giovedì 14 novembre 2013

BABY PROSTITUTE MATERIALISTE E CONSUMISTE

       



Baby prostitute, lo scandalo si allarga a macchia d’olio. Non solo la terribile storia di due prostitute-ragazzine, ma anche l’uso di cocaina e il coinvolgimento di donne adulte, in una rete di prostituzione e  droga che da Roma arriva in un girone senza fine a Milano, Bologna, Firenze. E, soprattutto, la conferma che i clienti delle ragazzine,  una di 15 e  l’altra di 16 anni, che si prostituivano in un appartamento ai Parioli, erano consapevoli di avere a che fare con minorenni. Per questo, gli inquirenti non escludono nuovi nomi e nuovi provvedimenti. Mentre le ultime notizie gettano una luce ancora più inquietante sull’intera vicenda: sembra infatti che le adolescenti, che avevano i nomi d’arte di Aurora e Azzurra, stessero cercando di mettersi in proprio per essere più libere e avere più soldi.
I due nuovi arresti – 
LA RAGAZZINA PIU’ GRANDE  INDAGATA PER INDUZIONE ALLA PROSTITUZIONE  – Intanto, indagata la  16enne (appena compiuti) come si legge nell’ordinanza del Gip, per “aver indotto alla prostituzione l’amica oggi quindicenne”.
GLI SMS CON I CLIENTI: “DEVO ACCOMPAGNARE MIA FIGLIA, CI SENTIAMO PIU’ TARDI”- Le conversazioni tra le ragazzine e i clienti sono di tutti i tipi, quelli organizzativi, tipo: “Ti confermo oggi, Trieste Salario alle diciotto. Va bene? Se ok ti mando indirizzo”. A quelli sdocinati: “La prossima volta che ci vediamo mi devi dare i tuoi occhi. Ti organizzo una bella serata come piace a te. Sei veramente bella non sento neanche più il sole! Mi serve una doccia ghiacciata. Un bacio”. Fino al cliente che dice, senza alcun pudore: “Domani devo accompagnare a una festa mia figlia e non posso muovermi, ci sentiamo più tardi di alla tua amica se ha voglia di incontrarmi prossimamente”.  Alcuni pagano 400 euro “per voi due insieme” e c’è chi dice che, avendo una smart, con entrambe non si riuscirebbe a concludere nulla”. Le ragazzine gestiscono i clienti con sfrontatezza:” Vuoi uno sconto di 250 euro? Solo perché sei tu, allora facciamo 249,99 euro”. (Serena). Oppure, chiedono 300 euro “siamo in due ma ti facciamo proprio divertire” (sempre Serena).  E c’è chi chiede un incontro anche con una coppia.
ARRESTATI DUE PUSHER CHE FORNIVANO DROGA ALLE ADOLESCENTI  -  E i  carabinieri hanno eseguito, il 12 novembre, due nuovi arresti, uno nei confronti dell’autista già in carcere, l’altro nei confronti di un imprenditore di 49 anni, che una delle ragazzine aveva registrato nel suo cellulare come “Bambus”. Secondo le inquirenti, l’imprenditore oltre ad avere rapporti sessuali con loro, avrebbe sponsorizzato altre persone e pagato con cocaina. Le ragazzine, inoltre, hanno ammesso alla magistratura di far uso di cocaina, anche assieme ai loro clienti. Ed anche di averla passata a loro coetane in alcune occasioni –                                
MILANO INDAGA SUL CASO DELLE RAGAZZE DOCCIA -  La Procura del Tribunale di minori di Milano ha aperto un procedimento conoscitivo sulla vicenda delle otto ragazzine che si sarebbero prostituite a scuola e definite dai compagni “ragazze doccia” (in quanto facevano sesso quotidianamente così come ci si fa la doccia). Il caso era stato raccontato dal professor Luca Bernardo, direttore del reparto di pediatria dell’ospedale Fatebenefratelli del capoluogo, in un intervento sul Corriere della Sera. Il professore raccontava che sette ragazzine appartenevano a famiglie benestanti milanesi. Le ragazzine chiedevano in cambio gadget o ricariche telefoniche, non essendo interessate al denaro.
L’INCHIESTA ROMANA: SI AGGRAVA LA POSIZIONE DEI CLIENTI -  Nell’inchiesta romana, una delle due ragazzine ha accusato in particolare uno degli arrestati: “Faceva finta di non sapere che fossimo minorenni”. Precisando che non aveva insistito nel chiedere i documenti  “quasi a intendere che andava bene lo stesso”.  Questo aggrava la posizione dell’uomo che, nell’interrogatorio di garanzia, aveva sostenuto di non conoscere l’età delle ragazzine. Anzi, aveva dichiarato di ritenerle due studentesse universitarie. In carcere anche la mamma di una delle due giovani accusata di conoscere perfettamente l’attività della figlia e di incoraggiarla a prostituirsi. Uno degli arrestati è anche accusato di aver filmato rapporti sessuali con una delle adolescenti e di aver cercato di ricattarla chiedendole 1.500 euro per non diffondere il video.
NOVE INDAGATI, RISCHIANO FINO A SEI ANNI – L’adolescente, sentita in una audizione protetta, ha anche raccontato che solo due o tre clienti rifiutarono di avere rapporti con lei dopo aver visto che era minorenne. E che, invece, molti altri accettarono dopo aver mostrato una iniziale perplessità. Di conseguenza, gli inquirenti stanno cercando nuovi nomi: attualmente sono nove quelli iscritti nel registro degli indagati, accusati di prostituzione minorile. Rischiano fino a sei anni di carcere.
ANCHE DONNE ADULTE  E COCAINA – Nella rete degli sfruttatori c’erano anche donne adulte. A confermalo due donne ascoltate come testimoni che hanno chiamato in causa due dei tre sfruttatori detenuti a Regina Coeli e facendo riferimenti ad altri case in altre città, oltre all’appartamento ai Parioli. Inoltre si profila un possibile giro di cocaina e festini fuori Roma.  Uno degli arrestati, infatti, sempre secondo l’accusa, forniva la droga alle ragazzine e a due ragazze adulte. E secondo le testimonianze era disponibile anche a procurarla ai clienti. L’indagine sui festini parte da queste testimonianze
INTERCETTATA LA MAMMA ARRESTATA: “CI SERVONO SOLDI, NON LAVORI OGGI?” – La mamma che è arrestata si è sempre difesa sostenendo di non sapere assolutamente, di non aver mai immaginato che la figlia si prostituisse. A sua volta  la ragazzina aveva dichiarato “mia madre crede che spacci”. Aggiungendo che faceva finta di nulla perché bisognosa di denaro per le spese indispensabili. Inoltre,  la donna esortava la figlia a continuare gli studi. Dalle intercettazioni emerge invece tutt’altra verità.  Ecco la frase più choccante: “Senti un po’…ma tu che fai? Non te movi oggi”, domanda la donna. E la figlia le risponde:”No, mà, perché sto male”. La madre: “E come facciamo? Perché io sto a corto, dobbiamo recupera’”. 
SOLDI DALLA MADRE UTILIZZATI ANCHE PER SPESE FRIVOLE – Dalle intercettazioni emerge anche che il denaro ottenuto in cambio degli incontri sessuali era utilizzato anche per spese frivole, come biglietti per uno spettacolo del costo di 45 euro. La donna invita la figlia ad andare a prendere i biglietti appena ha i contanti. Sempre le intercettazioni evidenziano come  la ragazzina volesse andare a scuola, pur non riuscendo a fare bene i compiti perché stanca. La madre invece le dice: “Devi fare una scelta, qui una soluzione bisogna trovarla. Rifletti bene su questo aspetto della scuola, se non ti ritiro”. Al che la ragazzina le risponde: “Non mi puoi ritirare mamma non c’ho 16 anni…ci voglio andare… però non voglio andarci senza aver fatto i compiti”.
LA DENUNCIA -  A far venire a galla la vicenda la denuncia della madre della ragazzina 16enne. La donna aveva notato una forte aggressività nella figlia e un’incomprensibile disponibilità di denaro. Incapace di controllare la figlia e spaventata la donna si era rivolta ai carabinieri. Da qui lo scandalo che si allarga ogni giorno di più. La ragazzina aveva conosciuto i suoi clienti su Internet e poi aveva convinto la sua migliore amica a fare come lei. Dalle indagini risulterebbe che le ragazzine si prostituivano quasi tutti i pomeriggi e utlizzavano i soldi sia per vestiti che per droga per uso personale.

Nessun commento: