Non abbiamo ancora capito se per l'editore Urbano Cairo da Alessandria, proprietario de La 7, gli investimenti nelle risorse umane (che brutto termine) producano utili o passività. Se cioè i programmi che vanno in onda in prima serata hanno uno share discreto, buono, ottimo oppure è scarso e, quindi, i ricavi della pubblicità non arrivano come per esempio a Mediaset o nella corazzata della Rai. E', evidente, che in caso di passività Urbano Cairo dovrà tenere una Tv in perdita o fare una selezione rigorosa dei vari programmi e dei conduttori e conduttrici. Questo è il ragionamento che fa ogni imprenditore. Prima viene la logica del profitto, poi quella dell'uomo e dei suoi bisogni. Una logica che un marxista come Michele Santoro non condivide (per la verità anche noi cattolici) ma purtroppo è cosi. Piaccia o no.
Vediamo
ora i protagonisti de
la 7. Tutte le sere il Tg lo conduce Enrico Mentana, 59 anni, origini
calabresi, una gioventù al quartiere Giambellino di Milano e un
diploma al liceo ginnasio classico statale Manzoni in via Orazio 3,
sposato due volte, 4 figli. A Mentana io
gli conferirei una laurea ad honerem in scienze della comunicazione e
del giornalismo. Sa comunicare, è tempista, fa gioco di squadra, è
un po' spregiudicato (nel senso buono), è un professionista, è un
leader. Il che in una
società digitale, dell'informazione e globalizzata è un pregio.
Sicuramente è un uomo di buone letture. Ha alle spalle anni passati
alla Rai e anni passati a Mediaset sempre come giornalista e
direttore. Legge tutte le mattine i quotidiani, i settimanali, è
attento a quello che succede in ogni angolo del pianeta. Vuole
l'esclusiva e gli riesce quasi sempre. E' preparato anche se da buon
ex socialista non si fida dei preti ma a Matrix nel febbraio 2006
difendeva a spada tratta padre Fedele Bisceglie ora ridotto allo stato
laicale. Ma su papa Francesco, sui
concetti di misericordia e di perdono che egli propugna, dovrà
ricredersi. Perchè la Chiesa di Francesco è “una Chiesa santa e
peccatrice senza macchia né ruga”(San Paolo). Voto: 8+
Passiamo all'altro volto
serale: quello di Lilli Gruber giornalista, 56 anni, originaria di
Bolzano, compagna di un giornalista di guerra, giornalista,
conduttrice e scrittrice. Una donna laureata in Lettere a Venezia non
poteva che scrivere libri e fare giornalismo. Lilli Gruber una delle
donne più belle della TV appare sempre elegante, affabile, gentile
con il suo caschetto e la sua frangetta color rosso ramato pettinati in maniera
ineccepibile. Rigorosamente in pantaloni e tacchi a spillo (cm 10 ) a lei piace avere un ruolo non secondario: è una
primadonna. Sa esercitare il comando, ha coraggio da vendere come
quando è partita come inviata di guerra a Bagdad, oppure quando ha
fatto la telecronaca da Berlino e dagli Usa per l'11 settembre. E'
una donna che ama la conversazione, è brillante, e non è noiosa e
antipatica. L'ascolteresti non mezzora, ma un'ora. I suoi libri per
chi volesse approfondire l' Islam, la condizione della donna e le
cronache da inviato sono da leggere con attenzione. Voto: 8 1/2
Ora
parliamo di Michele
Santoro, salernitano, 63 anni a luglio, una laurea in Filosofia,
giornalista, conosciuto in tutta la penisola sia per la sua passione
politica e le battaglie per la legalità sia per il suo giornalismo
fazioso e intollerante. Appare in crisi, depresso e demotivato. Quando
il Cavaliere era in sella lui era come un leone. Adesso è sottotono.
Anche se
rispetto a qualche anno fa è migliorato. E' più gentile, è democratico,
non ti toglie il microfono, non dice parolacce. Insomma, questo ex
maoista, ci stupisce. Più diventa vecchio più diventa buono. E' come
il vino che sta nella botte diversi anni. Santoro è in crisi perchè
tutti hanno copiato il suo format (si dice cosi?). Tutti intervistano
politici, sindacalisti, leghisti e grillini. Tutti vanno davanti alle
fabbriche che chiudono. Tutti parlano di Renzi. Tutti parlano
dell'eurozona e degli euroscettici. Tutti parlano degli stipendi
d'oro. Quello di Paolo Scaroni ad dell'ENI è addirittura scandaloso
(6,4 milioni di euro
l'anno!!!), Mauro Moretti ( della CGil ) ha ripianato i debiti e se
prende 870 mila euro
l'anno ma sono meritati. Non sono rubati. Lo stipendio dell'ad di Enel
Fulvio Conti è vergognoso: 4 milioni l'anno più un bonus di 2,5
milioni. Massimo Sarmi dirigente delle Poste spa cumula due incarichi:
presidente e ad per uno stipendio annuale di 2,2 milioni di euro
l'anno. Pietro Franchi Tali ex ad di Saipem è andato tra pensione e
stipendio ha preso 6,94 milioni e un bonus di 2, 28 milioni.
Ritornando a Santoro che
prima mandava in avanscoperta Ruotolo adesso che fa? Tutte le sue
idee le hanno prese Paragone, Sottile, e Formigli (è bravo, è
corretto è un professionista). E Santoro è rimasto spiazzato.
Ora
potrà
fare qualche servizio sulle europee, sulla secessione, sui
prepensionamenti, sugli stipendi d'oro, sugli 80 euro mensili netti in
busta paga promessi da Renzi. Anche Santoro (notoriamente ateo) non
ha mai fatto un servizio sui temi religiosi. Forse la pensa come
Fuerbach: “Non è Dio che ha creato l'uomo, ma è l'uomo che ha
creato Dio”. Oppure la pensa come Marx: “La religione è l'oppio
dei popoli” oppure come Freud : “ La religione è
un'illusione, e deriva la sua forza dal fatto che corrisponde ai
nostri desideri istintuali”. Ma quand'anche la pensasse come quelli
vengono definiti i maestri del sospetto, potrebbe fare qualche
servizio sulle unioni di fatto, sui matrimoni gay, sull'eutanasia,
sull'abolizione del celibato, sulle donne nella Chiesa. Insomma, caro
Santoro, se lei fa un programma come Formigli o Paragone gli ascolti
saranno sempre bassi. Se poi il giustizialista Marco Travaglio
continuerà a declamare versi come faceva Dante con "La Commedia" il
flop è assicurato. In effetti Travaglio per noi è la nota stonata di
Servizio pubblico. Bisogna cambiare
strategia. Voto: 6/7
Corrado Formigli,
napoletano, 48 anni, viene dalla covata di Santoro, è stato inviato
di guerra e ha fatto giornalismo TV con Carelli e Santoro. Ha vinto
due volte il premio televiso Ilaria Alpi e conosce il mestiere da
giornalista avendo fatto la gavetta. Che dire? Fare tre programmi
fotocopie non serve. E' vero che qualcuno dirà che ci sono delle
differenze e delle sfumature che io non so cogliere, ma la gente
percepisce questo. Formigli è migliorato molto. Voto: 7+
Gianluigi
Paragone ha
origini meridionali ma è nato a Varese nella terra di Bossi e di
Maroni. E' li che ha conosciuto i due ed è stato nominato direttore
de la Padania. Si innervosisce quando gli rinfacciano il suo periodo
nella Lega Nord. Ma Paragone non dimenticarti che non facevi le
fotocopie in Bellerio ma eri il direttore del giornale di Partito della
Lega Nord. Questo è il tuo passato se poi l'hai rinnegato è un altro
discorso. Non ricordo storici editoriali o fondi particolari
durante la sua gestione. Mi ricordo che aveva la passione per le
inchieste ma il giornalismo non è solo inchieste! Il pennarello e la
lavagna che usa a "la gabbia" la usava anche a la Padania che non ha
mai avuto lettori nonostante in Lombardia ci siano 10 milioni di
abitanti, in Veneto 5 milioni e in Piemonte 4,5 milioni. Se
aggiungiamo Friuli e Liguria si arriva a 23 milioni di abitanti
complessivi nel
Nord. Ma la Padania con Paragone non ha mai avuto tirature, non dico
milionarie ma neanche di decine di migliaia di copie. Una gestione
fallimentare. La carta stampata evidentemente non fa per Paragone. Di
Montanelli ce
n'è stato uno solo. Ora Paragone dopo la Padania ha cambiato look E'
dimagrito, non porta più giacca e cravatta, indossa orecchini, jeans,
la solita inseparabile camicia blu. Porta la barba e indossa scarpe
da ginnastica verdi, gialle, bianche che il cameramen per rispetto
del suo capo non riprende. In ogni caso, gli diamo la sufficienza: 6-
per il suo impegno e entusiasmo.
Da ultimo
lasciamo la brava
giornalista Daria Bignardi, ferrarese, 54 anni, sposata 2 volte, 2
figli, laureata in Lettere moderne, giornalista e conduttrice de “Le
invasioni
barbariche.” Per tre ore ogni mercoledi la vedete fare interviste
ai personaggi più variegati del mondo della cultura, dello
spettacolo, del cinema, della politica e dell'attualità consumata
padrona di casa al punto da offrire da bere all'ospite. E' una
indagatrice come pochi. Ti mette a tuo agio e poi arriva la domanda
imbarazzante per l'ospite. Ma questo è il bello della diretta. Come
faccia
a fare salotto e intrattenimento per tre ore lo sa solo lei. Comunque
è un programma culturale, ben strutturato, con idee nuove e originali.
Daria
dimostra di essere, si, una donna anticonformista ma consapevole che
viviamo in una società liquida, plurale e
postmoderna. E questo si evince dalle sue interviste. A volte come la
sua collega Gruber si avvale della collaborazione di Beppe Severgnini,
un giornalista educato, serio, perbene. Ma le sue analisi sono di un
uomo più anziano e non sembrano adeguate alla nostra società
iperindividualista e soggettivista, edonista, consumista e materialista.
Il programma della signora Bignardi lo
vedono circa 1 milione di italiani. Voto: otto.
La star de la 7 è Maurizio Crozza che fa sempre il pieno di ascolti. E' un comico genovese, ha lavorato molto nei teatri italiani, non è sempre super partes, ma è bravissimo a imitare il Celeste divo che è inguaiato fino al collo con informazioni di garanzia e rinvii a giudizio. Crozza imita bene quasi tutti con questo gioco di parrucche che lo rende travestito (non nel senso uomo travestito da donna) e strano. A Crozza piacciono le tematiche politiche che emergono di suoi sketch. Crozza merita la stima degli italiani perchè gli sta a cuore la questione morale che nel nostro Paese non esiste. Voto: 10
La star de la 7 è Maurizio Crozza che fa sempre il pieno di ascolti. E' un comico genovese, ha lavorato molto nei teatri italiani, non è sempre super partes, ma è bravissimo a imitare il Celeste divo che è inguaiato fino al collo con informazioni di garanzia e rinvii a giudizio. Crozza imita bene quasi tutti con questo gioco di parrucche che lo rende travestito (non nel senso uomo travestito da donna) e strano. A Crozza piacciono le tematiche politiche che emergono di suoi sketch. Crozza merita la stima degli italiani perchè gli sta a cuore la questione morale che nel nostro Paese non esiste. Voto: 10
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