NELLA GESTIONE FORMIGONI, LA LOMBARDIA, IN 10ANNI HA EROGATO ALLA CLINICA MAUGERI DI PAVIA 200 MILIONI DI EURO ( I PARLAMENTARI PAVESI DOV'ERANO?) SECONDO LA PROCURA DI MILANO BEN 61 MILIONI SONO STATI DIROTTATI SU CONTI ESTERI DA ANTONIO SIMONE (CL) E DAL FACCENDIERE DACCO'. FORMIGONI HA GIA' UTILIZZATO 8,5 MILIONI PER DIVERTIMENTI, VIAGGI, VACANZE, YACHT, CENE, LIQUIDITA' PERSONALE, CAMPAGNA ELETTORALE, ECC. C'E' UN PROBLEMA PERO' : IN QUALE PARADISO FISCALE HANNO PORTATO I SOLDI (I FONDI NERI) DACCO' E SIMONE (CL) CHE SONO I TESORIERI DI FORMIGONI? IN BANCHE, SOCIETA' OFFSHORE. IO PENSEREI AD ARUBA DAVANTI AL VENEZUELA NEL MAR CARAIBICO POCO LONTANO DA ANTIGUA...
La dolce vita di Roberto Formigoni
I giudici della Procura di
Milano, dopo aver rinviato a giudizio Roberto Formigoni per i reati
di corruzione e associazione per delinquere nell'ambito
del processo sulle presunte tangenti della Clinica Maugeri di Pavia,
hanno disposti il sequesto per 49 milioni di euro riconducibili
all'ex Presidente della Regione Lombardia e ai suoi sodali. Il gup
Paolo Guidi ha rinviato a giudizio anche altre nove persone, tra cui
l'uomo d'affari Pierangelo Daccò, già condannato a 10 anni per il
crac del San Raffaele: è arrivato in tribunale in manette, scortato
dagli agenti della polizia penitenziaria. Dovranno affrontare il
processo anche l'ex assessore regionale alla Sanità Antonio Simone,
sua moglie Carla Vites, lo storico amico di Formigoni Alberto Perego.
Sono stati rinviati a giudizio, tra gli altri, anche Nicola Maria
Sanese, ex segretario generale della Regione Lombardia, Carlo
Lucchina, ex direttore generale alla Sanità lombarda, anche lui in
aula, e l'ex dirigente regionale Alessandra Massei.
La prima udienza
è stata fissata per il prossimo 6 maggio davanti alla decima sezione
penale del Tribunale di Milano. Prosciolto, invece, l'avvocato Mario
Cannata, consulente della Fondazione Maugeri. Il gip ha anche
dichiarato il non doversi procedere per alcuni capi di imputazione
relativi a reati fiscali. Secondo l'accusa la Maugeri sarebbe stata
favorita per anni dal Pirellone con delibere che avrebbero portato
nelle casse della fondazione di Pavia circa 200 milioni di euro di
rimborsi per prestazioni sanitarie. Ben 61 milioni di euro sarebbero
stati distratti tramite Daccò e Simone, e 8,5 milioni di euro
sarebbero serviti ad acquistare benefit di lusso per Formigoni, tra
cui viaggi, voli in aereo per 18 mila euro e le celebri vacanze ai
Caraibi. L'ex governatore poteva disporre anche di tre yatch,
avrebbe anche ottenuto un maxi sconto di due milioni sull'acquisto di
una villa in Sardegna ad Arzachena del valore di 5 milioni, oltre a
finanziamenti per cene e soggiorni al meeting di Cl a Rimini e 270
mila euro in contanti. Nei prossimi mesi verranno definiti i
patteggiamenti per altri sette indagati che hanno già trovato un
accordo con i pm, tra cui il fiduciario svizzero Giancarlo Grenci e
il commercialista Claudio Massimo. La Guardia di finanza ha eseguito
un sequestro preventivo di conti correnti e immobili per un valore di
49 milioni di euro (tra cui la favolosa villa in Sardegna ad
Arzachena, in via dei Ginepri 9, località Li Liccioli, con
superficie di 400 mq, piscina, 13 vani e circondata da tanto verde)
dell'ex presidente regionale Roberto Formigoni e del suo amico
Alberto Perego nell'ambito del procedimento sul caso Maugeri. Il
sequestro è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari
Paolo Guidi su richiesta dei pubblici ministeri Laura Pedio, Gaetano
Ruta e Antonio Pastore.
Formigoni al Senato col ministro ciellino Lupi
L'ordine di sequestro per un valore
equivalente a 49 milioni di euro è stato disposto dal gip a recupero
del presunto profitto illecito di Formigoni in ordine ai reati di
associazione per delinquere e corruzione di cui è accusato insieme
al suo convivente Paolo Perego nell'ambito del procedimento della Clina Maugeri di Pavia. e
per i quali è stato rinviato a giudizio lo scorso 3 marzo.
Il «prezzo» della corruzione nel caso Maugeri contestata all'ex Presidente lombardo Roberto Formigoni, al suo amico Alberto Perego e ad altre persone, tra cui i presunti intermediari Pierangelo Daccò e Antonio Simone, sarebbe di circa 49 milioni di euro. È quanto emerge in relazione al sequestro per equivalente (per 49 milioni appunto) disposto dal gip di Milano Paolo Guidi a carico di Formigoni e Perego. Al senatore del Ncd, da quanto si è saputo, sono stati sequestrati conti correnti, la villa di Arzachena (che dichiara non essere di sua proprietà) e alcuni immobili a Lecco e a San Remo.
Il «prezzo» della corruzione nel caso Maugeri contestata all'ex Presidente lombardo Roberto Formigoni, al suo amico Alberto Perego e ad altre persone, tra cui i presunti intermediari Pierangelo Daccò e Antonio Simone, sarebbe di circa 49 milioni di euro. È quanto emerge in relazione al sequestro per equivalente (per 49 milioni appunto) disposto dal gip di Milano Paolo Guidi a carico di Formigoni e Perego. Al senatore del Ncd, da quanto si è saputo, sono stati sequestrati conti correnti, la villa di Arzachena (che dichiara non essere di sua proprietà) e alcuni immobili a Lecco e a San Remo.
la villa di 400 mq. ad Arzachena: valore 5 milioni di euro
«Leggo che mi avrebbero sequestrato o starebbero sequestrandomi beni fino a 49 milioni di euro. Tranquillizzo tutti, non ho mai posseduto nemmeno la centesima parte di 49 milioni di euro»: così l'ex presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, commenta la notizia dei sequestri di beni e immobili. «Su uno dei miei due conti correnti - spiega il senatore di Ncd- figura un attivo di 18 euro e 20 centesimi, sull'altro un passivo di 75mila euro. Le mie tre auto sono: una Alfa Mito del 2012 per uso personale, una Panda del 2009 e una Multipla del 2008 in dotazione ai miei collaboratori».
E inoltre «non ho mai posseduto ne posseggo - sottolinea - una casa in Sardegna. Le proprietà immobiliari sono: un micro appartamento nella periferia di Sanremo di 36 metri quadrati e tre appartamenti in Lecco di 400 metri quadrati complessivi, che sono stati ereditati dai miei genitori. Di tutti questi immobili condivido la proprietà con i miei due fratelli».
La piscina all'interno della Villa
Il faccendiere Pierangelo Daccò e l'ex assessore Antonio Simone, ma in particolare Daccò, «venivano ad essere gestori di un 'tesorettò (dell'ordine di decine di milioni di euro)che in parte, negli anni, veniva messo a disposizione del presidente Formigoni e del suo entourage, in relazione per spese per ville, imbarcazioni di alto bordo, lussuose vacanze, cene, appuntamenti elettorali, etc.». È quanto scrive il gup di Milano Paolo Guidi nel provvedimento con cui ha disposto il sequestro preventivo di beni immobili e conti correnti fino a un valore di 49 milioni all'ex Presidente della Lombardia e ora senatore di Ncd Roberto Formigoni e al suo amico di vecchia data Alberto Perego, imputati per associazione per delinquere e corruzione per il caso Maugeri. In un altro passaggio del decreto il giudice ha osservato che Daccò e Simone a partire dagli anni '90, «erano sempre stati in stretto contatto (per rapporti di amicizia e per comuni interessi elettorali prima, e via via a seguire anche per interessi affaristici, lobbistici e vacanzieri) col Formigoni e con un soggetto (Perego Alberto)a sua volta in stretti rapporti di vita e di affari con quest'ultimo».
Formigoni in un momento di relax al Salone del mobile di Milano dopo aver messo il fieno in cascina...
La «gestione dei finanziamenti nel
campo della sanità» lombarda era «sotto il controllo di un tavolo
della sanita di cui facevano parte l'allora dg, Carlo Lucchina e il
segretario generale della Regione Lombardia (Sanese), oltre
naturalmente al Presidente della Regione Lombardia (Formigoni)». Lo
scrive il gup di Milano Paolo Guidi nel provvedimento con cui ha
disposto il sequestro di 49 milioni di euro a carico dell'attuale
senatore del Ncd e del suo amico Alberto Perego e per una parte di
quella cifra anche a carico di altre tre persone, tra cui il
faccendiere Pierangelo Daccò. In questo «tavolo della sanità»,
secondo il gup, avevano un «ruolo continuo di intermediazione»
Daccò e l'ex assessore Dc Antonio Simone, «il primo dei quali
frequentava con continuità sia il Presidente Formigoni che i
competenti uffici della Regione». In questo tavolo facevano parte
due parlamentari di Pavia il cui nome non è emerso dalle cronache
giudiziarie ma che hanno avuto un ruolo pressoché determinante a
questo tavolo della sanità. Come spiega il giudice poi, il
presidente della Clinica Maugeri, Umberto Maugeri, e il consulente
Gianfranco Mozzali, «hanno confermato in sede di incidente
probatorio il sistema di pagamenti di tangenti» affinchè «si
aprissero le porte in Regione Lombardia». Un contesto in cui,
«fortissimo, e confermato dallo stesso Sanese, era l'intervento di
Formigoni per sostenere ed imporre, in contrasto con i pareri
tecnici, le soluzioni volte a soddisfare le fondazioni». E poi
ancora i «costi sostenuti da Daccò e Simone per procurare a Roberto
Formigoni vantaggi e utilità economiche - scrive il gup -
provenienti dalle somme drenate dalle fondazioni sono ampiamente
documentati e ripercorribili». Ad esempio, chiarisce il gup, «i
costi per sopperire all'acquisto ed alla gestione delle costose
imbarcazioni messe a completa disposizione di Formigoni e Perego
derivavano pacificamente da Mtb, la società austriaca di
Daccò».
La villa di Arzachena con 13 vani
L'ex Presidente lombardo e ora senatore di Ndc Roberto
Formigoni «ha avuto la disponibilità di ingenti somme di denaro in
contante non giustificate dai suoi legittimi introiti». Lo scrive il
gup di Milano Paolo Guidi nel provvedimento con cui ha disposto il
sequestro preventivo di beni immobili e conti correnti fino a 49
milioni di euro a Formigoni e al suo amico di lunga data Alberto
Perego, entrambi tra gli imputati per il caso Maugeri. Il giudice in
un altro passaggio del suo decreto ha osservato che Formigoni e
Perego «non hanno prodotto indagini difensive o indicato fonti di
prova o dati indiziari che portino ad una lettura di segno opposto o
anche solo diverso» rispetto alle accuse contestate, «limitandosi a
una lettura diversa dei fatti che dovrà essere valutata in sede
naturale», cioè in sede dibattimentale. «In particolare il
Formigoni non ha contestato - si legge ancora - il fatto materiale di
aver ricevuto tutto una serie di utilità da Daccò e Simone»,
viaggi lussuosi, vacanze su yacht e voli aerei, (vacanze nei resort a
7 stelle nelle Antille, viaggi in aereo per 18.000 euro, tre yacht,
cene, campagne elettorali e 270 mila euro a titolo personale,
quantificati in 8,5 milioni di euro «limitandosi a sostenere che si
trattava di somme e utilità erogate per mera stima ed
amicizia».
Formigoni in elicottero
«Fortissimo era l'intervento di Formigoni per
sostenere e imporre, in contrasto con i pareri tecnici, le soluzioni
volte a soddisfare le fondazioni» Maugeri e San Raffaele. Lo
sostiene il gup Paolo Guidi nel decreto di sequestro per equivalente
di 49.883.208 milioni di euro all'ex presidente della Lombardia,
Roberto Formigoni, al suo convivente dei Memores Domini Alberto
Perego, e a altri imputati, nella nota in cui cita le testimonianze
raccolte in merito. Secondo quanto scrive Guidi, a far luce su questo
aspetto sono stati Renato Botti e Luca Merlino della fondazione
Maugeri e in particolare il segretario generale della Regione
Lombardia Nicola Maria Sanese. Quando leggiamo le storie di cronaca
giudiziaria di Pavia, della clinica Maugeri e di Formigoni non
possiamo non rilevare la necessità di una nuova generazione di
laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore
morale soluzioni di sviluppo sostenibile. La classe politica
cattolica che ha governato l'Italia ha fallito (vedi il caso Moioli
a Bergamo e quello di Formigoni a Milano)
Particolari esterni della villa di Arzachena
Riprendendo l’espressione
del Papa emerito Benedetto XVI possiamo affermare che la politica è
un ambito molto importante dell’esercizio della carità. Essa
richiama i cristiani a un forte impegno per la cittadinanza, per la
costruzione di una vita buona nelle nazioni, come pure ad una
presenza efficace nelle sedi e nei programmi della comunità
internazionale. C’è bisogno di politici autenticamente cristiani,
ma prima ancora di fedeli laici che siano testimoni di Cristo e del
Vangelo nella comunità civile e politica. Che lavorino per il bene
comune e gestiscano la cosa pubblica con rigore e trasparenza.
Formigoni alla guida di un auto d'epoca
Si
tratta di una sfida esigente. I tempi che stiamo vivendo ci pongono
davanti a grandi e complessi problemi, e la questione sociale è
diventata, allo stesso tempo, questione antropologica. Sono crollati
i paradigmi ideologici che pretendevano, in un passato recente, di
essere risposta "scientifica" a tale questione. Il
diffondersi di un confuso relativismo culturale e di un
individualismo utilitaristico ed edonista indebolisce la democrazia e
favorisce il dominio dei poteri forti. Bisogna recuperare e
rinvigorire un’autentica sapienza politica; essere esigenti in ciò
che riguarda la propria competenza; servirsi criticamente delle
indagini delle scienze umane; affrontare la realtà in tutti i suoi
aspetti, andando oltre ogni riduzionismo ideologico o pretesa
utopica; mostrarsi aperti ad ogni vero dialogo e collaborazione,
tenendo presente che la politica è anche una complessa arte di
equilibrio tra ideali e interessi, ma senza mai dimenticare che il
contributo dei cristiani è decisivo solo se l’intelligenza della
fede diventa intelligenza della realtà, chiave di giudizio e di
trasformazione. È necessaria una vera "rivoluzione dell’amore".
L' impegno sociale e politico, un impegno fondato non su ideologie o
interessi di parte, ma sulla scelta di servire l’uomo e il bene
comune, alla luce del Vangelo non c'è stato da parte di Formigoni,
nonostante egli appartenga a un movimento ecclesiale laicale quello
dei Memores Domini.
Formigoni animalista?
Abbiamo visto nel cattolico Formigoni che i suoi
idoli sono: il consumismo, il denaro, e il successo. Formigoni ci
ha deluso perchè ha dato la priorità al possesso dei beni
materiali, all’individualismo, al nichilismo moderno che predica
che non è la libertà a renderci veri. C’è anzi chi sostiene che
non esiste nessuna verità, aprendo così la strada allo svuotamento
dei concetti di bene e di male e rendendoli addirittura
interscambiabili.
Concludo ricordando a
Formigoni il libro della Sapienza cap. 6 : “Terribile sarà il
giudizio di Dio verso coloro che stanno in alto che non hanno
governato rettamente e osservato la legge ”.
don Julian Carron, teologo, preparato e competente, è il
capo mondiale di Comunione e Liberazione, ha più volte rimproverato ufficialmente alcuni ciellini per la gestione disinvolta della cosa pubblica. Che fine hanno fatto le sue ramanzine?
Il cardinale Angelo Scola una volta vicino a CL (ora distinto e, forse, distante)
REPLICA DI ROBERTO FORMIGONI
AGENZIA ANSA: CONFERENZA STAMPA DI FORMIGONI 11-4-2014
"I 49 milioni che sarebbero stati sequestrati a me, non li
hanno sequestrati perché non li ho", ma dalle carte emerge "che devono
essere sequestrati a una serie di soggetti, come tale signor Maugeri".
Lo ha detto l'ex presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, in una
conferenza stampa svoltasi su una terrazza con vista sul palazzo della
Regione.
"Formigoni - ha aggiunto parlando di se stesso - questa volta è solidale con la stampa indotta in errore da una comunicazione ambigua fatta dagli uffici" della Procura di Milano. Formigoni ha spiegato che ''questi 49 milioni devono o dovranno essere sequestrati a una serie di soggetti: si parla di tale signor Maugeri, tale signor Mazzali, Daccò, Simone... e si dice che 25 milioni sono già stati sequestrati''. Da qui, per il senatore di Ncd, l'inganno alla stampa, che ha titolato sull'intera cifra che sarebbe stata sequestrata a lui stesso. ''Una calunnia'', ha aggiunto, tornando a smentire come già più volte in passato la ricostruzione della Procura di Milano che lo accusa di corruzione nei rapporti con la Fondazione Maugeri. Secondo Formigoni anche i magistrati riconoscono che "non ha intascato un euro ed è per questo che devono arrampicarsi sugli specchi e inventare le famose presunte utilità" di cui avrebbe beneficiato, come vacanze e case.
''Formigoni - ha dunque concluso - è una sorta di Re Mida al contrario. Basta che trascorra un week-end in una casa in Sardegna e la casa diventa sua. O basta che trascorra un week-end in barca e la barca diventa sua''.
(Agenzia Adnkronos 11-4-2014) - "Questi 49 milioni che i pm ritengono sottratti alla clinica Maugeri sono corrispondenti a fatture in cui non appare il mio nome". L'ex presidente della Regione Lombardia , Roberto Formigoni, risponde così al sequestro su conti, abitazioni e auto disposto ieri dal gup di Milano nell'ambito dell'inchiesta sul caso Maugeri. "La magistratura", prosegue il senatore del Nuovo centro destra, "è costretta a riconoscere che Formigoni non ha intascato un centesimo".
Durante una conferenza stampa tenuta a Milano sul tetto della Fondazione europa e civiltà, Formigoni ha ripercorso l'impianto accusatorio elaborato dalla magistratura contestando le accuse: "Secondo gli atti", commenta l'ex governatore lombardo, "la corruzione è iniziata nel 1997, ma Formigoni entra in scena solo nel 2006, quando emergono le utilità da otto milioni di cui avrei goduto. Di queste", prosegue Formigoni", quattro milioni e mezzo sarebbero stati per le barche su cui ho trascorso qualche weekend, 600 mila per un contributo elettorale, poi cene per centinaia di persone e i costi di vacanze per intere famiglie. E' evidente che il totale è costruito arrampicandosi sugli specchi". Il senatore del centro destra ricostruisce poi la vicenda amministrativa al centro dell'accusa di corruzione, per la quale, sostiene l'ex presidente, "secondo la procura la corruzione coincide con le 15 delibere della giunta che avrebbero favorito la fondazione Maugeri. Le delibere non sono state proposte da me, ma dall'assessore competetente e votate da una giunta di 17 elementi", commenta Formigoni. "Queste delibere", aggiunge, "sono state già sottoposte al Tar, alla Corte dei Conti e al Consiglio di Stato, da tutti giudicate perfettamente corrette."
"Formigoni - ha aggiunto parlando di se stesso - questa volta è solidale con la stampa indotta in errore da una comunicazione ambigua fatta dagli uffici" della Procura di Milano. Formigoni ha spiegato che ''questi 49 milioni devono o dovranno essere sequestrati a una serie di soggetti: si parla di tale signor Maugeri, tale signor Mazzali, Daccò, Simone... e si dice che 25 milioni sono già stati sequestrati''. Da qui, per il senatore di Ncd, l'inganno alla stampa, che ha titolato sull'intera cifra che sarebbe stata sequestrata a lui stesso. ''Una calunnia'', ha aggiunto, tornando a smentire come già più volte in passato la ricostruzione della Procura di Milano che lo accusa di corruzione nei rapporti con la Fondazione Maugeri. Secondo Formigoni anche i magistrati riconoscono che "non ha intascato un euro ed è per questo che devono arrampicarsi sugli specchi e inventare le famose presunte utilità" di cui avrebbe beneficiato, come vacanze e case.
''Formigoni - ha dunque concluso - è una sorta di Re Mida al contrario. Basta che trascorra un week-end in una casa in Sardegna e la casa diventa sua. O basta che trascorra un week-end in barca e la barca diventa sua''.
(Agenzia Adnkronos 11-4-2014) - "Questi 49 milioni che i pm ritengono sottratti alla clinica Maugeri sono corrispondenti a fatture in cui non appare il mio nome". L'ex presidente della Regione Lombardia , Roberto Formigoni, risponde così al sequestro su conti, abitazioni e auto disposto ieri dal gup di Milano nell'ambito dell'inchiesta sul caso Maugeri. "La magistratura", prosegue il senatore del Nuovo centro destra, "è costretta a riconoscere che Formigoni non ha intascato un centesimo".
Durante una conferenza stampa tenuta a Milano sul tetto della Fondazione europa e civiltà, Formigoni ha ripercorso l'impianto accusatorio elaborato dalla magistratura contestando le accuse: "Secondo gli atti", commenta l'ex governatore lombardo, "la corruzione è iniziata nel 1997, ma Formigoni entra in scena solo nel 2006, quando emergono le utilità da otto milioni di cui avrei goduto. Di queste", prosegue Formigoni", quattro milioni e mezzo sarebbero stati per le barche su cui ho trascorso qualche weekend, 600 mila per un contributo elettorale, poi cene per centinaia di persone e i costi di vacanze per intere famiglie. E' evidente che il totale è costruito arrampicandosi sugli specchi". Il senatore del centro destra ricostruisce poi la vicenda amministrativa al centro dell'accusa di corruzione, per la quale, sostiene l'ex presidente, "secondo la procura la corruzione coincide con le 15 delibere della giunta che avrebbero favorito la fondazione Maugeri. Le delibere non sono state proposte da me, ma dall'assessore competetente e votate da una giunta di 17 elementi", commenta Formigoni. "Queste delibere", aggiunge, "sono state già sottoposte al Tar, alla Corte dei Conti e al Consiglio di Stato, da tutti giudicate perfettamente corrette."
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