Sua Eminenza Reverendissima, monsignor Tarcisio Bertone, originario dell'hinterland torinese, 79 anni, salesiano, una Licenza in Teologia e un Dottorato in Diritto Canonico, potentissimo Segretario di Stato di Benedetto XVI e, per alcuni mesi di papa Francesco, lascia dopo sette travagliati anni l'incarico più prestigioso dopo quello papale. Bisogna dire che Sodano gli ha fatto subito la guerra e per dispetto non gli consegnava gli appartamenti a lui destinati. Una guerra stupida e idiota per dimostrare chi fosse il più forte. Ma nel cuore di Benedetto XVI c'era sempre il suo più stretto collaboratore alla Congregazione per la Dottrina della Fede. E questo l'ha ribadito anche all'Arcivescovo di Milano Scola che suggeriva le dimissioni di Bertone. Anche Tettamanzi ha avuto uno scontro con Bertone sulla presidenza dell'Istituto Toniolo che è la cassaforte dell'Università Cattolica. Un' altra divergenza Bertone ce l'ha con il banchiere dello Ior Ettore Gotti Tedeschi che prima lo nomina alla presidenza poi lo destituisce perchè la Procura di Roma lo indaga per non aver applicato le norme antiriciclaggio e a scopo cautelativo sequestra 23 milioni di euro.
Successivamente il banchiere Gotti Tedeschi verrà assolto da tutto. A questo punto inizia la guerra dei dossiers, il sequestro della corrispondenza riservata del Papa, i corvi che girano per il Vaticano, la lobbies gay (un giornalista laico, un cardinale italiano e un vescovo irlandese), la lobbies massonica. C'è un attacco violentissimo e forse congiunto contro Tarcisio Bertone. Lui resiste, ma il Papa non è abituato a queste guerre per bande e a ricatti. L'episodio che lo addolora di più è quello del suo maggiordomo che non solo fotocopia documenti ma li porta nella sua abitazione. Qui papa Ratzinger crolla e medita le dimissioni senza dirlo a nessuno. Il ragionamento che fa è il seguente: "Volete la guerra, il logoramento e gli scandali? Bene, io non ci sto. Mi avete eletto successore di Pietro per governare la Chiesa e non per fare il vostro burattino. Me ne vado, e spero che venga eletto un Papa più giovane, più energico e che adotti sanzioni e provvedimenti nei confronti di coloro che hanno creato danni alla Chiesa di Cristo". Detto e fatto. Durante il Concistoro a febbraio 2013 di fronte a tutti i Cardinali allibiti papa Ratzinger annuncia le sue dimissioni in mondovisione in diretta. I corvi sono sistemati. E come era nelle previsioni di Ratzinger viene eletto Papa Bergoglio. Il grande elettore di Bergoglio è proprio Bertone e anche Sodano ma per motivi diversi. Scola prenderà pochissimi voti dagli italiani e sarà il grande sconfittto perchè aspirava al soglio di Pietro. Scola aveva avuto uno scontro con Bertone perchè il segretario di Stato voleva fare un polo scientifico e accademico (l'Università Cattolica di Milano, l'Università Vita e Salute di Milano e l'Ospedale Gemelli di Roma). Ma Scola si oppose e Bertone non gli perdonò mai quel NO.
Invece l'arcivescovo di Genova nonchè Presidente della CEI Angelo Bagnasco, contrariamente a Scola è stato più displomatico e ha lasciato che Bertone si occupasse dei problemi italiani.Anche se pensava che quella di Bertone fosse un'ingerenza. Ma ha obbedito.
Sodano controllava i voti di Curia, quelli latino americani e Bertone i voti degli europei e di mezza Curia. Benedetto XVI fu salutato l'ultimo giorno da 200 mila persone e il nuovo successore Francesco è diventato subito popolare fra la gente indicando lo stile della povertà. Infatti per la prima volta andrà ad abitare nella residenza santa Marta e indosserà una croce di ferro battuto e non d'oro come il 90% dei Vescovi facevano prima. Papa Francesco nonostante lettere e sollecitazioni anche al Quirinale non ha riconfermato il napoletano monsignor Vincenzo Pelvi ex Ordinario militare per l'Italia e deve valutare se riconfermare l'anziano cardinale Angelo Comastri ( che ha problemi al cuore) che cumula due incarichi (quello del Vicariato e quello di Arciprete papale di San Pietro e della sua Fabbrica che produce svariati milioni l'anno. In pole position per la carriera c'è l'arcivescovo di Chieti e Vasto mons. Bruno Forte che diventerà cardinale non adeguatamente valorizzato perchè ritenuto progressista e, forse, troppo colto.
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