Martini, che era un biblista di fama internazionale, uomo colto e raffinato, aristocratico, che ha guidato per 25 anni la Diocesi più popolosa del mondo, Milano, dopo 7 anni di papato ratzingeriano, ha voluto con forza una discontinuità nel papato con un gesuita che risiede a Buenos Aires: Jorge Mario Bergoglio che vive da solo rinunciando a privilegi del palazzo arcivescovile, senza lusso, senza scorta, senza sfarzo, sobriamente e che frequenta le periferie, gli ultimi, i deboli e i non tutelati.
Bergoglio, fino al 2005, era un cardinale sconosciuto, ma quando nel Conclave che eleggerà Ratzinger prenderà ben 40 voti dai cardinali elettori anche l'area progressista finalmente avrà un suo candidato autorevole e un suo punto di riferimento anche perchè il cardinale Martini era stanco e malato. L'altro candidato progressista, Dionigi Tettamanzi, che aspira al soglio di Pietro, prenderà solo due voti. Ma Bergoglio supplica i fratelli cardinali di non votarlo perchè si sente impreparato a fare il Papa. E cosi la sua candidatura perde consensi e al quarto e ultimo scrutinio saranno solo 26 cardinali a votarlo, gli altri 14 voti Martini li farà confluire su Ratzinger. In totale 84 cardinali elettori voteranno compatti per il cardinale Joseph Ratzinger. I 26 cardinali progressisti pensano che Ratzinger farà un pontificato breve come quello di Giovanni XXIII avendo ben 78 anni. Ma egli, non solo resiste come papa Leone XIII che morirà a 93 anni (che la massoneria odiava per avere riabilitato nel 1879 la filosofia di san Tommaso con l'Enciclica Aeternis Patris), ma ribadirà i cosiddetti valori non negoziabili: vita, famiglia, libertà di educazione e bene comune che non sono graditi ai cardinali progressisti ( essi dicono: "è meglio parlare d'altro senza irrigidirsi troppo su questi argomenti e mettere al primo posto l'annuncio del Vangelo"...). Questi principi, ovviamente, non sono verità di fede, anche se sono illuminati e confermati dalla fede; sono insiti nella natura umana, e pertanto sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nella loro promozione non è quindi di carattere professionale, ma si dirige a tutte le persone, indipendentemente dalla loro affiliazione religiosa.
"Questa azione - diceva papa Benedetto XVI - è anzi ancor più necessaria nella misura in cui questi principi sono negati o fraintesi, perché in questo modo si compie un’offesa alla verità della persona umana, una grave ferita provocata alla giustizia stessa". Nell’intervista a la “Civiltà Cattolica” papa Francesco dice: «Io non ho parlato molto di queste cose, e questo mi è stato rimproverato. Ma quando se ne parla, bisogna parlarne in un contesto. Il parere della Chiesa, del resto, lo si conosce, e io sono figlio della Chiesa, ma non è necessario parlarne in continuazione». E’ giusto dare ragione della nostra posizione in campo bioetico e cercare di aiutare gli altri a capire i loro errori, ma non è l’essenziale per un cristiano. Invece, ci spiega Papa Francesco, «l’annuncio di tipo missionario si concentra sull’essenziale, sul necessario, che è anche ciò che appassiona e attira di più, ciò che fa ardere il cuore, come ai discepoli di Emmaus. Dobbiamo quindi trovare un nuovo equilibrio, altrimenti anche l’edificio morale della Chiesa rischia di cadere come un castello di carte, di perdere la freschezza e il profumo del Vangelo. La proposta evangelica deve essere più semplice, profonda, irradiante. È da questa proposta che poi vengono le conseguenze morali».
Il desiderio dev’essere innanzitutto di portare a tutti lo sguardo di misericordia che abbiamo incontrato nel volto di Gesù e quindi nella Chiesa. «Il messaggio evangelico non può essere ridotto dunque ad alcuni suoi aspetti che, seppure importanti, da soli non manifestano il cuore dell’insegnamento di Gesù», ha spiegato giustamente. E ancora più chiaramente: «La Chiesa a volte si è fatta rinchiudere in piccole cose, in piccoli precetti. La cosa più importante è invece il primo annuncio: “Gesù Cristo ti ha salvato!”».
Da questo deriva anche tutto il resto: quando si prende coscienza di
tale annuncio e lo si fa proprio, infatti, allora ne conseguirà anche
una posizione morale sull’aborto, sull’eutanasia, sul matrimonio
omosessuale ecc. E’ anche vero, comunque, che la sacralità della vita la
si può capire e difendere anche per sola ragione, come fanno tantissimi laici nostri compagni. Ma se ci limitiamo a questo, senza un impegno principale nell’annuncio cristiano (“Gesù Cristo ti ha salvato!”) la nostra difesa in campo bioetico alla lunga risulterà sterile. La Chiesa deve innanzitutto «curare le ferite e riscaldare il cuore dei fedeli», perché siamo tutti feriti senza distinzione di credo o di filosofia o di fede politica.
Inoltre
da buon
teologo Papa Ratzinger custodirà il deposito della fede cattolica.
Ribadirà
l'importanza del Vaticano II, proclamerà santi e beati, ribadirà la
grandezza della Maria Madre di Dio la grande assente tra i teologi di
casa nostra, vigilerà sulla penetrazione della
teologia protestante nei Seminari e nella Facoltà teologiche e
controllerà con una pazienza certosina il curriculum di ogni
aspirante vescovo al fine di evitare nomine controverse, discutibili,
fallaci e nefaste.
Il successore di
Pietro di colui che fu eletto dal Signore a fondamento della sua
Chiesa, e a cui il Signore affidò le somme chiavi del suo regno, con
la missione di pascere e di riunire il suo gregge, l’umanità
redenta, fino al suo finale ritorno glorioso, deve essere
ridimensionato. Ed ecco la parola chiave dei martiniani
"collegialità" tenendo presente ovviamente il
dogma dell'Infallibilità del Pontefice Ex Cathedra ( proclamato nel
1870 da Pio IX nella Costituzione dogmatica Pastor Aeternus del Vaticano I)
che, come tutti gli altri dogmi cattolici, vengono ritenuti una prigione del
pensiero. Il gesuita padre De Rosa (di cui abbiamo sempre avuto una grandissima stima), nel 1985, vicedirettore de La
Civiltà Cattolica, scriverà a questo riguardo, stupendoci e meravigliandoci non poco : “senza arrecare prove documentarie
Pio IX, afferma che dell'infallibilità pontificia non vi è traccia
né nella Scrittura né nella Tradizione; che, anzi, la storia
dimostra doviziosamente il contrario; e che quella successiva al
Concilio prova la sterilità del dogma di fronte all'attesa di verità
importanti”. Ne conclude che "nessun nemico avrebbe potuto
danneggiare la Chiesa più di Pio IX" e che "difficilmente
nella storia avrebbe potuto esserci un papa cui applicare l'aggettivo
di infallibile con maggiore trepidazione". Il curioso stemma di papa Francesco (la stella nella seconda versione è più grande)
Pio IX avrebbe convocato il Concilio mosso soprattutto da ambizioni personali ed avrebbe fatto dell'infallibilità (della/nella Chiesa) una questione ed una istanza personalissime per risarcirsi moralmente della deminutio politica: per riaccreditare il suo prestigio e riproporre la sua autorità, in forte calo dopo l'usurpazione dello Stato pontificio e la prevedibile prossima occupazione di Roma. Avrebbe voluto che fosse proclamata di fede l'incondizionata infallibilità del papa (e quindi la sua propria),
nonostante fosse priva di validi fondamenti scritturistici,
non fosse attestata da autentica ed universale tradizione,
fosse del tutto inopportuna dal punto di vista politico,
mettesse la Chiesa in totale contraddizione con la cultura moderna,
avesse contro un'agguerrita ed informata minoranza.
E per ottenere quella definizione, avrebbe forzato il Concilio:
cioè montata e plagiata la maggioranza,
imposto presidenze, commissioni, regolamenti e formule,
intimorito
e ricattato e diviso la minoranza antiinfallibilista, la quale,
ciononostante, si contrappose fino all'ultimo, disertando poi la
votazione finale, così facendo mancare la unanimità morale alla
Costit. Pastor Aeternus.
Il
comportamento di Pio IX durante i lavori del Concilio, la durezza
mostrata verso gli antiinfallibilisti, il non essere stato, egli, nel
pieno possesso delle sue facoltà (come si evincerebbe dallo
scontro col patriarca melchita Gregorio Yussef e con il card. Guidi),
proverebbero che il Concilio non ha avuto una libertà sufficiente e
che quindi almeno la sua seconda Costituzione, la Pastor Aeternus,
non può considerarsi valida.
Infine,
l'accettazione del dogma da parte della minoranza antiinfallibilista
è frutto delle pressioni subite e si riduce ad un atto di
obbedienza, non ad una convinta professione di fede.
Altra
parola chiave dei martiniani (Oscar Andrés Rodriguez Maradiaga, honduregno, il cardinale brasiliano-tedesco Claudio Hummes, l’arcivescovo di Santiago del Cile Javier Francisco Erraruriz Ossa, il brasiliano, Joao Braz de
Aviz, il capo dei vescovi Usa,
Timothy Dolan, l'arcivescovo di San Paolo Odilo Scherer,
quello di Tegucicalpa Oscar Maradiaga ( salesiano come
Bertone), il cardinale di Boston Sean O'Malley, Cristoph Schoenborn, vescovo di Vienna.
Godfried Danneels, l' arcivescovo di Bruxelles, Robert Sarah (della Guinea), il ghanese Peter Turkson, Luigi Bettazzi, vescovo Emerito di Ivrea, è “sogniamo
un nuovo Concilio Ecumenico.” E' evidente, a questo punto, che i
progressisti vogliono l'abolizione del celibato sacerdotale, un ruolo
importante per la donna nella Chiesa, discutere
la questione della sessualità, rivedere la disciplina del matrimonio
e quella della prassi penitenziale. Ma con Ratzinger sono bloccati
nelle loro aspirazioni e sono disposti – solo a parole – a fare uno
scisma. Ma Ratzinger
pensa nel suo cuore che Gesù disse tre volte a Pietro:
«Pasci
i miei agnelli, pasci le mie pecore»,
essendo ormai dichiarato suo continuatore, suo vicario
nell’ufficio pastorale, che Gesù stesso indicò come sua
caratteristica e preferita missione: «Io
sono il buon Pastore»
(Gv
10, 11). Il primato di Pietro, nella guida e nel servizio del popolo
cristiano, sarebbe stato un primato pastorale, un primato d’amore.
Nell’amore, ormai inestinguibile, di Pietro a Cristo sarebbero
fondate la natura e la forza della funzione pastorale del primato
apostolico. Dall’amore di Cristo e per l’amore ai seguaci di
Cristo la potestà di reggere, di ammaestrare, di santificare la
Chiesa di Cristo. Una potestà che non è lecito né contestare, né
ingannare (cf. At
5); ma una potestà nascente dalla carità, nella carità esercitata
e per la carità. Una potestà, di cui Pietro lascerà eredi i suoi
successori sulla sua cattedra romana, ed a cui egli darà nel
sangue la suprema testimonianza: «Cum
autem senueris, extendes manus tuas, et te alius cinget et ducet quo
tu non vis»;
«quando poi sarai invecchiato, - sono parole di Gesù a Pietro al
termine del fatto evangelico ricordato - tenderai le mani, e un altro
ti cingerà e ti condurrà dove tu non vorresti. Disse questo (il
Signore) per indicare con quale morte egli (Pietro) avrebbe reso
gloria a Dio. E, detto ciò, gli soggiunse: Seguimi»
(Gv 21, 18-19). La pietra di cui parla Gesù è sempre presente
nei pensieri di Benedetto XVI, questa vuol essere immagine ed
onore, concepita da Cristo Signore, quando disse a Pietro: «Sopra
questa pietra costruirò la mia Chiesa» (Mt
16, 18), edificata nell’amore? Dura ancora l’edificio
escatologico, dura ancora la Chiesa, e sempre la carità è la sua
vita.
ll Patriarca di Venezia S.E. Mons. Francesco Moraglia
ll Patriarca di Venezia S.E. Mons. Francesco Moraglia
Siamo nel 2012 Martini muore ma i suoi confratelli progressisti intendono portare avanti le sue istanze con determinazione. In Vaticano, intanto, i corvi fanno sparire documenti riservati e fanno capire a Benedetto XVI che sono in grado di controllare ogni sua mossa, attaccano violentemente il Segretario di Stato Tarcisio Bertone e chiedono la testa del presidente IOR Gotti Tedeschi ( al suo posto verrà nominato un massone tedesco). I giornali di area protestante continuano a perseguitare Benedetto XVI sul tema della pedofilia del clero nonostante egli abbia fatto più di ogni altro papa per ridurre allo stato laicale i preti e vescovi pedofili. Non solo: Il Papa subisce l'umiliazione a Ratisbona nel corso della sua lectio magistralis. Nel discorso di Ratisbona, Benedetto XVI rivendicò le radici ebraiche, greche e cristiane della propria fede, spiegando perché erano diverse dal monoteismo islamico. Odio e fanatismo, disse papa Ratzinger, sono “patologie” della religione e il jihad è “irragionevole” e “contrario” a Dio. La lectio papale conteneva una drammatica citazione dell’imperatore bizantino Manuele II Paleologo che annotava questo suo scambio con un persiano: “Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava”. Dinamite magistralmente addolcita dalla citazione di una sura coranica del tempo giovanile, annotava Ratzinger, “in cui Maometto stesso era ancora senza potere e minacciato”, e che recita: “Nessuna costrizione nelle cose di fede” (sura 2, 256). A Ratisbona Ratzinger mise in scena il dramma del nostro tempo, esploso letteralmente con l’11 settembre e quel quadruplice volo mortale sui cieli d’America. Il Papa discusse di islam senza ripetere banalità ireniste. Fece ciò che nel mondo islamico, pena la testa e la lingua, è vietato fare: discutere liberamente di fede. Ma fu costretto a porgere le sue scuse. Inoltre non potrà tenere il suo discorso all'Università La Sapienza di Roma. Tutte singolari coincidenze? Lo escludiamo nella maniera più categorica.
Benedetto
XVI infine quando avrà la prova e la certezza che alcuni cardinali vogliono lo scisma si
dimette per il bene della Chiesa. E, finalmente, verrà eletto Papa
Bergoglio il quale insiste nel suo magistero sul concetto di
collegialità, si proclama solo Vescovo
di Roma,
( ma Romano
Pontefice
è l'appellativo alternativo con cui si designa, specialmente nel
Diritto
canonico, il Papa,
che quale successore di Pietro,
detiene il potere supremo di guida pastorale della Chiesa,
che si fonda nella Scrittura
e nella sacra Tradizione.
Quale Vicario di Cristo in terra, successore
dell'apostolo
Pietro
e pastore universale, il Papa
ha, su tutta la Chiesa,
una potestà suprema, piena, immediata e universale che può
esercitare liberamente.
- Potestà suprema consiste nel fatto che le sue deliberazioni non necessitano di ottenere l'approvazione del Collegio episcopale o di altra persona o organo; quindi nell'insindacabilità delle medesime sue decisioni da parte dei fedeli.
- Potestà immediata significa invece che essa deriva direttamente da Dio e pertanto priva della necessità delle mediazioni umane.
Bergoglio
apre alle donne nella Chiesa e declassa il prefetto della
Congregazione del Clero, cardinale Mauro Piacenza, (pupillo di Siri)
alla Penitenzieria Apostolica ma promuove il chiaccherato e discusso
prelato omosessuale mons. Battista Ricca allo IOR (consigliere di nunziatura di prima classe), ingaggia un braccio di ferro incomprensibile ed estenuante con il capo della CEI, l'ottimo tomista Angelo Bagnasco,
non nomina cardinale il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia
(apprezzato Professore e Dottore in Teologia dogmatica), parla di
“teologia in
ginocchio” e
di "misericordia" e "perdono" esattamente come i fratelli protestanti.
Alla base della preoccupazione di Lutero, infatti, vi è un rapporto
irrisolvibile un Dio giusto che perseguita il peccatore,
dall'altra la coscienza dell'uomo che non riesce a tranquillizzarsi.
Invece, la base del cristianesimo è l'annuncio di una realtà nuova
nel mondo (evangelo,
buona novella), a cui il singolo partecipa nella sua individualità:
nessun limite o errore proprio del soggetto pregiudica la certezza
dell'evento, credendo che esso è più grande del suo male. Con
la Riforma il problema fondamentale del cristiano diventa quello di
non avere problemi con Dio. È come se scomparisse l'evento di
Cristo, dentro il
quale la misericordia
di Dio accoglie l'uomo così com'è, pur invitandolo continuamente a
non peccare più.
«
|
Dio infine ebbe pietà di
me e, meditando giorno e notte un certo versetto, cominciai allora
a comprendere che la giustizia di Dio è quella per mezzo della
quale il giusto vive del dono di Dio, se ha la fede. Mi sentii
allora letteralmente rinascere e mi sembrò di essere entrato nel
paradiso »
|
(Martin
Lutero).
In
ogni caso, il nuovo vescovo di Roma, eletto il 13 marzo 2013, può
contare sull'Ordine dei Gesuiti,
sui cardinali progressisti, sulla diplomazia vaticana, sul cardinale Parolin, su mons. Becciu, sull'anziano
cardinale Kasper, su Padre Lombardi, sul cardinale milanese Francesco Coccopalmerio
martiniano doc, e
sull'esuberante e ambizioso teologo Bruno Forte che aspira al posto del
cardinale Crescenzio Sepe nella Arcidiocesi di Napoli perchè la diocesi di Vasto e Chieti gli sta stretta. L'era dei
cosiddetti
conservatori è finita anche se il cardinale australiano George Pell è stato nominato "responsabile della
stesura degli Statuti definitivi del Consiglio per l'Economia,
della Segreteria per l'Economia e dell'ufficio del Revisore
Generale".
Il grande sconfitto del Conclave del 2013 il cardinale Scola Non escludiamo che Francesco convochi, all'inizio del Terzo millennio, in una società "complessa", "liquida" e "postmoderna" secolarizzata, scristianizzata e neopagana, un nuovo Concilio Ecumenico per discutere i temi cari a Carlo Maria Martini. Per quanto riguarda Benedetto XVI, in questa torbida vicenda che riguarda il suo breve pontificato dove abbiamo visto aggirarsi avvoltoi, parassiti ed ecclesiastici disonesti (interessati solo al potere, al denaro e alla carriera) ci appare come Don Abbondio uno dei personaggi principali de I Promessi Sposi, il più noto romanzo di Alessandro Manzoni. Il religioso è, com'è noto, un uomo pauroso, remissivo, senza coraggio, che si sottrae davanti alle difficoltà e agli ostacoli che incontra. Esattamente come Benedetto XVI che si è dimesso, ritirato dal mondo, chiuso in un monastero a pregare come volevano massoni, protestanti e progressisti. |
Nessun commento:
Posta un commento