venerdì 17 gennaio 2014

DEBITO PUBBLICO ITALIANO DI EURO: 2.104 MILIARDI





Nel 2013 il tasso di inflazione medio annuo è stato pari all'1,2%, in netta decelerazione rispetto al 3% del 2012. Lo rileva l'Istat, confermando le stime preliminari diffuse a inizio gennaio. Si tratta del livello più basso dal 2009. A novembre, però, fa sapere Bankitalia, il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 18,7 miliardi, raggiungendo un nuovo massimo storico pari a 2.104,1 miliardi.

Nella media del 2013, per l'Istat, si sono riscontrate decelerazioni nella crescita dei prezzi per quasi tutte le divisioni di spesa. Le decelerazioni più marcate riguardano i prezzi dei trasporti (+1,2%, da +6,5% del 2012), dell'abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+2,1%; era +7,1% il precedente anno), delle bevande alcoliche e tabacchi (+1,4%, da +5,9% del 2012), dei servizi sanitari e spese per la salute (+1,5%, da +4,3% del 2012) e dell'abbigliamento e calzature (+0,3%; era +2,2% nel 2012). L'Istruzione è stata l'unica divisione per la quale si rileva una accelerazione nella crescita dei prezzi (+2,5%, dal +2,3% del 2012). Si è accentuata sensibilmente la flessione in media d'anno dei prezzi delle comunicazioni (-5,1%, da -1,5% del precedente anno).
                                                 L'aumento del debito delle amministrazioni pubbliche, a quanto risulta dal supplemento "Finanza pubblica, fabbisogno e debito" della Banca d'Italia, è invece riconducibile principalmente al fabbisogno del mese (6,9 miliardi) e all'aumento (11,5 miliardi) delle disponibilità liquide del Tesoro (che hanno raggiunto 59,0 miliardi).                
  Come negli anni passati, sottolinea l'istituto di via Nazionale, nel mese di dicembre è molto probabile che il debito si sia fortemente ridotto, riflettendo un consistente avanzo e il netto calo delle disponibilità liquide del Tesoro, tornate a fine anno poco al di sopra del livello di fine 2012. L'incremento del debito nei primi undici mesi dell'anno (114,6 miliardi) ha riflesso principalmente il fabbisogno delle Amministrazioni Pubbliche (90,2 miliardi) e l'aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (24,6 miliardi).

Sul fabbisogno ha inciso per 12,8 miliardi il sostegno finanziario ai paesi dell'area dell'euro. In particolare, la quota di competenza dell'Italia dei prestiti erogati dall'European Financial Stability Facility (Efsf) è stata pari a 6,7 miliardi; i versamenti della terza e quarta tranche della sottoscrizione del capitale dell'European Stability Mechanism (Esm), effettuati nei mesi di aprile e ottobre, sono stati complessivamente pari a 5,7 miliardi.

Dal 2010 il contributo italiano al sostegno finanziario ai paesi dell'area dell'euro è stato pari a 55,1 miliardi, di cui 33,6 miliardi riguardanti la quota dell'Italia dei prestiti dell'Efsf, 11,5 riguardanti la sottoscrizione del capitale dell'Esm e 10 miliardi relativi ai prestiti bilaterali in favore della Grecia (la cui erogazione è terminata alla fine del 2011). Nei primi 11 mesi dell'anno le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 339,1 miliardi (di cui 31,2 nel mese di novembre), in lieve calo rispetto a quelle dello stesso periodo del 2012 (340,7 miliardi).



GLI INVESTITORI- Il portafoglio dei titoli di Stato italiani in mano agli investitori non residenti è invece salito a 693,061 miliardi di euro in ottobre dai 684,208 miliardi di settembre. La quota dei titoli del debito pubblico italiano detenuta da soggetti esteri si è attestata in ottobre al 39,4% del totale, il medesimo livello del mese precedente. In questi dati sono computati anche i titoli di Stato italiani in mano alle banche centrali estere, compresi quelli sottoscritti dalla Bce attraverso il programma Smp, e quelli da investitori domestici attraverso soggetti non residenti. A metà 2011, momento che segna l’ingresso dell’Italia nella crisi del debito sovrano, la quota dei titoli pubblici nazionali in mano a soggetti esteri superava, anche se di poco, il 50%.

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