mercoledì 26 marzo 2014

GRUBER, MENTANA, SANTORO E BIGNARDI



Non abbiamo ancora capito se per l'editore Urbano Cairo da Alessandria, proprietario de La 7, gli investimenti nelle risorse umane (che brutto termine) producano utili o passività. Se cioè i programmi che vanno in onda in prima serata hanno uno share discreto, buono, ottimo oppure è scarso e, quindi, i ricavi della pubblicità non arrivano come per esempio a Mediaset o nella corazzata della Rai. E', evidente, che in caso di passività Urbano Cairo dovrà tenere una Tv in perdita o fare una selezione rigorosa dei vari programmi e dei conduttori e conduttrici. Questo è il ragionamento che fa ogni imprenditore. Prima viene la logica del profitto, poi quella dell'uomo e dei suoi bisogni. Una logica che un marxista come Michele Santoro non condivide (per la verità anche noi cattolici) ma purtroppo è cosi. Piaccia o no.
Vediamo ora i protagonisti de la 7. Tutte le sere il Tg lo conduce Enrico Mentana, 59 anni, origini calabresi, una gioventù al quartiere Giambellino di Milano e un diploma al liceo ginnasio classico statale  Manzoni in via Orazio 3, sposato  due volte, 4 figli.  A Mentana io gli conferirei una laurea ad honerem in scienze della comunicazione e del giornalismo. Sa comunicare, è tempista, fa gioco di squadra, è un po' spregiudicato (nel senso buono), è un professionista, è un leader. Il che in una società digitale, dell'informazione e globalizzata è un pregio. Sicuramente è un uomo di buone letture. Ha alle spalle anni passati alla Rai e anni passati a Mediaset sempre come giornalista e direttore. Legge tutte le mattine i quotidiani, i settimanali, è attento a quello che succede in ogni angolo del pianeta. Vuole l'esclusiva e gli riesce quasi sempre. E' preparato anche se da buon ex socialista non si fida dei preti ma a Matrix nel febbraio 2006 difendeva a spada tratta padre Fedele Bisceglie ora ridotto allo stato laicale. Ma su papa Francesco, sui concetti di misericordia e di perdono che egli propugna, dovrà ricredersi. Perchè la Chiesa di Francesco è “una Chiesa santa e peccatrice senza macchia né ruga”(San Paolo). Voto: 8+         

Passiamo all'altro volto serale: quello di Lilli Gruber giornalista, 56 anni, originaria di Bolzano, compagna di un giornalista di guerra, giornalista, conduttrice e scrittrice. Una donna laureata in Lettere a Venezia non poteva che scrivere libri e fare giornalismo. Lilli Gruber una delle donne più belle della TV appare sempre elegante, affabile, gentile con il suo caschetto e la sua frangetta color rosso ramato pettinati in maniera ineccepibile. Rigorosamente in pantaloni e tacchi a spillo (cm 10 ) a lei piace avere un ruolo non secondario: è una primadonna. Sa esercitare il comando, ha coraggio da vendere come quando è partita come inviata di guerra a Bagdad, oppure quando ha fatto la telecronaca da Berlino e dagli Usa per l'11 settembre. E' una donna che ama la conversazione, è brillante, e non è noiosa e antipatica. L'ascolteresti non mezzora, ma un'ora. I suoi libri per chi volesse approfondire l' Islam, la condizione della donna e le cronache da inviato sono da leggere con attenzione. Voto: 8  1/2       

Ora parliamo di Michele Santoro, salernitano, 63 anni a luglio, una laurea in Filosofia, giornalista, conosciuto in tutta la penisola sia per la sua passione politica e le battaglie per la legalità  sia  per il suo giornalismo fazioso e intollerante. Appare in crisi,  depresso e demotivato. Quando il Cavaliere era in sella lui era come un leone. Adesso è sottotono. Anche se rispetto a qualche anno fa è migliorato. E' più gentile, è democratico, non ti toglie il microfono, non dice parolacce. Insomma, questo ex maoista, ci stupisce. Più diventa vecchio più diventa buono. E' come il vino che sta nella botte diversi anni. Santoro è in crisi perchè tutti hanno copiato il suo format (si dice cosi?). Tutti intervistano politici, sindacalisti, leghisti e grillini. Tutti vanno davanti alle fabbriche che chiudono. Tutti parlano di Renzi. Tutti parlano dell'eurozona e degli euroscettici. Tutti parlano degli stipendi d'oro. Quello di  Paolo Scaroni ad dell'ENI è addirittura scandaloso (6,4 milioni di euro l'anno!!!),  Mauro Moretti ( della CGil ) ha ripianato i debiti e se prende 870 mila euro l'anno ma  sono meritati. Non sono rubati.  Lo stipendio dell'ad di Enel Fulvio Conti è vergognoso: 4 milioni l'anno più un bonus di 2,5 milioni. Massimo Sarmi dirigente delle Poste spa cumula due incarichi: presidente e ad per uno stipendio annuale di  2,2 milioni di euro l'anno. Pietro Franchi Tali ex ad di Saipem è andato tra pensione e stipendio ha preso 6,94 milioni e un bonus di 2, 28 milioni.   Ritornando a Santoro che prima mandava in avanscoperta Ruotolo adesso che fa? Tutte le sue idee le hanno prese Paragone, Sottile, e Formigli (è bravo, è corretto è un professionista). E Santoro è rimasto spiazzato. 
                                
 

Ora potrà fare qualche servizio sulle europee, sulla secessione, sui prepensionamenti, sugli stipendi d'oro, sugli 80 euro mensili netti in busta paga promessi da Renzi. Anche Santoro (notoriamente ateo) non ha mai fatto un servizio sui temi religiosi. Forse la pensa come Fuerbach: “Non è Dio che ha creato l'uomo, ma è l'uomo che ha creato Dio”. Oppure la pensa come Marx: “La religione è l'oppio dei popoli” oppure come Freud : “ La religione è un'illusione, e deriva la sua forza dal fatto che corrisponde ai nostri desideri istintuali”. Ma quand'anche la pensasse come quelli vengono definiti i maestri del sospetto, potrebbe fare qualche servizio sulle unioni di fatto, sui matrimoni gay, sull'eutanasia, sull'abolizione del celibato, sulle donne nella Chiesa. Insomma, caro Santoro, se lei fa un programma come Formigli o Paragone gli ascolti saranno sempre bassi. Se poi il giustizialista Marco Travaglio continuerà a declamare versi come faceva Dante con "La Commedia"  il flop è assicurato. In effetti Travaglio per noi è la nota stonata di Servizio pubblico. Bisogna cambiare strategia. Voto: 6/7
Corrado Formigli,  napoletano, 48 anni, viene dalla covata di Santoro, è stato inviato di guerra e ha fatto giornalismo TV con Carelli e Santoro. Ha vinto due volte il premio televiso Ilaria Alpi e conosce il mestiere da giornalista avendo fatto la gavetta. Che dire? Fare tre programmi fotocopie non serve. E' vero che qualcuno dirà che ci sono delle differenze e delle sfumature che io non so cogliere, ma la gente percepisce questo. Formigli è migliorato molto. Voto: 7+              

Gianluigi Paragone ha origini meridionali ma è nato a Varese nella terra di Bossi e di Maroni. E' li che ha conosciuto i due ed è stato nominato direttore de la Padania. Si innervosisce quando gli rinfacciano il suo periodo nella Lega Nord. Ma Paragone non dimenticarti che non facevi le fotocopie in Bellerio ma eri il direttore del giornale di Partito della Lega Nord. Questo è il tuo passato se poi l'hai rinnegato è un altro discorso.  Non ricordo storici editoriali o fondi particolari durante la sua gestione. Mi ricordo che aveva la passione per le inchieste ma il giornalismo non è solo inchieste! Il pennarello e la lavagna che usa a "la gabbia" la usava anche a la Padania che non ha mai avuto lettori nonostante in Lombardia ci siano 10 milioni di abitanti, in Veneto 5 milioni e in Piemonte 4,5 milioni. Se aggiungiamo Friuli e Liguria si arriva a 23 milioni di abitanti complessivi nel Nord. Ma la Padania con Paragone non ha mai avuto tirature, non dico milionarie ma neanche di decine di migliaia di copie. Una gestione fallimentare. La carta stampata evidentemente  non fa per Paragone. Di Montanelli ce n'è stato uno solo. Ora Paragone dopo la Padania ha cambiato look E' dimagrito, non porta più giacca e cravatta, indossa orecchini, jeans, la solita inseparabile camicia blu. Porta la barba e indossa scarpe da ginnastica verdi, gialle, bianche che il cameramen per rispetto del suo capo non riprende. In ogni caso, gli diamo la sufficienza: 6- per il suo impegno e entusiasmo. 

 
Da ultimo lasciamo la brava giornalista Daria Bignardi, ferrarese, 54 anni, sposata 2 volte, 2 figli, laureata in Lettere moderne, giornalista e  conduttrice de “Le invasioni barbariche.” Per tre ore ogni mercoledi la vedete fare interviste ai personaggi più variegati del mondo della cultura, dello spettacolo, del cinema, della politica e dell'attualità consumata padrona di casa al punto da offrire da bere all'ospite. E' una indagatrice come pochi. Ti mette a tuo agio e poi arriva la domanda imbarazzante per l'ospite. Ma questo è il bello della diretta.  Come faccia a fare salotto e intrattenimento per tre ore lo sa solo lei. Comunque è un programma culturale,  ben strutturato, con idee nuove e originali. Daria dimostra di essere, si, una donna anticonformista ma consapevole che viviamo in una società liquida, plurale e postmoderna. E questo si evince dalle sue interviste. A volte come la sua collega Gruber si  avvale della collaborazione di Beppe Severgnini, un giornalista educato, serio, perbene. Ma le sue analisi sono di un uomo più anziano e non sembrano adeguate alla nostra società iperindividualista e soggettivista, edonista, consumista e materialista. Il programma della signora Bignardi lo vedono circa 1 milione di italiani. Voto: otto.
La star de la 7 è Maurizio Crozza che fa sempre il pieno di ascolti. E' un comico genovese, ha lavorato molto nei teatri italiani, non è sempre super partes, ma è bravissimo a imitare il Celeste divo  che è inguaiato fino al collo con informazioni di garanzia e rinvii a giudizio. Crozza imita bene quasi tutti con questo gioco di parrucche che lo rende travestito (non nel senso  uomo travestito da donna) e strano. A Crozza piacciono le tematiche politiche che emergono di suoi sketch.  Crozza merita la stima degli italiani perchè gli sta a cuore la questione morale che nel nostro Paese non esiste. Voto: 10

  













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