"È
uno scandalo che ci sia ancora fame e malnutrizione nel mondo!". Papa
Francesco lo grida nel messaggio inviato a Josè Graziano da Silva,
direttore generale della Fao, in occasione della Giornata mondiale
dell'alimentazione che, sottolinea il pontefice, "ci pone davanti a una
delle sfide più serie per l'umanità: quella della tragica condizione
nella quale vivono ancora milioni di affamati e malnutriti, tra i quali
moltissimi bambini".
Questa condizione di fame e denutrizione, osserva il Papa, "assume ancor maggiore gravità in un tempo come il nostro, caratterizzato da un progresso senza precedenti nei vari campi della scienza e da una crescente possibilità di comunicazione". Quindi, "non si tratta solo di rispondere ad emergenze immediate, ma di affrontare insieme, a tutti i livelli, un problema che interpella la nostra coscienza personale e sociale, per giungere a una soluzione giusta e duratura". Invece, lamenta Francesco, "sembra crescere la tendenza all'individualismo e alla chiusura in se stessi, che porta a un certo atteggiamento di indifferenza a livello personale, di istituzioni e di Stati, verso chi muore per fame o soffre per denutrizione, quasi fosse un fatto ineluttabile. Ma fame e denutrizione non possono mai essere considerati un fatto normale al quale abituarsi, quasi si trattasse di parte del sistema. Qualcosa deve cambiare in noi stessi, nella nostra mentalità, nelle nostre società".
Si chiede Papa Bergoglio: "Cosa possiamo fare? Un passo importante - suggerisce - è abbattere con decisione le barriere dell'individualismo, della chiusura in se stessi, della schiavitù del profitto a tutti i costi; e questo - aggiunge - non solo nelle dinamiche delle relazioni umane, ma anche nelle dinamiche economico-finanziarie globali". Per il Papa, "è necessario, oggi più che mai, educarci alla solidarietà, riscoprire il valore e il significato di questa parola così scomoda e messa molto spesso in disparte; e fare che diventi atteggiamento di fondo nelle scelte a livello politico, economico e finanziario, nei rapportio tra le persone, tra i popoli e tra le Nazioni". Infatti, spiega Francesco nel messaggio alla Fao per la Giornata mondiale dell'alimentazione, "solo se si è solidali in modo concreto, superando visioni egoistiche e interessi di parte, l'obiettivo di eliminare le forme di indigenza determinate dalla mancanza di cibo potrà finalmente essere raggiunto".
"Nessuno sia costretto a lasciare la propria terra e il proprio ambiente culturale per la mancanza dei mezzi essenziali di sussistenza!". È l'auspicio di Papa Francesco che torna con forza sul tema degli immigrati nel
Messaggio per la Giornata dell'Alimentazione. Secondo il Pontefice un "passo importante" sarà quello di "abbattere con decisione le barriere dell'individualismo, della chiusura in se stessi, della schiavitù del profitto a tutti i costi e questo non solo nelle dinamiche delle relazioni umane, ma anche nelle dinamiche economico-finanziarie globali". Ma siamo lontani.
I nostri genitori ci educavano al valore di quello che riceviamo e che abbiamo, considerato come dono prezioso di Dio". Con queste parole Papa Francesco accompagna il suo "invito a ripensare e rinnovare i nostri sistemi alimentari, in una prospettiva solidale, superando la logica dello sfruttamento selvaggio del creato ed orientando meglio il nostro impegno di coltivare e custodire l'ambiente e le sue risorse per garantire la sicurezza alimentare e per camminare verso una nutrizione sufficiente e sana per tutti". "Questo - spiega il Pontefice nel Messaggio alla Fao per la Giornata Alimentare - comporta un serio interrogativo sulla necessità di modificare concretamente i nostri stili di vita, compresi quelli alimentari, che, in tante area del pianeta, sono segnati da consumismo, spreco e sperpero di alimenti".
Questa condizione di fame e denutrizione, osserva il Papa, "assume ancor maggiore gravità in un tempo come il nostro, caratterizzato da un progresso senza precedenti nei vari campi della scienza e da una crescente possibilità di comunicazione". Quindi, "non si tratta solo di rispondere ad emergenze immediate, ma di affrontare insieme, a tutti i livelli, un problema che interpella la nostra coscienza personale e sociale, per giungere a una soluzione giusta e duratura". Invece, lamenta Francesco, "sembra crescere la tendenza all'individualismo e alla chiusura in se stessi, che porta a un certo atteggiamento di indifferenza a livello personale, di istituzioni e di Stati, verso chi muore per fame o soffre per denutrizione, quasi fosse un fatto ineluttabile. Ma fame e denutrizione non possono mai essere considerati un fatto normale al quale abituarsi, quasi si trattasse di parte del sistema. Qualcosa deve cambiare in noi stessi, nella nostra mentalità, nelle nostre società".
Si chiede Papa Bergoglio: "Cosa possiamo fare? Un passo importante - suggerisce - è abbattere con decisione le barriere dell'individualismo, della chiusura in se stessi, della schiavitù del profitto a tutti i costi; e questo - aggiunge - non solo nelle dinamiche delle relazioni umane, ma anche nelle dinamiche economico-finanziarie globali". Per il Papa, "è necessario, oggi più che mai, educarci alla solidarietà, riscoprire il valore e il significato di questa parola così scomoda e messa molto spesso in disparte; e fare che diventi atteggiamento di fondo nelle scelte a livello politico, economico e finanziario, nei rapportio tra le persone, tra i popoli e tra le Nazioni". Infatti, spiega Francesco nel messaggio alla Fao per la Giornata mondiale dell'alimentazione, "solo se si è solidali in modo concreto, superando visioni egoistiche e interessi di parte, l'obiettivo di eliminare le forme di indigenza determinate dalla mancanza di cibo potrà finalmente essere raggiunto".
"Nessuno sia costretto a lasciare la propria terra e il proprio ambiente culturale per la mancanza dei mezzi essenziali di sussistenza!". È l'auspicio di Papa Francesco che torna con forza sul tema degli immigrati nel
Messaggio per la Giornata dell'Alimentazione. Secondo il Pontefice un "passo importante" sarà quello di "abbattere con decisione le barriere dell'individualismo, della chiusura in se stessi, della schiavitù del profitto a tutti i costi e questo non solo nelle dinamiche delle relazioni umane, ma anche nelle dinamiche economico-finanziarie globali". Ma siamo lontani.
I nostri genitori ci educavano al valore di quello che riceviamo e che abbiamo, considerato come dono prezioso di Dio". Con queste parole Papa Francesco accompagna il suo "invito a ripensare e rinnovare i nostri sistemi alimentari, in una prospettiva solidale, superando la logica dello sfruttamento selvaggio del creato ed orientando meglio il nostro impegno di coltivare e custodire l'ambiente e le sue risorse per garantire la sicurezza alimentare e per camminare verso una nutrizione sufficiente e sana per tutti". "Questo - spiega il Pontefice nel Messaggio alla Fao per la Giornata Alimentare - comporta un serio interrogativo sulla necessità di modificare concretamente i nostri stili di vita, compresi quelli alimentari, che, in tante area del pianeta, sono segnati da consumismo, spreco e sperpero di alimenti".
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