lunedì 25 novembre 2013

ECCO PRISCILLA, UNA DELLE DIACONESSE ACCANTO A SAN PAOLO


Alle 16:00 del 19 novembre, nella Basilica di San Silvestro, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra ha presentato  il complesso delle Catacombe di Priscilla, dopo una lunga serie di interventi conservativi portati a termine negli ultimi cinque anni. Alla presentazione sono  intervenuti  Padre Ciro Benedettini, C.P., Vice Direttore della Sala Stampa della Santa Sede; il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra (PCAS); il Monsignore Giovanni Carrù, Segretario della PCAS; il Professor Fabrizio Bisconti, Sovrintendente della PCAS; la Dottoressa Barbara Mazzei, della PCAS; la Dottoressa Raffaella Giuliani, della PCAS e la Dottoressa Giorgia Abeltino, Responsabile Public Policy di Google.
Nell’ultimo quinquennio sono stati eseguiti interventi di scavo archeologico e di restauro conservativo delle testimonianze pittoriche con la ristrutturazione e il riallestimento di uno degli spazi più suggestivi delle catacombe, quello della basilica in cui era sepolto Papa Silvestro (314-335). Il restauro del cubicolo di Lazzaro, nel cimitero sotterraneo non lontano della basilica papale, è l’ultimo di una importante serie di interventi conservativi nel cimitero di Priscilla.
La basilica di San Silvestro si compone di due ambienti, uno propriamente dedicato al culto e l’altro utilizzato in passato come deposito dei materiali scultorei antichi rinvenuti nel corso degli scavi. Fra questi materiali oltre 700 frammenti di sarcofagi provenienti dalla necropoli che in epoca tardo imperiale si estendeva in questo tratto della via Salaria Nova, sono stati accuratamente restaurati. Il risultato del restauro rappresenta una notevole testimonianza della scultura funeraria della tarda antichità disposta in una vera e propria esposizione museale.
La tutela del patrimonio scultoreo così valorizzato sarà consultabile online sul sito http://mupris.net. Le catacombe della Salaria sono state inoltre inserite nel programma Google Maps in cui sarà possibile ammirare il complesso priscilliano nell’apposita sezione Views Priscilla.
Priscilla è una delle poche donne menzionate più di una volta negli Atti degli apostoli e nelle lettere di Paolo. La troviamo sei volte: Atti 18,1-4; 18,18-19; 18,24-26; 1Cor 16,19; Rom 16,3-5a; 2Tim 4,19. Anche se questi testi sono solo piccoli frammenti, ci permettono di ricostruire la memoria di questa donna missionaria.
Come abbiamo già fatto notare, gli autori biblici mettono in risalto soprattutto i personaggi maschili. Quando una donna è nominata varie volte, significa che è importante. Senza dubbio, Priscilla è una persona che emerge nella chiesa apostolica. Solo due volte il marito Aquila è nominato prima della moglie; negli altri testi incontriamo sempre Priscilla e Aquila. Non è come in matematica, che l'ordine dei fattori non altera il risultato. Menzionare prima Priscilla significa che la donna è la guida nella comunità. Allora cerchiamo di ricostruire la sua storia di vita.
Una fabbricante di tende. Paolo incontra Priscilla e Aquila a Corinto (Atti 18,1-4). Sono appena arrivati da Roma, espulsi per l'editto dell'imperatore Claudio nell'anno 49. Documenti storici dicono che in quel periodo c'erano molti tumulti fra i giudei a causa di "un tale Cresto" (così viene chiamato Cristo Gesù dallo "storico"!). Furono banditi da Roma i giudei che avevano aderito alla nuova setta interna al giudaismo: i discepoli di Gesù.
Quando s'incontrano con Paolo, Priscilla e Aquila appartenevano già al "cammino": erano stati introdotti nella comunità da missionari e missionarie itineranti. La coppia lavorava fabbricando tende. Paolo va a vivere con loro, svolgendo la stessa professione. Alcuni esegeti insinuano che solo Aquila faceva questo lavoro, dato che non era una professione femminile. Ma il testo è chiaro ed è al plurale: "erano fabbricanti di tende". Sì, anche Priscilla è artigiana, come Lidia, l'altra donna che l'aveva preceduta.
Missionaria itinerante. Abbiamo questa notizia in Atti 18, 18-19. Insieme a Paolo, Priscilla e Aquila lasciano Corinto come missionari itineranti, diretti a Efeso. Scrivendo, mi viene un dubbio: i lettori forse penseranno che Priscilla sia dovuta andare perché "la moglie deve accompagnare il marito", e non per una sua scelta vocazionale!
Nella lettera ai Romani, Paolo nomina Priscilla per prima, lasciando intendere chiaramente che egli la riconosce come sua collaboratrice nella professione apostolica, nell'itineranza missionaria e nella guida della comunità. Infatti, nella sua casa si riunisce una comunità. È importante leggere il saluto di Paolo (Rom 16,3-5a).
Formatrice di missionari. In Efeso abbiamo l'opportunità di mettere meglio a fuoco e di ampliare l'icona di Priscilla. Apollo era un eloquente predicatore. Nella sinagoga parlava di Gesù con schiettezza, ma conosceva solo il battesimo di Giovanni. Anche Priscilla e Aquila lo ascoltano e notano le sue capacità e le lacune. Con attenzione affettuosa lo accolgono nella loro casa e completano la sua formazione (Atti 18,24-26).
Che bella scena! Non c'è gelosia, invidia, auto sufficienza. Solo collaborazione e desiderio di crescere. Apollo, persona colta, non si nega a completare la sua formazione ai piedi di una donna. Priscilla e Aquila, non approfittano delle lacune per disfarsi di un concorrente. In primo piano c'è la Buona Notizia: è necessario sommare le energie, non dividerle. Per completare la sua formazione, Apollo aveva bisogno di qualcuno che conoscesse le Scritture in profondità. Questa persona è Priscilla!
Come Paolo, Priscilla è artigiana, missionaria itinerante, diaconessa della comunità, studiosa delle Scritture. Come Paolo, anche lei organizza le comunità, evangelizza e lavora con le proprie mani per mantenersi.
Priscilla e Aquila vivono una nuova relazione coniugale, diversa dal solito sistema patriarcale: donna e uomo sono compagni nel costruire un nuovo modo di vivere la vita, la professione, la missione. Priscilla merita davvero il nostro omaggio!

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