sabato 30 novembre 2013

DETENUTO MORTO IN CARCERE A POGGIOREALE DOPO UN PESTAGGIO DI ALCUNI AGENTI







 E' morto a Poggioreale. E la sua famiglia chiede che sia fatta luce sulla sua fine. I familiari denunciano: le condizioni fisiche del detenuto non erano compatibili con il regime carcerario. E ora ci sono due inchieste. Una della magistratura e l'altra, annunciata da via Arenula, voluta dal ministro della Giustizia.

Una nota diffusa oggi informa infatti che una "rigorosa indagine amministrativa interna" è stata disposta dal Guardasigilli, Annamaria Cancellieri, attraverso il capo del Dap, Giovanni Tamburino, sulle cause della morte di Federico Perna, avvenuta l'otto novembre nel carcere napoletano di Poggioreale.

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Il Guardasigilli, che ha espresso "le sue condoglianze e la sua personale vicinanza alla mamma del giovane", "auspica che sulla vicenda sia fatta completa chiarezza, assicurando la massima collaborazione alla Procura della Repubblica che ha già avviato una sua inchiesta".

Poche ore dopo, in serata, arrivano le parole della mamma del detenuto morto. Che rilancia le accuse e, contemporaneamente, ringrazia il ministro per il suo intervento.

La sua forza, dice, ora è la rabbia. dalle Guardie". Chiede la verità e la giustizia, Nobila Scafuro, mamma di Federico Perna. "Per fortuna il ministro Cancellieri ha deciso di avviare un'indagine, è stata una bella soddisfazione - dice all'agenzia di stampa Ansa - se fino a ieri non avevo fiducia nella giustizia, oggi ne ho di più".
                                                                                


Sarà l'autopsia a stabilire le cause della morte di Federico, a ricostruire quanto accaduto e a confermare o meno le accuse della famiglia. Intanto Nobila racconta la storia di Federico. E descrive il suo corpo "pieno di colpi. L'ultima volta ho visto mio figlio una settimana prima che morisse - dice - aveva un grosso livido sullo zigomo. In un primo momento mi disse che era stata una sportellata, poi un suo compagno lo invitò a dirmi la verità, che erano state le guardie e lui lo ammise".

"Stava male Federico, non riusciva a reggersi in piedi e nessuno lo ha curato - aggiunge - non era un santo mio figlio, no, ma aveva diritto ad essere curato dallo Stato italiano. Federico non ritornerà ma io chiedo verità e giustizia per lui e per tutti coloro che sono in carcere, matricole senza voce".

Un passo indietro per ricostruire la vicenda. Federico Perna, 34 anni, deceduto nel carcere di Poggioreale per arresto cardiaco venerdì otto novembre. Dunque, secondo l'avvocato e i familiari, le sue condizioni fisiche lo rendevano incompatibile con la detenzione. La madre accusa: "Non lo curavano".





                                                                     

"Il problema è la causa dell'arresto", spiega l'avvocato Riccardo Arena, che cura la rubrica Radio Carcere su Radio Radicale e ha ospitato di recente nel suo programma la madre del ragazzo.

Due referti redatti
dai medici del carcere di Velletri e di quello di Secondigliano avevano confermato la diagnosi: Federico era affetto da cirrosi epatica, aveva problemi circolatori e alla coagulazione del sangue.

Aveva bisogno di un trapianto di fegato. Le sue condizioni fisiche lo rendevano incompatibile con la detenzione. "In uno dei due referti venivano pure diagnosticati alcuni problemi di natura psicologica, come una sindrome border line", continua l'avvocato Arena.

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