mercoledì 12 febbraio 2014

IL SACCHEGGIO DELLA BANDA DI MARIOLINA MOIOLI A MILANO










LA STORIA  SQUALLIDA, ABIETTA E MESCHINA DI UNA RUBAGALLINE CHE, DALLE  VALLI BERGAMASCHE, DECIDE  SCIENTEMENTE DI TRASFERIRSI A MILANO PER FARE BUSINESS CON I SOLDI DESTINATI A BAMBINI E ANZIANI



                                                     LA CORRUZIONE  AL CENTRO

Finalmente una bella notizia per Milano. Per l 'ex assessore ai servizi sociali, alla famiglia e alla scuola del Comune di Milano, Mariolina Moioli, bergamasca, 66 anni, due pensioni (quella da ex deputata e da ex dirigente del ministero P.I. ), sposata e madre di tre figli, laureata in materie letterarie, ex deputato del CDU,  una vita intera passata ad amministrare,  già indagata  per i  reati di  truffa aggravata, corruzione, peculato, falso, finanziamento illecito ai partiti,  si sono concluse le indagini preliminari  della magistratura.  L'avviso della conclusione delle indagini,  previsto dall' ex art. 415 bis c.p.p, glielo ha notificato  un Ufficiale della Guardia di Finanza. Ora  la Moioli dovrebbe  essere rinviata a giudizio dal Gip e, quindi, rispondere delle gravissime accuse davanti a un  Tribunale con i suoi sodali (13 persone) tutti rigorosamente bergamaschi.(e poi Salvini della Lega Nord  viene accusato di razzismo!)
sposata e madre di tre figli:
sposata e madre di tre figli:
sposata e madre di tre figli:ex deputato Cdu, una vita intera in politica,  è indagata ufficialmente dalla Procura milanese per i seguenti reati: corruzione, truffa aggravata, finanziamento illecito a partiti, peculato e falso. Chi ha recapito l'avviso di garanzia alla Moioli è stata la Guardia di Finanza. Insieme ai suoi amici e collaboratori (tutti bergamaschi) avrebbe incassato come "ingiusto profitto" la somma di 1 milione e 500 mila euro.
L'inchiesta,  coordinata dal procuratore aggiunto, Roberto Robledo, e dal Pm, Tiziana Siciliano, riguardava la gestione e l'erogazione illecita di una serie di finanziamenti del fondo a tutela dell'infanzia ad associazioni legate alla Compagnia delle Opere.
Indagata Mariolina Moioli assessore della giunta Moratti
La Moioli, rozza, provinciale, metodi spicci e sbrigativi, attualmente unica  consigliera comunale di  "Milano al Centro" (grazie ai voti pagati ad un noto movimento politico come del resto fece nel 2006 che ne pagò 400 per entrare a Palazzo Marino  in quanto illustre sconosciuta ai milanesi) , è stata coinvolta nell'inchiesta che aveva portato all'arresto di Patrizio Mercadante, ex dirigente del comune di Milano poi sospeso, per una serie di presunti finanziamenti illeciti. (il Mercadante era un dirigente scolastico della bergamasca e fu trasferito in assessorato dalla Moioli ove percepiva annualmente la somma di 114 mila euro l'anno). Indagata Mariolina Moioli assessore della giunta Moratti
Con la Moioli sono indagate altre 13 persone. Secondo la ricostruzione della procura, sarebbero state versate tangenti per l'appalto delle case vacanza del comune di Milano.  




     Moioli e Mercadante al Teatro La Scala ai tempi d'oro


Recentemente Mercadante è stato rinviato a giudizio. Secondo l'accusa, era lui a gestire i presunti finanziamenti illeciti concessi dall'assessorato alla Famiglia a una serie di associazioni. Nell'ambito dell'inchiesta nei mesi scorsi è stata anche sentito come testimone l'ex sindaco Letizia Moratti. Nell'ottobre 2012 l'inchiesta  ha portato all'arresto di una serie di persone, tra cui Patrizio Mercadante, l'ex direttore del settore Minori dell'assessorato comunale milanese alla Famiglia, guidato da Moioli, per una vicenda di presunti appalti truccati per oltre 30 milioni di euro sulle cosiddette 'case vacanza', ossia le colonie estive per bambini. Il direttore del settore Minori del Comune di Milano Patrizio Mercadante in quella circostanza  fu arrestato per corruzione, turbativa d’asta, truffa ai danni del Comune. In carcere anche l’imprenditore turistico Dario Zambelli, Antonio Picheca, commissario straordinario di una fondazione accusato di aver corrotto il dirigente e, ai domiciliari, Giulia Pezzoli, collaboratrice di Picheca.



Mercadante era stato  rinviato a giudizio con le accuse di corruzione e turbativa d'asta per la vicenda degli appalti pilotati, assieme a un ex manager della Cisl di Bergamo, Dario Zambelli, mentre alcuni imprenditori hanno patteggiato e uno è stato condannato.
 Secondo il nuovo filone d’inchiesta, chiusa martedì dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dal pm Tiziana Siciliano, è di circa un milione e mezzo di euro la somma complessiva dei  finanziamenti illeciti, stanziati a favore anche di associazioni vicine alla Compagnia della Opere da parte del Comune di Milano. I magistrati ipotizzano che gli artefici principali della truffa siano stati l’ex assessore alla Famiglia, Scuola e Politiche Sociali Mariolina Moioli, l’ex direttore del Settore Minori e Giovani Patrizio Mercadante (già rinviato a giudizio per l’inchiesta da cui nasce questo nuovo capitolo) e un esponente della Cdo, Diego Montrone, chiamato in causa in quanto legale rappresentante della Società Cooperativa Galdus. 
«TRUFFA AI DANNI DEL COMUNE» - Secondo quanto scritto nell’avviso di chiusura delle indagini, firmato dal pm di Milano Tiziana Siciliano, Patrizio Mercadante «nella sua qualità di Direttore di Settore Minori e Giovani fino al luglio del 2011, di concerto con l’assessore alla Famiglia, Scuola e Politiche sociali fino al 31 maggio 2011», Mariolina Moioli, avrebbe truffato lo stesso Comune di Milano approvando il 23 maggio del 2011 il progetto «I giovani domandano, Milano risponde», «presentato dalla società cooperativa Galdus, rappresentata da Diego Montrone, già direttore musicale dell’Orchestra sinfonica della Compagnia delle Opere», anche lui accusato di truffa. Progetto, scrive il pm, «che Moioli e Mercadante sapevano essere inesistente».
               


«FALSO FINANZIAMENTO» - Con un falso finanziamento, secondo l’accusa, Mercadante e Moioli si sarebbero procurati illecitamente circa 120 mila euro che sulla carta dovevano essere destinati a quel finto progetto in base alla legge a favore dell’infanzia». Soldi liquidati dal Comune di Milano e che sarebbero andati invece a coprire «spese di propaganda elettorale o comunque privatistiche». Circa 32 mila euro, infatti, sarebbero serviti all’ex assessore per pagare spot radiofonici sull'emittente radio 105 «trasmessi dal febbraio all’aprile del 2011 consistenti in apparenti interviste (in realtà registrazioni precostituite) di Moioli, accompagnata dal sindaco pro tempore Moratti, inconsapevole della truffa in atto».  

«SPESE ELETTORALI E FESTE» - Oltre 98 mila euro, invece, sarebbero serviti per «pagare i costi sostenuti per la grande festa in onore del 21mo anniversario di costituzione della società cooperativa Galdus, tenutasi il 6 maggio 2011, ormai a ridosso delle elezioni, dove la candidata Moioli, sempre accompagnata dal sindaco Moratti, era intervenuta quale ospite d’onore». Mercadante, in relazione a questo episodio, uno dei tanti riportati nei capi di imputazione, avrebbe ricevuto anche quasi 5 mila euro, girati al nipote Andrea Sciolti, «quale prezzo per l’indebito finanziamento» del progetto inesistente. 


CASE VACANZA - L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dal pm Tiziana Siciliano, è una tranche dell’indagine sulle colonie estive all’epoca della giunta di Letizia Moratti
Che la Moioli fosse una donna non retta e non integra politicamente   lo sapevamo già nel 2006 quando lei si trasferi da Bergamo a Milano e negoziò con la Moratti l'assessorato più importante della Giunta per fare affari (io per 5 anni l'ho contrastata e avversata su internet  per la questione morale  ma la Moratti non l'ha mai scaricata. Dunque lei sapeva cosa faceva la sua sottoposta e perchè l'ha coperta? ) La Moioli prese casa a  Milano e, per evitare chicchericci,  si fece dare un alloggio dall'Istituto dei ciechi (sede: Via Vivaio, 7 - Milano) diretto dal signor Rodolfo Masto, (fedelissimo dell'ex deputato dc Gaetano Morazzoni) e lo intesta a sua figlia. Anche per la figlia della sua segretaria, Giulia Pozzoli, c'è posto in un alloggio dell'Istituto dei ciechi. Non poteva mancare la chiaccherata e discussa dirigente  calabrese, Carmela Maddaffari, che ottiene anche lei all'Istituto dei ciechi un alloggio intestato a sua figlia. Insomma tutto  lo staff dirigenziale dell'assessorato ai servizi sociali ha una casa all'Istituto dei ciechi. E' una casualità o le assegnazioni sono state pilotate? Il signor Masto, a questo punto,  deve dimettersi e spiegare in primis ai ciechi e poi ai milanesi queste strane assegnazioni alla Cerchia della Moioli. Tanto Masto guida già un altro ente che è il Golgi Redaelli ove nel CdA siede pure  l'uomo di Prada Maurizio (collettore di tangenti nell'inchiesta Mani Pulite del  92)  cioè il signor Luciano Riva Cambrin ex tranviere  che controllava nella DC di Milano oltre mille tessere. Poi Masto è nel CdA della Fondazione Cariplo (cumula tre incarichi, è il Mastropasqua milanese).  L'Istituto dei ciechi riceverà un contributo di 100 mila euro  per il progetto “Insieme per …”. Antonio Picheca, segretario dell'Istituto dei ciechi viene nominato commissario straordinario della Fondazione Pini dal Prefetto Lombardi. Dà consulenza a Mercadante pagata 20 mila euro. Dà appartamenti in locazione, assume presso la Fondazione Pini, campagna elettorale Moioli, dà incarico a Callarotti (collaboratore di Mercadante) e Alessio (figlia della Maddafari). Anche il figlio del Prefetto Lombardi avrà in assegnazione un immobile dell'Istituto dei ciechi per il figlio.
Ma vediamo una inquitante  telefonata tra Mercadante il funzionario del provveditorato di Milano Antonio Lupacchino. Il 23 marzo 2012  Mercadante in un colloquio telefonico intercettato dagli investigatori si sfoga con Antonio Lupacchino, “rivelando la sua rabbia ed amarezza – riporta il provvedimento – per l’atteggiamento tenuto dalla Moioli che aveva preso le distanze da lui” dopo alcune perquisizioni della Finanza e l’acquisizione di documenti sui progetti finanziati, in particolare “Uno sguardo sulla città”, sul quale si concentrano molte delle attenzioni degli investigatori.
Nel dialogo intercettato una settimana dopo ancora Lupacchino chiede a Mercadante: “La Mariolina che dice?”. E il funzionario risponde: “Mah… leiiii non sa niente non sa… ma no, sta incazzata perchè il problema è suo, oltre che mio, perché… Quello che ho fatto… Io tutti i progetti che li ho fatti sono tutti a persone sue, però li abbiamo fatti bene, come posso dire… eee… abbiamo fatto progetti in cui abbiamo rivalutato il patrimonio del Comune….”. E ancora Mercadante: “…lei secondo me sbaglia quando dice… ‘non ne so niente!’… Cazzo, come non ne sai niente!?… eee… Saiiii, va beh! Cose per bene, è chiaro che se poi colpiscono la mia famiglia che non c’entra un cazzo, mi incazzo…”  Mentre a  fine aprile 2012 però, in una conversazione telefonica, Mercadante parla di come la Moioli - dopo le notizie uscite sull’inchiesta - stia prendendo le distanze da lui. Non gli sta bene, e racconta a Picheca: «Magari sabato la vado a trovare a casa e glielo ribadisco: invece di difenderci te ne lavi le mani?». Sa bene, Mercadante, che le Fiamme gialle hanno preso alla Fondazione Pini i contratti d’affitto delle case intestate alla figlia della Madaffari (che risulta aver avuto anche un incarico partime dalla fondazione) e alla figlia minore della stessa Moioli. «Tutto regolare, mia figlia ha partecipato a un bando: paga 1.200 euro al mese per un bilocale» sosteneva l’ex assessore.                         
Mariolina Moioli, insomma, resta il centro politico di questa vicenda: è lei a far assumere, a febbraio 2011, Giulia Pezzoli con un contratto di lavoro subordinato nella sua segreteria e un compenso di 12.760 euro lordi. La delibera specifica che «l’assessore Moioli ha espresso la necessità di avvalersi della collaborazione» della Pezzoli, guarda caso bergamasca pure lei. «La conoscevo io, non Mercadante, mi serviva una persona e l’ho chiamata» dice ora l’ex assessore della giovane collaboratrice, andata via da Palazzo Marino dopo le elezioni perse. Scrive a proposito il gip: «Gli atti di indagine rivelano che la Pezzoli ha partecipato, con il Mercadante e il Picheca (segretario generale dell'Istituto dei ciechi, anche lui arrestato) più che attivamente alla campagna elettorale dell’assessore».           

La Moioli è accusata dalla Procura di avere intascato fondi pubblici, insieme ad altri PU, per un milione e mezzo di euro. Si è pagata la campagna elettorata del 2011 (in cui è stata trombata dai milanesi), ha speso 98  mila per la cooperativa Galdus di Comunione e Liberazione,  32 mila euro per spot radiofonici (destinati all'infanzia abbandonata).  Soldi del Comune destinati al progetto “Uno sguardo sulla città” erano stati usati per compensare buona parte dello staff elettorale di Mariolina Moioli. Le spese per la campagna elettorale dell’assessore (che sosteneva Letizia Moratti con una sua propria lista, “Milano al centro”) vengono definite dai magistrati definite “imponenti”.
È una legge del 1997 (“Disposizioni per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”) a varare un fondo per i minori. Ma nelle mani di Mercadante questo era diventato un canale per elargire finanziamenti agli amici e ad associazioni vicine alla Cisl e a Cl: 120mila euro finiscono all’associazione Galdus di CL  per uno studio “I giovani domandano, Milano risponde”, 273mila euro vanno al progetto “Orti didattici” della cooperativa Il Giardinone, 223 mila euro per il progetto “Pedibus” dell’associazione Meio Milano, 270mila euro per un lavoro sui burattini di un’associazione comasca, 100 mila alle suore Marcelline per il progetto “Crescere imparando a gestire i conflitti”…
Da ultimo fra gennaio e luglio 2011, inoltre, spunta una truffa da circa 331mila euro per la ristrutturazione e acquisto degli arredi di una serie di appartamenti e centri socio- ricreativi per anziani. Due episodi in cui la ristrutturazione si sarebbe limitata al rinnovo dei mobili, il cui "enorme sovraprezzo" è stato pagato con il contributo elargito dalla A2A, la partecipata del Comune e ora danneggiata.Il complicato meccanismo di compravendita degli arredi individuato dagli inquirenti e gestito anche da Myriam Gafforelli, un'amica "ultraventennale" dell'ex assessore pure indagata, sarebbe servito anche per inaugurare in tempi rapidi le strutture: "una operazione - scrive  il pm - di forte impatto elettorale" in vista del voto per Palazzo Marino. Un altro amico e collaboratore della Moioli è Paolo Glisenti che per un biennio di collaborazione come spin doctor del sindaco prenderà 957 mila euro. E la sua azienda personale la "Paolo Glisenti consulenze srl",  in soli 10 mesi, tra il 4 maggio 2010 e il 22 marzo 2011, incasserà 640 mila euro per due consulenze  senza fare alcuna gara come prevede la legge. Alla società di Glisenti arrivano altri soldi pubblici: 120 mila dalla società Risorse per Roma, per curare la presentazione della candidatura olimpica di Roma e altri 100 mila, sempre dalla società del Campidoglio nell'ambito del mezzo milione stanziato dal gabinetto del sindaco per la kermesse organizzata all'Eur che avrebbe dovuto rilanciare l’immagine di Alemanno dopo lo scandalo di Parentopoli. Peccato che Glisenti non riesca, nonostante il fiume di denaro che gestisce e controlla, a far eleggere nè la Moratti nè Alemanno. Un fallimento totale! Altro personaggio della triade è il ciellino  Roberto Pesenti, 63 anni,  giornalista bergamasco, che ha incassato una docenza allo Iulm di Milano e,  attualmente, si occupa di Expo presenti e futuri ma ha provveduto a cancellare in Internet ogni sua notizia cosi che riesce difficile a sapere i suoi compensi e i suoi incarichi pubblici.Di lui sappiamo che nel 2001 è stato promosso capoufficio stampa del Ministero PI dove la Moioli era dirigente. E che ha lavorato a Il Mondo, a Il Messaggero, e a Il Giorno.Mentre nel 2004 il ciellino  Formigoni  lo nomina Coordinatore delle relazioni con i Media, incarico che sara' svolto in stretta collaborazione con  l'Agenzia di Stampa 'Lombardia Notizie' e il suo direttore, e con la struttura regionale di Comunicazione istituzionale. Per il ministero guidato da Letizia Moratti il  Pesenti  ha curato, tra l’altro, la campagna di comunicazione sulla riforma scolastica, ‘Una scuola per crescere’, che aveva un budget di ben 5 milioni di euro.
                                

                                       Rodolfo Masto

Milano, di fronte a queste rete vergognosa di corruzione, di fronte a questi scandali inqualificabili, di fronte a questa impunità,  chiede ai magistrati di andare fino in fondo e di accertare le responsabilità penali gravissime. Sembra che l'inchiesta di Mani pulite sia passata invano. La corruzione, la truffa aggravata, il peculato a cui ci ha abituati la signora Moioli ci lasciano interdetti. Il sindaco Pisapia, poichè siamo in presenza di una truffa ai danni del Comune, deve reagire presto e subito. Deve mettere ordine all'Istituto dei ciechi, all'assessorato ai servizi sociali e costituirsi parte civile alla fine dell'inchiesta in quanto parte offesa. Noi, invece, chiediamo alla Moioli di dimettersi da consigliere comunale perchè è indegna di rappresentare i milanesi. Da un punto di vista etico morale e soprattutto perchè,  in 5 anni all'assessorato ai servizi sociali,  non ha lavorato per il bene comune,  ma esclusivamente per se stessa e la sua cerchia. Inoltre la Moioli non è mai stata trasparente e credibile  nella gestione della cosa pubblica come esortava il cardinale Tettamanzi durante il suo episcopato a Milano.  Di questa donna illegale, disonesta e sleale  Milano, purtroppo,  ricorderà solo  le sue truffe, la sua corruzione e il peculato ontologici. Mentre gli anziani, le donne e i bambini di Milano, a cui erano destinati i fondi pubblici, sono sempre stati esclusi a causa di questa associazione a delinquere che perseguiva   disegni criminosi  nell'esercizio delle loro funzioni  attraverso  amministratori pubblici.  Il che significa che, a Milano, la questione morale è tuttora aperta a 22 anni dall'inchiesta di  Mani pulite.

P.S.: Non sappiamo se la signora Moioli abbia ancora un posto, una poltrona, una prebenda  alla Fondazione Welfare Ambrosiano in via Felice Orsini, 21 ( Villa Scheibler a Milano) . Se  la Nostra fosse ancora  dentro dovrebbe, dopo questo enorme scandalo,  dimettersi senza se e senza ma. E chiedere scusa ai milanesi a cui ha sottratto il denaro pubblico a loro destinato.

 alberto.giannino@gmail.com





 
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