Il Presidente della CEI, Angelo Bagnasco, nella sua prolusione davanti ai 250 Vescovi Italiani ha affrontato tutti i temi di stretta attualità: dalla disoccupazione alla povertà; dalla crisi dell'Europa all'individualismo sfrenato; dalla scuola all'educazione; dai valori morali alle scelte dell'uomo. Il ritorno delle ideologie e l’obiezione di coscienza. Se negli ultimi decenni si è parlato, in Occidente, di tramonto delle ideologie, “oggi dobbiamo riconoscerne il ritorno, magari sotto vesti diverse, ma con la medesima logica e arroganza”. Un segno sta nel fatto che “l’obiezione di coscienza è ormai sul banco europeo degli imputati: non è più un diritto dell’uomo?”.L’umanesimo si allontanerà dall’Occidente. Se l’Occidente, che ha generato l’umanesimo plenario, finirà per negare a quell’umanesimo la linfa ispiratrice delle sue origini cristiane, corrompendolo, allora “sarà l’umanesimo che si allontanerà dall’occidente e troverà – come già succede – altri lidi meno ideologici e più sensati”. Il Sud della Terra, ricorda Bagnasco, “preme alla tavola della dignità e della giustizia”. L’iperindividualismo e la rete virtuosa. All’origine dei mali del mondo “tanto all’interno delle famiglie quanto nell’economia, nella finanza e nella politica” – denuncia Bagnasco - c’è “una visione iperindividualista”. È questo “individualismo scellerato” il responsabile ultimo della violazione dei diritti umani: dalla tratta delle donne ai crimini contro il bambino, “oggi sempre più aggredito: ridotto a materiale organico da trafficare, o a schiavitù, o a spettacolo crudele, o ad arma da guerra, quando non addirittura esposto all’aborto o alla tragica possibilità dell’eutanasia”. Eppure, osserva Bagnasco, “il sentire profondo del nostro popolo è diverso”. I vescovi conoscono l’impegno della gente nei doveri quotidiani, il suo senso della famiglia, l’eroismo nella dedizione a malati e anziani, la passione responsabile nell’educare i figli. “È questa rete virtuosa che sostiene il Paese e la speranza nel futuro”.I vescovi ribadiscono il loro sostegno alla scuola confessionale: il cardinale Angelo Bagnasco lo ha sottolineato nella sua prolusione in apertura dei lavori del Consiglio generale della Cei. "Come sappiamo, l'annuncio di Cristo - ha affermato - è fondamento e criterio dell'educazione delle intelligenze e dei cuori, una educazione integrale che la scuola è chiamata a offrire: 'Il compito educativo è una missione chiave', affermava recentemente il Santo Padre".
"E noi, Vescovi italiani, con rinnovato impegno - ha proseguito il presidente della Conferenza episcopale - camminiamo nella via del decennio che abbiamo dedicato a questa missione. Per questo, con tutte le persone di buona volontà e di retto sentire, guardiamo all'appuntamento del 10 maggio prossimo in piazza San Pietro con il Papa. Davanti a Lui e con Lui, riaffermeremo l'urgenza del compito educativo; la sacrosanta libertà dei genitori nell'educare i figli; il grave dovere della società - a tutti i livelli e forme - di non corrompere i giovani con idee ed esempi che nessun padre e madre vorrebbero per i propri ragazzi; il diritto ad una scuola non ideologica e supina alle mode culturali imposte; la preziosità irrinunciabile e il sostegno concreto alla scuola cattolica".
"Essa - ha ammonito il cardinale - è un patrimonio storico e plurale del nostro Paese, offrendo un servizio pubblico seppure in mezzo a grandi difficoltà e a prezzo di sacrifici imposti dall'ingiustizia degli uomini: ingiustizia che i responsabili fanno finta di non vedere pur sapendo - tra l'altro - l'enorme risparmio che lo Stato accantona ogni anno grazie a questa peculiare presenza".
" La scuola come "campo di indottrinamento" minaccia di "stravolgere o disattendere i fondamentali fatti e principi di natura che riguardano i beni della vita, della famiglia e dell'educazione". A lanciare questo attacco contro gli opuscoli antiomofobia "Educare alla diversità a scuola" è stato oggi il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco.
Nella sua prolusione in apertura dei lavori del Consiglio permanente della Cei, Bagnasco ha detto: "Colpisce che la famiglia sia non di rado rappresentata come un capro espiatorio, quasi l'origine dei mali del nostro tempo, anziché il presidio universale di un'umanità migliore e la garanzia di continuità sociale. Non sono le buone leggi che garantiscono la buona convivenza - esse sono necessarie - ma è la famiglia, vivaio naturale di buona umanità e di società giusta"."Bisogna andare contro la corrente di un individualismo scellerato che - applicato ai vari campi dell'esistenza privata e pubblica - porta a camminare sulla pelle dei poveri, a non aver tempo di fermarsi accanto alle moltitudini ferite sulla via di Gerico. E' una visione iperindividualista all'origine dei mali del mondo, tanto all'interno delle famiglie quanto nell'economia, nella finanza e nella politica". Lo ha affermato il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Commissione episcopale italiana, nella sua prolusione in apertura dei lavori del Consiglio permanente della Cei.
"La ripresa, giustamente invocata, sarà un'illusione - ha ammonito il presule - senza una rinascita morale e spirituale; e ciò sarebbe tanto più grave perché la dura lezione della crisi sarebbe stata vana, pagata soprattutto dai deboli. Bisogna accelerare la conversione dall'io al noi e dal mio al nostro: non certo nel senso che non esistono più l'io e il mio, ma nel senso che mai più dovranno essere intesi come degli assoluti, cioè slegati dal resto del mondo fatto di 'altri': persone, istituzioni, aziende, Paesi". La scuola e la famiglia. Ricordando l’appuntamento del 10 maggio in piazza San Pietro con il Papa, il presidente della Cei ribadisce che in questa logica distorta e ideologica, si innesta la recente iniziativa - variamente attribuita - di tre volumetti dal titolo 'Educare alla diversità a scuola', che sono approdati nelle scuole italiane, destinati alle scuole primarie e alle secondarie di primo e secondo grado. In teoria le tre guide hanno lo scopo di sconfiggere bullismo e discriminazione - cosa giusta -, in realtà mirano a 'istillare' (è questo il termine usato) nei bambini preconcetti contro la famiglia, la genitorialità, la fede religiosa, la differenza tra padre e madre... parole dolcissime che sembrano oggi non solo fuori corso, ma persino imbarazzanti, tanto che si tende a eliminarle anche dalle carte. E' la lettura ideologica del 'genere' - una vera dittatura - che vuole appiattire le diversità, omologare tutto fino a trattare l'identità di uomo e donna come pure astrazioni".
"Viene da chiederci con amarezza - ha rincarato la dose Bagnasco - se si vuol fare della scuola dei 'campi di rieducazione', di 'indottrinamento'. Ma i genitori hanno ancora il diritto di educare i propri figli oppure sono stati esautorati? Si è chiesto a loro non solo il parere ma anche l'esplicita autorizzazione? I figli non sono materiale da esperimento in mano di nessuno, neppure di tecnici o di cosiddetti esperti". "I genitori non si facciano intimidire, hanno il diritto - ha sostenuto - di reagire con determinazione e chiarezza: non c'è autorità che tenga".
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