lunedì 4 novembre 2013

IL RUOLO DEL FIGLIO DELLA CANCELLIERI IN FONSAI

Piergiorgio Peluso, ex dg di Fonsai, viene messo sotto la lente dei pm di Torino i quali disponendo l'intercettazione del suo cellulare si chiedono se sia stato "il promotore di quella che è stata una vera e propria 'pulizia di bilancio'" oppure abbia agito "con l'intento di escludere l'azionista di riferimento (famiglia Ligresti) ovvero abbia fatto emergere lacune (e quindi falsità) relative ai bilanci relativi agli esercizi precedenti".
Peluso, figlio del ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, ha ricoperto il ruolo di direttore generale nel periodo "più delicato" attraversato da Fonsai, coinciso con la chiusura di bilancio 2011 che ha registrato una perdita di oltre un miliardo di euro. Nel documento i pm Vittorio Nessi e Marco Gianoglio spiegano che l'intercettazione dell'utenza di Peluso è necessaria visto il suo ruolo e "anche alla luce delle relazioni che Peluso ancora intrattiene con alcuni indagati (ed in particolare con Emanuele Erbetta, ad di Fonsai nel periodo di interesse". In un'intercettazione Giulia Ligresti commenta così con un'amica il suo operato: ''Sto Peluso è il figlio del ministro Cancellieri... Siccome lui è talmente protetto, figurati cosa gli daranno in Telecom". "Sto Peluso che è entrato da noi un anno fa, gli hanno deliberato in consiglio una buonuscita di cinque milioni e mezzo, capito? Tutto è stato deciso dalle banche, noi ci fanno il mazzo..." afferma Giulia Ligresti in una conversazione intercettata.
"Se quei soldi fossero stati deliberati per te o per me o Paolo, per qualcuno, il giorno dopo - prosegue - dal consiglio veniva fuori una denuncia, per questo qui che è entrato, ha distrutto tutto eh, è venuto ha avuto il mandato come se tu entri in un'azienda e svalorizzi tutto, distruggi tutto, fai in modo che, che uno se la può prendere a zero, e poi si vedeva che era un mandato, è uscito appena fatto con cinque milioni e mezzo". Per Giulia Ligresti si è creato un 'appesantimento ad hoc' sui conti Fonsai per estromettere l'azionista di riferimento e favorire il controllo da parte di un altro gruppo.

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