"Abbiamo avuto un cretino che dobbiamo identificare e va sanzionato". Lo ha detto il capo della Polizia Alessandro Pansa parlando del poliziotto che si è visto nelle foto sul corteo di sabato a Roma con il piede su una manifestante a terra. "Tutti gli altri che hanno lavorato - ha aggiunto Pansa - vanno invece applauditi per come hanno operato e agito, con grandissima correttezza e mantenendo l'ordine pubblico. Non eccedendo assolutamente nell'esercitare la forza nei limiti della correttezza".Si è presentato in Questura l'agente in borghese che, durante il corteo di sabato a Roma, è stato ripreso mentre calpesta una manifestante stesa a terra. "In Questura - si legge in una nota - era stata avviata un'inchiesta interna finalizzata alla ricostruzione dell'accaduto e all'individuazione del responsabile. Nelle more di tale attività, un operatore della Questura di Roma si è presentato, essendosi riconosciuto. I relativi atti saranno trasmessi all'autorità giudiziaria e valutati per gli aspetti disciplinari". Sull'accaduto la procura di Roma ha aperto un'inchiesta e ha chiesto alla Digos un'informativa che farà parte di un fascicolo diverso dal primo aperto sugli scontri.
Lesioni volontarie aggravate dall'abuso di posizione. E' questo il reato per cui è stato iscritto sul registro degli indagati l'agente di polizia che, con casco e manganello, si avvicina a una coppia abbracciata sull`asfalto e con un piede sale sull`addome di una ragazza durante i tafferugli avvenuti a margine della manifestazione dei movimenti per il diritto all'abitare di sabato. Ma Debora Deborah Angrisani, la ragazza calpestata non lo denuncerà: "Non voglio infilarmi in un processo che non porterebbe a nulla".
Relazione fatta dalla Digos
- Secondo quanto si è appreso a piazzale Clodio la formalizzazione
dell'accusa da parte del pm Eugenio Albamonte è dovuta alla relazione
fatta dalla stessa Digos. Allo stato - si sottolinea - la donna che ha
subito la lesione non ha presentato alcuna denuncia. Questo potrebbe
rappresentare un problema visto che le ferite riportate non arrivano a
formare un referto con oltre venti giorni di prognosi, quindi
perseguibile d'ufficio. Il funzionario indagato, un artificiere, ieri si
è presentato dai colleghi della Questura dopo essersi riconosciuto nel
video che mostra quanto accaduto. E' indagato per lesioni l'agente di polizia che sabato, durante la
manifestazione a Roma, ha calpestato una manifestate che si trovava già a
terra bloccata assieme al suo fidanzato. Il fatto è stato documentato
da alcuni video e foto. Il pm Eugenio Albamonte, che ha ricevuto una
relazione sull'accaduto da parte della Digos, contesta all'agente, un
artificiere, anche l'aggravate dall'abuso di potere. Al momento
all'attenzione del magistrato non è arrivata alcuna denuncia da parte
della giovane manifestante. Il reato di lesioni è perseguibile d'ufficio
solo in caso di ferite giudicate guaribili in oltre venti giorni.
L'agente si è ieri presentato dai colleghi della Questura dopo essersi
riconosciuto nel video che mostra quanto accaduto. "Pensavo di aver
calpestato uno zainetto abbandonato in strada, non ho visto la persona"
dice l'artificiere. Mente o dice il vero? Sta di fatto che non è un cretino, ma un violento. Nella relazione della Digos è stata allegata anche
la ricostruzione del poliziotto. "Stavo guardando in aria - ha detto -
per controllare che nella nostra direzione non stessero arrivando bombe
carta. Non ho visto la manifestante continua il suo racconto poco credibile."
"Guardavo da un'altra parte"
- La versione del poliziotto è del tutto inverosimile. Guardava da un'altra parte, in alto, cercando ordigni inesplosi o
pericolosi. Credeva di aver calpestato uno zainetto abbandonato in
strada, non credeva certo che fosse una persona. E magari pretenderebbe di essere creduto. Ma si è giustificato così
l'agente di polizia che ha calpestato una ragazza stesa a terra durante i
tafferugli avvenuti a margine della manifestazione di sabato dei
movimenti di lotta per la casa.
La ragazza calpestata non lo denuncerà -
"Non mi interessa denunciare, non voglio infilarmi in un processo che
non porterebbe a nulla". Parla la ragazza calpestata da un poliziotto
sabato scorso durante gli scontri al corteo per la casa a Roma. Si
chiama Deborah Angrisani, ha 22 anni, è di Viareggio e studia
all'Università di Pisa. E' stata intervistata assieme al ragazzo che
nelle immagini finite su tutti i media cercava di proteggerla - Andrea
Coltelli, 19 anni, che non é il fidanzato - dal quotidiano il Tirreno e
dal sito popoff.globalist.it. Entrambi militano nella Brigata
Antisfratto di Viareggio ed erano venuti a Roma per manifestare.
"Non ero consapevole della violenza della polizia" -
"Non ero consapevole della violenza della polizia - dice Deborah al sito
di controinformazione -. Era la mia prima manifestazione e dopo sabato
ho dovuto aprire gli occhi. Non stavamo facendo niente. A me non piace
la violenza, sono contro la violenza". "Ero in mezzo alla folla con la
mia amica - racconta -. La polizia ha cominciato a caricare e ci siamo
riparate dietro ai giornalisti. A un certo punto ho visto Andrea
sanguinante. Ero spaventata, l'ho rincorso cercando di tamponargli la
ferita alla testa. Poi ci siamo sentiti prendere da dietro, ci hanno
buttati per terra e hanno cominciato a picchiarci".
"Mi ha preso a calci sullo stomaco" - "Un poliziotto
mi ha ferito col manganello sul braccio e sulla schiena - continua
Deborah -. Poi, quando ero bloccata a terra mi è salito addosso e mi ha
preso a calci sullo stomaco, sul fianco, sul petto - ho ancora le
costole doloranti -, mentre Andrea cercava di proteggermi". "Quando
finalmente ci siamo rialzati e abbiamo chiesto 'Ma cosa fate? Perché?' -
prosegue - i poliziotti intorno hanno cominciato a insultarci". "Vorrei
che la nostra vicenda sia davvero utile a far conoscere la realtà",
conclude la studentessa, non che serva "solo a fare immagine e vendere
qualche copia in più". Intanto, secondo quanto si apprende, il
poliziotto violento potrebbe essere iscritto nel registro degli indagati
dalla procura di Roma, una volta che i pm avranno ricevuto il rapporto
della Digos. L'ipotesi di reato sarebbe .
quella prevista dell'articolo 347 del
vigente codice penale "chiunque usurpa una funzione pubblica o le
attribuzioni inerenti a un pubblico impiego è punito con la
reclusione fino a due anni.
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