mercoledì 27 novembre 2013

LA GRINTA DI BERLUSCONI DOPO LA DECADENZA. L'ODIO E IL LIVORE DEI COMUNISTI

Il Senato ha votato questa sera a favore della decadenza di Silvio Berlusconi da parlamentare con effetto immediato.
L'aula di palazzo Madama ha infatto respinto tutti i 9 ordini del giorno che contestavano la decisione della giunta per le Immunità e le elezioni che aveva proposto la decadenza di Berlusconi e, alle 17,42 al termine dei nove voti, il presidente Piero Grasso ha annunciato la non convalida dell'elezione di Berlusconi e invitato la stessa giunta a convocare il senatore subentrante.
Berlusconi dovrebbe essere sostituito dal molisano Ulisse Di Giacomo che ha già dichiarato di voler aderire al gruppo alfaniano del Nuovo centrodestra.
La decisione del Senato è stata presa al termine di una giornata intensa di dibattito a palazzo Madama, con la decisione, fin dalla mattinata che il voto di questa sera sarebbe stato anticipato alle 17 dalle 19, visto che nessuna delle parti in campo aveva ormai interesse a dilazionare ulteriormente i tempi.






QUESTA MATTINA RESPINTA RICHIESTA DI SOSPENSIVA
In mattinata, con un'unica votazione per alzata di mano, l'assemblea di palazzo Madama ha respinto la richiesta di sospensiva dell'esame presentata dal centrodestra.
Nella tarda mattinata e nel pomeriggio si è svolta la discussione generale che non ha riservato particolari novità sulle posizioni generali dei vari gruppi, cosa che non ha fatto mancare comunque numerose polemiche.
La più violenta quella lanciata stamattina, in particolare dai senatori di Forza Italia Sandro Bondi e Maurizio Gasparri, nei confronti dei senatori a vita - ad eccezione di Mario Monti - accusati senza mezze misure di disertare abitualmente i lavori dell'aula e di essere invece, almeno alcuni di loro, presenti oggi per il voto sulla decadenza. Il centrosinistra ha difeso da quelle che sono state definite "intimidazioni" i senatori a vita presenti.
Mentre il dibattito è stato poco seguito dai senatori in aula, in particolare vistose le assenze sui banchi del centrodestra, l'aula si è andata affollando con l'inizio delle dichiarazioni di voto. Fra le prime quella di Renato Schifani, del Nuovo centrodestra, che ha definito "anomala e ingiusta" la scelta di andare al voto sulla decadenza e quella di oggi "una pagina buia nella storia della nostra democrazia parlamentare".
Al termine delle dichirazioni, due parlamentari di Scelta civica hanno annunciato di votare in difformità dal gruppo e a favore del voto segreto, ma gli ordini del giorno sono stati respinti tutti e 9 dall'aula.
La decisione è stata presa al termine dell'iter iniziato prima in giunta delle Elezioni e immunità ai primi di settembre, poi in giunta del Regolamento per decidere se il voto dell'aula dovesse essere a scrutinio segreto o palese. L'iter è stato avviato dopo che l'ex presidente del Consiglio in agosto era stato condannato in via definitiva per frode fiscale a 4 anni di reclusione di cui tre condonati.
Il Senato ha applicato la cosiddetta legge Severino che prevede la decadenza da parlamentare e l'ineleggibilità per sei anni di chi viene condannato per certi reati.
Berlusconi ha sempre parlato di una sentenza politica per eliminarlo dalla scena politica per via giudiziaria.

Gli scogli giudiziari del Cavaliere - Il voto palese sulla decadenza lascia pochi margini di manovra all'ex premier, condannato in via definitiva per il caso Mediaset. Inoltre Berlusconi nei prossimi mesi ha ancora parecchi scogli giudiziari da affrontare: si va dal processo per la compravendita dei senatori, alla nuova inchiesta sulle feste ad Arcore. E poi il dibattimento in appello sempre sul caso con al centro la giovane marocchina Ruby fino all’udienza per l’affidamento in prova ai servizi sociali di un anno, in quanto è al 'netto' dei tre anni coperti da indulto le pena da scontare, in seguito alla condanna definitiva a quattro anni di reclusione per la vicenda Mediaset, procedimento di cui non si esclude possa essere chiesta la revisione.
Udienza tribunale sorveglianza su affidamento in prova - Tra la primavera e l'estate del 2014, dovrebbe tenersi l'udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza di Milano per decidere sulla richiesta di Berlusconi di affidamento in prova ai servizi sociali per scontare la pena definitiva del caso Mediaset che, al netto dei tre anni di indulto, è di un anno. Dopo l'udienza i magistrati avranno cinque giorni di tempo per emettere il provvedimento di accoglimento o meno dell'istanza depositata l'11 ottobre scorso.
Un'alternativa: i domiciliari - E così all’inizio del 2014 Berlusconi potrebbe smettere di essere un uomo libero e conoscere il proprio destino: una pena detentiva che per effetto della ex Cirielli del 2005 verrebbe scontata agli arresti domiciliari, visto che il Cav ha superato i 70 anni d'età, o i servizi sociali. Intanto, in prima fila per accoglierlo, c'è la Fondazione Exodus di don Mazzi.
Processo in Cassazione su interdizione Mediaset -  Il prossimo anno davanti alla Cassazione si terrà il processo di terzo grado per decidere se confermare o meno i due anni di interdizione dai pubblici uffici per il caso Mediaset decisi lo scorso 19 ottobre dalla Corte d’appello di Milano. La sentenza sulla pena accessoria, come è stato preannunciato, verrà infatti impugnata dalla difesa dell’ex capo del Governo.

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