Pier Ferdinando Casini, bolognese, 58 anni, sposato due volte (con Roberta Lubich ed Azzurra Caltagirone), quattro figli, è laureato in Giurisprudenza. Casini, ambizioso, vanesio, narciso, bella presenza, buca lo schermo e ha doti da leader. Da oltre 30 anni siede in Parlamento nei banchi della DC, del CDU, del CCD e dell'UDC. E' stato deputato europeo e Presidente della Camera. Ha iniziato a far politica con Antonio Bisaglia (morto in circostanze misteriose insieme al fratello prete don Mario anch'egli morto drammaticamente nel 1992), e successivamente con Arnaldo Forlani, Gianstefano Frigerio, Prandini, Sandro Fontana, Franco Maria Malfatti, Luciano Radi, Bernini, Darida, Ivo Butini, Lorenzo Natali ed Oscar Luigi Scalfaro.
Nel 1992 Forlani si candida al Quirinale ma per 29 voti non riesce ad essere eletto. Neanche gli altri due candidati di razza: Giulio Andreotti (la mafia uccide a Palermo Salvo Lima e il giudice Falcone) e Bettino Craxi (i suoi uomini furono quasi tutti arrestati per Tangentopoli) riuscirono a scalare il colle. Vinse l'outsider Scalfaro, democristiano di lungo corso, che era Presidente della Camera ( e aveva fatto 5 anni agli Interni con Polizia, Sisde e Criminalpol) e devotissimo alla Madonna al punto che girava l'Italia per tenere dotte conferenza su di Lei.
Casini, dopo aver letto la bozza della legge elettorale Italicum preparata da Renzi e Berlusconi, ha messo una catena con un lucchetto all'UDC e l'ha chiuso per sempre. Perchè? Il suo partito UDC è al minimo storico: 2,5% e l'Italicum prevede almeno l' 8% dei consensi per entrare in Parlamento (per i singoli partiti ) il 4,5% ( per i partiti in coalizione) e il 12% (la coalizione) ma Casini, che è un vecchio marpione, sa benissimo che questa impresa è impossibile per lui e per il suo partito e per una eventuale e ipotetica coalizione.
E allora ha scelto il nuovo centro destra di Alfano, Lupi, Formigoni, Schifani e Quagliarello.In questa ipotesi sta nella coalizione di Berlusconi ma nel partito di Alfano dove tutti insieme dovrebbero raggiungere il 4,5%. Se poi Casini e Alfano entrano in Forza Italia il problema dello sbarramento elettorale non c'è. Casin, che ha intuito il pericolo di restare fuori dal Parlamento come è successo a Fini, ha detto ai suoi : io ho rotto con Berlusconi, ho rinunciato a fare il ministro degli Esteri o di continuare a fare il Presidente della Camera, ma ora sacrifici non ne faccio più. Se volete mi seguite se no tenetevi il partito, il simbolo, lo statuto e anche i finanziamenti pubblici. Non sappiamo se il fido Cesa lo seguirà o guiderà quello che resta dell'UDC dopo la rottura consumata con il professor Monti che ha creato Scelta civica.
Casini è sempre stato un moderato, uno di centro destra. Ma non voleva sottomettersi a Berlusconi. Lui di andare ad Arcore a baciare la pantofola all'Imperatore e di genuflettersi non ne voleva sapere. Berlusconi gli ha anche detto che lui sarebbe stato il suo successore, ma Casini ha sempre declinato orgogliosamente e con puntiglio l'invito. Ora, che si va al voto a maggio o in autunno, Casini, da buon opportunista,
ritorna da Berlusconi. E questa è una rivincita del Cavaliere. E' vero non l'ha mai chiamato pregiudicato, non l'ha mai insultato, non ha mai approfittato delle sue difficoltà giudiziarie e di questo gliene diamo atto. E' un signore democristiano come Arnaldo Forlani che quanto più invecchia tanto più gli somiglia per lo stile, l'educazione e l'arte di mediare in politica. Casini potrebbe fare il prossimo Presidente della Repubblica in questa Italietta di furbi, di mediocri, di ladri, di comici, di nani e di ballerine. Ha la statura, l'esperienza e quel sano e giusto macchiavellismo che non guasta.
alberto.giannino@gmail.com
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