Stupore e meraviglia sono i sentimenti che proviamo come docenti per le parole inopportune, infelici, e improvvide della Preside Clara Magistrelli dell' Istituto d'Istruzione Superiore "Caterina da Siena" di Milano di fronte all'aggressione verso un docente da parte di uno studente ripetente di 16 anni. Tale studente (che girava per l'Istituto durante le lezioni) veniva richiamato alla disciplina da un docente interno, Angelo F. , per aver commesso atti gravi. Per tutta risposta lo studente lanciava un estintore al viso del docente e gli spaccava quattro denti procurandogli un trauma facciale, e una contusione al ginocchio. Il docente ha avuto poi una prognosi di 15 gg. La signora Magistrelli, commentando l'episodio di violenza inaudita, ha parlato di "intemperanza", di "bravata", e di "scemenza" del 16 enne. Evidentemente, di fronte all'emergenza educativa in atto nella società postmoderna, la Preside risponde tutelando come il solito il buon nome dell'Istituto facendo finta che non sia successo nulla di grave e dimenticando il concetto di educazione e di valori morali che fanno parte anche del suo compito, del suo ruolo, e della sua funzione nell'Istituzione scolastica. I giovani, invece, di fronte al nichilismo, al materialismo, e al relativismo etico, hanno bisogno di autentici maestri; persone convinte, soprattutto, della capacità umana di avanzare nel cammino verso la verità. La gioventù è tempo privilegiato per la ricerca e l’incontro con la verità. Non bisogna mai dimenticare che l’insegnamento non è un’arida comunicazione di contenuti, bensì una formazione dei giovani che Presidi e docenti devono comprendere e ricercare; in loro bisogna suscitare questa sete di verità che hanno nel profondo e quest’ansia di superarsi. Presidi e docenti siano sempre per loro stimolo e forza.
La scuola, inoltre, è una comunità educante. Ed educazione significa, oltre a trasmettere cultura, formare le nuove generazioni. Ebbene, questo giovane, anche se difficile, non può sottrarsi a delle sanzioni disciplinari contrariamente a quanto afferma arbitrariamente la Preside abdicando di fatto alle sue responsabiità di Dirigente scolastico. Lo studente 16 enne ha provocato lesioni gravissime ad un docente e, come prevede la normativa scolastica (che poi è legge dello Stato), deve avere fino a 15 gg di sospensione dalle lezioni e un cinque in condotta. (Nel sito web dell'Istituto Caterina da Siena alla voce "patto educativo di corresponsabilità" tutte le componenti del Caterina da Siena si sono impegnate ad attuare tale patto firmato e sottoscritto dalla Magistrelli che prevede sanzioni disciplinari rigorose e certe. Per quanto riguarda le responsabilità civili e e penali (nelle quali non entriamo) sarà il docente a valutare il comportamento dello studente nelle sedi che riterrà più opportune. Noi ci auguriamo che la scuola pubblica non diventi mai una palestra di odio e di intolleranza, ma viceversa un luogo in cui possano convivere tutti nel pieno rispetto delle regole, del consenso, e della legalità.
Prof. Alberto Giannino
La scuola, inoltre, è una comunità educante. Ed educazione significa, oltre a trasmettere cultura, formare le nuove generazioni. Ebbene, questo giovane, anche se difficile, non può sottrarsi a delle sanzioni disciplinari contrariamente a quanto afferma arbitrariamente la Preside abdicando di fatto alle sue responsabiità di Dirigente scolastico. Lo studente 16 enne ha provocato lesioni gravissime ad un docente e, come prevede la normativa scolastica (che poi è legge dello Stato), deve avere fino a 15 gg di sospensione dalle lezioni e un cinque in condotta. (Nel sito web dell'Istituto Caterina da Siena alla voce "patto educativo di corresponsabilità" tutte le componenti del Caterina da Siena si sono impegnate ad attuare tale patto firmato e sottoscritto dalla Magistrelli che prevede sanzioni disciplinari rigorose e certe. Per quanto riguarda le responsabilità civili e e penali (nelle quali non entriamo) sarà il docente a valutare il comportamento dello studente nelle sedi che riterrà più opportune. Noi ci auguriamo che la scuola pubblica non diventi mai una palestra di odio e di intolleranza, ma viceversa un luogo in cui possano convivere tutti nel pieno rispetto delle regole, del consenso, e della legalità.
Prof. Alberto Giannino