Nel 2011, 121 milioni di persone, ovvero il 24% della popolazione Ue-28 è stata a rischio di povertà o esclusione sociale. L'Italia supera la media comunitaria col 28,2%, attestandosi al ventesimo posto. Seguita da Irlanda (29,4%), Grecia (31%) e Ungheria (32,4%). In testa alla classifica svettano Rep. Ceca (15,4% dati 2012); Olanda e 15,7% e Svezia 16,1%. Agli ultimi tre posti: Lettonia 36,6%; Romania 40,3% e Bulgaria 49,1%. Davanti a noi troviamo paesi come la Germania (19,9%), la Francia (19,3%), il Lussemburgo (16,8%), la Finlandia (17,2%), il Regno Unito (il 22,7%) la Slovenia (19,6%), la Slovacchia (20,6%), Malta (22,2%), la Spagna (27%), la Polonia (26,7%) ed il Portogallo (24,4%).
L’indagine ha inoltre messo in evidenza che il 29% della popolazione che vivono in aree poco popolate sono a rischio a fronte del 23% delle zone più abitate. Nei paesi dell’Est e del Sud dell’Europa, le aree meno popolate sono molto più a rischio povertà, mentre nell’Europa occidentale lo sono quelle più densamente popolate.Lo evidenziano i dati dell'annuario regionale di Eurostat.
Cresce sempre di più il rischio di povertà ed esclusione sociale per le famiglie italiane: l’indicatore sintetico “Europa 2020″ è aumentato dal 26,3% del 2010 al 29,9% del 2011.
Da osservare che l’incremento di 3,3 punti percentuali è stato il valore più elevato registrato nei Paesi dell’Unione europea.
Nel 2011 in Italia le famiglie che si sono trovate in condizione di povertà relativa sono state pari a 2 milioni 782 mila, il 13,6% dell’intera popolazione.
E’ stato reso noto che nel corso degli anni la condizione di povertà è ulteriormente peggiorata per le famiglie più numerose, e soprattutto nel Sud del paese.
Per quanto riguarda l’anno 2011, l’incidenza della povertà relativa è stata pari al 27,8% tra i minorenni, se vivono insieme ai genitori ed almeno due fratelli.
La povertà relativa mostra alcuni segnali di ripresa fra gli anziani, anche se è da sottolineare che nel Mezzogiorno risulta relativamente povero il 24,9% degli anziani, mentre il 7,4% sono quelli assolutamente poveri.
Complessivamente nel 2011 l’incidenza di povertà assoluta risultante è stata pari al 5,2% ovvero 1 milione e 297 mila famiglie corrispondenti a 3 milioni e 415 mila individui, il 5,7% dell’intera popolazione.
Sono soprattutto gli anziani, le famiglie monoreddito e quelle numerose.
Sono i dati che vengono fuori dal rapporto dell’Istat su reddito e condizioni di vita: il 28,4% delle persone residenti in Italia è oggi a rischio di povertà.
Proprio nel corso degli ultimi due anni la situazione è peggiorata ed il rischio di esclusione sociale è maggiore rispetto a quello medio europeo, che si attesta al 24,2%.
Dal rapporto dell’Istat emerge infatti che sono in crescita coloro che non si possono permettere una settimana di ferie lontano dalla propria abitazione (dal 39,8% al 46,6%) e che non hanno potuto riscaldare opportunamente la propria casa (dall’11,2% al 17,9%).
Il Mezzogiorno è quello messo peggio: il 19,4% dei residenti nel Sud Italia è pesantemente “deprivato”, una percentuale più che doppia rispetto al Centro (7,5%) ed addirittura tripla rispetto al Nord (6,4%).
Risultano più esposte soprattutto le famiglie con più figli e monoreddito, e tra queste mostrano una minore deprivazione quelle con reddito derivante da lavoro autonomo rispetto a quelle da lavoro dipendente o da pensioni.
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