venerdì 11 aprile 2014

IL TESORETTO DI FORMIGONI: 100 MILIARDI DI LIRE

NELLA GESTIONE FORMIGONI, LA LOMBARDIA, IN 10ANNI HA EROGATO ALLA CLINICA MAUGERI DI PAVIA 200 MILIONI DI EURO ( I PARLAMENTARI PAVESI DOV'ERANO?)  SECONDO LA PROCURA DI MILANO BEN 61 MILIONI SONO STATI DIROTTATI SU CONTI ESTERI DA ANTONIO SIMONE  (CL) E  DAL FACCENDIERE DACCO'. FORMIGONI HA GIA' UTILIZZATO 8,5 MILIONI PER DIVERTIMENTI, VIAGGI, VACANZE, YACHT, CENE, LIQUIDITA' PERSONALE, CAMPAGNA ELETTORALE,  ECC.   C'E' UN PROBLEMA PERO' : IN QUALE PARADISO FISCALE  HANNO PORTATO I SOLDI (I FONDI NERI)  DACCO' E SIMONE (CL) CHE SONO I TESORIERI DI FORMIGONI? IN BANCHE, SOCIETA' OFFSHORE. IO PENSEREI AD ARUBA DAVANTI AL VENEZUELA NEL MAR CARAIBICO POCO LONTANO DA ANTIGUA...


                         La dolce  vita di Roberto Formigoni

I giudici della Procura di Milano, dopo aver rinviato a giudizio Roberto Formigoni per i reati di corruzione e associazione per delinquere nell'ambito del processo sulle presunte tangenti della Clinica Maugeri di Pavia, hanno disposti il sequesto per 49 milioni di euro riconducibili all'ex Presidente della Regione Lombardia e ai suoi sodali. Il gup Paolo Guidi ha rinviato a giudizio anche altre nove persone, tra cui l'uomo d'affari Pierangelo Daccò, già condannato a 10 anni per il crac del San Raffaele: è arrivato in tribunale in manette, scortato dagli agenti della polizia penitenziaria. Dovranno affrontare il processo anche l'ex assessore regionale alla Sanità Antonio Simone, sua moglie Carla Vites, lo storico amico di Formigoni Alberto Perego. Sono stati rinviati a giudizio, tra gli altri, anche Nicola Maria Sanese, ex segretario generale della Regione Lombardia, Carlo Lucchina, ex direttore generale alla Sanità lombarda, anche lui in aula, e l'ex dirigente regionale Alessandra Massei.


La passione per gli yachts


 Formigoni nell'isola di Antigua il 3 gennaio 2009

 La prima udienza è stata fissata per il prossimo 6 maggio davanti alla decima sezione penale del Tribunale di Milano. Prosciolto, invece, l'avvocato Mario Cannata, consulente della Fondazione Maugeri. Il gip ha anche dichiarato il non doversi procedere per alcuni capi di imputazione relativi a reati fiscali. Secondo l'accusa la Maugeri sarebbe stata favorita per anni dal Pirellone con delibere che avrebbero portato nelle casse della fondazione di Pavia circa 200 milioni di euro di rimborsi per prestazioni sanitarie. Ben 61 milioni di euro sarebbero stati distratti tramite Daccò e Simone, e 8,5 milioni di euro sarebbero serviti ad acquistare benefit di lusso per Formigoni, tra cui viaggi, voli in aereo per 18 mila euro e le celebri vacanze ai Caraibi.  L'ex governatore poteva disporre anche di tre yatch, avrebbe anche ottenuto un maxi sconto di due milioni sull'acquisto di una villa in Sardegna ad Arzachena del valore di 5 milioni, oltre a finanziamenti per cene e soggiorni al meeting di Cl a Rimini e 270 mila euro in contanti.  Nei prossimi mesi verranno definiti i patteggiamenti per altri sette indagati che hanno già trovato un accordo con i pm, tra cui il fiduciario svizzero Giancarlo Grenci e il commercialista Claudio Massimo. La Guardia di finanza ha eseguito un sequestro preventivo di conti correnti e immobili per un valore di 49 milioni di euro (tra cui la favolosa villa in Sardegna ad Arzachena, in via dei Ginepri 9, località Li Liccioli, con superficie di 400 mq, piscina, 13 vani e circondata da tanto verde) dell'ex presidente regionale Roberto Formigoni e del suo amico Alberto Perego nell'ambito del procedimento sul caso Maugeri. Il sequestro è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari Paolo Guidi su richiesta dei pubblici ministeri Laura Pedio, Gaetano Ruta e Antonio Pastore.  
            Formigoni al Senato col ministro ciellino Lupi
 


L'ordine di sequestro per un valore equivalente a 49 milioni di euro è stato disposto dal gip a recupero del presunto profitto illecito di Formigoni in ordine ai reati di associazione per delinquere e corruzione di cui è accusato insieme al suo convivente Paolo Perego nell'ambito del procedimento della Clina Maugeri di Pavia. e per i quali è stato rinviato a giudizio lo scorso 3 marzo.
Il «prezzo» della corruzione nel caso Maugeri contestata all'ex Presidente lombardo Roberto Formigoni, al suo amico Alberto Perego e ad altre persone, tra cui i presunti intermediari Pierangelo Daccò e Antonio Simone, sarebbe di circa 49 milioni di euro. È quanto emerge in relazione al sequestro per equivalente (per 49 milioni appunto) disposto dal gip di Milano Paolo Guidi a carico di Formigoni e Perego. Al senatore del Ncd, da quanto si è saputo, sono stati sequestrati conti correnti, la villa di Arzachena (che dichiara non essere di sua proprietà) e alcuni immobili a Lecco e a San Remo.



    la villa di 400 mq. ad Arzachena: valore 5 milioni di euro


«Leggo che mi avrebbero sequestrato o starebbero sequestrandomi beni fino a 49 milioni di euro. Tranquillizzo tutti, non ho mai posseduto nemmeno la centesima parte di 49 milioni di euro»: così l'ex presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, commenta la notizia dei sequestri di beni e immobili. «Su uno dei miei due conti correnti - spiega il senatore di Ncd- figura un attivo di 18 euro e 20 centesimi, sull'altro un passivo di 75mila euro. Le mie tre auto sono: una Alfa Mito del 2012 per uso personale, una Panda del 2009 e una Multipla del 2008 in dotazione ai miei collaboratori».
E inoltre «non ho mai posseduto ne posseggo - sottolinea - una casa in Sardegna. Le proprietà immobiliari sono: un micro appartamento nella periferia di Sanremo di 36 metri quadrati e tre appartamenti in Lecco di 400 metri quadrati complessivi, che sono stati ereditati dai miei genitori. Di tutti questi immobili condivido la proprietà con i miei due fratelli».


La piscina all'interno della Villa

Il faccendiere Pierangelo Daccò e l'ex assessore Antonio Simone, ma in particolare Daccò, «venivano ad essere gestori di un 'tesorettò (dell'ordine di decine di milioni di euro)che in parte, negli anni, veniva messo a disposizione del presidente Formigoni e del suo entourage, in relazione per spese per ville, imbarcazioni di alto bordo, lussuose vacanze, cene, appuntamenti elettorali, etc.». È quanto scrive il gup di Milano Paolo Guidi nel provvedimento con cui ha disposto il sequestro preventivo di beni immobili e conti correnti fino a un valore di 49 milioni all'ex Presidente della Lombardia e ora senatore di Ncd Roberto Formigoni e al suo amico di vecchia data Alberto Perego, imputati per associazione per delinquere e corruzione per il caso Maugeri. In un altro passaggio del decreto il giudice ha osservato che Daccò e Simone a partire dagli anni '90, «erano sempre stati in stretto contatto (per rapporti di amicizia e per comuni interessi elettorali prima, e via via a seguire anche per interessi affaristici, lobbistici e vacanzieri) col Formigoni e con un soggetto (Perego Alberto)a sua volta in stretti rapporti di vita e di affari con quest'ultimo».

   Formigoni in un momento di relax al Salone del mobile di Milano dopo aver messo il fieno in cascina...
 


La «gestione dei finanziamenti nel campo della sanità» lombarda era «sotto il controllo di un tavolo della sanita di cui facevano parte l'allora dg, Carlo Lucchina e il segretario generale della Regione Lombardia (Sanese), oltre naturalmente al Presidente della Regione Lombardia (Formigoni)». Lo scrive il gup di Milano Paolo Guidi nel provvedimento con cui ha disposto il sequestro di 49 milioni di euro a carico dell'attuale senatore del Ncd e del suo amico Alberto Perego e per una parte di quella cifra anche a carico di altre tre persone, tra cui il faccendiere Pierangelo Daccò. In questo «tavolo della sanità», secondo il gup, avevano un «ruolo continuo di intermediazione» Daccò e l'ex assessore Dc Antonio Simone, «il primo dei quali frequentava con continuità sia il Presidente Formigoni che i competenti uffici della Regione». In questo tavolo facevano parte due parlamentari di Pavia il cui nome non è emerso dalle cronache giudiziarie ma che hanno avuto un ruolo pressoché determinante a questo tavolo della sanità. Come spiega il giudice poi, il presidente della Clinica Maugeri, Umberto Maugeri, e il consulente Gianfranco Mozzali, «hanno confermato in sede di incidente probatorio il sistema di pagamenti di tangenti» affinchè «si aprissero le porte in Regione Lombardia». Un contesto in cui, «fortissimo, e confermato dallo stesso Sanese, era l'intervento di Formigoni per sostenere ed imporre, in contrasto con i pareri tecnici, le soluzioni volte a soddisfare le fondazioni». E poi ancora i «costi sostenuti da Daccò e Simone per procurare a Roberto Formigoni vantaggi e utilità economiche - scrive il gup - provenienti dalle somme drenate dalle fondazioni sono ampiamente documentati e ripercorribili». Ad esempio, chiarisce il gup, «i costi per sopperire all'acquisto ed alla gestione delle costose imbarcazioni messe a completa disposizione di Formigoni e Perego derivavano pacificamente da Mtb, la società austriaca di Daccò».



                            La villa di Arzachena con 13 vani
 
L'ex Presidente lombardo e ora senatore di Ndc Roberto Formigoni «ha avuto la disponibilità di ingenti somme di denaro in contante non giustificate dai suoi legittimi introiti». Lo scrive il gup di Milano Paolo Guidi nel provvedimento con cui ha disposto il sequestro preventivo di beni immobili e conti correnti fino a 49 milioni di euro a Formigoni e al suo amico di lunga data Alberto Perego, entrambi tra gli imputati per il caso Maugeri. Il giudice in un altro passaggio del suo decreto ha osservato che Formigoni e Perego «non hanno prodotto indagini difensive o indicato fonti di prova o dati indiziari che portino ad una lettura di segno opposto o anche solo diverso» rispetto alle accuse contestate, «limitandosi a una lettura diversa dei fatti che dovrà essere valutata in sede naturale», cioè in sede dibattimentale. «In particolare il Formigoni non ha contestato - si legge ancora - il fatto materiale di aver ricevuto tutto una serie di utilità da Daccò e Simone», viaggi lussuosi, vacanze su yacht e voli aerei, (vacanze nei resort a 7 stelle nelle Antille, viaggi in aereo per 18.000 euro, tre yacht, cene, campagne elettorali e 270 mila euro a titolo personale, quantificati in 8,5 milioni di euro «limitandosi a sostenere che si trattava di somme e utilità erogate per mera stima ed amicizia».
                                   Formigoni in elicottero
 
«Fortissimo era l'intervento di Formigoni per sostenere e imporre, in contrasto con i pareri tecnici, le soluzioni volte a soddisfare le fondazioni» Maugeri e San Raffaele. Lo sostiene il gup Paolo Guidi nel decreto di sequestro per equivalente di 49.883.208 milioni di euro all'ex presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, al suo convivente dei Memores Domini Alberto Perego, e a altri imputati, nella nota in cui cita le testimonianze raccolte in merito. Secondo quanto scrive Guidi, a far luce su questo aspetto sono stati Renato Botti e Luca Merlino della fondazione Maugeri e in particolare il segretario generale della Regione Lombardia Nicola Maria Sanese. Quando leggiamo le storie di cronaca giudiziaria di Pavia, della clinica Maugeri e di Formigoni non possiamo non rilevare la necessità di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile. La classe politica cattolica che ha governato l'Italia ha fallito (vedi il caso Moioli a Bergamo e quello di Formigoni a Milano)


                      Particolari esterni della villa di Arzachena


Riprendendo l’espressione del Papa emerito Benedetto XVI possiamo affermare che la politica è un ambito molto importante dell’esercizio della carità. Essa richiama i cristiani a un forte impegno per la cittadinanza, per la costruzione di una vita buona nelle nazioni, come pure ad una presenza efficace nelle sedi e nei programmi della comunità internazionale. C’è bisogno di politici autenticamente cristiani, ma prima ancora di fedeli laici che siano testimoni di Cristo e del Vangelo nella comunità civile e politica. Che lavorino per il bene comune e gestiscano la cosa pubblica con rigore e trasparenza.
              Formigoni alla guida di un auto d'epoca
 

Si tratta di una sfida esigente. I tempi che stiamo vivendo ci pongono davanti a grandi e complessi problemi, e la questione sociale è diventata, allo stesso tempo, questione antropologica. Sono crollati i paradigmi ideologici che pretendevano, in un passato recente, di essere risposta "scientifica" a tale questione. Il diffondersi di un confuso relativismo culturale e di un individualismo utilitaristico ed edonista indebolisce la democrazia e favorisce il dominio dei poteri forti. Bisogna recuperare e rinvigorire un’autentica sapienza politica; essere esigenti in ciò che riguarda la propria competenza; servirsi criticamente delle indagini delle scienze umane; affrontare la realtà in tutti i suoi aspetti, andando oltre ogni riduzionismo ideologico o pretesa utopica; mostrarsi aperti ad ogni vero dialogo e collaborazione, tenendo presente che la politica è anche una complessa arte di equilibrio tra ideali e interessi, ma senza mai dimenticare che il contributo dei cristiani è decisivo solo se l’intelligenza della fede diventa intelligenza della realtà, chiave di giudizio e di trasformazione. È necessaria una vera "rivoluzione dell’amore". L' impegno sociale e politico, un impegno fondato non su ideologie o interessi di parte, ma sulla scelta di servire l’uomo e il bene comune, alla luce del Vangelo non c'è stato da parte di Formigoni, nonostante egli appartenga a un movimento ecclesiale laicale quello dei Memores Domini.                             
                                     Formigoni animalista?

Abbiamo visto nel cattolico Formigoni che i suoi idoli sono: il consumismo, il denaro, e il successo. Formigoni ci ha deluso perchè ha dato la priorità al possesso dei beni materiali, all’individualismo, al nichilismo moderno che predica che non è la libertà a renderci veri. C’è anzi chi sostiene che non esiste nessuna verità, aprendo così la strada allo svuotamento dei concetti di bene e di male e rendendoli addirittura interscambiabili.

Concludo ricordando a Formigoni il libro della Sapienza cap. 6 : “Terribile sarà il giudizio di Dio verso coloro che stanno in alto che non hanno governato rettamente e osservato la legge ”.

                                 
don Julian Carron, teologo, preparato e competente, è il
capo mondiale di Comunione e Liberazione, ha più volte rimproverato ufficialmente alcuni ciellini per la gestione disinvolta della cosa pubblica. Che fine hanno fatto le sue ramanzine?


                                                  

   Il cardinale Angelo Scola una volta vicino a CL (ora distinto e, forse, distante)

                          REPLICA DI ROBERTO FORMIGONI

AGENZIA ANSA: CONFERENZA STAMPA DI FORMIGONI 11-4-2014
 "I 49 milioni che sarebbero stati sequestrati a me, non li hanno sequestrati perché non li ho", ma dalle carte emerge "che devono essere sequestrati a una serie di soggetti, come tale signor Maugeri". Lo ha detto l'ex presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, in una conferenza stampa svoltasi su una terrazza con vista sul palazzo della Regione.
"Formigoni - ha aggiunto parlando di se stesso - questa volta è solidale con la stampa indotta in errore da una comunicazione ambigua fatta dagli uffici" della Procura di Milano.   Formigoni ha spiegato che ''questi 49 milioni devono o dovranno essere sequestrati a una serie di soggetti: si parla di tale signor Maugeri, tale signor Mazzali, Daccò, Simone... e si dice che 25 milioni sono già stati sequestrati''. Da qui, per il senatore di Ncd, l'inganno alla stampa, che ha titolato sull'intera cifra che sarebbe stata sequestrata a lui stesso. ''Una calunnia'', ha aggiunto, tornando a smentire come già più volte in passato la ricostruzione della Procura di Milano che lo accusa di corruzione nei rapporti con la Fondazione Maugeri. Secondo Formigoni anche i magistrati riconoscono che "non ha intascato un euro ed è per questo che devono arrampicarsi sugli specchi e inventare le famose presunte utilità" di cui avrebbe beneficiato, come vacanze e case.
''Formigoni - ha dunque concluso - è una sorta di Re Mida al contrario. Basta che trascorra un week-end in una casa in Sardegna e la casa diventa sua. O basta che trascorra un week-end in barca e la barca diventa sua''.


  (Agenzia Adnkronos 11-4-2014) - "Questi 49 milioni che i pm ritengono sottratti alla clinica Maugeri sono corrispondenti a fatture in cui non appare il mio nome". L'ex presidente della Regione Lombardia , Roberto Formigoni, risponde così al sequestro su conti, abitazioni e auto disposto ieri dal gup di Milano nell'ambito dell'inchiesta sul caso Maugeri. "La magistratura", prosegue il senatore del Nuovo centro destra, "è costretta a riconoscere che Formigoni non ha intascato un centesimo".
Durante una conferenza stampa tenuta a Milano sul tetto della Fondazione europa e civiltà, Formigoni ha ripercorso l'impianto accusatorio elaborato dalla magistratura contestando le accuse: "Secondo gli atti", commenta l'ex governatore lombardo, "la corruzione è iniziata nel 1997, ma Formigoni entra in scena solo nel 2006, quando emergono le utilità da otto milioni di cui avrei goduto. Di queste", prosegue Formigoni", quattro milioni e mezzo sarebbero stati per le barche su cui ho trascorso qualche weekend, 600 mila per un contributo elettorale, poi cene per centinaia di persone e i costi di vacanze per intere famiglie. E' evidente che il totale è costruito arrampicandosi sugli specchi". Il senatore del centro destra ricostruisce poi la vicenda amministrativa al centro dell'accusa di corruzione, per la quale, sostiene l'ex presidente, "secondo la procura la corruzione coincide con le 15 delibere della giunta che avrebbero favorito la fondazione Maugeri. Le delibere non sono state proposte da me, ma dall'assessore competetente e votate da una giunta di 17 elementi", commenta Formigoni. "Queste delibere", aggiunge, "sono state già sottoposte al Tar, alla Corte dei Conti e al Consiglio di Stato, da tutti giudicate perfettamente corrette."

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