E' "vitale" per la Chiesa non chiudersi
in se stessa. Una chiesa chiusa, "già soddisfatta di quello che ha
raggiunto", rischia di ammalarsi di abbondanza immaginaria e superflua,
'fa indigestione' e "si debilita". Il monito è stato lanciato da Papa
Francesco in un video messaggio per i partecipanti al
pellegrinaggio-incontro presso il santuario di Nostra Signora di
Guadalupe, a Città del Messico, nell'ambito dell'Anno della fede. Il
Papa ricorda il messaggio di Aparecida che propone di "mettere la Chiesa
in stato permanente di missione". Da qui il suo appello: "è vitale per
la Chiesa non chiudersi, non sentirsi già soddisfatta e sicura con quel
che ha raggiunto. Se succede questo, la Chiesa si ammala, si ammala di
abbondanza immaginaria, di abbondanza superflua, in un certo modo 'fa
indigestione' e si debilita".
Il
Papa indica l'atteggiamento che la Chiesa deve tenere: "bisogna uscire
dalla propria comunità e avere l'audacia di arrivare alle periferie
esistenziali che hanno bisogno di sentire la vicinanza di Dio. Lui non
abbandona nessuno e mostra sempre la sua tenerezza e la sua misericordia
inesauribile, quindi questo è ciò che bisogna portare a tutta la
gente".
Il Papa stila il vademecum
del buon vescovo e ricorda che non deve essere nè un principe nè un
burocrate. "Chi conduce la pastorale nella Chiesa particolare è il
Vescovo e lo fa come pastore che conosce per nome le sue pecore, le
guida con vicinanza, con tenerezza, con pazienza, manifestando
effettivamente la maternità della Chiesa e la misericordia di Dio". papa
Francesco ama ricordare che "l'atteggiamento del vero pastore non è
quello del principe o del mero funzionario attento principalmente alla
disciplina, alle regole, ai meccanismi organizzativi". Papa Bergoglio
mette in guardia dal rischio di una "pastorale distante dalla gente,
incapace di favorire ed ottenere l'incontro con Cristo e l'incontro con i
fratelli". E ricorda i danni del clericalismo: "la tentazione del
clericalismo, che tanto danno fa alla Chiesa in America Latina, è un
ostacolo per lo sviluppo della maturità e della responsabilità cristiana
di buona parte del laicato. Il clericalismo - denuncia papa Francesco -
implica un atteggiamento autoreferenziale, un atteggiamento di gruppo,
che impoverisce la proiezione verso l'incontro del Signore, che ci fa
discepoli, e verso gli uomini che aspettano l'annuncio".
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