venerdì 4 aprile 2014

AD UN GIORNALISTA DI PROVINCIA





Tu sei un giornalista prezzolato,
marchettaro, venduto e squallido. 
Campi sulle disgrazie altrui,
 ti prostituisci senza dignità
con la Polizia e la casta corrotta
della città. Scrivi sotto dettatura
e prendi le veline che ti danno
per soldi, per vantaggi e benefici.
Sei un personaggio
ignobile, un parassita della società
che è un ipocrita e un sepolcro imbiancato.
Tu per la carriera venderesti tua
madre che ha partito un essere
 abominevole e schifoso come te.
Tu per il potere, il successo
e la gloria saresti disposto
 a fare cose abiette e immorali.
Tu sei peggiore dei detenuti di Chiavari
o Marassi: sei un delinquente abituale.
Sei spregiudicato: non hai regole,
 non hai una morale, 
per te tutto è lecito tutto
 purchè ti diano soldi.
Sei un essere sgradevole, putrido,
infame: sei un farabutto,
uno che farà una brutta e orribile fine.
Hai goduto per le mie sofferenze
nonostante sapessi che sono innocente,
ma spero che Dio faccia pagare
tutto il male che hai fatto  anche ai
tuoi famigliari. L'ira di Dio ti deve
colpire senza pietà perchè sei stato
un malvagio, un uomo senza pietas
e senza compassione.
Prego ogni giorno che Dio
 a te e ai tuoi amici  in divisa 
faccia provare
la sofferenza, il male e il dolore.
Si, perchè voi non sapete neanche
 cosa siano il perdono e la misericordia.
Tu sia maledetto per il resto dei tuoi
giorni insieme alla tua cricca provinciale
perchè siete corrotti fino alle midolla.
Sei stato accecato dall'odio
nei miei confronti come il tuo
capo che resterà sempre un aggiunto.
 Io spero che il Dio di Abramo, 
Isacco e Giacobbe
accolga le mie invocazioni e le 
mie suppliche per
restituire dignità al giusto e
contrastare le iniquità tue e degli
uomini in divisa che usano la 
tortura  come strumento di lavoro
e la cultura del manganello come
minaccia e abuso di potere.

 

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