lunedì 7 ottobre 2013

LE FRASI DEGLI AGENTI INCRIMINATE. UNA STORIA DI ABUSI, DI PREPOTENZE E DI VIOLENZE


"Mi piace violentarti", e poi, "Sandrì io la vojo violentà!". Sono solo alcune delle frasi catturate da un registratore nascosto sotto al letto della donna di cui l'assistente capo della Polizia di Stato, Sandro Contardo, ha abusato, insieme al collega Alessandro Stronati. La voce di Contardo è chiara e le sue parole, riportate oggi dal Messaggero, fanno venire i brividi ma hanno contribuito a incastrare i due agenti del Commissariato di San Basilio, finiti in manette con l'accusa di violenza sessuale. La vittima, una ventiseienne cubana detenuta agli arresti domiciliari, ha poi spiegato agli inquirenti che stanca di subite abusi, si è decisa a documentare le violenze subite.
La prima visita - Perché il 2 giugno, la notte in cui hanno approfittato di lei, non era la prima volta che i poliziotti le facevano visita. Sapevano dove abitava, perché avevano eseguito controlli nel locale in cui la ragazza gestiva con il marito un giro di prostituzione. Si erano già presentati a casa sua 20 giorni prima dell'abuso, come ha riferito la detenuta nella sua denuncia: “Hanno scherzato e hanno iniziato a farmi battute a sfondo sessuale”. A detta della ragazza, uno dei due aveva anche tentato di toccarla. Per questo la vittima si è procurata un registratore nel caso in cui si fossero ripresentati.
L’abuso - Ed è andata proprio così: il 2 giugno i poliziotti hanno bussato alla sua porta alle 21,15, si sono trattenuti pochi minuti ma sono tornati dopo mezzanotte. La ragazza, prima di farli entrare, aveva azionato l'apparecchio nascosto in uno stivale buttato sotto al letto. Dalla registrazione, si sente la voce di Contardo che chiama Stronati: “Ti muovi! Do stai tu? Muoviti che stiamo qua!”. I poliziotti hanno poi ammesso di aver consumato un rapporto sessuale con la detenuta. “E' stato un attimo di scelleratezza”, ha detto Stronati, “una stupidaggine”, ha ribadito Contardo. Prima di andarsene, i poliziotti le avevano detto di tenere la bocca chiusa e le avevano anche promesso un aiuto per ottenere l'obbligo di firma: “Non ti preoccupare, ci mettiamo noi una buona parola”.

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