia la vita e che non ama il potere, il successo e la carriera come alcuni vescovi il cui problema principale è quelllo di trovargli una sede vescovile autorevole. Caro Papa Francesco diffida da costoro che sono i primi a parlare male di Te.
Don Maurizio Patriciello ha anche detto: " mi accusano di essere allarmista. Lo prendo come un complimento. Lo dissero anche molti anni fa con quei pochi coraggiosi che inascoltati denunciavano lo sterminio degli ebrei". In Campania oramai esiste una sesta provincia che sta morendo ed è quella della Terra dei Fuochi".
"I napoletani ed i casertani - hanno urlato decine di cittadini intervenuti in diretta a sostegno della battaglia del prete di Caivano - sono come gli ebrei e gli inceneritori renderanno il nostro ambiente un'unica camera a gas come avveniva nei campi di concentramento!" .
Don Maurizio Patriciello ha anche raccontato anche di aver perdonato l' ex Prefetto di Napoli De Martino che lo umiliò pubblicamente per essersi rivolto durante una riunione al prefetto di Caserta, Carmela Pagano, chiamandola “signora”. E non “signora prefetto”, come da protocollo. Circostanza che irritò a tal punto il prefetto di Napoli, Andrea De Martino, da sgridare con estrema durezza il prelato: “Lei manca di rispetto per le istituzioni, se io la chiamerei signore come reagirebbe? Mi fa anche dimenticare l’italiano… Se vuole andare via può anche andare… lei l’ha offesa, e ha offeso anche me”. Il prete si scusò: “Non sono avvezzo a questi consessi, non volevo mancare di rispetto, mi perdonerete tutti quanti”. Ma la mortificazione era compiuta.
"In realtà il suo comportamento è stato una benedizione perchè ha fatto conoscere all' intero paese la nostra battaglia".
In diretta Gianni Simioli direttore della radio ha anche chiamato anche Mario De Biase, commissario alle bonifiche delle aree inquinate dai rifiuti della regione Campania che ha spiegato che nonostante le analisi delle terre nell' area ex Resit e Masseria del Pozzo a Giugliano siano risultate negative, cioè non contaminate, lui ritiene lo stesso inopportuno coltivare e mangiare la frutta e gli ortaggi coltivati nella zona. De Biase ha anche specificato che solo i pozzi irrigui sono risultati inquinati non la terra coltivata.
"Ma se una zona - si sono domandati Simioli e Francesco Emilio Borrelli che è anche il leader regionale dei Verdi Ecologisti della Campania - non è contaminata secondo le analisi realizzate dallo Stato perchè lo stesso Stato nella persona del commissario alle bonifiche sconsiglia la coltivazione di frutta e verdura ritenendola inopportuna?"
Infine è stato reso noto da Don Maurizio Patriciello che le prime 50mila cartoline della Terra dei Fuochi da indirizzare al Papa da giovedì si potranno trovare nei negozi dei commercianti di Via Duomo e a Radio Marte Stereo.
Ha risposto a muso duro in diretta radiofonica Don Maurizio Patriciello alle parole del Presidente della Regione Caldoro che ha accusato i preti campani di "alimentare paure e che non basta scendere in piazza, la Chiesa deve guidare i processi e non scendere in piazza".
"Caldoro
farebbe meglio a tacere, si facesse un esame di coscienza. Oggi - ha
incalzato Don Patricilello - dopo anni è stata pulita dai rifiuti la
Caivano Aversa solo per fare bella figura e non perchè i nostri
governanti hanno capito che il popolo campano ha diritto ad avere le
strade pulite. Mi appello direttamente al presidente del Calcio Napoli
De Laurentiis: venga anche lui a darci una mano in questa battaglia."Lo
stanziamento dell' assessore regionale all' ambiente di 5 milioni di
euro - hanno incalzato Simioli e Borrelli che è anche il leader
regionale dei rottamatori dei Verdi Ecologisti - per controllare e
intervenire sulla Terra dei Fuochi appare una misura poco significativa,
molto burocratica ed estremamente tardiva. Sfiora il ridicolo e appare
frutto solo della pressione mediatica su questo dramma. Perchè non è
intervenuto prima l' assessore in questione, perchè non viene
controllata la filiera agricola e alimentare sui nostri territori e
perchè non ha mai realizzato i siti di compostaggio in Campania? Ma
soprattutto come è possibile che ancora oggi non è stato arginato il
fenomeno dei roghi che continua in modo indisturbato anche a pochi etri
dalle caserme di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza? I cittadini
chiederanno il conto di anni di inattività e di promesse mancate".
«Bravo, bravo, vai avanti così». Poche ma chiare parole di
incoraggiamento, un sorriso e una tenera carezza sul capo. Le ha
dedicate Papa Francesco a don Maurizio Patriciello, il sacerdote di
Caivano, prete di periferia, anima del popolo della "terra dei fuochi".
Un breve incontro, inatteso e emozionante. «Gli ho chiesto un aiuto per
il nostro popolo che muore – spiega il parroco del Parco Verde –. Le sue
parole ci danno forza. Ora torniamo a casa con una grande speranza».
Il sacerdote, a Roma coi rappresentanti dell’Associazione Medici per l’ambiente per un audizione in commissione Sanità del Senato, è arrivato davanti al Centro Astalli proprio al momento dell’uscita del Papa al termine della visita alla struttura dei gesuiti per i rifugiati. «Eravamo in taxi e mi hanno detto "c’è il Papa". Sono sceso e corso verso di lui superando le transenne – ricorda don Maurizio –. Non so come ho fatto... Gli ho baciato la mano e poi mi sono inginocchiato baciandogli i piedi».
A fianco del Papa il cardinale vicario, Agostino Vallini. «Mi conosce bene – aggiunge il parroco "anti roghi" – perché è stato mio rettore al Seminario maggiore di Napoli. Così ha spiegato al Papa: "Santità don Maurizio è un prete di periferia, che combatte per l’ambiente e la salute"». Il sacerdote ha aggiunte solo un breve appello: «Ci aiuti, nelle province di Napoli e Caserta c’è un popolo che sta morendo». Papa Francesco ha risposto con un sorriso, una carezza e l’esortazione a non fermarsi: «Bravo, bravo, vai avanti così».
Un incontro che potrebbe avere un seguito. «Il cardinale Vallini ci aiuterà – spiega "padre Maurizio" come lo chiamano i suoi parrocchiani –. Mi ha chiesto un promemoria sulla situazione nella nostra terra da sottoporre al Papa. Ma ha dimostrato di conoscere bene tutto, mi ha detto che segue con attenzione quello che scrivete su Avvenire. Dillo al direttore, ringrazialo per quello che fate per noi». In attesa di un nuovo incontro, aggiunge il parroco, «al Papa arriveranno migliaia di cartoline dalla nostra terra: mamme preoccupate, bambini ammalati e impauriti».
Il sacerdote, a Roma coi rappresentanti dell’Associazione Medici per l’ambiente per un audizione in commissione Sanità del Senato, è arrivato davanti al Centro Astalli proprio al momento dell’uscita del Papa al termine della visita alla struttura dei gesuiti per i rifugiati. «Eravamo in taxi e mi hanno detto "c’è il Papa". Sono sceso e corso verso di lui superando le transenne – ricorda don Maurizio –. Non so come ho fatto... Gli ho baciato la mano e poi mi sono inginocchiato baciandogli i piedi».
A fianco del Papa il cardinale vicario, Agostino Vallini. «Mi conosce bene – aggiunge il parroco "anti roghi" – perché è stato mio rettore al Seminario maggiore di Napoli. Così ha spiegato al Papa: "Santità don Maurizio è un prete di periferia, che combatte per l’ambiente e la salute"». Il sacerdote ha aggiunte solo un breve appello: «Ci aiuti, nelle province di Napoli e Caserta c’è un popolo che sta morendo». Papa Francesco ha risposto con un sorriso, una carezza e l’esortazione a non fermarsi: «Bravo, bravo, vai avanti così».
Un incontro che potrebbe avere un seguito. «Il cardinale Vallini ci aiuterà – spiega "padre Maurizio" come lo chiamano i suoi parrocchiani –. Mi ha chiesto un promemoria sulla situazione nella nostra terra da sottoporre al Papa. Ma ha dimostrato di conoscere bene tutto, mi ha detto che segue con attenzione quello che scrivete su Avvenire. Dillo al direttore, ringrazialo per quello che fate per noi». In attesa di un nuovo incontro, aggiunge il parroco, «al Papa arriveranno migliaia di cartoline dalla nostra terra: mamme preoccupate, bambini ammalati e impauriti».
C’è gioia e commozione nelle parole di don Maurizio. Una giornata intensa. Nel primo pomeriggio, infatti, ha accompagnato a palazzo Madama, Gaetano Rivezzi e Antonio Marfella, presidente e vicepresidente dell’Isde (Associazione medici per l’ambiente) Campania. L’occasione è stata la prima audizione il commissione Sanità dell’indagine conoscitiva sull’inquinamento ambientale e l’incidenza dei tumori. Hanno raccontato, dati alla mano, la correlazione tra inquinamento ambientale e aumento delle patologie tumorali nella "terra dei fuochi", i rischi che corrono le popolazioni, chiedendo «una cooperazione chiara tra medici, istituzioni e associazioni». Parole che hanno colpito i parlamentari. «Le relazioni presentate hanno evidenziato le drammatiche condizioni ambientali che caratterizzano alcune aree della regione Campania, unitamente ai gravi effetti sulla salute», è il commento del senatore Lucio Romano, promotore e relatore dell’indagine, che assieme ai colleghi Rosaria Capacchione, Vincenzo Cuomo, Pasquale Sollo e Vincenzo D’Anna assicura di seguire «con attenzione l’iniziativa, nella certezza che saprà offrire contributi epidemiologici e biomedici assolutamente necessari nell’interesse di un numero così significativo di concittadini, in una terra così fortemente martoriata».
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