sabato 25 gennaio 2014

ALBERTO GIANNINO: PERCHE' NON SONO PEDOFILO




Nell'estate del 2012 sono stato accusato, ingiustamente,  a Rapallo, di pedofilia perchè trovato in stato confusionale con due minori  incontrati casualmente vicino alla spiaggia. Cercherò di raccontare la verità attenendomi ai fatti perchè alcuni  giornalisti prezzolati  speculano in maniera vergognosa e strumentale   su questa torbida vicenda (le cause civili  per risarcimento danni  nei loro confronti per il reato di diffamazione  sono quasi pronte)  e, con loro,  avversari spietati e feroci  in divisa con  manette e stivali che pensano di fare carriera alle mie spalle neanche se fossi il nobile francese Gilles de Rais che, con l'aiuto del suo valletto Poitou, stupro' e uccise 200 ragazzi nella Francia del XV secolo.    In questo modo i miei lettori, i miei amici, i miei colleghi, i miei concittadini non hanno più  una visione dei fatti deformata e calunniosa come è accaduto in questi mesi su La Provincia pavese (il giornalista Fizzarotti era sempre in possesso di notizie coperte dal segreto istruttorio che divulgava per la gioia dei suoi amici in divisa...).  Faccio una premessa doverosa: respingo nella maniera più categorica tutte le accuse formulate nei miei confronti e mi proclamo innocente,  vittima di un complotto ordito  per eliminare un personaggio scomodo per le sue battaglie per la legalità.  Ora la vicenda. Prima di andare in spiaggia alle 23 ero andato in una pizzeria intorno alle 22  dove ho ordinato una pizza e una birra media. Poi alla fine della cena un'altra birra media e un amaro, forse due. A questo punto mi dirigo in spiaggia per vedere il mare, sentire il rumore dell'acqua e delle onde e a prendere un po' di fresco. C'è un pescatore che si trova sugli scogli con la canna da pesca, ci sono due morosi  che si abbracciano e, infine, due ragazzi minorenni con un pacchetto di sigarette in mano. Essendo estate la spiaggia era illuminata a giorno e, chiunque, dalla passeggiata poteva vedere tutti coloro che erano sugli scogli.  Lo psichiatra, perito nominato dal Tribunale di Chiavari, ha scritto nella relazione peritale (dopo alcuni colloqui e un test scientifico elaborato da una Psicologa) che io non sono pedofilo e che non ero in grado di dare un'età a quei due ragazzi in quanto a causa dell'abuso di alcool avevo un deficit intellettivo e un'alterazione della coscienza. Il Gup non terrà conto di quello che ha scritto il suo perito e mi condannerà anche se innocente.  Lo psichiatra, però, nonostante avesse acquisito la mia cartella clinica e fosse documentato molto bene sulla mia salute  non ha detto ai giudici la verità sulla mia patologia e sulla terapia farmacologica istituita durante 15 colloqui con la psichiatra del carcere,  che assumevo psicofarmaci (ansiolitici e antidepressivi) e che, interagendo con l'alcool,  non ero nel possesso delle mie facoltà e cosi ha contribuito alla mia condanna.  Vi sembra poco? In quelle condizioni non potevo, quindi, razionalmente  perseguire alcun disegno criminoso rivolto a fare del male ai due ragazzi. Allora perchè mi hanno arrestato condannato in primo grado (ora sto facendo l'Appello avverso la sentenza del Tribunale)? E' molto semplice: nè la Polizia di Stato nè i Giudici nè il perito hanno tenuto conto  scientemente dell'abuso di alcool, dei farmaci che assumevo e soprattutto delle patologie mediche perchè avrebbbero dovuto assolvermi e rimangiarsi le accuse tendenziose senza un quadro indiziario solido e robusto. Le indagini sono state carenti, lacunose e insufficienti. Non c'è nè una prova nè un testimone. Incredibile.  La mia storia è quella di  una gravissima violazione dei diritti umani, di una carcerazione che è stata una tortura. E ancora: molti  abusi ed eccessi del diritto penale come mi hanno detto più avvocati. I poliziotti hanno perquisito due mie abitazioni e non hanno trovato materiale pedopornografico (ne  detenzione nè  produzione o vendita) ma la voglia di gogna era tanta che mi hanno portato in carcere a Chiavari. Dopo lo sciopero della fame in cui perdo 11 Kg mi portano a Marassi un carcere con agenti che hanno molta umanità e sensibilità . Essi aiutavano  i detenuti a riscoprire il senso di uno scopo  per trasformare la propria vita, riconciliarsi con le loro famiglie e i loro amici, e, per quanto possibile, assumersi le responsabilità e i doveri che permetteranno loro di condurre una vita onesta e retta in seno alla società. Chi l'avrebbe mai detto che gli agenti erano migliori del prete del carcere?  L'esperienza del carcere mi ha   offerto  l'opportunità di condividere le mie esperienze del misterioso volto di Cristo che risplendeva sui volti dei detenuti  che avevano anni da scontare.  Occorre un maggiore rispetto per la dignità dei detenuti.
 Ho fatto il Professore nei licei di Milano e Pavia e non c'è mai - e dico mai - stato un episodio o una voce che mi assimilava a personaggi ignobili.  Ho fatto tante battaglie giornalistiche contro la  pedofilia, contro gli abusi sessuali di una minoranza esigua del clero, per la difesa della vita (contro aborto ed eutanasia) e per la famiglia cellula fondamentale della società, luogo dove si impara a convivere nella differenza e ad appartenere ad altri, e dove si opera per il bene dei coniugi e il bene  dei figli  (fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna) e mi sono ritrovato inquisito per questo infame reato. Con gli studenti ho sempre  avuto un ottimo rapporto basato sull'ascolto e sul dialogo. Come educatore ho trasmesso cultura e ho formato le nuove generazioni ai valori morali, spirituali e sociali. Altro che pedofilia!  Qui se c'è un pedofilo è qualcuno sporcaccione, depravato  e lussurioso della casta che magari fa turismo sessuale tutti gli anni  nei Paesi poveri arretrati economicamente abusando sessualmente di bambine o bambini. Ogni anno, secondo l'Unicef , 80 mila italiani vanno in  Thailandia, Vietnam, Laos, Cambogia, Filippine, Nepal, Pakistan, Russia, Taiwan, Cina, Sri Lanka, India, Indonesia. Ma anche Brasile, Repubblica Dominicana, Colombia, Messico, Venezuela, Cuba e Kenya. Lo scopo? cercare minori e abusare sessualmente di loro. Ma i giornali italiani, i magistrati, i carabinieri, la polizia tacciono rigorosamente su questo scandalo enorme internazionale. Perchè?
                                                         il nobile francese Gilles de Rais

Ritorniamo alla sera dell'arresto. In spiaggia, quando incontro i due ragazzi, gli  chiedo cortesemente una sigaretta. Me la offrono volentieri. Poi parliamo di vacanze e di scuola. Mi offrono altre sigarette. A questo punto chiedo loro una cortesia: se vanno al bar a comprami una Ceres perchè mi ero fatto male alla gamba sullo scoglio.  Essi vanno al bar (distanza 300 m) ma non chiedono aiuto a nessuno, non chiamano la polizia e non chiamano i genitori. Ritornano in spiaggia e mi danno la Ceres. Gli dico tenete pure  il resto (2 euro). Parliamo ancora  e io finisco la birra;  chiedo a loro se vanno a prenderne un'altra. Stessa scena. Vanno al bar, non chiedono aiuto a nessuno, non chiamano nè polizia nè genitori. Ritornano dal "mostro" che li avrebbe insidiati o molestati. Ma se li avevo molestati , abusati, violentati perchè non chiedono aiuto quando sono lontani da me? Possono scappare, ma non lo fanno.  Vi sembra possibile il fatto che io avrei compiuto con la spiaggia illuminata a giorno  chissa quali atti sessuali in cambio di 2 euro a testa? Che poi era la mancia... Per un giudice  la mancia era segno di prestazione mercenaria(sic!)
 C'è un pescatore, ci sono 2 fidanzati e i ragazzi  vanno e vengono dal bar tranquillamente senza chiedere aiuto e io li avrei molestati sessualmente? Lascio a voi la risposta. Ormai sono le 24 e decido di andare a casa. Loro mi sorreggono sugli scogli perchè non sono in grado di camminare in evidente  stato confusionale. Facciamo un tratto di strada insieme sulla passeggiata mare  e incontriamo i loro genitori che li prendono a schiaffi perchè alle 24 non erano rientrati ancora a rientrati a casa. Parlano tra di loro per 15 minuti e   poi stranamente  chiamano il 113. Io resto li senza allontanarmi.  Non temo niente e non ho paura (L'avvocato dei due genitori e il Giudice chiederanno un risarcimento di 100 mila euro. Why?)   Da quel momento non sono più libero nonostante sono stato dichiarato socialmente non pericoloso. I giudici non mi credono e nell' incidente probatorio i ragazzi cadono in contraddizione più volte.  Ma il Gip, il Pm e il Gup hanno deciso il verdetto:  colpevole.  Io non ero capace di intendere e di volere ma sono stato dichiarato capace di intendere e di volere e di voler perseguire addirittura  un disegno criminoso. Ora sono convinto che anche in Appello mi condanneranno: sento odore di bruciato, di forte pregiudizio, di accanimento e di voglia di punizione. Non mi aspetto nulla: il verdetto è già scritto. I giudici dell'Appello difficilmente daranno torto ai loro colleghi. Ecco perchè so che la condanna di primo grado sarà riconfermata. Aspetto solo che questa brutta storia dovuta a un'imprudenza finisca.  Ora non credo più nella giustizia dopo quello che mi è successo. Aspetto con ansia una riforma della giustizia dove ci sia contemplata  la responsabilità  per i giudici corrotti o incapaci.  Facessero pure: io so che davanti a Dio e davanti agli uomini sono nel giusto. La mia povera mamma, che ha 78 anni, mi crede e questo mi basta. Chi ha brigato per mettermi nei guai risponderà davanti a Dio.  Ho tentato di togliermi la vita in carcere ma non ci sono riuscito:  ero controllato dagli agenti e dai miei compagni di cella. 
La gente che mi conosce, le  centinaia e centinaia di minori che ho avuto come miei studenti, i miei amici, tutti possono dire ad alta voce che non ho mai avuto inclinazioni sessuali di tipo pedofilo. Non ho mai avuto preferenze erotiche verso minori, la mia condotta è sempre stata lecita nei confronti di minori, non ho mai molestato o abusato di minori. Mai. Ritengo anzi la pedofilia un crimine abominevole, orrendo e abietto, 
un delitto grave oltre che una malattia psichiatrica. Non ho mai messo piede in una Associazione sportiva di minori, negli oratori, nei cinema per minori, nei campeggi, nelle colonie estive, nei collegi e negli scouts tutti ambienti  dove circolano molto spesso minori e pedofili.  Ho sempre seguito principi sani e un'etica religiosa cattolica.

Reati di pedofilia si sono verificati in tutti i luoghi dove sono presenti bambini: famiglie (nel qual caso potrebbe trattarsi di incesto), centri religiosi (seminari, oratori), scuole d'infanzia, associazioni giovanili (negli Stati Uniti d'America i boy-scout). Data l'estrema ampiezza di tipologie di reati, che talvolta non richiedono nemmeno il contatto fisico col bambino (es. esibizionismo, riproduzione di materiale pedopornografico, ecc.), la diffusione dei reati di pedofilia è considerata elevatissima. «Il 10-30% circa dei bambini subisce molestie sessuali entro i 18 anni. L'attrazione del pedofilo può essere rivolta sia verso i bambini sia verso le bambine, ma sembra che queste ultime siano le vittime più frequenti (88%).»
Nel maggio 2007 tutti i media hanno parlato ripetutamente di notizie su reati svolti da membri del clero, sulla base del fatto che oltre 4000 sacerdoti sono stati accusati di abuso di minori negli USA e in Canada. Si tratta però del numero totale delle accuse raccolte in un arco di 50 anni e comprende non solo i casi di pedofilia in senso stretto, ma anche i rapporti con adolescenti minori di anni 18. Sino a oggi le condanne per pedofilia hanno riguardato solo 40 casi su 4000. Nel giugno 2009 il cardinale Cláudio Hummes, Prefetto della Congregazione per il Clero ha dichiarato al settimanale cattolico spagnolo Vida Nueva che «i casi di pedofilia a volte non arrivano nemmeno al 4% dei sacerdoti». Questa dichiarazione rettifica una precedente intervista dello stesso cardinale Hummes del 5 gennaio 2008 all'Osservatore Romano, in cui dichiarava che tra i sacerdoti «neppure l'1% ha a che fare con problemi di condotta morale e sessuale».
Nel settembre del 2009 l'arcivescovo Silvano Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede all'ONU di Ginevra, in una dichiarazione emessa in una riunione del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra, in relazione ai crimini sessuali sui minori, ha dichiarato che «nel clero cattolico solo tra l'1,5% e il 5% dei religiosi ha commesso atti di questo tipo».
La cifra del 4% è stata contestata anche dallo studioso Massimo Introvigne, sulla base di uno studio indipendente (il John Jay Report) condotto dal John Jay College of Criminal Justice della City University of New York, che non è un'università cattolica ed è unanimemente riconosciuta come la più autorevole istituzione accademica degli Stati Uniti in materia di criminologia.
Nel 2009 è uscito un libro che riporta cifre aggiornate sulla pedofilia nella Chiesa americana. Tra il 1950 e il 2004 si sono registrati undicimila casi documentati di abusi sessuali su minori i cui autori sono preti (vedi John Jay Report). Mediamente i preti diocesani implicati negli abusi sono il 4,3 per cento. Alcuni anni hanno prodotto percentuali molto alte di preti pedofili. Nel 1963, 1966, 1970, 1970 e nel 1974 si è arrivati all'otto per cento di predatori diocesani, fino al nove per cento del 1975.
Nel libro si fanno anche delle estrapolazioni su quelli che possono essere i limiti del fenomeno pedofilia (abusi su minori) nella Chiesa e si stima che i casi sono stimabili in quaranta-sessantamila che farebbero salire il tasso dei preti abusanti a percentuali altissime.
Per quanto riguarda i crimini più efferati, uno studio del Centro Aurora di Bologna (Centro Nazionale per i bambini scomparsi e sessualmente abusati) ha evidenziato che in Italia dal 2004 al 2007 sono scomparsi 3.399 minori, non ritrovati nel periodo considerato.
La pedofilia in Italia
Secondo i dati raccolti da Telefono Azzurro e pubblicati nel Rapporto Nazionale sulla Condizione dell'Infanzia e dell'Adolescenza, quasi il 60% degli abusi su minori avviene in famiglia. Nel panorama internazionale emerge che in Francia e in Inghilterra i minorenni vittime di abuso sessuale sono molto più numerosi, ma ciò che preoccupa in Italia è il "sommerso": è probabile, infatti, che alcune situazioni di abuso non arrivino alla denuncia.
                                                                                                                          Alberto Giannino
alberto.giannino@gmail.com

Nessun commento: