domenica 23 marzo 2014

SANTORO E SERVIZIO PUBBLICO IN CADUTA LIBERA

  


                          Santoro, una casa ad Amalfi davanti al mare del valore di 2 milioni

Servizio Pubblico condotto e diretto da Michele Santoro ha un calo di ascolti notevole. Siamo al  6.91% di share, cioè il minimo storico. Forse è l'età,  forse è stanco, o forse ha guadagnato abbastanza ( ha messo in cascina tanto di quel fieno in questi ultimi 25 anni) passando dalla Rai a Mediaset e viceversa che fino alla sua dipartita non se la passerà male).   E, Urbano Cairo, da Alessandria, proprietario de la 7, paga. Anche l'ingegner Mauro Moretti l'ad di Trenitalia spa  afferma di prendere uno stipendio inferiore a quello di Santoro. Si presume  quindi che se Moretti percepisce 850 mila euro Santoro almeno ne percepisce 1 milione di euro se non di più.  Il programma di Santoro è noioso, ripetitivo, datato, passatista con il solito Travaglio giustizialista che declama versi contro Berlusconi  e contro tutti quelli che non sono grillini. Vairo, poi, per qualche bozza o disegno non fa ridere nessuno. Ruotolo non si capisce che ruolo abbia.  E la novità  quest'anno sono le canzoni di musica leggera degli anni 70 che introducono il programma. Insomma, una vera debacle totale. Prima gli orfani dell'ideologia avevano Berlusconi da attaccare, ora che la Boccassini l'ha distrutto, ci sarebbero l'ing. Ligresti (accusato di aggiottaggio per un buco di 400 milioni che riguarda Imco e Sinergia le due holding della famiglia Ligresti e corruzione)   e De Benedetti cittadino svizzero ( con 1,8 miliardi di euro di prestiti per Sorgenia spa)  di cui parlare e dei finanziamenti che le banche gli hanno erogato in questi anni, ma Santoro l'ex maoista di Salerno  tace rigorosamente.
              Ligresti deve ben  400 milioni di euro alle Banche che non darà mai  

Ho guardato la programmazione de la 7 per due settimane e i contenuti dei  programmi si sovrappongono: tutti intervistano i cittadini disoccupati, cassaintegrati, esodati. Tutti intervistano Renzi, i grillini e qualche esponente del pd con la Santanchè. Sembrano programmi fotocopiati. Tutti davanti ai cancelli delle fabbriche, i problemi del sindacato, l'Europa e l'euro,  interviste ai familiari dei suicidati per la crisi e adesso i sondaggi. L'unica che si discosta dai programmi fotocopia è "Le interviste barbariche"  Daria Bignardi che, nel suo parterre di livello,  intervista uomini e donne del cinema, della canzone, della cultura, dello spettacolo, della politica e della religione (ma, cara Daria,  Augias non fa fede perchè non ha mai avuto fede! Ci sono in Italia tanti bravi  teologi per es. l'Arcivescovo Rino Fisichella colto, umile e raffinato con cui parlare di inferno, satana, esistenza di Dio, unioni di fatto, matrimoni gay, eutanasia, comunione ai divorziati risposati, le strane e inquietanti dimissioni di Benedetto XVI intimorito e ricattato, il celibato dei preti, le donne nella Chiesa, ecc. ). Un programma interessante che piace a tutti. Ma se mettete insieme Paragone, Santoro, Formigli, e Sottile (che ha chiuso i battenti perchè lo share era al 2.30%) fanno le stesse interviste agli stessi personaggi e mandano in depressione gli italiani con tutti quei servizi e  dati negativi: lo spread, il debito pubblico, gli stipendi d'oro, le banche che non aiutino i cittadini, l'evasione fiscale, il lavoro, la patrimoniale,  le tasse, i tagli agli statali, la Merkel che vuole una politica di rigore, ecc.  Santoro che vive in un altro mondo con stipendi da favola e case da favola (quella di Amalfi sulla Costiera amalfitana costata 1 milione di euro "abitazione con annesso terreno disposta su tre livelli, composta da quattro vani al piano terra, da tre vani con cucina bagno ingresso ripostiglio e terrazzo al primo piano". La costiera amalfitana, i limoni, il mare verde, un paradiso specie da quelle finestre affacciate sul golfo. Tre piani di roba con terreno e agrumeti. Ne ha fatti di soldi il Santoro nazionale che da 20 anni si batte contro Berlusconi. Adesso che il Cavaliere è stato disarcionato il suo programma lo vedono in pochi e rischia la chiusura per mancanza di idee e di fantasia. Lo stesso dicasi per Formigli e Paragone che dicono le stesse cose di Santoro.  E Urbano Cairo spende per pagare due doppioni. Rimane Maurizio Crozza che è aggressivo, ironico, duro ma piace e fa ascolti. L'imitazione più bella è stata quella del Memores domini Roberto Formigoni. Vuole querelare? chisse- ne- frega. Risponda piuttosto il Formigoni del suo operato ai cittadini che per 17 anni l'hanno votato al Pirellone. Ora c'è l'Expo 2015 e i magistrati dicono che i vertici della Regione Lombardia  sapevano. Bene dica quello che sa ed eviti la solita arroganza. Parli della Maugeri, del San Raffaele, della Compagnia delle Opere, della Fiera di Milano, dei trasporti regionali e della sanità lombarda.  E dei viaggi offerti da Daccò nei Resort più belli del mondo con yacht, vita gaudente, edonismo e consumismo.
Gli italiani sono stanchi infine delle lezioncine di Travaglio che legge il compitino da primo della classe, sono stufi di chi predica bene e razzola male, sono stufi di conduttori orfani dell'ideologia ma che non si fanno mancare niente come i comunisti dell'URSS e della Russia di Putin, gli italiani sanno che non arrivano alla terza settimana del mese, sanno che i pensionati hanno 500 euro al mese di sociale e sanno dei privilegi della Casta (case d'oro, stipendi d'oro, pensioni d' oro, macchine blu, posti negli enti e nelle banche e stipendi  da 20 mila euro come parlamentari). Adesso Santoro ci farà sentire Patty Pravo, Milva e Mina per risollevare le sorti del suo programma in caduta libera. Ma credo che non basterà. Gli italiani sono mortificati, sono depressi e si uccidono per la crisi e per Equitalia. Ma questo, forse, non interessa a nessuno.  Paradossalmente, a parlare degli ultimi, dei poveri, delle persone fragili, malate, sofferenti  e abbandonate non è un uomo di sinistra, ma un credente, un Pontefice "venuto dalla fine del mondo". Il che per un materialista ateo, discepolo di Marx e Hengels, è il massimo.                


            La Sorgenia dei De Benedetti deve 1,8 miliardi di euro alle banche,
                ma non venderà mai nè Repubblica nè l'Espresso nè tutti i quotidiani
                locali di cui è proprietario. Nè tantomeno i beni immobiliari e mobiliari 
                detenuti in Svizzera.

Nessun commento: