La staffetta tra papa Benedetto XVI e papa Francesco c'è stata davvero il 13 marzo 2013 giorno dell'elezione al soglio di Pietro del cardinale argentino Bergoglio. E, chi sostiene il contrario, dice il falso. Il patto tra i due però risale al 2005 quando Joseph Ratzinger fu eletto papa con i voti determinanti dei progressisti capitanati dall'autorevole cardinale Carlo Maria Martini. Com'è noto in quel Conclave Ratzinger aveva raggiunto 72 voti (ne occorrevano 77 per l'elezione a Sommo Pontefice), mentre Bergoglio il cardinale di Buenos Aires ne prese ben 40. I progressisti se avessero tenuto duro avrebbero bloccato l'elezione di Ratzinger. Ma Carlo Maria Martini, per sbloccare la situazione, decise di far confluire i voti su Ratzinger, ma dei 40 votanti per Bergoglio seguiranno le indicazioni del "papa nero" gesuita solo 14 ma sufficienti ad arrivare oltre ai 77 voti che erano i voti della maggioranza per essere eletti. Qui, in pieno Conclave, in una stanza segreta avviene il patto della staffetta. Che consisteva in pochi punti: 1) all'età di 85 anni Ratzinger si doveva dimettere; 2) il magistero di Ratzinger doveva ribadire i valori non negoziabili senza entrare troppo nel merito di aborto, divorzio, unioni di fatto, matrimoni gay, eutanasia come per es. fece Paolo VI con l'Humanae Vitae; 3) La dottrina del Concilio Vaticano II non doveva essere modificata; 4) non si doveva attaccare la teologia protestante di Kasper; 5) Ratzinger si doveva occupare solo di encicliche sulla fede, speranza e carità ma non sulla morale. E scrivere a tempo perso un libro su Gesù. Insomma, un pontificato di basso profilo, con catechesi che erano simili a delle bellissime lezioni universitarie. Ratzinger avrebbe potuto consegnare alla storia delle Lettere Encicliche teologiche di grande spessore culturale ma non lo farà; 6) riservare sempre una quota di cardinali e vescovi ai progressisti.
In otto anni Benedetto XVI svolge il ministero petrino ma si concentra giustamente soprattutto sulla pedofilia di alcuni settori del clero, ma la dottrina non viene ribadita con documenti come fecero Paolo VI e Giovanni Paolo II attirandosi le antipatie degli anticlericali e dei laicisti.
Farà le catechesi del mercoledi sui Santi, sui mistici, sui padri della Chiesa, sui padri del deserto, su Agostino, su Tommaso, sulla filosofia cristiana, sugli aspostoli, su san Paolo, sulla Chiesa, sul problema di Dio, ma i temi cari ai protestanti guardacaso non li tocca (Gesù storico, Gesù Uomo per gli altri, demitizzazione dei Vangeli, la mariologia, il Dio di Gesù Cristo, il Dio Totalmento altro (sconosciuto), la Presenza reale del Corpo e del Sangue di Cristo, i dogmi, il libero esame della Scrittura, la teologia della misericordia e il il sacramento della riconciliazione, il ruolo della donna nella Chiesa, l'ecclesiologia, la liturgia, i divorziati risposati).
Papa Benedetto XVI sceglierà come Segretario di Stato Tarcisio Bertone che, però, è un accentratore e sbaglierà tre mosse: quelle di sostituire il Presidente dello I.O.R. Gotti Tedeschi e il Segretario generale del Governatorato mons. Carlo Viganò che lo trasferisce come Nunzio apostolico a Washington e di non collaborare con il predecessore Sodano. Durante questi 7- 8 anni di Pontificato inVaticano succederà di tutto: dossiers che girano sulle scrivanie di mezza Curia, maggiordomi disonesti e incarcerati, lobby gay, lobby massonica, 80 Vescovi e 400 preti pedofili nel mondo ridotti allo stato laicale. E siamo arrivati a gennaio 2013.
Sta di fatto che nel 2013 quando rassegna le dimissioni e Angelo Sodano che ha fatto una guerra spietata a Bertone dirà davanti al Concistoro falsità e una faccia tosta che non ha precedenti che le dimissioni del Papa "sono un fulmine a ciel sereno". In realtà lo sapeva mezza Curia e c'era chi faceva pressioni per le dimissioni e c'era chi faceva pressioni perchè egli non lasciasse la guida della Chiesa. Sta di fatto che papa Benedetto XVI decide di onorare il patto della staffetta dopo aver riflettuto a lungo: lo scandalo della pedofilia è enorme, i corvi nei sacri palazzi volano in cerca di carcasse, lo Ior è ancora una volta al centro dell'attenzione mediatica, Bertone è inviso a mezza Curia, gli avversari ecclesiastici di Ratzinger dagli Usa lo colpiscono senza pietà. E Sodano lo avversa come sanno fare gli ecclesiastici. L' 11 Febbraio 2013 Benedetto XVI convoca i Cardinali e in latino comunica le dimissioni irrevocabili adducendo come motivazioni la salute, il peso e le fatiche del pontificato. E' pallido, bianco in volto, spaventato, con la voce tremante; dimissioni peraltro anticipate in maniera inopportuna e sgradevole dal cardinale Romeo, siciliano, 76 anni, e dai desideri senili dell'ex vescovo di Ivrea Luigi Bettazzi 90 anni.
Come fa il progressista Bettazzi a sapere un anno prima delle dimissioni di Benedetto XVI? E lo stesso discorso analogo vale per l'ex Nunzio apostolico in Italia Paolo Romeo. Ma lo farà per il bene della Chiesa contro arrivismi, sete di potere, ambizioni personali e carriere. I quali prelati, per conseguire benefici e vantaggi, sono disposti a tutto dopo aver intimorito Benedetto XVI e averlo rinchiuso in un monastero dentro le mura vaticane per il resto dei suoi giorni.
Quindi, il 13 marzo 2013, i progressisti sapevano già tutto, eccetto Scola che ci sperava ardentemente. Ma gli italiani si sono spaccati tra bertoniani, amici di Bagnasco.e sodaniani. Gli europei si sono aggregati agli americani e ai cardinali del Terzo mondo. Dopo il terzo scrutinio verrà eletto Bergoglio ma non era una novità per nessuno e tantomeno per lui che nel 2005 aveva pregato i fratelli cardinali di votare Ratzinger. In conclusione, la staffetta tra Ratzinger e Bergoglio, è una brutta pagina della Storia della Chiesa. Non a caso, adesso nell'epoca Bergoglio, vanno di moda la teologia della misericordia, i divorziati, il peccato (di cui bisogna tacere), i sinodi senza valori etici, la liturgia sottotono, e il recupero dei Vescovi Viganò e Ricca (promosso allo Ior nonostante i suoi amori uruguaiani e socratici che hanno messo in imbarazzo la Chiesa cattolica). L'unico che tiene testa al cardinale protestante Kasper è il cardinale Carlo Caffarra teologo, colto, raffinato senza complessi di inferiorità culturale verso Kasper.
Gli altri prelati se vogliono diventare cardinali non parlano e chi ha una sede vescovile devono rigare diritto altrimenti potrebbe essere spostato in base alla teologia della misericordia. Questo, in sintesi, il patto della staffetta tra Bergoglio e Ratzinger. Ratzinger si è comportato come don Abbondio e Bergoglio da buon gesuita ha voluto invece mettere al centro la difesa e la propagazione della fede del suo Ordine religioso, lavorare per il progresso spirituale dei fedeli mediante tutte le forme del ministero della parola (esercizi spirituali, sacramenti) e diffondere il verbo di Sant'Ignazio in tutti i continenti della terra con una milizia di quasi 18 mila uomini. E le donne perchè non ci sono nell'Ordine di Sant'Ignazio? Francesco è consigliato dal vecchio tedesco Kasper che non vede l'ora di rompere l'unità della fede e di inserire dottrine nefaste e fallaci nella Chiesa. Ma perchè questo prelato non se ne va in modo stabile e definitivo nella Chiesa anglicana o luterana dove troverebbe discepoli, ammiratori, posti e prebende?
A questo punto di domandiamo, non senza preoccupazione e meraviglia, se Benedetto XVI è stato intimidito e ricattato l'elezione di Bergoglio da un punto di vista canonico è valida? Con buona pace di Kasper e dei suoi sodali no! I canonisti si esprimano rompendo ogni indugio. Altro che teologia della misericordia. Qui abbiamo assistito a una pagina buia, triste e amara della Chiesa fondata da Cristo. E abbiamo un Papa eletto regolarmente eletto rinchiuso nelle mura del Vaticano. Esattamente come i papi Ponziano, Silverio e Martino I, Benedetto IX, Gregorio VI, Gregorio XII e Benedetto V tutti deposti. La storia si ripete...
Mons. Battista Ricca promosso nel CdA dello Ior
alberto.giannino@gmail.com
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