giovedì 22 agosto 2013

IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI





Cosa sta succedendo ai nostri giovani del terzo millennio? Questa domanda ce la siamo posta tante volte guardando il telegiornale o leggendo la cronaca nera sui giornali. Le ultime vicende riguardano in particolare:   i casi di violenza sessuale nel leccese, i casi di via del Gaizo ad Avellino, quello di a Rimini, quello di Bergamo e  quello di un bambina di 12 anni a Cattolica.  Potremmo continuare, ma ci fermiamo qui. Il quadro è significativo per avere un'idea dei giovani d'oggi.

Va detto, anzitutto, che nei disegni criminosi troviamo sia ragazzi benestanti che ragazzi di modeste condizioni familiari. Droga, alcool, lo sballo del sabato sera, il libertinismo sessuale e la violenza gratuita nei confronti degli altri sono i reati principali. Si tratta di ragazzi essenzialmente “nichilisti” (il termine nichilismo designa in senso generico l'atteggiamento o la dottrina volti a negare in modo definitivo e radicale l'esistenza di qualsiasi valore in sé e l'esistenza di una qualsiasi verità oggettiva; nella sua versione più estrema, il nichilismo considera la realtà stessa come radicalmente inconoscibile), individualisti, egoisti, privi di educazione e senza valori. Là dove per valori si intendono il lavoro, lo studio, il rispetto del prossimo e dei genitori, l'accoglienza, la solidarietà, il dialogo con il diverso, l'amicizia, l'amore vero, la fede, l'eroismo e la vocazione alla santità. Purtroppo prevale sempre la mentalità edonistica, il consumismo e il relativismo morale e religioso, per citare Benedetto XVI, che di questi temi ha fatto il cavallo di battaglia del suo pontificato.

Sì, certo, ci sono i giovani estranei alla violenza e alla droga; pensiamo ai giovani dei movimenti, dell'associazionismo cattolico, delle Giornate Mondiali della Gioventù, del volontariato, gli scout, l'Azione cattolica, Cl e di tutti gli altri movimenti ecclesiali. Nessuno escluso. Ci sono anche giovani agnostici o atei che fanno del bene e di cui nessuno parla. Ma qui, leggendo la desolante cronaca nera, vediamo casi di bullismo, di violenze sessuali, o, peggio, episodi di criminalità. Cosa sta succedendo? Siamo in piena emergenza educativa. Probabilmente, molti genitori hanno abbandonato la loro funzione educativa, hanno delegato tutto alla scuola e ai loro docenti o alla comunità ecclesiale l'educazione dei loro figli. Per cui spesso finisce che il giovane è in un certo senso in balia di se stesso o dei coetanei. Subisce il fascino del più forte, che poi è quasi sempre un leader negativo, e prevale il gregarismo, cosi come la mancanza di educazione.

Ritorniamo ai genitori. Loro sanno di avere poco tempo per dialogare con i figli o per controllarli: c'è la badante ucraina o il filippino che li sostituisce per qualche ora. Spesso riempiono i figli di soldi e di regali, fanno fare loro una vacanza a Cuba o a Santo Domingo, quasi volessero giustificarsi. Spesso poi i genitori lavorano in due e lo studente è abbandonato a stesso. Allora magari va al bar del quartiere, dove incontra gli amici o il branco con cui preparare le prossime strategie. Altri ragazzi non escono e stanno soli su internet per ore, su chat varie e siti arditi. O comunicano con gli altri con il loro cellulare di terza generazione tramite mms e sms. Hanno tutto, sono sazi… ma disperati.

In sostanza, molti giovani sono materialisti che privilegiano il divertimento e il libertinismo sessuale. Nel loro cuore non c'è posto per Dio e disertano la messa domenicale o l'ora di religione cattolica. Forse per avere l'alibi di non dover seguire una morale cattolica piena, a loro dire, di divieti e di tabù. E cosi tutto diventa lecito, come dice lo scrittore russo Fedor Dostoevskij: anche le violenze sessuali, anche gli atti di bullismo a scuola, anche gettare i sassi dal cavalcavia, anche uccidere i propri genitori. Sono giovani annoiati, privi di emozioni, deprivati culturalmente e profondamente soli. Che riguardo al senso ultimo dell'uomo parlano di caso o di nulla. No, noi abbiamo un progetto di Dio alle spalle che ha voluto che nascessimo, crescessimo, lavorassimo, avessimo una famiglia e dopo la nostra vita terrena incontrassimo Lui, non il nulla. Perché altrimenti – come dice il cardinale Giacomo Biffi - la nostra vita sarebbe sostanziata dal nulla in quanto avviata verso il nulla. Ma è un'ipotesi che non vogliamo prendere in considerazione. Il nulla (al posto di Dio) ha già distrutto diverse vite. Ecco perché non possiamo dirci nichilisti. II nichilismo, la negazione di ogni valore, è quello che Nietzsche chiama "il più inquietante fra tutti gli ospiti". Siamo nel mondo della tecnica ed essa non tende a uno scopo, non produce senso, non svela verità. Fa solo una cosa: funziona. Finiscono sullo sfondo, corrosi dal nichilismo, i concetti di individuo, identità, libertà, senso, ma anche quelli di natura, etica, politica, religione, storia, di cui si è nutrita l'età pre-tecnologica.

Chi più sconta la sostanziale assenza di futuro che modella l'età della tecnica sono i giovani, contagiati da una progressiva e sempre più profonda insicurezza, condannati a una deriva dell'esistere che coincide con il loro assistere allo scorrere della vita in terza persona. I giovani rischiano di vivere parcheggiati nella terra di nessuno dove la famiglia e la scuola non "lavorano" più, dove il tempo è vuoto e non esiste più un "noi" motivazionale. Le forme di consistenza - come afferma Umberto Galimberti - finiscono con il sovrapporsi ai "riti della crudeltà" (sette sataniche) o della violenza (gli stadi, le corse in moto, i sassi dal cavalcavia e la violenza metropolitana,ecc.). Di fronte al nichilismo dilagante dobbiamo ritornare ad educare i nostri giovani, a riproporre i valori del Vangelo e a vigilare.

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