martedì 21 gennaio 2014

BEPPE GRILLO E LA DITTATURA DEI MILITARI



Beppe Grillo nasce a Genova 65 anni fa,  è sposato e ha 4 figli.  E' un uomo versatile, intelligente, brillante. Sa essere freddo, duro e cinico quando serve. Compie gli studi di Ragioneria ma, essendo un grande comunicatore, in una  societa dell'immagine e dell'apparire,  decide di fare il comico anzichè occuparsi  di partita doppia, attività,  passività, utili  e delle dichiarazioni dei redditi dei suoi concittadini. E' benestante, guadagna parecchi centinaia di migliaia di euro (tutti dichiarati al fisco), è un po'  edonista:  non disdegna la bella vita, le auto e le moto di grossa cilindrata. Va al mare in Toscana e non si fa mancare niente.  Con i media ha un rapporto di amore e odio. Ma, poichè li sa usare bene, finge di non volerli, ma in realtà ne ha necessità assoluta per sponsorizzare il suo movimento politico. E, quanto più li allontana, tanto più essi lo cercano come se fosse l'unico caso italiano.
Negli anni 80  viene assunto in Rai e, in un monologo passato alla storia, attacca pesantemente  i socialisti che sono al Governo. Viene cacciato da Craxi e, per un periodo, assapora l'esilio che per lui è un onore e non già un'umiliazione.  Ma non si scoraggia: va nei teatri italiani, fa spettacoli  e fa sempre il pieno con la sua ironia beffarda e mordace e con  il suo istrionismo innato.  Gli argomenti forti sono la satira politica, la corruzione, l'ambiente e le multinazionali. Nel 1981 la sua vita cambia tragicamente.  Nella sua automobile  ci sono tre suoi amici e, in un terribile  incidente,  muoiono tutti e tre. Verrà condannato per omicidio plurimo colposo e questa è   anche la ragione per cui non può essere eletto in Parlamento.  Grillo, dopo la tragedia che lo segnerà per tutta la vita,  si appassiona all'ambiente, studia, si documenta al punto che potrebbe fare il ministro dell'Ambiente vista la sua preparazione e competenza. 
Ma c'è un'altra cosa che gli sta a cuore: la questione morale. E' schifato della classe dirigente corrotta, dei ladri di Stato, dei politicanti che non hanno mai lavorato nella loro vita  e dei concussi e da quelli che praticano il peculato sistematicamente. Non riesce a capire l'indifferenza degli italiani, la loro assuefazione e il loro menefreghismo di fronte a tanta tanta corruzione e a tanto sudiciume.  E decide, come Berlusconi nel 1993, di  scendere in campo e di fare politica attiva fondando un movimento politico con l'obiettivo precipuo di mandare a casa l'attuale classe dirigente che non ha dato certo esempi di moralità e pulizia.   Grillo non perde l'occasione di attaccare i pregiudicati scagliandosi in particolare contro Berlusconi. Non ama Napolitano che considera uomo di parte ed è cordialmente ricambiato. In questi giorni attacca Matteo Renzi per l'inciucio con Berlusconi sulla riforma elettorale Italicum che lo taglia fuori  dai giochi e, quindi,  fa di tutto per rompere l'asse Berlusconi Renzi.  Grillo, poi,  studia come fare ad eliminare questa classe dirigente  in cui troviamo tra i ministri anche camorristi, mafiosi, massoni,  banchieri, Presidenti di Enti pubblici, che continuano a rubare imperterriti  da anni. Il progetto ce l'ha in mente ma ha bisogno di un esperto e imprenditore  informatico ( che ama la politica) per realizzare il suo disegno politico e lo trova in Gianroberto Casaleggio originario di Milano. Decidono di fare un blog a cui tutti possono accedere commentando i vari post di Grillo  e raggiungono due-tre milioni di italiani. Il suo blog  diventerà cosi importante e popolare che è tra i primi 50 nel mondo.  L'informatica per Grillo diventerà il secondo pallino dopo l'ambiente.  E, infatti, nell'era digitale e postmoderna,  la rete, che raggiunge tutti,  creerà con le sue consultazioni   la classe dirigente del Movimento 5 stelle, che, nel maggio 2013, ha mandato  in Parlamento una bella truppa di parlamentari giovani:  104 deputati e  54 senatori. Una minoranza esigua (che non fa testo) pare che abbia abbandonato  il loro ex  capo ma tutti gli altri peones restano fedelissimi  a Beppe Grillo. Il quale  ha doti di leader trascinatore di folle e un carisma innegabile. Certo, continuerà ad usare un linguaggio forte, duro e spesso volgare per arrivare al cuore degli italiani, ma l'uomo è cosi e non lo puoi cambiare a 65 anni.   

Grillo è destinato ad essere un protagonista di questa Italietta di furbi che è in piena depressione economica  in cui ogni anno si evadono 180 miliardi di euro di imposte, in cui c'è un debito pubblico di oltre  2.104 miliardi di euro, dove ci sono 10 milioni di italiani alla fame, e 3,5 milioni di disoccupati, esodati e cassaintegrati. Senza contare le spese folli nella Pubblica Amministrazione che sono incontrollate e  incontrollabili e l'impunità della casta corrotta fino alle midolla.  Il problema, caro Grillo,  sono i tagli alla spesa pubblica, gli stipendi annuali d'oro di  almeno 250 mila euro ad personam  e i privilegi della casta quando un povero pensionato prende 500 euro al mese e spesso non gli danno la casa popolare che gli spetterebbe mentre nullafacenti clandestini se le godono alla nostra faccia di cittadini onesti e lavoratori! I parlamentari- mi dicono- che prendono 14 mila euro al mese: vogliamo ridurre sia il loro stipendio sia i 1000 parlamentari? Il loro numero è una vergogna e un'indecenza e solo l'Italia ha queste cifre impressionanti abnormi e assurde.
Grillo, per cambiare l'Italia, sceglierà la via democratica o farà come Masaniello, Mazzini, Carlo Pisacane, Anita Garibaldi, Monti  Tognetti, Gabriele D'Annunzio e Mussolini ? Per ora non è dato sapere. Ma se andiamo avanti cosi  - mi dicono  fonti ben informate -  ci sarebbe  pronto un governo presieduto da un militare che siederebbe al ministero dell'Interno: gli altri 25 ministeri sarebbero  tutti aboliti.  I 60 milioni di italiani come reagirebbero alla sospensione della democrazia? Accetterebbero anche una "dittatura democratica" militare (che poi  è una contraddizione)  che risolverebbe non pochi problemi in un Paese  da "aggiustare" perchè ormai completamente "rotto".Contrariamente ai poteri forti che, raccontandoci balle, parlano di una lieve ripresa economica. Peccato che alla Caritas ora ci vanno anche gli italiani per un pasto, mentre  quasi tutte le Regioni sono sotto inchiesta da parte  della magistratura.


alberto.giannino@gmail.com


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