lunedì 4 novembre 2013

I LIGRESTI ADDEBITAVANO A FONSAI ANCHE UN ELICOTTERO DA 2 MILIONI DI EURO ALL'ANNO



Tra i «benefit» che i Ligresti addebitavano a Fonsai figura anche l'affitto di un elicottero «accessoriato secondo i desiderata della famiglia ed in particolare di Gioachino Paolo». Il costo, riferisce ai pm torinesi il responsabile della sicurezza, Luciano Gallo Modena, era di «circa 2 milioni di euro all'anno».

Sentito come persona informata dei fatti lo scorso 8 agosto Gallo Modena racconta che «la direzione di Unipol (nuovo azionista di controllo di Fonsai, ndr) mi aveva chiesto di monitorare ed elencare quali erano i benefit della famiglia Ligresti che erano a totale carico di Fondiaria-Sai».

A domanda dei pm il responsabile della security precisa che «vi era un contratto di noleggio di un elicottero, accessoriato poi secondo i desideri della famiglia Ligresti ed in particolare di Gioachino Paolo, che prevedeva un monte ore annuale di 400 ore, tempo assolutamente sproporzionato ove si pensi che un pilota di un elicottero ha un monte ore di circa 100/150 ore annuali». Gallo Modena non ricorda se il contratto - «che aveva una scadenza verso la metà dell'anno in corso» - durasse «tre ovvero cinque anni» ma il suo «costo era di circa 2 milioni di euro l'anno, con canone fisso a gennaio e giugno, indipendentemente dalle ore in concreto effettuate».

Non bastasse l'elicottero vi erano «poi contratti di noleggio con la società Eurofly, che si impegnava a fornire su richiesta un modello all'interno di una gamma antecedentemente definita, con i vari e diversi livelli di costo a seconda del modello stesso». A differenza dell'elicottero, che era pagato a forfait, «non vi era un canone annuo, ma il costo era proporzionale all'effettivo utilizzo».

L'elicottero è la più costosa di una lunga lista di spese che la famiglia Ligresti - che incassava ogni anno diversi milioni tra stipendi e consulenze - addebitava alla compagnia. Un elenco non esaustivo dei benefit ancora attivi nel 2012 era stata redatta per Piergiorgio Peluso, ex direttore generale e figlio dell'ex ministro Anna Maria Cancellieri, in una mail del 23 luglio, finita agli atti dell'inchiesta torinese.

Salvatore Ligresti, emerge dal documento, aveva a disposizione cinque segretarie, cinque autisti e tre auto, Jonella cinque auto, due segretarie, un 'supporto linguistico«, due dipendenti dedicati alle sue società personali. Cinque auto anche alla sorella Giulia che si doveva accontentare di una sola segretaria e un solo autista ma che, presso la sua griffe Gilli, godeva delle prestazioni di tre dipendenti Premafin e di uno di Milano assicurazioni. Paolo Ligresti si giostrava tra dieci auto aziendali, in gran parte di proprietà di Atahotels, assistito da sei, tra collaboratori e segretarie, e da due autisti. La famiglia siciliana disponeva inoltre di abitazioni, foresterie, uffici, utenze telefoniche messe a disposizione dalla società.

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