mercoledì 12 marzo 2014

GRILLO, IL MOVIMENTO 5 STELLE E LA QUESTIONE MORALE

                                            

I parlamentari del Movimento 5 stelle compiono un anno nel Parlamento italiano. Nessuno li conosceva dentro il Parlamento ma soltanto fuori nel lavoro, nella vita privata, nelle associazioni, e sul territorio a contatto con la gente. Poi, in questi ultimi mesi,  li abbiamo visti nelle trasmissioni de la7, della Rai, e di Mediaset. Il loro leader Beppe Grillo e l'amico Gianroberto Casaleggio li hanno autorizzati a partecipare a programmi politici per comunicare cosa il Movimento fa ogni giorno in Parlamento nelle varie Commissioni per risolvere concretamente i bisogni dei cittadini. Il loro impegno politico  offre preziosi orientamenti etici alla ricerca di un modello sociale che soddisfi adeguatamente le esigenze di un'economia già globalizzata e risponda ai mutamenti demografici, assicurando crescita e sviluppo, tutela della famiglia, pari opportunità nell'istruzione dei giovani e sollecitudine per i poveri. In sostanza nel M5S c'è  l'impegno di tutti ad affrontare le sfide del presente per il bene di un futuro migliore. Chi li aveva dipinti come eversori o come estremisti ha dovuto ricredersi. Essi vanno in TV come persone dabbene, elegantissimi, bellissimi, educatissimi. Sembrano oxfordiani. Parlano con sicurezza  senza mai  interrompere l'interlocutore e manifestano il loro pensiero con pacatezza e molto garbo.  Da una parte vediamo Beppe  Grillo che urla, fa casino, fa il diavolo a quattro,  dice parolacce, arringa le piazze, fa l'arruffapopolo; dall'altra parte abbiamo gli esponenti del suo movimento che sono l'esatto contrario.

 Ma il capo e i suoi uomini (e donne) la pensano allo stesso modo. Non vogliono trattare con i politici corrotti, pregiudicati, truffatori, responsabili di peculato, di appropriazione indebita, di bancarotta fraudolenta o aggiotaggio.  O, peggio, che hanno costruito le loro fortune con i soldi delle banche (vedi  Salvatore Ligresti, il defunto Tanzi, e  il figlio di De Benedetti),  del terremoto in Irpinia, con i soldi delle Regioni, degli Enti pubblici , delle autostrade, delle Asl e degli Ospedali. C'è una idiosincrasia tra i 5 stelle e i corrotti. C'è incompatibilità, avversione, e ripugnanza. Con loro non si tratta. Con loro non si scende a compromessi con la propria coscienza. Sono loro che hanno portato il debito pubblico a 2.105 miliardi di euro, sono loro che hanno creato 3,3 milioni di cittadini italiani disoccupati. Sono loro che ogni anno non riscuotono 150 miliardi di euro di imposte che costituiscono l'evasione fiscale nonostante la Guardia di Finanza e le Agenzie dell'entrate ed Equitalia.  Sono loro che hanno portato all'estero i capitali depredati. Senza contare che i 5 stelle non tollerano i privilegi della Casta che ha stipendi e pensioni d'oro, mentre abbiamo i poveri cristi che devono campare con la sociale di 450 euro al mese. A questo riguardo va detto per amore della verità che tutti i parlamentari del Movimento 5Stelle si dimezzano lo stipendio e lo devolvono ai cittadini che hanno perso il lavoro, la casa e sono diventati i nuovi poveri accanto agli emarginati di sempre. Sono 10 mila euro a testa a cui rinunciano ogni mese ma i vari Santoro, Fazio, Mentana, Lerner, Paragone, Formigli, Annunziata, Gruber, Bignardi,  Crozza e Fabris su questa iniziativa importante tacciono rigorosamente. 
 Ebbene, ora vedo più spesso che, nelle trasmissioni politiche,  vanno Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Giorgio Sorial, Vittorio Ferraresi, Francesco D'Uva, Agostinelli Donatella, Silvia Benedetti, Dieni Federica, Luca Frusone,Rostellato Gessica, Giulia Sarti,  Roberta Lombardi, Paola Taverna, Michela Montevecchi, ecc.  Non posso citare tutti e mi scuso.
Un'accusa che viene mossa al Movimento 5 stelle è quella di "populismo" in senso spregiativo. I giornali e le TV accusano Grillo e i M5stelle di assumere un atteggiamento ideologico che, sulla base di principî e programmi genericamente ispirati al socialismo, esalta in modo demagogico e velleitario il popolo come depositario di valori totalmente positivi. Ma, in realtà, le cinque stelle richiamate nel nome rappresentano tematiche relative ad acqua, ambiente, trasporti, sviluppo ed energia. Un altra accusa rivolta a Grillo è quella di "epuratore", cioè di liberare il movimento da persone ritenute indegne  allontanandone gli elementi inetti, sospetti, disonesti o, comunque, indesiderabili.  Il movimento è euroscettico: qui Grillo deve spiegare bene come è possibile vivere senza l'euro e ritornare alla lira.

La questione morale nel Movimento 5 Stelle è fondamentale. Il cittadino e politico deve lavorare per perseguire il bene comune e bene di tutti. Ci deve essere trasparenza nella gestione della cosa pubblica. Saranno capaci i nostri aderenti a 5 stelle a restare duri e puri senza sporcarsi le mani? Io credo di si, del resto il fondo l'abbiamo già toccato, in questa italietta fatta di furbi, di mafiosi e di ladri. A loro il compito e la responsabilità della vigilanza e del controllo in Parlamento sugli atti degli avversari politici."Coloro che sono o possono diventare idonei per l’esercizio dell’arte politica, così difficile, ma insieme così nobile (dopo aver ricevuto un'eredità economica difficile con un Paese in macerie), si preparino e si preoccupino di esercitarla senza badare al proprio interesse e al vantaggio materiale. Agiscano con integrità e saggezza contro l’ingiustizia e l’oppressione, il dominio arbitrario e l’intolleranza d’un solo uomo e d’un solo partito politico; si prodighino con sincerità ed equità al servizio di tutti" (Gaudium et spes, 75). Nella realizzazione di questo compito, i politici cristiani non possono rimanere privi di aiuto da parte della Chiesa. Si tratta qui, in modo particolare, dell’aiuto a prendere coscienza della loro identità cristiana e dei valori morali universali che si fondano nella natura dell’uomo, così da impregnarsi, in base a una retta coscienza, a trasfonderli negli ordinamenti civili, in vista dell’edificazione di una convivenza rispettosa dell’uomo in ogni sua dimensione.                                            

La crisi mondiale che tutte le società occidentali stanno in questi anni attraversando si rivela ancora una volta crisi di fondamenta e di valori: la mancanza di idee e comportamenti etici ha generato la crisi finanziaria globale e immobilizzato i protagonisti della Politica, responsabili e attori principali delle scelte. E’ proprio agli esponenti del M5stelle che ci rivolgiamo  perché recuperino coerenza e responsabilità, in una fase in cui la Cittadinanza non è più percepita come un valore di appartenenza comune e le sole logiche di mercato non bastano. Non diamo  ricette socioeconomiche, ma andiamo alla fonte, alla radice dei problemi, individuandoli nell’abdicazione del potere politico al proprio compito: la ricerca vera del Bene comune.Grande, dunque, è la responsabilità anche civile dei credenti: “Questo impegno non deve conoscere flessioni o ripiegamenti”. Non solo grande, ma anche irrinunciabile: “Utilmente risuona in questo senso il monito del libro della Sapienza, secondo cui ‘il giudizio è severo contro coloro che stanno in alto’ (Sapienza  6,5)”.

Vigilanza e coerenza: queste le fondamenta sulle quali debbono poggiare soprattutto i cittadini del M5S   che hanno scelto di rappresentare altri Cittadini nella società. Essere coerenti con i valori che professano quando propongono, discutono e formulano le leggi, cioè le regole che guidano i comportamenti sociali e spesso influenzano le idee e le culture dominanti, e vigilanti affinché quei valori non siano minacciati e ostacolati. Non si può dire di rappresentare una Fede se i propri comportamenti non sono coerenti con essa, non si può sedere in un’Aula legislativa se, al momento delle scelte, non si rinuncia a consenso e compromesso, pur di affermare fino all’ultimo atto i propri valori: “Sono purtroppo molte e rumorose le offerte di risposte sbrigative, superficiali e di breve respiro ai bisogni più fondamentali e profondi della persona”.  Ciò fa considerare tristemente attuale il monito di Paolo, quando mette in guardia il discepolo Timoteo dal giorno «in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, pur di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo i propri capricci, rifiutando di dare ascolto alla verità per perdersi dietro alle favole» (2 Tm  4,3).
La Politica ha oggi di fronte a sé una sfida altissima: la sfida della Vita. Se davvero vuole dare di sé la parte migliore, quella per cui è davvero “la forma più alta ed esigente di carità”, deve dimostrare di comprendere di avere in mano il potere più grande per la tutela dei veri pilastri della società. Perché è da essi che dipendono il Bene e il benessere comune che tanto cerchiamo e di cui tutti hanno bisogno. La società contemporanea implora progresso, ripresa e solidarietà: che soprattutto i Cristiani si assumano la propria innata responsabilità che “concerne in modo particolare quanti sono chiamati a ricoprire un ruolo di rappresentanza”, senza cedere a “risposte sbrigative e superficiali”, senza assecondare “i propri capricci”, non perdendosi “dietro alle favole”, ma svolgendo fino in fondo la propria missione, «capaci di trasmettere alle generazioni di domani ragioni di vita e di speranza”. 



alberto.giannino@gmail.com

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