venerdì 7 febbraio 2014

PAPA FRANCESCO, LA PEDOFILIA E GLI ATTACCHI CONTRO LA CHIESA




Non si placano le polemiche e gli attacchi sulla pedofilia che riguarda solo  una minoranza esigua del clero. Stavolta tocca l'ONU che invita la Santa Sede a  rimuovere "immediatamente" dal proprio incarico chi ha commesso abusi sessuali sui bambini o che ne è anche semplicemente sospettato. A chiederlo è il rapporto del Comitato Onu sui diritti dei bambini, secondo il quale finora il Vaticano ha "adottato politiche e pratiche" che hanno portato al proseguimento degli abusi su decine di migliaia di bambini e all'impunità degli autori. Il rapporto ONU invita poi il Vaticano a cambiare atteggiamento sui temi etici che riguardano l'omosessualità, la contraccezione e l'aborto.In buona sostanza l'ONU detta la linea al Papa in materia di morale. E qui siamo di fronte ad una indebita ingerenza che non trova riscontri nella politica estera dei vari Stati  E' evidente che ci sono lobby che hanno interesse a cambiare il magistero della Chiesa per favorire una pseudo  morale come vuole il pensiero debole di alcuni filosofi.
L'atteggiamento che più indigna in questi giorni  i credenti, i Sacerdoti, i Vescovi, è l'ipocrisia e la spregiudicatezza degli attacchi  dell'Onu contro la Chiesa per lo scandalo dei preti pedofili,  senza un accenno ai carnefici che praticano turismo sessuale, hanno siti web pedopornografici o verso famiglie, scuole, educatori, sportivi,  che, talvolta, come apprendiamo dalla cronaca, sono coinvolti in abusi di minori. Abbiamo assistito da anni  ad una campagna violentissima da parte di quotidiani, telegiornali e di giornalisti prezzolati che devono compiacere i loro editori e i loro referenti ideologici e religiosi.  Nei loro servizi non c'è  alcun riferimento a queste realtà. Per costoro la pedofilia si trova solo nella Chiesa Cattolica. Non esisterebbero altri ambienti dove essa viene praticata e, pertanto, di fatto, occultano gravi reati e non dimostrano la volontà sincera di contrastare questa piaga. Nel mondo secondati ONU ci sono 170 mioni di bambine violentate e 60 milioni di bambini abusati ma tutti tacciono rigorosamente. Da qui si si evince che la campagna mediatica contro la Chiesa è pretestuosa.
 Non vogliamo  dirottare l'attenzione verso altri settori o ambienti sociali, come qualcuno potrebbe essere indotto a pensare in malafede,  ma ognuno deve assumersi le proprie responsabilità fino in fondo come ha fatto Benedetto XVI  (durante il suo mandato fino a febbraio 2013) dimissionando alcuni Vescovi in Irlanda e fornendo delle direttive chiare e precise  all'episcopato mondiale per quei preti che dovessero commettere questo grave crimine che saranno subito allontanati e ridotti allo stato laicale.  Non vogliamo certo essere annoverati fra coloro che dicono:  "Consolatium misero comites habere penantes" (Mal comune mezzo gaudio)  ma non ci stiamo a criminalizzare l'intera Chiesa cattolica, il Vicario di Cristo in terra e successore di Pietro e soprattutto i 410 mila preti sparsi in tutto il mondo e i 5 mila Vescovi. No, ai sepolcri imbiancati, diciamo un no chiaro e fermo. Cioè a tutti coloro che che a prima vista appaiono degni di stima e di ammirazione per le loro denunce , mentre dentro di loro, cioè moralmente, lasciano molto a desiderare a somiglianza delle tombe che si presentano belle di fuori, ma nell'interno contengono i resti macabri dei morti. E questo non lo diciamo unicamente per amore della Verità e per onestà intellettuale, quella che manca ai giornalisti che si sono distinti per la violenza inaudita di attacchi rancorosi contro la Chiesa.  I laicisti ed anticlericali vanno giù duro con i media. Ogni giorno da 130 Paesi del mondo tirano fuori un caso che riguarda il passato, magari degli anni 50, 60, e 70 e non perdono l'occasione per ridimensionare il ruolo notevole avuto da Papa Benedetto XVI  nel combattere e contrastare la pedofilia di alcuni chierici. Basti pensare che egli nel biennio 2011.12 ne ha allontanati ben 387.  Per la verità, anche il suo predecessore Giovanni Paolo II, fece molto, ma i vaticanisti dei quotidiani protestanti di oltre oceano hanno la memoria corta. Dimenticano un documento scritto dal Prefetto Joseph Ratzinger e firmato da Giovanni Paolo II del 2002. Ha ragione il Presidente della onlus Meter don Fortunato di Noto di Avola (Ragusa)  quando afferma che "la Chiesa non è la multinazione della pedofilia". Infatti basta parlare con esperti (psicologi, psichiatri, psicopedagogisti, docenti universitari) che ci diranno tutti che la piaga della pedofilia è diffusa soprattutto in famiglia e spesso chi abusa di un bambino è un familiare o un vicino di casa. Nel mondo ogni anno  milioni e milioni di bambini e bambine vengono abusati sessualmente.    Tra i vaticanisti  del Corriere, di Repubblica, de il Fatto quotidiano, de l'Unità, de il Manifesto,  e de la Stampa nessuno riconosce a Benedetto XVI di avere parlato per primo di "sporcizia morale" dentro la Chiesa, di aver chiesto massimo rigore nella selezione dei candidati al sacerdozio e di accelerare l'iter della riduzione allo stato laicale di preti autori di crimini che gridano vendetta davanti a Dio. Ma allora cosa vogliono dal  Papa emerito? cosa avrebbe dovuto fare oltre a destituire Vescovi che hanno coperto preti pedofili spostandoli da una parrocchia all'altra o  una Diocesi all'altra? Ha scritto un documento durissimo al clero d'Irlanda, per il clero australiano ha avuto parole forti e cosi per gli americani che erano scatenati nella loro richiesta di dimissioni o di ridimensionamento di Benedetto XVI. Ha chiesto perdono alle vittime, ha detto di provare profonda vergogna per le nefandezze di certi ecclesiatici. Una volta gli attacchi anticlericali riguardavano le crociate, l'Inquisizione, Giordano Bruno, Galileo Galilei, il potere temporale, l'oscurantismo della Chiesa e la sua opposizione alla civiltà, alle libertà moderne e alla democrazia, il suo rigorismo morale, e, in particolare, la sua sessuofobia e il suo antifemminismo, la sua opposizione al progresso scientifico, la sua alleanza col potere politico ( "il trono e l'altare") e con le classi dominanti, e la sua opposizione ai tentativi rivoluzionari volti a liberare le classi oppresse dal dominio e dallo sfruttamento. Oggi invece l'attacco è più subdolo. La si accusa particolarmente di essere infedele al vangelo e al suo spirito e di essere di impedimento al suo influsso sulle coscienze, di essere troppo rigida ed esigente in campo morale fino ad esssere inumana nelle sue leggi, a mancare di misericordia e di comprensione per la debolezza umana, per esempio, nel suo insegnamento sulla illiceità e nel suo rifiuto di ammettere i divorziati risposati ai sacramenti. E ora la si attacca sul tema della pedofilia. Alla fine, laicisti e anticlericali, dopo queste pesanti critiche qualche risultato riescono ad ottenerlo. "Calunnia, calunnia, qualcosa resterà..."  diceva François Marie Arouet, noto con lo pseudonimo Voltaire. Infatti oggi molti dubitano dell'esistenza di Dio, della sua bontà e della sua provvidenza; molti hanno difficoltà ad accettare l'atto di fede nel suo carattere soprannaturale e, soprattutto, l'accettazione della divinità di Cristo. Non solo:  la critica alla Chiesa che rende difficile a molti credenti e laici il fatto che essa è colei che porta agli uomini il messaggio e la grazia di Cristo. Da ultimo, scopo di queste critiche feroci al Papa,  è  la critica alla religione, che ostacola il suo passaggio da una visione materialistica e non religiosa della vita a una visione religiosa. E abbiamo detto tutto. 
 Oggi siamo consapevoli che l'uomo non ha più "un'anima naturaliter christiana" come diceva Tertulliano però i laicisti e anticlericali di casa nostra e di oltre oceano la smettano di lasciarsi influenzare dai maestri del sospetto (una volta Marx, Nietzsche e Freud) ma anche da molti pensatori contemporanei. La ricetta pastorale   di Benedetto XVI prima e di Francesco oggi  a queste critiche e a questi attacchi in piena malafede che grondano odio e avversione e pregiudizi verso la Chiesa  non è stata un'apologetica del pensiero cristiano: da san Giustino a Origene a san Tommaso d'Aquino, a Pascal, a Bosset, a Blondel. Ma una fede autentica  in Cristo  "la Via, la Verità e la Vita" che renda credibile la testimonianza di molti cristiani. Il ruolo di Pietro  (Papa Ftancesco) come capo degli Apostoli (Vescovi)  è  di sostenere i suoi “fratelli” e tutta la Chiesa nella fede. E poiché la fede non si conserva senza lotta, Pietro dovrà aiutare i fedeli nella lotta per vincere tutto quello che toglierebbe o diminuirebbe la loro fede. È l’esperienza delle prime comunità cristiane, che si riflette nel testo di Luca, ben consapevole della spiegazione che quella condizione storica di persecuzione, di tentazione, di lotta trova nelle parole di Cristo agli Apostoli e principalmente a Pietro.  In quelle parole si trovano le componenti fondamentali della Missione petrina. Anzitutto quella di confermare i fratelli, con l’esposizione della fede, l’esortazione alla fede, tutti i provvedimenti occorrenti per lo sviluppo della fede. Quest’azione è rivolta a coloro che Gesù, parlando a Pietro, chiama “i tuoi fratelli”: nel contesto, l’espressione si applica anzitutto agli altri Apostoli, ma non esclude un senso più vasto, esteso a tutti i membri della comunità cristiana (cf. At 1, 15). Essa suggerisce anche la finalità a cui deve mirare Pietro nella sua missione di confermatore e sostenitore della fede: la comunione fraterna in forza della fede. Ancora: Pietro - e come lui ogni suo successore e capo della Chiesa - ha la missione di incoraggiare i fedeli a porre tutta la loro fiducia nel Cristo e nella potenza della sua grazia, che Pietro ha personalmente sperimentato. È ciò che scrive Innocenzo III nella Lettera Apostolicae Sedis Primatus (12 novembre 1199) citando il testo di Luca 22, 32 e commentandolo così: “Il Signore insinua manifestamente che i successori di Pietro non devieranno mai, in nessun momento, dalla fede cattolica, ma piuttosto richiameranno gli altri e rafforzeranno anche gli esitanti” (Denz.-S. 775). Quel Papa medievale sentiva confermata dall’esperienza di un millennio la dichiarazione di Gesù a Simon Pietro.  La missione affidata da Gesù a Pietro riguarda la Chiesa nella estensione dei secoli e delle generazioni umane. Quel mandato: “Conferma i tuoi fratelli”, significa: insegna la fede in tutti i tempi, nelle diverse circostanze e fra tutte le molteplici difficoltà e contraddizioni che la predicazione della fede incontrerà nella storia; e insegnando, infondi coraggio ai fedeli; tu stesso hai sperimentato che la potenza della mia grazia è più grande della debolezza umana; diffondi dunque il messaggio della fede, proclama la sana dottrina, riunisci i “fratelli”, riponendo la tua fiducia nella preghiera che ti ho promesso; in virtù della mia grazia, cerca di aprire alla accoglienza della fede coloro che non credono, e di confortare coloro che sono nel dubbio; questa è la tua missione, questa è la ragione del mandato che ti affido.  Quelle parole dell’evangelista Luca (Lc  22, 31-33) Francesco, successore di Benedetto XVI, sa molto bene che sono ben significative per tutti coloro  che svolgono nella Chiesa il “munus Petrinum”, perchè li richiama  continuamente a quella sorta di paradosso originale che Cristo stesso ha posto in loro, con la certezza che nel loro ministero, come in quello di Pietro, opera la grazia speciale che sostiene la debolezza dell’uomo e gli permette di “confermare i fratelli”: “Io ho pregato, - è la parola di Gesù a Pietro, che si ripercuote nei sempre umili e poveri suoi successori - ho pregato che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli” (Lc 22, 32).
Cosa rispondere dunque alla Commissione ONU? Papa Francesco con i fatti ( e non con le parole)  contrasta la pedofilia del clero e  il suo nuovo corso non concede nulla ai preti pedofili:  tolleranza zero.Ma laicisti e anticlericali non dormono la notte per complottare e per studiare a tavolino altri attacchi e altre falsità. Al  Papa emerito  Benedetto XVI  ribadiamo il nostro affetto e la nostra stima per la sua guida autorevole della Chiesa, per il suo Magistero e per la sua mitezza di carattere , anche se è un uomo forte nei principi e nei valori su cui non transige. Lo stesso vale per  Papa Francesco che ha ereditato una situazione gravissima che nessuno invidia ma sa comandare ed ha un consenso popolare enorme.  I cattolici, invece,  non accettano  lezioni da giornalisti  prezzolati e disonesti intellettualmente (come spero di avere dimostrato) che non svolgono il loro mestiere seguendo una deontologia professionale stravagante e usando i media di tutto il mondo  per delegittimare con una campagna di stampa aggressiva e  vergognosa e senza precedenti verso  la Chiesa Cattolica e tutti i suoi ministri.

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